Pubblicitaria in una delle più prestigiose agenzie milanesi nella quale era approdata semplicemente per tradizione di famiglia, account manager apparentemente integrato e attivo, sapeva gestire clienti importantissimi, organizzare meeting , strutturare programmi ma aveva smarrito la capacità di strutturare, organizzare e gestire se stessa e la sua vita.
Talvolta ci si ritrova in posizioni di prestigio perché la vita ci ha portati fin lì e poi d’un tratto si fa un respiro profondo, ci si guarda dentro e ci si chiede “Ma io che ci faccio qui? Se fosse dipeso da me e soltanto da me avrei fatto proprio questa scelta? Ma questa che sto vivendo è davvero una scelta?”.
L’Eccellenza del Femminile é così evidente in questo sapersi guardare dentro con coraggio. Le Donne Eccellenti che sto intervistando e che potete trovare qui hanno sempre dovuto scegliere una strada piuttosto che un’altra e spesso l’hanno cambiata con virate apparentemente improvvise ma in realtà profondamente “pensate”. E l’hanno fatto tutte con quella forza che appartiene al femminile e che nasce dal cuore.
Ho conosciuto Simona Savino mentre si stava stropicciando gli occhi per cercare di cancellare dalla vista quelle immagini della sua vita professionale che d’un tratto le stavano voltando le spalle. Non le assomigliavano più. Pubblicitaria in una delle più prestigiose agenzie milanesi nella quale era approdata semplicemente per tradizione di famiglia, account manager apparentemente integrato e attivo, sapeva gestire clienti importantissimi, organizzare meeting , strutturare programmi ma aveva smarrito la capacità di strutturare, organizzare e gestire se stessa e la sua vita. Perché dentro c’erano mille altre risorse che le stavano chiedendo appello e facevano a gara per ricevere udienza e suggerirle nuove direzioni.
La grandezza di Simona, allora, è stata ascoltare quello che sentiva dentro di sé e prendere sul serio il suo disagio, rendendosi conto che quella strada era la scelta di una sua vecchia parte che non le corrispondeva più. E da questa consapevolezza è scaturita la rinascita che le ha permesso di attingere pienamente ai suoi talenti e di condividerli, grazie alla sua nuova attività.
Counselor, Founder e Formatrice, ha approfondito le Costellazioni Familiari sviluppandone una formulazione Archetipica e ha dato vita ad un suo sistema, La Filosofia del Diamante, con il quale segue individualmente e in gruppo chi voglia esplorare il suo potenziale nascosto, portare in luce i propri talenti e trovare le soluzioni che già premono dentro di sé ma alle quali non si ha la forza di attingere coscientemente.
Simona è un vulcano dal cipiglio deciso e lo sguardo sempre un poco emozionato e la sua anima bambina le tiene sempre compagnia e le permette di non smettere mai di provare gioia e meraviglia. L’Energia del Femminile si esprime in lei attraverso la capacità di contattare il suo mondo interiore e di dar retta alla Intuizione collegandosi con i piani sottili pronti a darle fertili risposte. E ancora l’Accoglienza e la capacità di collegare tra loro elementi apparentemente distanti attraverso il Pensiero Circolare, così fondamentale per una buona Creatività.
* Parliamo della grande virata della tua vita, da una carriera avviata nel campo della pubblicità e della organizzazione di eventi al tuo attuale impegno nella crescita personale. Come è avvenuto questo cambiamento?
È stato un percorso lungo e impegnativo, non privo di momenti dolorosi e di paura. Ho intrapreso la strada della pubblicità, come spesso avviene, perché era la strada più facile. Quella che i miei genitori avevano intrapreso prima di me e che mi sono trovata li di fronte quando il mio grande sogno di essere un’artista si è infranto. Non avevo altri sogni e mi sono lasciata trascinare dal senso di fallimento. Quella porta era aperta e l’ho presa. Ho scoperto tanto su di me, ma non avevo il talento dei miei genitori. Con la forza di volontà puoi fare tanto e raggiungere buoni risultati, ma senza passione e talento è molto faticoso. Lavoravo per lo stipendio, non per passione.
