Devana è una sciamana e sacerdotessa dell’acqua che ha vissuto a lungo a Milano e da qualche anno ha scelto di ritirarsi in un angolo di Paradiso.
Ci sono persone che arrivano nella nostra esistenza per raccontarci qualcosa di noi, altre invece ci fanno da ponte con altri incontri, con altre situazioni, con altre fasi; poi ci sono quelle persone che si incrociano più volte sulla nostra strada e ogni volta sono compagne di passaggi e trasformazioni. E poi c’è chi non solo si incrocia ma addirittura si impasta con noi perché, insieme, non solo cresciamo ma diamo vita a qualcosa di nuovo.
Devana è stata tutto questo per me e so che chissà quante volte ancora sperimenteremo nuove fasi, nonostante i lunghi intervalli di silenzio. E’ una sciamana e sacerdotessa dell’acqua che ha vissuto a lungo a Milano e da qualche anno ha scelto di ritirarsi in un angolo di Paradiso in Valganna, nelle Prealpi Varesine.
Cosa sia oggi una sciamana lo scopriremo durante questa lunga chiacchierata ma se la incontrerete per strada vi sembrerà una vostra vicina di casa perché non si mette penne in testa né si dipinge la pelle. Come lei stessa dice . “C’è un modo sciamanico di camminare nel bosco o di bagnarmi – che sia nel ruscello o in vasca da bagno – e c’è un modo sciamanico di cucinare, di scrivere, di spolverare. E questo modo è fare tutto con la consapevolezza che sono una Donna Sacra e che mi muovo sul Sacro Corpo della Madre.”
E’ una scrittrice, una filosofa, una viaggiatrice alla ricerca di luoghi sacri, una ricercatrice ; condivide esperienze e conoscenze in laboratori e cerchi per diffondere tra le donne la coscienza del loro compito.
Ha ricevuto la visione, tra l’altro, del Cerchio Planetario delle Donne che é stato fondato per sua inziativa nel 2013in Italia da 43 donne di conoscenza europee e che lei riunisce annualmente negli antichi siti d’Europa, per cerimonie e continui scambi di esperienze.
Spicca in lei, oltre a tutte le componenti della Energia del Femminile, l’Intuizione che la guida costantemente da un passaggio all’altro e di cui si fida totalmente e che la accompagna a viaggiare tra le varie dimensioni alla ricerca dell’Unità intima con tutte le manifestazioni dell’Essere.
*Quando e come si è risvegliata in te la consapevolezza di essere sciamana?
Sono sempre stata una bambina strana e silenziosa e amavo giocare da sola. Da ragazzina ho partecipato ai primi corsi di Yoga e Psicodinamica, ancora nella vecchia sede dell’Ispa di Milano, dove tu eri già allora una delle istruttrici, ed è iniziato il lungo cammino di ricerca che ancora oggi, che ho superato i 50, perseguo. Viaggiando, leggendo, praticando, studiando molto, scrivendo e riconoscendo i miei talenti mi sono resa conto che non esisteva un’altra parola per descrivere ciò che sono – una donna multidimensionale – invero una sciamana. Ma questo è stato molto prima che ci fosse l’invasione degli sciamani da diplomino nel weekend. Quando io ho deciso di presentarmi come sciamana ancora non se ne parlava.
*Come reagivano nei primi tempi le persone quando sentivano che eri una sciamana?
Qualcuna veniva a incontrarmi per vedere che aspetto avessi, se mi dipingevo la faccia o portavo penne tra le trecce. Per me essere sciamana non è una professione o un insieme di tecniche per arrotondare le entrate. Per me è una attitudine di vita in sintonia con la sacralità della Creazione, nel rispetto e nella gratitudine, qualsiasi cosa io stia facendo.
*Come vivi, nella tua quotidianità, l’ essere Donna Sacra?
