Silvia Mecca facilitatrice Olistica e Counselor formatasi alla Libera Accademia Progetto dell’Ispa (Istituto Sperimentale di Psicodinamica Applicata) di Milano, dal 2006 dedica le sue energie ad approfondire le tematiche del cambiamento, del lutto, della morte e..della risata!
“Mi riconosco in quasi tutte le componenti energetiche del Femminile, tranne nell’affettività e nell’ emozionalità, non mi lascio trasportare dalle emozioni. Ascolto le emozioni, le vivo pienamente ma come tali sono un flusso da cui mi lascio attraversare, non trasportare. Invece mi vanno a pennello intuizione, empatia, ascolto, accoglienza, sintesi, pensiero circolare, non giudizio, accudimento, inclusività”
A questo punto ci scappa una fragorosa risata, perché quasi non respira per l’entusiasmo di averle riscoperte tutte in lei, anche grazie ad una mia domanda. Ed è vero, gliele riconosco ad una ad una. E, a proposito di risata, Silvia Mecca ha stabilito, con un gruppo, il record della risata più lunga della storia, ben 24 ore e 13 minuti! Silvia è passione pura, passione per tutto: quando le si chiede cosa fa la sua risposta è “Cammino respiro rido ascolto vivo”. E, io aggiungo, “mi appassiono”. Decisamente perfetta tra le Donne Eccellenti!
Facilitatrice Olistica e Counselor formatasi alla Libera Accademia Progetto dell’Ispa (Istituto Sperimentale di Psicodinamica Applicata) di Milano, dal 2006 dedica le sue energie ad approfondire le tematiche del cambiamento, del lutto, della morte e..della risata! Negli anni ha integrato le sue competenze approfondendo Mindfulness secondo l’insegnamento di Thich Nhat Hanh, Psicodinamica® secondo il Metodo ISPA, EFT-I Emotional Freedom Technique Integrata, SET Simple Energy Technique, PET Provocative Energy Technique, Costellazioni Organizzative e Tecnologie Sociali, Yoga della Risata, Tecnica Metamorfica, i.
Insomma, non si è ancora riposata o forse il suo riposo consiste nel cercare sempre di più dentro di sé il senso di questa sua vita e nel dare spazio ad ogni suo talento in una integrazione tra tutto quello che è e tutto quello che impara e tutto quello che crea. Per affiancare le persone in ogni momento di cambiamento, particolarmente quando tutto sembra precipitare e trascinare ogni sogno e ogni speranza in un burrone senza fondo. E lì, sul fondo di quel burrone, Silvia segna col dito quella strada nuova che si é aperta per risalire in superficie e da lì salire ancora più in alto.
La sua caratteristica più squisitamente femminile che io vedo in lei è proprio questa capacità di mettere insieme ciò che apparentemente è distante e di creare sempre qualcosa di nuovo e di trasformativo per sé e per gli altri. In lei coesistono serenamente gli opposti o quelli che un osservatore esterno e poco informato potrebbe considerare tali, come l’accompagnamento al lutto e la risata, ad esempio..
*Oggi accompagnatrice nella elaborazione del lutto e insegnante di Yoga della risata, ieri lavoravi in azienda..Come è avvenuto questo passaggio?
Ho iniziato il mio percorso di crescita personale e di formazione nel 2003. Dopo tre anni ho sentito il bisogno di dedicare molto spazio al viaggio dentro me stessa e – chi cerca trova! – ho incontrato un progetto meraviglioso che si chiamava Libera Accademia Progetto. Grazie a te, Susanna, e grazie a Dede Riva di averlo creato. Tre anni di formazione olistica per arrivare a scoprire il nostro Compito nella vita. La sorpresa fu, alla fine del primo anno, ricevere la richiesta di produrre un elaborato scritto, proprio dal titolo “Il mio compito nella vita…”. Ora, già sembrava arduo arrivare alla risposta in tre anni, immaginiamoci dopo il primo. E invece, come spesso accade quando ci si affida, dopo una breve meditazione la mia mano iniziò a scrivere:”Il mio compito nella vita è occuparmi della morte…”e il flusso di ispirazione durò per quattro fitte pagine. Allora lavoravo in azienda, ero felice della mia posizione e anche del mio ambiente, non avevo nessuna velleità di cambiare professione. Quello che è accaduto da allora ad oggi è stato il frutto di ascolto e fiducia – tanta! – nella mia vita.
