E’ l’eterno inganno dell’amore che diventa odio, desiderio di distruggere, di annientare l’oggetto amato se non può più appartenere, se questo ”oggetto’ sceglie di essere libero, libero di ricostruirsi una vita diversa, senza prigionie, senza gelosie vincolanti e deprivanti.
“Imparerai a tue spese
che nel lungo tragitto della vita
incontrerai tante maschere e pochi volti.”
(Luigi Pirandello)
Oramai non ci si fa nemmeno più caso, ci stiamo abituando alla violenza, ogni giorno, tanta violenza, tanto dolore di morte, morte spesso annunciata, troppe volte sottovalutata da chi dovrebbe proteggerci, da chi non ha i mezzi e le risorse per vigilare sulla nostra sicurezza.
E’ l’eterno inganno dell’amore che diventa odio, desiderio di distruggere, di annientare l’oggetto amato se non può più appartenere, se questo “oggetto” sceglie di essere libero, libero di ricostruirsi una vita diversa, senza prigionie, senza gelosie vincolanti e deprivanti.
Per amare qualcun altro occorre innanzitutto amare se stessi, conoscersi e volersi bene, se così non è, facciamo coincidere l’amore con la delega ovvero deleghiamo qualcun altro di volerci bene prima di capire e amare noi stessi quindi entriamo in un vicolo tanto rischioso e denso di pericoli.
Questa delega diventa un boomerang; infatti può accadere di trasformarsi come qualcuno vuole che siamo,non come noi pensiamo di essere veramente.
Amare significa accettare l’altro con tutte le imperfezioni, con le abitudini fastidiose, con l’impietoso passare degli anni che trasforma l’ amato in qualcuno di estraneo.
Amare significa capire, tollerare, mettersi nei panni dell’altro, comprenderne le superficialità, le contraddizioni, i pericolosi dettagli e difetti che infastidiscono e deludono.
Amare è permanenza, è un progetto di sentimenti duraturi, non si può trattare come un’empatia temporanea, come una sola attrazione dei sensi.
Amare è difficile, richiede cura, impegno, sacrificio e tanto altruismo
Amare oggi non usa più, si confonde troppo spesso col possedere, coll’essere proprietari di una compagna o di un compagno,di averne la totale disponibilità fisica e di pensiero ed ecco appena s’intravede un tentativo di fuga, un ipotetico tradimento, una devianza dal percorso deciso, spesso da soli, occorre punire, castigare, distruggere e spesso annientare l’altro o se stessi insieme.
Amare non è dipendenza,ma scelta quotidiana, cosciente, serena e anche gioiosa.
Amare è mettersi in discussione sempre,confrontarsi su tutto e accettare la diversità,il pensiero opposto,la strada diversa.
Leggo un interessante articolo di Mirella Serri per “la Stampa” :
“Le donne? «Materia fecondabile».
I maschi? «Portatori del principio del movimento e della generazione» destinato ai «ricettori passivi e impotenti del loro seme», ovvero alle loro mogli e compagne: così Aristotele discettava sulle differenze tra i due generi a discapito dell’universo femminile.
Ovidio, è un altro esempio, nell’“Ars amatoria” afferma che l’ abuso sessuale appaga chi lo subisce e costata che «la donna pur combattendo vuole essere vinta… Quando potresti credere che ella non voglia, poi cede». Sostenendo infine che «la violenza è gradita alle fanciulle… poiché quello che a loro piace, spesso vogliono darlo contro la loro volontà». Suggerimenti destinati a fare scuola per lungo tempo: lo denunciava nel ‘400 la scrittrice Christine de Pizan, demolendo il diffuso luogo comune per cui, proprio come affermava Ovidio, la donna apprezza la violenza sul suo corpo..”
Siamo ben lontano dal concetto di Amore e di strada ne abbiamo tanta, ma tanta ancora da percorrere ,ma quello che conta sopra ogni cosa è che prendiamo sempre più coscienza che il nostro dovere di esseri umani è cercare l’amore e respingere con forza e sempre ogni forma di violenza e di sopraffazione perché sono negazioni totali della nostro diritto alla libertà.