Io mi sento Donna Sacra sempre, nella vita quotidiana. Ogni azione può essere resa sacra dalla consapevolezza di compiere un servizio per la comunità o per la Grande Madre. Risacralizzando non soltanto le azioni che si compiono in cerimonia ma anche quelle della propria quotidianità – come cucinare o lavarsi o interagire con gli altri o pulire la propria dimora – si recupera la memoria della civiltà matrifocale dell’Antica Europa neolitica – incentrata sulla Divina Femminità (l’ho chiamata così) e sull’origine materna della Vita – in cui ogni donna era sacerdotessa della sua casa. In questo modo si alza la frequenza della propria esistenza…
Ne parli concretamente in alcuni tuoi libri, ad esempio in “Manuale della sciamana moderna” e in “Le sciamane non vanno in taxi”
Si, lì l’ho descritto in maniera molto pragmatica. Io mi sento Sacra Figlia della Dea quando suono il tamburo o brucio erbe nel braciere in cerimonia, ma anche quando stiro le camicie di mio marito o taglio l’erba. Non esiste una azione più sacra di un’altra. Propongo uno stile di vita che rende felice me e chi ci vuole provare è la benvenuta. Io studio ogni giorno almeno quattro ore, cammino molto nella natura e mi collego ad essa onorandola, pratico un po’ di yoga, mi nutro in modo biologico e non violento, mi occupo personalmente della mia casa e del giardino, mi prendo cura di mio marito, cucino, tesso, ricamo, danzo, canto, leggo e naturalmente scrivo. Tutto questo rimanendo consapevole per la maggior parte del tempo di essere viva a diversi livelli e in diverse dimensioni. Sono totalmente indifferente alle mode, ai media, allo shopping. Faccio vita ritirata in montagna vicino a un corso d’acqua. Spesso vado a bagnarmi nelle acque libere in natura per assorbire le informazioni che l’acqua porta con sé. Ringrazio il cibo. Informo l’acqua con preghiere al mattino prima di lavarmi. Offro ringraziamenti e un po’ di sale alla terra prima di seminare l’orto
*Ecco, raccontaci come è iI tuo rapporto con la Natura
Quando parlo della Dea o della Grande Madre in realtà intendo proprio la Natura che si autofeconda, completa in sé e unitaria, ginandra, esistente prima della divisione in femmina e maschio. E non mi limito alla terra poiché la Natura è tutta la Vita infinita ed eterna, inclusi cielo e stelle. Per le antiche civiltà c’era una Dea Sole come la nipponica Amaterasu o una Dea Cielo Stellato come l’egizia Nut. E’ interessante inoltre notare come le civiltà patriarcali abbiano attribuito al maschio la divinità solare mentre la femmina è associata alla divinità lunare, che è un riflesso del sole. Come dire che la donna brilla perché c’è un uomo a illuminarla. Nelle civiltà native invece si parla quasi sempre di dea Sole e dio Luna perché si riconosce con il semplice buon senso che l’uomo nasce da un grembo di donna.
*Il tuo nome, Devana, da dove arriva e cosa significa?
Ho ricevuto il nome che porto nell’anno 2000 dopo un seminario intensivo con Jasmuheen. Mi ci è voluto un po’ per “indossarlo” ma ora sono totalmente congruente con questo nome che significa “Dea” in sanscrito ed è anche il nome di una Dea dell’Europa orientale. Non l’ho cercato: è arrivato ma è certo che ha segnato il mio cammino di ricerca delle memorie matrifocali. Tra i momenti cerimoniali che conduco c’è quello che ho chiamato “dichiarazione del lignaggio matrilineare”, dove le donne che desiderano partecipare e riconoscere la discendenza materna siedono in cerchio e a turno vanno al centro e si presentano agli elementi, alle direzioni e agli Spiriti del luogo col nome proprio (senza cognome) e poi l’espressione “figlia di” ,dopo il quale mettono il nome proprio della madre e se vogliono della nonna materna. Io sono Devana figlia di Liliana. Le tradizioni native che riconoscono la matrilinea identificano una persona dal nome della madre, non del padre. Questa operazione cerimoniale ovviamente non ha nessun valore nella terza dimensione dove il codice fiscale ci condanna alla patrilinea, ma lavora sui piani sottili e sicuramente presto o tardi si manifesterà anche nelle frequenze più dense.