* E oggi quindi cosa fai?
Oggi mi occupo di accompagnare le persone che hanno avuto un lutto. Mi sono specializzata in Italia e all’estero sulle tematiche dell’elaborazione del lutto e della morte. Facilito nelle persone l’ascolto di quello che sta accadendo dentro di loro e nel percorso di cambiamento verso la nuova vita “senza”chi o ciò che hanno perso.
Lutto non è solo l’insieme delle emozioni e delle reazioni che si provano per la morte di una persona cara. Si vive il lutto ogni volta che c’è una perdita o una separazione che colpisce la nostra vita. Quello che ho osservato è che molto spesso, a seguito di un lutto, le persone restano imbrigliate nella fantasia di “come sarebbe stata la loro vita se” quell’evento non fosse mai accaduto. Ma è accaduto. E non ci è nemmeno dato sapere veramente quali scelte diverse avremmo fatto se così non fosse stato. Non abbiamo la possibilità, che abbiamo visto sul grande schermo in Sliding doors, di confrontare gli epologhi della storia. Eppure la nostra mente elabora scenari alternativi che aggiungono sofferenza al dolore, perché ci portano lontano dal presente, dal riconoscere ciò che è e dal poter fare qualcosa di veramente buono con quello che abbiamo a disposizione. Ho scelto di dedicarmi ad aiutare le persone in questo passaggio, attraverso tecniche e consapevolezze che permettano loro di aprirsi nuovamente alla meraviglia della vita.
*Dalla vita in azienda al volontariato nel reparto di oncologia in ospedale alla tua nuova vita.
Lavoravo in azenda nel triennio in cui ho frequentato la Libera Accademia Progetto. Quando ho scelto di proseguire il percorso con la scuola di Counseling ho cercato spontaneamente (allora non era ancora obbligatorio) la possibilità di fare un tirocinio. Avevo frequentato un corso della Dott.ssa Franca Castelnuovo sulla morte. E’ una psicologa che si dedica da trent’anni a divulgare, attraverso i suoi corsi, una visione della morte e del passaggio che includa il percorso dell’anima. Le ho chiesto se avessi potuto affiancarla. Così è iniziata l’avventura in ospedale. Ogni mese dedicavo due mezze giornate ad accompagnarla come osservatrice allo IEO, all’Ospedale S.Carlo e all’Ospedale di Legnano, nei gruppi di supporto e formazione per i volontari impegnati nei reparti di oncologia. Franca è una donna dalle mille qualità, più di tutte la caratterizzano generosità ed entusiasmo. Così ho potuto portare attivamente il mio contributo in questi gruppi, preparare delle lezioni su temi specifici, partecipare a rispondere alle loro domande. Sono cresciuta moltissimo e, benché l’ambiente dell’ospedale sia di per sé molto faticoso, quando tornavo in ufficio ogni volta facevo sempre più fatica a riadattarmi al mio lavoro. Sentivo la gioia di quello che avevo condiviso che certo non era paragonabile a quella che provavo nel compilare le statistiche di fatturato. E’ stato in quel momento che ho sentito che ero chiamata a far diventare la mia passione il mio lavoro.
*Facilitatrice Olistica e Grief Counselor: in cosa è consistito e in cosa consiste il tuo lavoro e il tuo approccio alla vita?
La parola facilitatrice è quella a me più cara. Se dovessi definirmi come persona e come professionista, direi che facilitare mi viene proprio bene. Ho scelto di usare l’espressione Grief Counselor perché è così che si chiama chi accompagna nel lutto e nel morire nei Paesi anglosassoni, dove mi sono formata. Grief è proprio il processo del lutto.
* Ma cosa significa essere Grief Counselor?
Essere Grief Counselor per me significa dare dignità e valore all’esperienza della morte, anche quando a morire è una parte di noi. E poi custodire il germoglio del Nuovo, finché non è pronto a venire alla Luce.
Comunque non sono certa che manterrò questa espressione per definirmi, mi sembra criptica e un po’ riduttiva rispetto a tutto quello che faccio. Soprattutto non fa intuire minimamente che nelle sessioni e nei percorsi di formazione con me si ride moltissimo. Il mio approccio alla vita si è molto modificato negli anni. Ho cambiato pelle radicalmente almeno due volte in questa vita. Prendevo tutto sul serio, e a scriverlo oggi mi viene già da ridere. Ho determinato ad un certo punto che sarei andata là dove sentivo la facilità a procedere. Oggi è questo che mi guida: stare nel flusso. E funziona.