*La tua grandezza in questo frangente è stata riuscire a rendertene conto…
Si, mi sono accorta che la mia vita non poteva essere nei ritagli di tempo tra una giornata lavorativa e l’altra. Non potevo relegare la felicità solo a quei momenti. Così ho cominciato a lavorare su di me e ho scoperto il mondo della formazione e della crescita personale. Per pagarmi i corsi ho iniziato ad insegnare una tecnica meditativa: il Theta Healing. E ho scoperto che mi piaceva! Sentivo rinascere in me la passione e dei talenti fino ad allora sconosciuti. Così il mio secondo lavoro ha cominciato a prendere sempre più spazio fino a diventare l’unico. Lasciare la strada sicura ovviamente faceva paura, ma il tuo esempio e quello delle altre docenti di counseling, mi ha illuminato la strada. Il vostro sostegno e fiducia è stato determinante per fare il passo. Ce la potevo fare. E l’ho fatto.
*Quindi secondo te è possibile cambiare e a tutte le età?
Si, con un minimo di sale in zucca… Con un piano preciso e un bel business plan. Si tratta sempre di lavoro e quando c’è di mezzo la sopravvivenza propria e dei propri cari, è doveroso fare attenzione. Ricordo il momento preciso in cui ho preso la decisione: stavo tenendo una conferenza sul cambiamento e una donna mi disse “Vorrei cambiare, ma devo mantenere i miei figli”. Ecco in quel momento mi sono detta “Se non lo faccio ora, è un insulto a tutte le donne come lei”. Molte amiche mi ripetevano che non dovevo farlo perché ero sola e l’unico stipendio in casa era il mio. Non avevo un uomo che poteva mantenermi… In quel momento ho capito che, in realtà, quella situazione era una grandissima opportunità e libertà. La mia scelta non influiva su nessun altro, se non me stessa. Era il momento perfetto.
*E’ importante saper riconoscere il momento perfetto?
Credo che esistano dei momenti perfetti per il cambiamento e questi possano avvenire ad ogni età. Bisogna solo saperli riconoscere e cogliere. E se ne perdi uno, la vita è abbondanza. Passerà un altro treno. Alcuni progetti sono soggetti al tempo e passato quello, non ripassano. Ma passerà sempre un altro treno. Ad esempio ho scelto di fare figli tardi e ci confrontiamo con l’impossibilità ora di averne. Non ci siamo arresi, però. Il treno del figlio biologico è passato, ma siamo saliti su quello dell’adozione.
*Se tu dovessi segnalare i principali passi per un cambiamento quali indicheresti?
Riconoscere la reale situazione in cui si è, identificare cosa si vuole cambiare, mettersi in moto, affrontare le proprie paure e soprattutto affidarsi a quella parte divina in noi. Quella che già sa e ci può guidare verso il meglio per noi. Ah e ovviamente allineare la propria frequenza al meglio per noi, in modo da diventare un Polo Attrattivo di Valore.
*Come si è trasformata la tua vita personale in questi anni di continua trasformazione professionale?
Appena scelto e seguito le richieste della mia anima è arrivato l’Amore. Quello con la A maiuscola e che ho sposato. Allineandomi a me stessa, tutto si è messo in moto. Ho passato anni a lavorare sull’amore e l’unica cosa che dovevo fare era scegliere il meglio per me… curioso vero? Poi tutto è arrivato. Adesso stiamo facendo il percorso per l’adozione, impegnativo ma bellissimo per la nostra coppia. Un momento di grande crescita, al punto che ci sto scrivendo un libro.
*Hai dato vita alla Filosofia del Diamante. Di cosa si tratta?