*Parli delle civiltà matrifocali. Ma su cosa erano fondate, in cosa si distinguevano?
Erano basate sull’unità, non esistevano guerra né possesso né abuso poiché tutte/i erano UNA. Negli ultimi 5000 anni le donne sono diventate le eredi di Eva, colei che “ha attirato sull’umanità la punizione di dio” e portano il cognome del marito o del padre (il cosiddetto cognome da signorina). Il ruolo della madre nella procreazione non viene riconosciuto e il cognome è come un marchio di proprietà. Non ha nulla a che vedere con l’appartenenza ai clan delle madri. Poiché mi sono resa conto che non si può parlare di par condicio finché le donne porteranno un cognome che sostiene la patrilinea, ho deciso, appunto, di non usare più il mio cognome tranne quando ci sono obbligata per questioni legali o fiscali (o per poter tenere aperte le mie pagine facebook, visto che gli amministratori fb mi impediscono di usare nel profilo il nome spirituale Devana che è quello con cui opero da quasi vent’anni e con cui mi conoscono ormai perfino i miei familiari)
*Perché viaggi tanto, cosa cerchi e cosa hai trovato?
Viaggiare a me serve a risvegliare le memorie. Sono consapevole di essere un frammento di divinità e viaggiando nei siti sacri di tutto il pianeta confermo e corroboro questo ricordare. Ho cominciato la mia ricerca nei siti megalitici in Inghilterra, Perù, Cambogia, Bretagna, Isola di Pasqua, Egitto, Sardegna, perché percepivo che nelle pietre c’era un segreto. In effetti nei siti sacri ho poi sempre trovato acqua e mettendo i piedi nell’acqua mi si risvegliavano le memorie riguardo a chi aveva creato quei templi megalitici e perché. Tornata a casa scrivevo un libro!!! Viaggiare è la mia modalità di risveglio. Ho trovato risposte, intuizioni e illuminazioni specialmente viaggiando lontano da sola e potendo contare solo su me stessa. Qualche anno fa sono stata in Sudamerica più di un mese e ho fatto una triangolazione Madrid Chile-Isola di Pasqua Messico. Mi sono percorsa 6 stati del Messico in pullman. In Perù sono stata 5 volte e ogni volta con modalità sciamaniche, vale a dire mistiche, vivendo nella semplicità, nel pueblo. .
*Ma cosa avverti quando sei in siti che respirano energia matrifocale e come li riconosci?
I siti sacri vibrano di una energia diversa da quelli ordinari. Sono vivi. Che siano luoghi nella natura incontaminata come le cascate o i vulcani in Islanda, che siano templi costruiti da non si sa chi come le strutture megalitiche o i cerchi di pietre, in essi sento la voce dell’epoca a cui si riferiscono le mie visioni matrifocali “ekonomiche”, sento che lì hanno vissuto gruppi di persone che onoravano la Grande Madre nell’Unità. C’è pace e illuminazione, compassione e condivisione, anche nei siti messicani o peruani, dove poi è arrivata la violenza. Io vedo come in un film nella mia testa tutto quello che è successo ai tempi in cui i megaliti furono eretti. La pietra conserva memorie come l’acqua. In un dolmen io mi sento a casa. Io l’anima ho vissuto a lungo su questo pianeta anche se nel presente non mi sento a mio agio. Mi sento come un’anziana signora che è capitata per sbaglio in una chiassosa discoteca
*Qual è il compito principale della donna nella società oggi?
