Cupido e la macchina del tempo regalata dai genitori
Per fortuna, non tutti i regali che si ricevono per Natale sono riciclati o inutili.
Quest’anno sono stato beneficiato di un dono che desideravo ricevere da tempo.
Non pensavo che mi sarebbe tornato utile così presto e per una missione tanto delicata.
I miei genitori, che conoscono la mia passione per l’alta velocità, mi hanno regalato un’auto speciale.
No, non è la Ferrari e nemmeno la Lamborghini. È la macchina del tempo. Non ho mai avuto modo di provarla, ed ora che mi si presenta l’occasione fremo all’idea di salirci su.
Voi direte, cosa aspetti a partire? Basterà programmare il cervellone di bordo ed inserire la meta da raggiungere. Niente di più facile. Il problema è che io non ho ancora una meta da raggiungere.
Un’alternativa potrebbe essere quella di andare in giro ad osservare le persone.
Tanto, i segnali li riconoscerei subito. Gli innamorati sono una sorta di extraterrestri. Li vedi camminare ad un metro da terra con aria sognante. Non sentono il peso del lunedì mattina perché ogni giorno è carico della speranza di incontrare la persona amata. Sorridono a tutti, anche agli antipatici, e poi cantano, non solo sotto la doccia, ovunque. Insomma dovrò cercare gente persa.
Allora capite che le coordinate che dovrò inserire nel Pc di bordo sono di ben altra natura. Dovrò seguire dei ragionamenti che sono tutto meno che logici, perché in amore la spinta passionale ha il sopravvento sulla ragione. Il frutto della mia ricerca saranno quindi gente stralunata o semplicemente fuori di testa, vittime ignare di un effetto domino passionale.
Il cervellone di bordo mi sta chiedendo di creare una password.
Allora vediamo, freccia. No, troppo corta. Bastarda. Sì ecco, bastarda è la parola giusta.
Ora che ho una parola segreta, i dati che inserirò nel Pc saranno di mia esclusiva proprietà.
L’esperienza mi suggerisce che, quando ci si occupa di faccende delicate che riguardano il cuore è meglio non avere spettatori. Ciò che proviene dalla parte più profonda di noi stessi richiede riservatezza ed il giusto silenzio.
Qualsiasi sentimento puro, lontano da contaminazione o secondi fini, merita soprattutto rispetto.
Allora iniziamo la ricerca. La freccia bastarda è partita dalla Siria.
Dovrò forse ritornare là ed orientarmi alla cieca nel caos più assoluto? No, no. Troppo faticoso.
Chiederò al Pc di fare una prima scrematura degli amori folli restringendo la mia ricerca al periodo che va dal 54 a.c. in poi.
Premo invio.
Appare una clessidra sul monitor. Il Pc sta pensando.
È un sollievo sapere che la tecnologia mi sarà d’aiuto. Per natura, sono portato ad agire d’impulso. Allora lascio che sia il cervellone di bordo a pensare. Io sono fatto per l’azione.
Ecco che appare qualcosa.
Mi compare sul monitor un profilo geografico contrassegnato da infiniti puntini rossi.
Se i puntini rappresentano le vittime, mi sa che mi sono giocato le ferie quest’anno. Ce ne avrò di lavoro da fare.
Accidenti! Ma quante vittime ci sono state? Ho un attimo di smarrimento. Improvvisamente sento che sto perdendo fiducia nelle mie capacità.
Ma sono sempre un dio, caspita!
Devo solo fare mente locale. Vediamo, Cleopatra non era solo irresistibile. Che cosa la rendeva speciale agli occhi degli altri?
Ci sono. Ho trovato: follia pura allo stato libero. Inserisco il nuovo dato.
Premo invio di nuovo. Chiudo gli occhi impaziente. Non ho il coraggio di guardare.
Uffa, sono sempre tanti i puntini rossi.
Vogliamo scremare ancora di più?
Un momento. Che stupido che sono. Ho dimenticato di inserire nella mia ricerca un dato importante. Io non c’ero. La freccia ha proseguito il suo percorso da sola. Quindi cominciamo ad escludere le zone dove c’ero io.
Finalmente ci siamo. Apro gli occhi.
Premo invio. Sono elettrizzato. Sto iniziando a divertirmi.
Perbacco! Non me lo sarei mai aspettato. I puntini rossi ora delineano un percorso ben definito. Che traiettoria strana, però. La freccia non ha risparmiato nessuno.
Ce la posso fare.
In carrozza. Si parte.
Deborah Voliani – 49 anni. Assistente sociale. Mi occupo di prevenzione solitudine e promozione socialità a favore degli anziani a Trieste presso Televita s.p.a. Sposata. Vivo a Monfalcone. Sono livornese d.o.c. .Toscanaccia nel sangue. Ho un gatto persiano che si chiama Nemo. Scrivo racconti e poesie. Ho scritto con mio marito un romanzo giallo Male minore ambientato a Livorno e pubblicato da Manidistrega nel 2010. Amo la vita e la fede in Dio