Cupido si sposa ma….ogni 10 anni ci sarò una prova
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Devo assolutamente parlare con mio padre. Lui saprà già che lo sto cercando. C’è sempre stata telepatia tra noi.
““Cupidoooo, Cupidoooo, Cupidoooo”.
Ecco infatti che Marte arriva con tutta la sua maestosità.
“Allora, figliolo? A che punto siamo con la freccia?”.
“Bene, papà. L’ho individuata e questa volta sarà mia. Ma temo che ci siano altre complicazioni”.
“Che genere di complicazioni?”. Mio padre assume di colpo un’aria seria.
“Vedi, sommo padre”, ma chi cerco di incantare il dio Marte?, e continuo ”non so come dirtelo. Denise, perché è questo il nome della vittima della freccia, presto mi restituirà il dardo, ma ci vuole tempo. Ora è restia a lasciare la freccia, e posso capirla”.
“Non importa quanto tempo ti ci vorrà, basta riprenderla. Non è forse per questo che sei qua?”.
“Sì, papà. Era quello che credevo anch’io ma…”.
“Ma? Figliolo, spiegati e non farmi perdere altro tempo”.
“Il guaio è che io non riesco a lasciarla”. Ho parlato tutto di un fiato, forse mio padre non ha capito che sto parlando di Denise.
“Cosa stai cercando di dirmi, figliolo?”.
“So che ti sembrerà assurdo ma mi sono innamorato di lei”.
“Questa poi… sei il solito incorreggibile” si gira dall’altra parte dandomi le spalle. Giurerei di averlo visto sorridere, ma non voglio illudermi che abbia capito. Poi si gira e mi fissa negli occhi e continua:”Hai idea di quello che mi stai dicendo?”.
“Sì, papà. Non riesco a capacitarmi come possa essere successo. È accaduto e basta”.
“Continua”. Sembra interessato.
“Vedi, papà, frequentarla mi ha dato modo di conoscerla bene e di apprezzare il suo valore. Ora non riesco più a separarmi da lei”.
“Cosa intendi fare? Sei un dio, e per giunta mio figlio, fatti venire un’idea o dovrai rinunciare al tuo sogno”.
“Ho già pensato a tutto, papà. Le parlerò. Sarò sincero perché lei è una persona autentica e mi capirà”.
“Potrebbe non volerti. A questo ci hai pensato?”.
“Se non mi vuole, farò gli addominali anch’io fino a sentire dolore. Me lo ha insegnato lei, papà. L’amore è anche rinuncia. La lascerò libera di amare chi vuole. Tu sapessi papà quante cose ho imparato in questo periodo”.
“Non renderti ridicolo, adesso. Sei il dio dell’amore cosa ti manca?”.
“Papà, sono stufo di stare a guardare. Non posso tornare ad essere quello che ero prima. Non dopo aver conosciuto Denise”.
La voce mi si inclina per l’emozione ed io stesso rimango stupito del calore che improvvisamente avverto sul mio petto. Il mio cuore sembra essere più pesante rispetto a prima. Forse si è ingrandito per fare spazio alla mia amata, se mi vorrà.
Gli occhi mi si velano e copiose lacrime salate cominciano a sgorgarmi dagli occhi fino ad rigarmi il viso.
Mio padre scuote la testa e teneramente mi si avvicina.
“Ora hai capito cosa intendevo dire con contare le lacrime?”.
“Papà, tu lo sapevi? Sono mie le lacrime che dovrò contare? Ho capito bene?”.
Improvvisamente sento una fitta al cuore. Lontano da lei potrei anche morire.
“Razza di rammollito. Sei o non sei figlio di tuo padre? Non hai ancora capito niente?”.
“Capito cosa, papà?”.
“Ora ti aiuterò a ricordare. Era l’anno 2001 quando l’hai incontrata per la prima volta. Hai fatto il diavolo a quattro per convincere tua madre e me a lasciarti libero di decidere”.
Resto sbalordito. Sono confuso. Mio padre mi fa cenno di tacere, segno che ha altro da aggiungere. Ed infatti continua:
“Nell’anno 2002 te la sei sposata, promettendole amore eterno. Hai rinunciato ad essere un dio per occuparti esclusivamente di lei”.
Sono sempre più confuso. Mi manca la terra sotto ai piedi e questa volta lo spritz non c’entra. Flash di immagini riaffiorano nella mia memoria. Io e lei insieme.
“Pensa, in tutto questo tempo, ti ho dovuto far sostituire. E chi adesso tira frecce al posto tuo, non solo ha il vizio del bere, non ha nemmeno l’occhio di lince. Non so se mi spiego. Di male in peggio”.
“Ma papà vuoi farmi credere che io sono il marito di Denise?”.
“Così dicono le carte, almeno”.
Di colpo sento di avere troppo ossigeno e ho la sensazione di danzare a piedi nudi sopra una nuvola. Io e lei insieme per sempre. Non ci posso credere.
Devo capire cosa ci è successo, cosa diavolo ci sta succedendo? Mio padre, che mi conosce come nessun altro, intuisce le mie perplessità e cerca di spiegarmi.
“Ogni dieci anni la vostra storia verrà messa alla prova. Ogni volta sarete sul punto di fare una scelta e a voi non resterà altro che scegliervi di nuovo, come la prima volta che vi siete innamorati ed avete deciso di stare insieme”.
“Ma questo è crudele, papà”.
“Avevi accettato questa clausola nel contratto, quando hai rinunciato ad essere un dio per lei e vivere da mortale su questa terra. Questa volta Denise ha mostrato di essere forte, tu ora, tira fuori il tuo coraggio e vai a riprendertela, sempre se è quello che vuoi”.
“Con tutto il mio cuore”. Non potrei desiderare altro.
“Vai figliolo, e non perdere altro tempo”, mi fa l’occhiolino.
“Vado papà ma quando ti rivedrò?”.
“Tra dieci anni, alla prossima prova. A proposito sai che tua madre non sopporta gli addii, con le sue lacrime inonderebbe tutta Trieste. Ti saluta tanto”.
“Salutala per me. Siete i genitori che ho sempre voluto”.
“Ora vola e non fare il taccagno. Comprati una moto. A Denise piace il brivido della velocità. Non lasciare che sia un altro a darle questo brivido”.
Poi si avvicina. Mi benedice tenendomi la mano destra sulla testa e sparisce.
Rimango solo e questa volta la solitudine non mi fa più paura. Il mio cuore è pieno d’amore ed io ora sono un uomo, finalmente.
Deborah Voliani – 49 anni. Assistente sociale. Mi occupo di prevenzione solitudine e promozione socialita a favore degli anziani a Trieste presso Televita s.p.a. Sposata. Vivo a Monfalcone. Sono livornese d.o.c. .Toscanaccia nel sangue. Ho un gatto persiano che si chiama Nemo. Scrivo racconti e poesie. Ho scritto con mio marito un romanzo giallo Male minore ambientato a Livorno e pubblicato da Manidistrega nel 2010. Amo la vita e la fede in Dio