Cupido ne combina ancora un’altra….
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Alessandra d’ Egitto, 54 a.c.
Ma cominciamo dall’inizio.
Prima di mettermi in viaggio, senza neanche sapere quale sarà la meta da raggiungere, vi racconto com’ è iniziata questa disavventura.
Mi trovavo in vacanza in Siria quando mi imbattei in quella giovane moretta.
Volete sapere di chi sto parlando? Soddisfo subito la vostra curiosità.
Sto parlando di Cleopatra, regina egiziana, la più famosa sovrana dell’Antico Egitto.
Era proprio carina ed io, da vero Cupido quale sono, rimasi subito colpito da quella ragazza.
Quanto era bella, mi dicevo, ma sapevo che poteva esserlo ancora di più.
Ossia, gli altri la vedevano bella ma lei non ci badava e allora, come spesso accade, se non si è convinti di ciò che si vale, la bellezza rimane spenta, come nascosta.
Ora dovete sapere che i libri di storia non conoscono tutta la verità. Insomma non sanno come si svolsero i fatti realmente. Ve lo dico io come sono andate le cose. Anche perché posso dire…io c’ero.
Contrariamente a quanto ci hanno fatto credere, a Cleopatra non interessava proprio di regnare.
Le si leggeva negli occhi una certa riluttanza al comando. Niente scossoni, insomma. Tutto procedeva tranquillo. La vita per lei andava già bene così.
Ma la figlia di un faraone non può permettersi certe fragilità. Ci vuole carattere, spirito di iniziativa e una certa dose di follia. Era stata promessa sposa al fratello, come voleva la tradizione, e quindi a Cleopatra non rimaneva altro che adattarsi ad una vita di regnante pressoché monotona. E di passione, neanche a parlarne.
Ma un giorno successe qualcosa di imprevisto. Ed io con gli imprevisti vado a nozze.
L’occasione di conoscerla mi si presentò quando, dopo solo tre anni di regno, il fratello, incoraggiato dai consiglieri, decide di mandare Cleopatra in esilio, in Siria, dove, appunto, mi trovavo io.
Me ne stavo tranquillo con aria sognante. Tranquillo è una parolona per me, diciamo che ero seduto in silenzio.
Ricordo che stavo lucidando il mio arco e, pur non avendo intenzione di usarlo, mirai verso la direzione dove Cleopatra stava passeggiando. In quel momento era sola, o questo era quello che mi sembrava. All’improvviso sento un rumore alle mie spalle. Mi giro di scatto. Non c’è nessuno.
Era solo il vento che spostava le foglie dell’albero, dove io mi ero appollaiato. Porto la mia attenzione sull’arco, che per un attimo avevo perso di vista, e mi accorgo che la freccia non c’e’ più. Mi sarò sbagliato, penso. Forse non l’avevo inserita. Poi ad un certo punto sento un sospiro, sotto di me.
Lo riconosco quel sospiro. Inconfondibile.
Mi riempie il cuore ogni volta che mi giunge alle orecchie. È il sospiro degli innamorati. Abbasso gli occhi e Cleopatra è come trasfigurata. È splendente. Ma che le è successo?, mi chiedo. Eppure non gli ho mica tirato la FRECCIA ???
Panico.
Realizzo in quel momento di averla combinata grossa. La freccia è partita per sbaglio prendendola in pieno petto, e proprio in quel momento passava di là un certo Cesare, che se ne innamora perdutamente, perché sì, la freccia, mica si era fermata su di lei, era rimbalzata colpendo il giovane in pieno cuore.
Insomma il finimondo. Ma mi domando, con tutte le strade che potevi fare, caro Cesare, proprio di là dovevi passare?
Ora dovete sapere che, se la freccia non è da me orientata, se non è da me misurata, come da sempre misuro le affinità e le compatibilità delle persone, quella freccia sarà una freccia bastarda, ossia avrà un effetto strabiliante ed inebriante all’inizio, ma inevitabilmente porterà scompiglio, seminando confusione in coloro che avranno la sfortuna di imbattersi in essa.
E l’uomo, si sa, è cacciatore e la donna anche di più.
Mi par di rivedere la scena: Cesare le si avvicina dolcemente.
“Ti accompagno se vuoi…sali sul mio cavallo bianco… e ti faccio fare la panoramica che è più romantica”.
In realtà, a quel tempo, di strade percorribili ce n’era solo una, ma lui, preso chissà da quali pensieri, le proponeva un viaggio alternativo. Un viaggio che li avrebbe portati non importa dove. Ciò che importava per lui era stare con lei.
“Va bene, Cesare, ma solo se poi, posso venire a casa tua e rotolarmi dentro un tappeto”, risponde Cleopatra con occhi sognanti.
Non credevo alle mie orecchie. Ma cosa sta dicendo? Ma è pazza?