Anche la nascita di questo marchio è legata al mio cambio di vita professionale. È la storia di un nonno, uno scrittoio e un fermacarte di vetro a forma di diamante. A me piaceva sedere sulle sue ginocchia e toccare ogni cosa mi capitasse a tiro, mentre lui attento studiava le sue carte. Tra tutti gli oggetti con cui mi divertivo a distrarlo, quello che più di tutti attirava la mia attenzione era un diamante di vetro che usava come fermacarte. Ne ero letteralmente affascinata, passavo ore incantata a guardarlo. Mio nonno se ne accorse e mi promise che alla sua morte, sarebbe stato mio. Avevo solo 10 anni quando lo ereditai e solo molti anni dopo compresi il suo vero valore. Crescendo, passando da un trasloco all’altro, lo “persi di vista”. La magia della vita, lo riportò sulla mia strada, proprio quando a livello sentimentale, lavorativo e relazionale avevo bisogno di un cambiamento, ma la paura mi impediva di compiere le scelte giuste. +E poi cosa successe? Sembra una fiaba… Quando il diamante ricomparve, portò con sé intuizioni, idee, nuove prospettive e infinite possibilità. Come in ogni fiaba che si rispetti, quell’oggetto mi liberò dall’incantesimo che mi teneva prigioniera in una vita che non mi rendeva felice. Mi ricordò le risorse nascoste in me e dentro al mio Sistema Familiare, mi diede il coraggio di affrontare i lati oscuri della mia vita, prendermene la responsabilità e decidere diversamente. Diedi le dimissioni da un posto sicuro per un lavoro che amo, incontrando finalmente anche l’Amore, quello di Valore.
*E quel diamante di cosa è il simbolo dunque?
Ogni volta che lo guardo mi ricorda che nella vita c’è magia, ma ci vuole anche impegno e soprattutto la voglia di cambiare, di mettersi in gioco e trovare nuove soluzioni creative. La voglia di guardare nuove sfaccettature e cominciare finalmente a viverle. Ecco questa è la Filosofia del Diamante: ognuno di noi è un diamante dalle infinite sfaccettature. Il cambiamento sta nel coglierne di nuove e attuarle.
*Cosa è invece l’Associazione FiloDiamante?
È proprio uno di questi progetti nati per collaborare con Cristina Garavaglia, Silvia Mecca e Laura Aramini. L’obiettivo è dare uno spazio sia ai master che vogliamo realizzare sia a diversi progetti artistici che per ora sono solo un seme. Crediamo che l’arte sia la risposta per questa epoca un po’ folle. Il linguaggio artistico è per tutti, non crea barriere e agisce nel profondo. Il nostro sogno è realizzare progetti con una frequenza in grado di stimolare riflessioni e mettere un seme di cambiamento.
*Cosa è per te la “eccellenza”?
È uno dei valori fondamentali per me nel lavoro. Non significa essere i migliori o i più bravi, ma essere disponibile a guardarsi dentro, a riconoscere i propri punti di forza e di debolezza per tendere al miglioramento sempre. In aula poi un formatore eccellente non deve dimenticare che c’è sempre da imparare, tendere a dare sempre il meglio e soprattutto tendere ad esercitare con empatia e accoglienza.
* Ti ritieni “un battitore libero”?
Questa definizione l’ho presa da te. Ricordo che un giorno in classe ti sei definita così. E mi è piaciuta tanto. L’ho sentita davvero mia, mi calzava a pennello. Ho sentito una grande sensazione di libertà e anche di responsabilità. Mi piace collaborare e creare progetti in società con altri, ma amo anche tenere una parte del mio lavoro “indipendente”. Uno spazio libero in cui sperimentarmi e viaggiare tra le opportunità che si possono cogliere. Per me essere un battitore libero significa mantenere uno spazio di creatività e libertà protetto.
*Hai creato anche una Accademia. Di cosa si tratta?