Quello che sento il mio compito principale è risvegliare le memorie della cultura della Dea, depositate nel siero acquoso delle mie cellule. Ora è il momento e moltissime donne sentono questa chiamata. In Europa non abbiamo testimonianze del passato, tranne quelle scoperte dall’archeologa Marija Gimbutas, perché le invasioni indoeuropee e poi l’impero romano e l’inquisizione hanno distrutto tutto il sapere femminile che invece in altri continenti, nonostante il colonialismo, è riuscito a sopravvivere. Però noi donne dell’Antica Europa possiamo risvegliare le memorie cellulari: sono quegli istinti sottili che ci guidano a compiere azioni con sentimento sacro. Sedere in cerchio e condividere le proprie esperienze e intuizioni, per esempio, è un buon modo, molto femminile
*E come possiamo uscire dalla nostra cultura così patriarcale?
Ci sono tanti accorgimenti da usare continuamente per recuperare la dignità e l’”orgoglio dell’utero” (chiaramente contrapposto a quella che Freud ha definito l’invidia del pene). Per dirne una: cercare di non usare espressioni e parole che nutrono la divisione, la violenza e la sottomissione verso le donne. Per esempio nella nostra lingua tutti i plurali sono maschili e rincarano ogni volta la superiorità intenzionale di un genere su un altro. Anche usare un’espressione come Femminino Sacro o Divino Femminile per me non va bene poiché si utilizzano parole maschili per esprimere quella che ho chiamato Femminità. Ogni donna dovrebbe cominciare a stare attenta a ciò che dice, poiché la parola crea. Oltre a questo è interessante smascherare i molti modi in cui ciò che chiamo patriarcato, cioè il dominio maschile e guerriero sulla società pacifica delle madri, usa infiniti sottili mezzi per sancire e rinforzare questo fatto. Per esempio le fiabe che vengono raccontate alle bambine sono un lavaggio del cervello continuo per abituarle ad aspettarsi il male dalle donne anziane. E’ come quando davano delle bambole vestite da suore alle bambine per abituarle fin da piccole al fatto che sarebbero entrate in convento.
*Nel tuo libro “I racconti del Risveglio per le Bambine e le loro Mamme” riproponi una nuova lettura delle fiabe . Ce ne vuoi parlare?
Un giorno per caso ho letto in un libro la vera storia della ”strega mangiabambini” di Hansel e Gretel. Katherina fu in realtà una pasticcera trentenne tedesca incarcerata e poi bruciata per estorcerle il segreto dei suoi buonissimi dolci. I Grimm si impossessarono di questa storia e la rielaborarono in forma misogina per compiacere il potere di cui erano al soldo . Questa informazione ha dato il via a una serie velocissima di intuizioni e risvegli di memorie mi sono resa conto che in tutte le fiabe d’infanzia la vera mamma muore giovane e la protagonista si ritrova tra le sgrinfie di matrigne sorellastre e streghe che cercano di farle la pelle. Per me è evidente che in questo modo le bambine vengono addestrate al conflitto, al sospetto e ad aspettarsi tradimento e malvagità dalle altre donne.
*Vuoi dire che attraverso le fiabe noi donne siamo state messe le une contro le altre?
Esattamente. Così ho riscritto le fiabe classiche – Cenerentola, Biancaneve, Raperonzolo, La bella addormentata e, naturalmente, Hansel e Gretel – mantenendo gli archetipi della fiaba come cammino iniziatico ma cancellando ogni figura femminile negativa e proponendo invece un rapporto di fiducia e rispetto tra la protagonista, la sua vera mamma e l’anziana guida che la porta al risveglio delle sue facoltà. Il libro “I racconti del risveglio per le bambine e le loro mamme” è scaricabile gratuitamente dal mio sito a questo link . E’ stato gratuitamente illustrato, editato e tradotto in tre lingue da sorelle del Cerchio Planetario delle Donne e sta liberamente viaggiando in Europa. Ho di recente terminato di caricare sul mio canale youtube devanavision anche la versione letta da me a questo link ed esiste già il secondo volume – “ I racconti del risveglio II – Alicia e Pedro Pas in viaggio nel nido di tordo” – già scaricabile gratuitamente sia in formato ebook che in audiolibro Entrambi gli ebook sono scaricabili in formato libro così da poter essere rilegati in una qualunque copisteria, e i meravigliosi disegni di Manuela Biave sono tutti all’interno e possono essere staccati e incorniciati nelle camerette o nelle sale meditazione senza alterare il libro
Quali sono le tue proposte per riconoscere la propria sacralità ed esprimerla in armonia?