Cleopatra stava perdendo il senso della realtà. Le parole faticavano ad uscirle dalla bocca e non sempre quando uscivano, erano pertinenti al contesto reale.
“Perché no? lo fanno tutti di questi tempi”, la incoraggia Cesare, come se fosse la cosa più sensata di questo mondo.
Quando ti innamori, tutto ti sembra possibile. Non ci sono ostacoli, o forse è meglio dire che, anche se ci sono, non si vedono.
Com’era bello vederli insieme ed era uno spettacolo ascoltarli.
Una sera li ho sentiti litigare di brutto e Cleopatra sembrava proprio intenzionata a dire basta.
Ricordo che disse: ”Basta pensare che sei unico al mondo capace di farmi girare la testa”.
Ma di fatto era così ed entrambi lo sapevano.
Sottrarsi a quel destino era impossibile e, per loro, vivere senza consumare la passione era come scegliere di essere già morti.
E questo è solo un assaggio delle cose che si sono detti nella fase di conoscenza reciproca.
Non sapevo se ridere o piangere per quel che avevo fatto. Cleopatra e Cesare, anche sì … si può provare. Ma quando il cavallo di Cesare, colpito suo malgrado, comincia ad impazzire per una farfalla che se ne stava tutta tranquilla sopra un fiore, allora capite che… cominciano le rogne.
L’effetto smisurato della freccia non tardò a portare successi anche sul campo politico, ed insieme al suo Cesare, Cleopatra era imbattibile. Da quel giorno, troni, regni, tutto era ai suoi piedi. Tutto ciò che desiderava, riusciva ad ottenerlo.
A Cleopatra tutto era permesso. Di colpo era bellissima, ma soprattutto finalmente anche lei sapeva di esserlo. Tutti erano affascinati da lei. Tutti si chiedevano cosa mai fosse successo a questa ragazza, da prima così schiva, quasi insignificante, ora splendente.
Io lo sapevo. Sono stato io.
Non andavo fiero di quella mia impresa, ma devo dirvi di aver provato simpatia e tenerezza per quella ragazza. Quel fiore si stava schiudendo e, nonostante l’impeto non fosse proprio naturale ma indotto, comincio a pensare che, in quel caso là, forse un mio intervento è stato salutare.
Cleopatra finalmente era viva. Cleopatra respirava la vita e gioiva di questo. E tutt’oggi mi chiedo, se quella freccia non l’avesse colpita, si sarebbe parlato di lei per tutti questi anni?
Quando poi Cesare fu ucciso, non volevo neanche pensare che la luce negli occhi di lei si offuscasse, e che ritornasse ad essere la Cleopatra di prima.
Ma l’effetto di quella freccia, bastarda sì ma anche potente, rese il suo cuore addolorato ancor più desiderabile tanto che Marco Antonio cadde ai suoi piedi.
Anche con Marco Antonio, Cleopatra ha dato il meglio di sé. Tanto innamorata, quanto folle da farla apparire surreale.
“Tesoro, usciresti per favore a comprarmi trenta litri di latte di mucca, che devo farci il bagno?”, le chiedeva con quegli occhi da cerbiatta, cui era impossibile dire di no.
“Certo cucciola”, le rispondeva Marco Antonio, sempre pronto a soddisfare ogni suo capriccio.
Cosa importava se poi al mattino lui era costretto a bersi caffè nero bollente proprio perché il latte in quella casa aveva tutt’altra priorità.
Ma l’amore è anche rinuncia, e il gioco valeva la candela.
Marco Antonio la adorava. Ricordo che anche quell’amore così intenso portò dapprima successi e poi sconfitte fino alla morte dei due amanti.
Ecco, mi dicevo, ora è tutto finito. La freccia ha portato scompiglio ora però è sparita e nessuno saprà mai che sono stato io.
Ignoravo, allora assai ingenuo, le conseguenze di ciò che avevo provocato.
La verità è che quella freccia non si è più fermata. Ha continuato a rimbalzare da un cuore all’altro per secoli e secoli fino ad oggi.
Cleopatra fu solo la prima vittima ed ora, solo chi riuscirà a fermare la freccia bastarda, metterà fine a questo scempio.
A me il compito di intercettarla e a voi un avvertimento: si salvi chi può.
Deborah Voliani – 49 anni. Assistente sociale. Mi occupo di prevenzione solitudine e promozione socialità a favore degli anziani a Trieste presso Televita s.p.a. Sposata. Vivo a Monfalcone. Sono livornese d.o.c. .Toscanaccia nel sangue. Ho un gatto persiano che si chiama Nemo. Scrivo racconti e poesie. Ho scritto con mio marito un romanzp giallo Male minore ambientato a Livorno e pubblicato da Manidistrega nel 2010. Amo la vita e la fede in Dio