*Quali aspetti di te si sono risvegliati in questi ultimi anni?
Io sento di aver vissuto più vite in una. E’ come se avessi potuto sperimentare delle “versioni”di me in toto e poi avessi anche potuto cambiare completamente pelle. Più che degli aspetti di me che si sono risvegliati, mi piacerebbe condividere quelli che ho scelto di esplorare e di sperimentare. Ci sono ancora i lavori in corso, intendiamoci! Sono la femminilità, intesa anche come dolcezza e fragilità. – In adolescenza andavo a ballare con le Dr Martin con la punta di ferro e facevo arti marziali, giusto per dare un’idea del punto di partenza.- Anche una maggiore consapevolezza della sensualità, proprio come qualità del femminile. E poi ho scoperto la mia voce e ho iniziato a cantare durante le meditazioni. Questo per me è rivoluzionario!
*Hai seguito gli insegnamenti del Maestro Zen vietnamita Thich Nhat Hanh, cosa hai scoperto con lui?
Il più grande insegnamento di Thay che significa maestro, così lo chiamiamo a Plum Village dove ho trascorso quasi un anno della mia vita a perseguire i suoi insegnamenti, è che il paradiso è qui e ora, su questa meravigliosa Madre Terra –che lui chiama Boddhisatva Gaia. Il paradiso non va cercato altrove. Ho avuto il privilegio di poter avere un colloquio personale con lui. E’ qualcosa che non accade spesso. Quello che mi ha invitato a fare è di prendermi cura ogni giorno della mia isola di pace interiore e di prendervi rifugio ogni volta che ne ho bisogno. E mi ha invitata ad andare nel mondo e a diffondere il suo messaggio di consapevolezza. E’ un uomo molto pratico. Invita a fare e ad essere presenti a se stessi mentre si sta facendo. Sedersi, bere una tazza di thè, stringere una mano. Ogni gesto ha un valore amplificato, per noi stessi e per gli altri, se lo facciamo nella pratica della presenza mentale.
*Quale esperienza vissuta a contatto con lui ti ha più formato?
Quando ero lì ho praticato una settimana di Noble Silence. E’ una esperienza molto speciale, soprattutto lo è in quel contesto perché, a differenza di quello che avviene in altri centri di pratica, sei in silenzio e continui ad interagire con tutta la comunità, che in silenzio non è. Hai allora l’occasione di osservare con una grandissima profondità la natura delle tue reazioni. Siamo abituati ad ascoltare qualcosa e a rispondere. E in questo tempo intermedio non c’è sempre la consapevolezza di conoscere da quale spazio si è generata quella risposta. Quando pratichi il Silenzio Nobile invece, ascolti e non puoi rispondere. Quindi dentro di te accade tutto ciò che normalmente si sarebbe interrotto utilizzando la parola. Se qualcosa sta creando un disagio, non puoi spezzare la conversazione, puoi solo restare in ascolto del disagio che cresce. E’ una delle esperienze che mi ha insegnato di più nella vita. E mi sono anche accorta di quanta energia investiamo nell’uso della parola. Il silenzio è una vera e propria ricarica energetica sempre disponibile.
*E poi tu guidi e pratichi loYoga della Risata…
Lo Yoga della Risata è arrivato nella mia vita mentre vivevo al Plum Village. L’ho praticato la prima volta con Sok Lian Lee, una trainer di Yoga della Risata che arrivava da Singapore. Sono riuscita a ritrovarla anni dopo grazie alle infinite connessioni dei Social per ringraziarla: è stata la prima a mettere questo seme dentro di me. Dopo di lei Susan, che arrivava dal Regno Unito e che ci aveva offerto una sessione strepitosa insieme a suo figlio di una decina di anni. Quando sono tornata in Italia ho cercato il primo corso che tenevano a Milano e mi sono certificata con Monica Giordani. Lo Yoga della Risata è stata una risorsa incredibile in questi anni. Adesso che anche mio marito è Leader, si discute solo in Gibberish. [Il Gibberish è il linguaggio del non sense, si parla evitando qualsiasi parola di senso compiuto.]
*Cosa vuol dire per te fare una caricatura della realtà?