Si possono e si devono risvegliare le memorie della cultura matrifocale e non solo nei weekend o ai fin troppi corsi sulla Dea che ormai si vendono tipo shopping center, ma nella vita quotidiana, ognuna nel suo intimo. Tra le iniziative a cui ho dato vita c’è, per esempio, la creazione di un canale youtube che si chiama “La scuola delle donne” dove, insieme a compagne di cammino, registriamo audiolibri scritti dalle grandi donne della letteratura, che spesso hanno dovuto lottare per imporsi contro un sistema che screditava il loro lavoro. L’arte delle donne non è compresa nei programmi scolastici o nei musei e questo non perché non esista ma perché non è ritenuta di valore. Naturalmente una ragazza che a scuola studia solo opere scritte da uomini viene sottilmente addestrata a riconoscere solo quelle. “La scuola delle donne” è un modo gratuito e volontario di offrire alle donne di tutte le età ed estrazioni sociali la possibilità di ascoltare i libri delle grandi sorelle, semplicemente con una connessione internet, mentre cucinano o stirano e stanno in coda in autostrada o in pausa pranzo al posto della radio. Finché le donne non cominceranno a leggere le donne la gestione maschile del pianeta non verrà interrotta e l’orgoglio dell’utero sarà solo una parola. Vi sono donne immense che hanno lottato perché noi potessimo studiare ed essere libere. E’ giusto che vengano conosciute
*Hai anche scritto “Ekonomia – il futuro senza denaro”
Avevo cinque anni quando ricevetti in un sogno la visione di una comunità che viveva in pace senza denaro né alcuna forma di scambio. Tutte e tutti nel villaggio davano il loro contributo secondo le loro attitudini e talenti: chi coltivava, chi cuciva, chi tesseva, chi massaggiava, chi costruiva, chi cucinava. Il tutto reso liberamente disponibile in forma totalmente gratuita – che è ciò che ho scelto di fare coi miei libri e audiolibri – per il bene della comunità che si traduceva nel bene dei singoli. Sono passata attraverso una laurea in economia per comprendere come le naturali tendenze del pianeta siano state completamente rovesciate dal denaro, poiché l’economia come la conosciamo, quella patriarcale, si basa sull’assunto che più un bene è scarso e più costa. L’economia del dono delle società matrifocali è stata corrotta fin nella parola (eko-nomia significava “regolamentazione del villaggio”) ed è diventata lo strumento di controllo dei popoli e delle ricchezze planetarie associato alle banche e alle industrie che conosciamo.
*E cosa dici a chi definisce il baratto una utopia?
Nello scrivere il libro – anch’esso scaricabile gratuitamente dal mio sito ho approfondito il concetto di utopia e studiato gli utopisti, Moro, Bacone e soprattutto Campanella, e mi sono resa conto che ciò che viene sprezzantemente definito utopia è a mio avviso, in realtà, un risveglio di memorie delle società delle madri. Se leggo in maniera sinottica “La città del Sole” di Tommaso Campanella e le descrizioni delle società matrifocali di Marija Gimbutas o di Heide Goettner Abendroth mi sembra che si corrispondano e che corrispondano inoltre alla mia visione di bambina, che è stata anch’essa senz’altro un risveglio di memorie, dato che a quell’epoca ancora non sapevo leggere. Sarebbe possibilissimo già adesso vivere senza denaro, nel libro spiego come
*Hai dato vita al Cerchio Planetario delle Donne, unendo donne di diverse età, cultura, nazionalità..