Con le attività della Filosofia del Diamante creiamo lo spazio e gli strumenti per vivere gli istanti di cambiamento, ossia quei momenti dove tutto cambia. Il cambiamento è un processo ma ce ne rendiamo conto in singoli istanti. L’Academy è nata per contenere i percorsi che offriamo sia di crescita personale che professionale, con l’obiettivo di agevolare le persone a riempire la propria vita di questi istanti. E anche a formare i futuri facilitatori. Quest’anno, infatti, c’è una novità: lanceremo il Master per diventare Professionista Olistico specializzato in Counseling che partirà a gennaio in due versioni. Una, grazie alla collaborazione con ECMLive, per professionisti della relazione d’aiuto e personale sanitario con crediti ECM. E l’altra per chiunque voglia intraprendere questa professione.
*Quali sono stati i tuoi Maestri, se ne hai avuti e cosa ti hanno insegnato su di te?
Tanti.. tutti sono dei maestri per me. Sono costantemente attenta a ciò che mi viene incontro perché dietro ci può essere una grande lezione. Se pensiamo ai Maestri “canonici” il primo che viene in mente lo conosci bene: Padre Ceroni. Mi ha insegnato a riflettere, ad aprire la mente, a non fermarmi ai dogmi, ma chiedermi perché e informarmi. Poi Dede Riva con la Psicodinamica quando ero ragazzina, una signora che forse conosci, Susanna Garavaglia, che mi hai mostrato cosa significa essere accoglienti e che tipo di professionista volevo essere. Vianna Stibal che mi ha mostrato il mio talento e passione, Amma forse l’unico maestro spirituale a cui rivolgo spesso pensieri e preghiere. Poi ci sono quelli con cui mi sono formata e ancora mi aggiorno, sia italiano che internazionali, ma diventa un elenco lungo e noioso.
*Lasciati contagiare e passa la felicità..é un tuo pensiero?
Si, un pensiero nato riflettendo sul fatto che siamo abituati a farci contagiare da immagini pensieri ed emozioni negative. Ma se questo è possibile, allora lo è anche l’inverso. bisogna superare le barriere dell’attaccamento alla sofferenza, l’abitudine alla lamentela e la paura di uscire dalla zona di comfort, ma è possibile! Io ad esempio quando necessito della mia “Dose quotidiana di felicità” e non posso ridere e giocare con il mio compagno, uso i film e i telefilm. Mi piazzo sul mio bel divano, mi isolo dal mondo, scelgo attentamente cosa guardare e mi lascio trasportare… Scelgo film pieni d’amore o telefilm che mi fanno ridere. E alla terza risata il gioco è fatto. E la felicità è contagiosa! Quindi poi possiamo passarla agli altri. A volte basta un sorriso…
*Il teatro, le Costellazioni familiari, la Psicodinamica..quali elementi hanno avuto in comune per la tua personale formazione?
Domanda impegnativa. Tutti e tre mi hanno portato consapevolezza. Il teatro è un grande strumento di crescita personale, di introspezione. Sei portato a guardarti dentro, a toccare corde sepolte e portarle alla luce dando vita a personaggi che incarnano quella particolare nota di te. Le Costellazioni usano lo strumento scenico, cugine dello Psicodramma di Moreno. Attraverso la rappresentazione, mettono in luce un linguaggio nascosto. Più che la Psicodinamica, mi è rimasto dentro il percorso fatto con te sugli archetipi. Il filo che unisce teatro, Costellazioni e i corsi sugli archetipi ha portato alla nascita delle Costellazioni Archetipiche dove le fiabe e gli archetipi vengono messi in scena lasciando emergere immagini, parole, vissuti profondi e trasformativi.
*Cosa sono le Capsule Temporali Familiari?
