Lidia Vivoli, vittima superstite di femminicidio e minacciata ancora dal suo ex, Isidoro Ferrante, il quale verrà scarcerato il 10 ottobre.
A fronte della negligenza con le denunce archiviate, delle condanne brevi a carico dei colpevoli mai pentiti e pronti a reiterare i loro infami crimini, occorre perseverare a tenere desta l’attenzione usando i mezzi a disposizione per esempio il web, invocando aiuto e protezione a favore delle vittime in pericolo, come Lidia Vivoli, vittima superstite di femminicidio e minacciata ancora dal suo ex, Isidoro Ferrante, il quale verrà scarcerato il 10 ottobre.
Troppi sono i casi di femminicidi, per alcuni dei quali il pericolo era stato ravvisato e documentato dalle donne vittime con adeguate denunce, purtroppo rimaste inascoltate ed archiviate. La responsabilità degli inquirenti non va sottovalutata parimenti alle rare condanne, quando vengono pronunciate e se scontate per intero. Ancora peggiori sono le scarcerazioni dei colpevoli affatto pentiti, come Isidoro Ferrante, che nonostante la condanna ha più volte molestato la vittima, minacciandola di morte ed evadendo anche gli arresti domiciliari per pedinarla. A giorni lui verrà scarcerato: Lidia è in pericolo di vita. Lidia Vivoli cinque anni fa venne picchiata a sangue dal suo ex, proprio il Ferrante. Dopo la denuncia lui venne condannato a 4 anni e sei mesi e tra qualche settimana tornerà in libertà, ma ha giurato vendetta: Lidia è in pericolo di vita.
Intanto dal web è partita un’iniziativa per tenere alta l’attenzione grazie al sito In Quanto Donna – IQD. E’ stato creato da Emanuela Valente, giornalista e blogger, con lo scopo di riunire ed osservare il fenomeno del femminicidio in Italia, oltre che della trattazione dell’argomento dai mass media. Adesso è anche su facebook, dove ha creato ad hoc l’evento #Lidiasonoio (qui) . In cosa consiste è presto detto: diffondendolo, invitando amici, cambiando l’immagine del profilo e della copertina con quella appunto adottata dall’evento, si vuole dare visibilità all’emergenza di Lidia e forse sperabilmente favorire delle maggiori probabilità di ottenere protezione, oltre che a farla sentire meno sola.
Inoltre un’interrogazione urgente al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Interno Minniti è stata presentata da un gruppo di senatrici e senatori, prima firmataria la Presidente Maria Cecilia Guerra, per chiedere di intervenire per tutelare Lidia Vivoli. Nel testo si chiede al Ministro dell’Interno se non ritenga necessario “intervenire con misure di protezione adeguate a tutela di una donna la cui drammatica vicenda suscita timori più che fondati circa la sua integrità e la sua stessa esistenza”. “Sono ormai troppi i casi in cui, donne che sono state lasciate sole, non ascoltate nella loro domanda di protezione, sono rimaste vittime di violenze molto gravi, fino a giungere al femminicidio. Tenere alta l’attenzione sul caso di Lidia Vivoli ha per noi la finalità di prevenire rischi alla sua stessa esistenza e chiedere per lei la vita libera di minacce a cui ha diritto”, dichiara Guerra.
1 commento
Intanto quello stesso Stato che non garantisce né condanne adeguate ai colpevoli, né protezione alle vittime a rischio di reiterati atti violenti, favorisce l’aumento degli stipendi dei detenuti https://www.direttanews.it/2017/10/06/stipendio-detenuti-laumento-suscita-polemiche/ Tante risorse finanziarie non dovrebbero seguire delle priorità più giuste per esempio proprio a favore delle vittime, a protezione loro e dei loro cari?