La poesia totale di questa pellicola fa vivere in maniera incredibilmente delicata e sofferta le emozioni della guerra in atto “dentro” e” fuori” un giovane , uomo e partigiano, in uno dei momenti piu’ bui e sofferti della storia italiana.
“Una quetione privata “ e’ film da vedere, assolutamente.
Questo in primis. Da qui in poi si puo’ iniziare a narrare di come la poesia totale di questa pellicola faccia vivere in maniera incredibilmente delicata e sofferta le emozioni della guerra in atto “dentro” e” fuori” un giovane , uomo e partigiano , in uno dei momenti piu’ bui e sofferti della storia italiana.
Della guerra terribile che accade sui monti del 1943 e di quella nel cuore e nella mente di Milton, appunto, giovane partigiano innamorato.
“Una questione privata “ e’ romanzo postumo di Beppe Fenoglio .
Romanzo gia’ descritto da Italo Calvino come epico “.. romanzo di follia amorosa e cavallereschi inseguimenti come l’Orlando furioso”.. insieme come opera in cui “la Resistenza “..e’..”proprio com’era, di dentro e di fuori, vera come mai era stata scritta, serbata per tanti anni limpidamente dalla memoria fedele, e con tutti i valori morali, tanto più forti quanto più impliciti, e la commozione, e la furia”.
Descritto come un libro di paesaggi, di figure rapide e tutte vive… assurdo, misterioso, in cui ciò che “si insegue, si insegue per inseguire altro, e quest’altro per inseguire altro ancora e non si arriva al vero ..”
Ecco, non credo si possa descrivere meglio anche con queste parole il film che i Taviani ne hanno tratto.
Racconto di amore, di morte ,di guerra e di nebbie.
Nebbia che offusca le menti, la Storia e il cuore dell’essere umano.
Il racconto di una passione amorosa che vive alla pari con quello che accade intorno al protagonista e accoglie la sua disperazione privata insieme alla narrazione limpida e senza nessuna aggiunta, perche’ davvero non ne ha bisogno, dell’orrore a cui all’opposto puo’ arrivate , anzi e’ arrivato, il genere umano.
Diventano indimenticabili, allora , alcune scene e alcuni momenti.
Il fermo immagine sulla mano del fascista che da’ il via alla fucilazione del ragazzino neanche quindicenne semplice staffetta partigiana o la nebbia, fitta e inestricabile, che si insinua dappertutto come simbolo stesso della cecita’ di quel momento.
La scena della bimba,con le trecce appena fatte e il vestitino curato che si alza dal cumulo di cadaveri della sua famiglia appena sterminata nell’aia davanti al portone. .
Bimba che rientra in casa e inizia a bere un bicchiere d’acqua.
Piano, a piccoli sorsi, lentamente. Ogni volta con un piccolo,trattenuto sospiro, senza una parola, senza un lamento.
Il bicchiere posato con accortezza su quell’acquaio familiare e poi di nuovo, inquadrata di spalle,l entamente fuori, su quel piazzale di terra e sassi come un piccolo automa ,a sdraiarsi accanto alla sua mamma falciata dalla mitragliatrice Abbracciandola
Insomma,un film realizzato dai Taviani con la stessa epica poesia dell’autore del libro da cui e’ tratto.Un cast di attori bravissimi sul quale,pero’, spiccano e restano nel cuore il volto e gli occhi di Luca Marinelli, il Milton protagonista del romanzo e del film.
Occhi che guardano due guerre.
Quella “privata” per andare a fondo della passione per Fulvia e della amicizia con Giorgio,il compagno e partigiano che cerchera’ di salvare ,e il mondo degli orrori che la Storia sta facendo scorrere intorno a lui.
Intorno le note del leit motive del film. Quel “Somewhere over the rainbow” che Fulvia,la ragazza amata da Milton e Giorgio,descrive all’inizio mettendo il disco nel grammofono come l’unico pezzo che quando finisce sembra davvero che qualcosa “sia finito “.Che siano giovinezza,speranze..ognuno ha dentro di se’ la sua “fine “ di qualcosa…
E proprio queste note accompagnano,infatti,la corsa finale del protagonista….
Corsa anche di tutti noi con Milton,disperata a volte ,corsa verso quello che cerchiamo di capire,risolvere e in fondo alla quale,fermandoci insieme a lui,ognuno di noi trovera’ la sua risposta.
Resta , sopra ogni cosa, oltre la Poesia e la meraviglia del racconto il dovere del Ricordo..della Memoria di quanto accaduto.
Sobriamente,senza eccessi perche’ gia’ terribile e’ il carico dei fatti da portare con noi e quello che dobbiamo tutti continuare narrare.
Bastano quelli, da soli.
Un attimo prima che Milton parta per andare a salvare l’amico Giorgio fatto prigioniero dai fascisti uno dei suoi compagni della brigata partigiana gli dice: “Cerca di non farti ammazzare.Sara’ interessante essere vivi DOPO..”
Beh,quel “dopo” siamo noi.
Con le nostre guerre,dentro e fuori.
Insieme a tutto cio’ che ancora,anche grazie ad opere come questo film riusciamo a ricordare e a raccontare,ancora. .
Semplicemente perche’ si sappia ,e non riaccada.
Mai piu’. .
Data di uscita: 8 settembre 2017
Registi: Vittorio Taviani, Paolo Taviani
Produttori: Ermanno Olmi, Serge Lalou, Donatella Palermo, Elisabetta Olmi, Éric Lagesse
Musica composta da: Giuliano Taviani, Carmelo Travia
Sceneggiatura: Vittorio Taviani, Paolo Taviani
Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani.
Con Luca Marinelli, Lorenzo Richelmy, Valentina Bellè, Francesca Agostini, Jacopo Olmo Antinori.