Da una lettera ipotetica di una donna violentata
Quanto baccano per gli stupri di Firenze ed in ogni dove! La liturgia solita del voyeurismo di rito, delle dichiarazioni ad effetto sulla stampa con gli schieramenti pro e contro la vittima di turno, tutti pronti con la propria soluzione e poi? Passata la notizia, cala il sipario.
Ed io? Chi si (pre)occupa di me?Ehi tu, dico a te, si, proprio a te, che non conosci il mio nome, né il mio aspetto. Sapresti riconoscere il mio dolore muto dal mio volto reso inespressivo dal mio travaglio esistenziale? Sapr esti tollerare la mia ostilità a qualsiasi avvicinamento? A qualsiasi confidenza? A qualsiasi umorismo? Sapresti tollerare i miei sbalzi di umore, le mie malinconie, le mie sconfitte? Sapresti aiutarmi alla ricerca di un lavoro, di una casa, di altri amici, perché sono stata stigmatizzata, diffamata, isolata ed emarginata? Mi sosterresti durante gli interrogatori con tutto quello scavare alla ricerca del torbido e del morboso ad ogni costo? e l’iter giudiziario con tutte le sue incognite?
Durante il processo i miei violentatori avanzano due richieste di riduzione della pena: il rito abbreviato e la perizia psichiatrica “giustificante” il reato. Infine di prassi, a condanna accertata la pena detentiva può essere anch’essa accorciata per il grave stato di salute non curabile presso le strutture ospedaliere convenzionate con l’istituto penitenziario e per “la buona condotta” e …. si è fuori dalle mura carcerarie. Il copione è questo e si attende di essere smentite (magari!!).
Certo a me ed a qualche vittima è andata bene: i colpevoli sono individuati. Ma quante sono le archiviazioni di denunce di violenza fisica? Tantissime e nessuno ne parla, eh già! La ragione? E’ presto detta: non ci sono argomenti di interesse pubblico; nessuna solidarietà da parte di un certo e frainteso femminismo propenso al movimentismo pronto altrimenti a sbracciarsi ed a sgomitare con i comunicati ufficiali per assicurarsi il classico posto al sole del presenzialismo, né le strumentalizzazioni a vantaggio degli slogans in voga del momento ad appannaggio di nessuno. E quindi se di mezzo non ci sono gli immigrati, né i trans, né i gay, né le straniere ubriache, ect. ect., impera il silenzio. Tutti i casi restanti di donne vittime? Non riguardano nessuno. Sono soltanto storie brutali ed orribili di ordinaria normalità.
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