Credo che sia qualcosa che accade da sempre e spontaneamente nella mia mente. Mi piace cogliere degli aspetti di una situazione ed enfatizzarli, come nelle caricature appunto, dove un naso importante diventa l’elemento portante del viso. Per me è un modo di mettere la lente di ingrandimento e di entrare più a fondo in un aspetto della vita. E’ prendere la vita con umorismo, perché, quando si fa la caricatura, si trova anche il lato comico o assurdo e si apprende a relativizzare e a dare la giusta importanza. E’ come gonfiare un palloncino e farlo diventare grandissimo, al massimo delle sue possibilità, osservarlo e poi lasciarlo sgonfiare. Alla fine di questo gioco il palloncino è solo un palloncino.
*Qual è il vero significato della parola “cambiamento”?
Forse questa è la domanda più difficile. Cambiamento è portare in Nuovo nella propria vita. E’ avere nuove risposte e soprattutto farsi nuove domande. Cambiamento è apertura. E’ uscire dallo schema e inventare nuovi modi. E’ portarsi ad un piano più alto di felicità.
*Come cambia la vita ad ogni risveglio?
Thich Nhat Hanh ha scritto un bellissimo gatha (brevi versi) che recita così: “Svegliandomi ogni mattina ho 24 ore nuove di zecca a disposizione.” La vita ad ogni risveglio cambia quando entriamo nella consapevolezza che davvero le 24 ore a nostra disposizione sono completamente nuove. Se viviamo ogni giorno come la conseguenza o la ripetizione perpetua del passato, allora scegliamo di stare su un binario, magari sicuro, ma di certo con gli stessi colori, profumi, sapori di sempre. Se al risveglio ho 24 ore nuove di zecca a disposizione sono nel mio potere personale di scegliere ogni giorno quale vita voglio creare e lo faccio!
*Quali sono stati i tuoi Maestri e cosa ti ha donato ognuno di loro?
I miei maestri sono stati molti. I primi maestri sono i miei genitori, da loro ho imparato a rialzarmi sempre, che posso creare una vita completamente nuova a qualsiasi punto del percorso, mi hanno insegnato a riconoscere il mio valore, ad ascoltare me stessa e a non preoccuparmi di cosa pensano gli altri e che ho il diritto sempre di essere felice. Dede Riva, mi ha insegnato a seguire sempre la mia intuizione e che ogni giorno miglioro, miglioro,miglioro. Rena Garazioti mi ha insegnato che è tutto dentro di me e mi ha ricordato dove trovare le chiavi di accesso per questo tesoro. Tu, Susanna, mi hai insegnato il potere creativo e di riconnessione della parola. Sonja Lughinbul mi ha insegnato che posso trasformare passato, presente e futuro mettendo nuove azioni e nuove intenzioni nella mia vita. Thich Nhat Hanh mi ha insegnato il miracolo della presenza mentale e a creare il paradiso ad ogni passo. Da Sister Chan Khong ho appreso che il canto scioglie montagne di dolore e ci riporta alla purezza di noi bambini. Frank Ostaseski mi ha insegnato la forza della compassione. Madan Kataria, insieme a tutti i trainer di yoga della risata che ho incontrato in questi anni, mi ha insegnato il potere della risata. Ci sarebbero anche i maestri che ho avuto in azienda, Sergio e Michele in particolare, che mi hanno insegnato a relazionarmi con qualsiasi persona avessi di fronte e che cos’è la professionalità. L’elenco è lunghissimo e infinita è la gratitudine per loro e per tutti i maestri inconsapevoli che incontro ogni giorno.
*Cosa è la gratitudine?
La gratitudine per me è riconoscere la meraviglia della vita. E’ qualcosa che è connesso anche con la percezione che siamo tutti uno. Quando sono grata a qualcuno o per qualcosa, sono grata anche alla mia vita. Nel tempo ho compreso che non è importante “ricambiare” in senso stretto. Ho ricevuto molto, spesso inaspettatamente, spesso da persone conosciute da poco. A volte mi sono sentita portata per mano. In alcuni momenti mi è parso di avere così poco da offrire in cambio. E quando sentivo di avere di più, era come se fosse passato il momento, come se il gesto di “ripagare” non avesse più senso. Che fare? Ho scelto di fare per qualcun altro ciò che avevo ricevuto! E quando la persona che ho davanti mi chiede:”Come posso ricambiare?” racconto uno degli episodi in cui sono stata aiutata e dico:”Sto facendo per te quello che qualcuno ha fatto per me in passato. Quando avrai l’occasione fallo per qualcun altro e sarà il gesto di gratitudine più grande che mi puoi offrire!”. Siamo tutti Uno!
