Ma negli anni ’70 il possesso di un’ auto rappresentava indipendenza e libertà e costituiva un’ esigenza avvertita da ogni ceto sociale. Non si percepivano ancora come problemi quelli che da lì a poco sarebbero diventati i grandi temi ecologici dell’ inquinamento atmosferico e del surriscaldamento del pianeta
Nei miei ricordi di bambina c’è una 1100R con i sedili rossi di cui mio padre andava particolarmente fiero. Si era innamorato di un optional, il quadrante ad ago per il tachimetro che sostituiva l’indicatore a linea rossa mobile, e forse l’aveva acquistata principalmente per questo.
Abitavo in una città piccola e molto vivibile in cui le distanze erano brevi, il clima mite, molti dei parenti e degli amici si trovavano nel raggio di qualche chilometro e non era necessario possedere un’auto per spostarsi. Ma negli anni ’70 il possesso di un’ auto rappresentava indipendenza e libertà e costituiva un’esigenza avvertita da ogni ceto sociale.
Non si percepivano ancora come problemi quelli che da lì a poco sarebbero diventati i grandi temi ecologici dell’inquinamento atmosferico e del surriscaldamento del pianeta. Lo shock petrolifero del ’73 e l’improvviso rialzo dei prezzi deciso dai paesi arabi non ci avevano ancora costretto a riflettere sulla dipendenza dai combustibili fossili e sulla necessità del risparmio energetico.
In anni più recenti, la digitalizzazione ha dato slancio al progresso tecnologico, che sta crescendo in maniera esponenziale. La digitalizzazione investe tutti i mercati e quello dell’auto non fa eccezione. Come molti altri beni di consumo, anche la macchina si è trasformata da status symbol a servizio per i singoli e la collettività.
Il car sharing è ormai molto diffuso nelle grandi città, il car pooling si sta sviluppando a ritmi velocissimi e l’industria è sempre più orientata alla progettazione di mezzi di trasporto intelligenti e autonomi.
Il car sharing in particolare è destinato ad assumere un’importanza pari a quella che nel tempo hanno acquisito gli smartphone, oggetti intelligenti che ci supportano in moltissime situazioni quotidiane. Grazie agli algoritmi che lo governano, raccogliendo e analizzando una grandissima quantità di dati, si prevede che il car sharing avrà ri-cadute positive sulla mobilità e sulla società più in generale con la creazione di nuovi modelli di business e di efficienza.
È recente uno studio sulla mole dei dati generarti dalla mobilità condivisa che tenta di quantificare il potenziale non ancora espresso di questo fenomeno. I ricercatori hanno definito le leggi del “ride-sharing urbano” secondo tre parametri: l’area urbana, la densità delle richieste di viaggio e la velocità media del traffico. Sono stati così stimati il numero di viaggi che possono essere condivisi in un’area urbana e classificate queste aree in base al potenziale di condivisione per indirizzare al meglio la mobilità urbana.
Le ricerche dicono che nei prossimi venti anni le auto a guida autonoma sostituiranno progressivamente quelle tradizionali con una notevole diminuzione del numero degli incidenti e un risparmio di tempo per la ricerca del parcheggio. La tecnologia potrà, infatti, permettere all’ auto di cercare il miglior posto nei dintorni, o anche di depositare il passeggero a destinazione e recarsi poi autonomamente verso il parcheggio, per poi tornare quando richiamata.
Se pensiamo che la congestione del traffico nelle città ha un’incidenza che varia dall’8% al 74% appaiono evidenti i vantaggi legati allo sviluppo delle tecnologie per ridurre le problematiche legate alle auto.
Nei prossimi anni si verrà a creare un circolo virtuoso in cui la minore permanenza nel traffico delle vetture creerà un minor consumo di carburante e di emissioni nocive, più tempo a disposizione per il guidatore che potrà dedicarsi ad altre attività e – soprattutto – una riduzione importante del numero degli incidenti legati ai comportamenti umani. Cavalcare l’onda delle innovazioni tecnologiche è diventato per le aziende un obbligo per stare al passo con i tempi e le mutate esigenze del vivere oggi in grandi città.
Dalla 1100R all’ auto senza conducente sono passati solo 40 anni anche se sembra trascorsa un’era geologica e gli oggetti high tech di oggi aprono già la strada verso il futuro.
fonte: https://nttdatastorie.it/2017/06/05/auto-tecnologia-1100r/