Tema dell’edizione 2017 de “il Tempo delle Donne” – kermesse di tre giorni iniziata in Triennale l’8 settembre e conclusa il 10- è stato gli uomini.
In diversi format che spaziavano dalle conversazioni, ai workshop, dai concerti ai laboratori di fotografia, dalle lezioni di yoga ai laboratori per bambini ci si è interrogati a lungo, per capire come stanno cambiando, quanto si sentono fragili e diversi dai loro padri, quanto sono preparati a comprendere i nuovi modelli che si stanno affermando in campo personale e lavorativo.
ita di tutti noi e all’arte. Maurizio Galimberti e Martina Zena hanno tenuto rispettivamente l’Academy “Scrivere con la fotografia” e un laboratorio di ritratti con Camera Lucida.
In particolare Galimberti ha intrattenuto il pubblico con l’uso di una macchina istantanea che consente di vedere l’immagine prima che questa venga stampata in modo da evitare sprechi e Martina Zena ha prodotto ritratti con l’antica tecnica della Camera Lucida che proiettando il viso su una tela, le ha consentito di selezionare i tratti del volto che desiderava salvare e quindi di indirizzare la fisionomia della persona anche in base alle sue caratteristiche psicologiche.
I due temi del cambiamento e del rapporto uomo-donna sono stati esaminati da varie angolazioni e in vari un workshop è emersa la necessità che uomini e donne imparino a parlarsi in un rinnovato dialogo tra i sessi, per creare un nuovo tipo di relazione in cui le regole del gioco non sono fisse e immutabili e in cui non ci sia contrapposizione ma collaborazione.
Che il cambiamento possa riguardare tutti e possa arrivare quando meno ce lo aspettiamo è stato oggetto di varie analisi e cogliere la seconda possibilità dipende solo dalla prontezza e dalla predisposizione di ognuno di noi.
Personalmente ho trovato particolarmente interessante il workshop,” Essere d’esempio: Istruzioni per l’uso” curato da ValoreD che ha fornito una serie di spunti interessantissimi su come si può essere felici al lavoro.
Varie volte mi è capitato di pensare al tema “felicità al lavoro” e ho provato a individuare le leve che possono portare concretamente a questo stato felicità, ma questa non è un’operazione banale perché la felicità al lavoro è un concetto che include fattori non sempre governabili dalla persona.
Nel workshop si è indagato sul concetto di motivazione che è quello che ci porta a compiere scelte e a perseguire obiettivi.
Ci piacciono le sfide? Allora ci serviranno traguardi e feedback continui che ci stimolino continuamente. Desideriamo e sentiamo la necessita di stringere relazioni? Allora preferiremo appartenere a un team ed essere gratificati continuamente per le nostre azioni. Infine amiamo lasciare un segno con le nostre azioni? Sarà per noi importante guidare gli altri, essere agenti del cambiamento e influenzatori di persone e decisioni.
Per orientarsi in questi meandri, sarà fondamentale riconoscere le proprie caratteristiche, non snaturare se stessi e seguire le nostre motivazioni. La motivazione è una leva potentissima che va oltre il genere nel senso che interessa sia le donne che gli uomini a seconda del carattere e della personalità di ognuno di noi e per questo è importante scoprire che tipo di motivazione c’è in ognuno di noi perché questa guiderà i nostri comportamenti.
Un’attenzione speciale ha avuto la disabilità nel workshop “Liberi tutti nello sport” in cui si sono avvicendati campioni paraolimpici che hanno raccontato storie bellissime e toccanti di sfide vinte con impegno e tenacia.
La fondazione Vodafone, ospite del workshop, ha presentato il progetto Oltre lo Sport di Vodafone lanciato in giugno che è la prima piattaforma digitale in grado di mettere in rete tutte le informazioni utili a chi vuole praticare sport in Italia e creare una comunità di utenti fra persone con disabilità, le famiglie, gli istruttori e professionisti sportivi e tutti coloro che sono appassionati di sport, veicolando un modello inclusivo di partecipazione.
OSO servirà a realizzare il sogno che lo sport sia davvero un’opportunità per tutti e avrà l’obiettivo di aumentare in modo significativo il numero delle persone con disabilità che praticano una disciplina sportiva.
Ho trovato questa edizione del Tempo delle Donne particolarmente interessante e ricca di spunti innovativi ed averla dedicata agli uomini mi è parso particolarmente vincente.
Ci si è interrogati su che cosa pensano, sentono, vogliono i maschi, le loro paure e le loro fragilità: non ne siamo usciti con ricette preconfezionate ma con la convinzione che insieme possiamo farcela a costruire una società migliore.