*E cosa è il perdono?
Il perdono per me è libertà. E’ la libertà di lasciare andare qualcosa che altrimenti continuerebbe a ferirci. E’soprattutto pacificarsi con quella parte di noi che ha permesso che accadesse.
*In cosa consiste la visione olistica della vita?
Per me la visione olistica della vita è considerare che siamo tutti collegati. E’ includere nella propria visione dell’esistenza la legge di causa-effetto: quello che osservo nel presente è l’effetto di cause che ho messo nel passato. E’ anche vivere la vita verticalmente, nel proprio potere personale, prendendosi la responsabilità di portare a manifestazione i propri talenti. E’ avere una fiducia sconfinata nel fatto che tutto ciò che accade è a favore della nostra vita e mai contro. E’ qualcosa che si può comprendere solo sperimentando come cambia la qualità del nostro presente, abbracciando queste possibilità.
*Cosa è Gridaloalmondo?
Gridaloalmondo è un’Associazione a Promozione Sociale che ho fondato insieme a due soci, Alberto Manieri e Diego Leone, che ha come obiettivo quello di sostenere le persone nella realizzazione dei propri sogni. Organizziamo ogni tre settimane presso la Dogana di Milano una serata dal titolo “Sognatori Anonimi” in cui diamo spunti e strumenti di lavoro concreti. Gli incontri sono gratuiti e aperti a tutti. Stiamo già raccogliendo le testimonianze di persone che hanno seguito il percorso fino a qui e che hanno attivato dei cambiamenti concreti nelle proprie vite, soprattutto in ambito lavorativo ma non solo.
*Cosa ami più di tutto di te?
Amo il mio senso dell’umorismo. Mi diverto moltissimo con me stessa e amo utilizzare questa qualità anche nel mio lavoro. Chi ha mai detto che il percorso di crescita interiore debba essere serioso e costellato di lacrime? Ridere è liberatorio, infrange gli schemi e porta nel presente alla velocità della luce!”
*l tuo rapporto con le donne e quello con gli uomini: differenze e punti di contatto.
Amo le donne e le osservo moltissimo. Adoro scoprire tutte le declinazioni del femminile. Credo faccia parte della mia ricerca interiore e anche di una speciale ammirazione per la forza e la capacità di adattamento che manifestano. Ho sempre avuto moltissimi amici uomini. Non saprei dire quali siano le differenze e i punti di contatto nella relazione che instauro con maschi e femmine. Io sono sempre me stessa. Mi accorgo certo che funzioniamo in modo diverso –maschi e femmine intendo- ed è un diverso che sinceramente mi piace.
*Cosa ti colpisce a prima vista negli altri?
Quando incontro una persona osservo moltissimo il suo sguardo e i suoi lineamenti e poi ascolto quello che mi comunica a tutti i livelli. Ascolto quello che mi racconta la sua presenza nella stanza, quello che mi arriva dalla sua voce. Riesco ad isolare questi elementi dall’insieme di tutti gli altri fattori e ad amplificarli, a cogliere tutte le sfumature che arrivano. Mi metto in contatto con la sua vibrazione. Forse è proprio questo che mi colpisce a prima vista quel suono unico e originale che solo lui/lei può emanare.
*Quali sono le trappole in cui facilmente si cade quando non si ha una immagine di sé in equilibrio?
Quando l’immagine di sé non è in equilibrio, secondo me, si cade nella trappola del confronto con gli altri. Si entra nel complesso di inferiorità-superiorità-uguaglianza. Non c’è differenza tra le tre posizioni, si basano sempre sul confronto e sulla mancanza del senso di essere unici e irripetibili. Se l’immagine di sé è in equilibrio si dimora nel senso di equanimità: “Sono un essere unico e speciale, posso portare i miei talenti e le mie qualità nel mondo, ho gli stessi diritti di nascita di tutti gli altri abitanti del pianeta.”
Grazie Silvia, essere unico e speciale!
Le foto di Silvia Mecca (tranne l’ultima qua sopra) sono di Marco Cattaneo Photography www.cattastudio.com