Ho avuto una visione parecchi anni fa: sulla riva del lago accanto alla mia casetta c’era un gruppo di donne sedute in cerchio che condividevano le loro storie alla pari. Si redigeva poi un censimento e si creava un appuntamento fisso annuale internazionale affinché le donne potessero ricreare quell’antico legame europeo che oggi le differenze di idioma rendono impossibile. Dal 2013 anno in cui ci siamo fondate – e tu lo sai bene perché sei stata la mano destra dell’azione e mia coautrice del libro “Sciamane storie canti e risvegli di anziane sedute in cerchio” – ci siamo incontrate in Italia, Spagna, Germania, Francia e quest’anno 2017 a Creta. Sempre in luoghi sacri alla Femminità e alla Grande Madre.
*C’é anche un sito dove si racconta tutto questo..
La storia del cerchio con tante foto è sul sito. L’idea è di stare insieme due giorni per ripristinare la percezione e l’attuazione delle comunità matrifocali, condividendo in cerchio le storie di ognuna ma anche cucinando mangiando dormendo insieme in armonia, senza prevaricazioni. E poi celebrando una cerimonia di connessione alla terra che è totalmente libera e improvvisata. C’è inoltre l’accoglienza delle nuove sorelle, che si aggiungono ogni volta, tramite una unzione data dalle anziane con olio consacrato da noi stesse, e il loro inserimento nel censimento che è nel sito: è importante sapere quante e dove siamo. Non c’è una guida o una guru, non è un seminario o una associazione. E’ tutto libero e alla pari e ognuna si paga i suoi costi di viaggio, vitto e alloggio, inclusa me che mi sono definita “custode” perché sono un po’ il punto di riferimento logistico. E’ sicuramente qualcosa di nuovo almeno in Europa. Al momento ci sono tanti laboratori sulla Dea, ma sono tutti a pagamento e con una “capa” che insegna alle altre. Io credo che la sciamanità e la Sacra Femminità non possano essere insegnate ma solo risvegliate dalle memorie cellulari.
*Hai fatto più volte, da sola o in gruppo, il Cammino di Compostela. Cosa hai trovato e cosa ancora trovi lungo la strada?
Ne parlo nel mio libro “La via pagana a Compostela”, che tra qualche anno sarà anch’esso scaricabile gratuitamente dal mio sito, quando uscirà dal contratto con la casa editrice. E’ andata così. Ho percorso l’intero cammino in auto due volte e arrivando alla cattedrale di Santiago non ho sentito nulla. Ero esterrefatta perché mi aspettavo invece un mare di sensazioni. Così ho cominciato a indagare e ho scoperto che il cammino è antico di 10.000 anni, che partiva dal Mar Nero e arrivava fino all’oceano Atlantico poiché rappresentava la ricerca dell’immortalità conservata dove il sole tramonta, l’estremo ovest d’Europa: il Finisterre di Galizia. La città di Santiago è solo una aggiunta cattolica successiva ma il cammino deve terminare all’oceano affinché avvenga la trasmutazione alchemica e il risveglio del pellegrino che si innesca quando si comincia a percorrere la ley line lungo il 42°52’. Sulla base di queste nuove informazioni ho successivamente intrapreso il cammino a piedi con la mia sorella d’anima Teresita Ramos e abbiamo cercato di riconoscere e risvegliare i luoghi di potere tra Santiago e il mare facendo piccole cerimonie sciamaniche, offerte alla terra e canti. Quando sono arrivata al Finisterre e ho meditato in spiaggia al tramonto, ho avuto la chiara percezione della ciclicità della Vita, poiché in quell’esatto momento in cui il sole finiva di tramontare da noi, cominciava ad albeggiare nell’altro emisfero. Sul mio sito c’è il diario del cammino e la lunga dissertazione di Rafael Lema, storico gallego da me tradotto, sulla sua vera origine. Tutto scaricabile liberamente. Sul mio sito ci sono più di 120 articoli dedicati ai miei viaggi e alle mie intuizioni e scoperte matrifocali e megalitiche
*Hai scritto libri e tenuto corsi in cui parli di immortalità. Cosa intendi, di cosa si tratta?