Sono l’altra faccia delle Costellazioni Familiari. Dopo anni di pratica e conduzione di gruppi, mi sono accorta che tutti venivano a fare Costellazioni per scoprire i blocchi e i limiti del proprio sistema familiare. Ogni sistema però è composto di momenti dolorosi, ma anche grandissime risorse. Così ho creato un corso per accompagnare le persone a scoprire tutti i tesori nascosti nel loro sistema. Se passa l’energia limitante passa anche quella potenziante. É tutto dentro di noi, basta attivarlo. Ci manca una risorsa per un progetto? Qualcuno prima di noi l’avrà avuta e sviluppata ed è tutto li nel nostro albero genealogico, nel nostro DNA fisico e spirituale.
*A proposito di Costellazioni, tu parli del Movimento Interrotto…
È un concetto di Bert Hellinger, un movimento che si vede spesso nelle Costellazioni Familiari. Ogni bambino ha un istinto naturale verso la madre. Si tratta un movimento d’amore potente e incondizionato, mezzo creato dalla natura per garantire la sopravvivenza. Quando Hellinger parla di movimento interrotto intende il ritrarsi emotivo del bambino nei confronti della madre o del padre a seguito di un evento traumatico come un evento doloroso durante la gravidanza o il parto. Oppure un allontanamento forzato dalla madre subito dopo il parto come l’incubatrice. Qualsiasi forma di separazione dalla madre o rischio per la sopravvivenza può dare vita all’interruzione del movimento naturale del bambino verso la propria madre. Accade così che da adulti ripetiamo questo schema: quando temiamo di essere feriti ci proteggiamo non andando verso la persona oggetto del nostro amore, manteniamo una distanza. La paura ci blocca o ci fa seguire percorsi difficili e dolorosi. Desideriamo qualcosa, ma ci neghiamo qualsiasi possibilità di ottenerlo.
*Quindi non sappiamo ricevere?
Dimentichiamo il nostro diritto di nascita all’amore, all’abbondanza, al successo. Durante le Costellazioni Familiari si può aiutare il Costellante a ristabilire interiormente il flusso di amore interrotto sostituendo all’immagine negativa una positiva di sostegno e accoglienza. Attraverso il corpo l’esperienza positiva si “ancora” nel Costellante aprendo nuove prospettive sulla propria capacità di prendere e di chiedere.
*Hai avviato anche un progetto legato al cinema. Cosa è e perché proprio il cinema?
Sto usando il cinema come strumento nel gruppo Diamond Circle Academy, un percorso online sotto forma di abbonamento. Le persone che si iscrivono ricevono strumenti per la propria crescita personale, ogni mese affrontiamo un tema e una risorsa. La forza del gruppo e la pratica fa il resto. Il film di questo mese per la rubrica CineDiamond è Passengers, l’hai visto? È la storia di un viaggio verso una nuova terra. Un film sulla capacità di cogliere il bello che c’è nella vita anche quando non rispecchia i piani che avevamo. E la scoperta che può anche essere migliore.
*Crescita individuale e crescita sociale, come procedono insieme?
Sono strettamente connesse. Non esiste una senza l’altra. La società è fatta di individui. Immaginiamo la società come una città fatta di case con giardino Se ognuno cura il proprio giardino e casa, l’intera città è più bella. Questo non significa egoismo, ma amore per sé stessi. Credo che la crescita sociale sia strettamente connessa con l’amore per se stessi. La meditazione sull’amore rielaborata dal Visuddhimagga recita: Che io possa essere pieno di pace, felice e leggero nel corpo e nello spirito. Che egli (o ella) possa essere pieno di pace, felice e leggero nel corpo e nello spirito Che essi possano essere pieni di pace, felice e leggero nel corpo e nello spirito Come Thic Nhat Hanh insegna nel suo libro “Insegnamenti sull’amore” il punto è proprio partire dal primo verso: che io sia pieno… Si parte da sé stessi per poi espandersi agli altri. Quando siamo “pieni” possiamo accorgerci e pensare agli altri.