La mia ricerca dell’immortalità ha riempito un decennio della mia vita e 4 dei miei libri raccolti appunto proprio nella “quadrilogia dell’immortalità”: “Gra(d)al il segreto della torre”, “La via degli immortali”, “Il ponte tra i mondi” e “La quinta dimensione”, scaricabili come libri con foto ma anche come serie di articoli con link alle illustrazioni sulla mia pagina fb Devana Sciamana. E la ricerca continua modificandosi secondo il mio personale livello di risveglio. Sono partita dalle letture di Deepak Chopra sulla assenza di un programma di invecchiamento nelle cellule e sono arrivata alla comprensione che il programma di invecchiare e morire alle cellule glielo diamo noi con le nostre credenze in base alle quali – come ci dicono i media e le mamme – “verso i 40 anni comincia il declino”. Ho affrontato molte volte il rito del firewalking e ho compreso sia che il nostro corpo non è ciò che pensiamo sia quando esattamente nel corso della giornata viene inconsciamente impartito alle cellule il comando di invecchiare, e cioè ogni volta che abbiamo un incremento di saggezza che inconsciamente colleghiamo a un incremento di vecchiaia secondo lo stereotipo del “vecchio saggio”. All’inizio la mia ricerca si limitò alla sfera biologica e psicologica ma poi, via via che seguitavo a viaggiare e a studiare, si è trasformata in una coscienza spirituale legata alla Dea nel suo aspetto rigeneratore, quella che le religioni patriarcali negano trasformando la Madre Anziana e il suo Grembo in un dio dei morti.
*Vuoi dire che a livello energetico la morte non esiste?
Esattamente, esiste solo la trasmutazione. E dal punto di vista storico e archeologico la morte è un’invenzione patriarcale relativamente recente, poiché nelle comunità matrifocali i corpi venivano riassorbiti dal Sacro Grembo della Dea e le anime dei clan potevano tornare in nuovi corpi partoriti dalle donne fertili. Le civiltà della Dea credono nella ciclica rigenerazione. Così ho accettato questo nuovo stadio della mia coscienza di anziana e ho accettato di portare la medicina dell’ovest, dato che non ho più il ciclo mestruale da molti anni
*Oggi l’alimentazione biologica, che tu segui, è amata ma anche fortemente criticata. Perché è importante, anche dal punto di vista sciamanico, mangiare biologico ed avere una alimentazione non violenta?
E’ criticata perché la si legge in ottica tridimensionale consumistica e non spirituale. Credo nel bio da quando ero studentessa (sono laureata in economia ambientale) e continuo a nutrirmi con alimenti bio e a usare eco prodotti per l’igiene e per la casa anche se, naturalmente, in trent’anni il mercato è cambiato. Francamente non mi importa cosa ci sia sotto. Il mio cuore è puro e così pure le mie intenzioni. Non ritengo coerente parlare di spiritualità e di risveglio e poi mettere coscientemente in bocca alimenti ottenuti con mezzi che violentano animali e insozzano la terra e arricchiscono le multinazionali agroalimentari o farmaceutiche, che sono la stessa cosa. Ho bisogno di essere il più possibile coerente per me stessa ed è per questo che vivo in montagna, ho rinunciato all’auto alla televisione e al conto in banca, dono il mio lavoro e ho fatto altre scelte radicali ma congruenti
*Come é il tuo rapporto con le altre donne?
Sono nella frequenza della famiglia di luce: le donne sono tutte mie sorelle, anche mia madre. Ora le donne risvegliate, le sacre figlie della Dea, sono chiamate a ripristinare la modalità di vita di culture pacifiche che hanno vissuto sulla terra per migliaia di anni prima della nascita della parola scritta e che sono basate sulla compassione. Non ci può essere nella donna risvegliata di oggi un desiderio di vendetta o prevaricazione: tutte le donne sono madri, anche dei loro padri e mariti.
*E tuo marito come vive il tuo essere sciamana?
Mio marito è il mio miglior sostenitore e amico, il mio sponsor e naturalmente fratello anche lui. Ho tutta la sua fiducia e devozione e lui ha la mia. Credo che molti uomini desiderino percepire la Dea e, dato che i poveretti non hanno l’utero, lo possono fare solo riconoscendola e onorandola nelle loro compagne. Il patriarcato ha portato la cultura della violenza.
*Tu canti. Cosa significa per te cantare?
Il canto è la voce della Grande Madre, della Natura e degli Spiriti suoi guardiani. Da lì arriva la mia voce e, come il suono informa le molecole d’acqua, così i miei canti risvegliano memorie e portano visioni del mondo a cui sta tornando la quinta umanità, in un’altra frequenza. Spesso celebro cerimonie di purificazione e benedizione nell’acqua pura dei ruscelli della Valganna dove vivo. E quando sono/siamo nell’acqua, canto e invio all’acqua amore, gratitudine e compassione
* Quindi l’acqua è il tuo elemento?
L’Acqua è il mio elemento, la mia Maestra. La carico con vibrazione e canti anche per innaffiare l’orto. Quando cammino nella natura o sono in luoghi sacri trovo sempre acqua dove bagnarmi per raccogliere informazioni e attivazioni di memorie. Ho studiato a lungo con Gigi Capriolo e con lui ho scritto due dei miei primi libri ancora negli anni ’80. Però sento molto anche il Fuoco. Vivo accanto a un ruscello ma accendo il camino tutti i giorni invocando la sacra presenza dello Spirito del Fuoco. Lo invito nella mia casa e gli chiedo di purificarmi e rinnovarmi. Poi offro alle fiamme un po’ di zucchero. Questo è lo sciamanismo domestico di cui parlo. Lo accendo velocemente e con pochi mezzi perché lo faccio in modo sacro. D’inverno vado nel bosco con la carriola “a far legna”, come nelle fiabe. E quando cucino mi sento come una alchimista nel suo laboratorio perché uso Acqua e Fuoco, oltre ai sacri doni della Madre, per trasformare il tutto in buon cibo. Non so come si possa mangiare senza ringraziare per tutto questo
*Perché la scelta di offrire il tuo lavoro anziché venderlo?
Promuovo l’economia del dono, quella delle società matrifocali dove una persona è tanto più stimata quanto più è in grado di donare. Tutti i miei libri e CD, quando escono dalla cessione dei diritti agli editori, vengono messi sul mio sito e scaricabili gratuitamente. Al momento sono 9 (di 20 che ne ho prodotti). Lo stato dell’editoria in Italia è disastroso: l’autore è diventato un venditore e il libro una brochure un po’ costosa per promuovere i propri corsi. Tutto questo è abominevole e io non ci sto. Così gli ultimi libri li ho editati in proprio, insieme alla sorella Antonella Barina del Cerchio Planetario delle Donne, che ha registrato una testatina come giornalista: Edizione dell’Autrice, interamente gratuita e offerta via internet in CC (Common Creative). Mi sento più fedele al concetto di EkoNomia
Grazie, Devana. grazie anche per questa tua gratuità. Non é comune.
Le altre interviste sulla “Eccellenza del Femminile” le potete trovare qui
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