Cosa c’è di più usuale di una sedia, oggetto che tutti conosciamo e tutti usiamo più e più volte nella nostra giornata, da sempre? Carla Tolomeo, artista di fama internazionale, ne ha fatto oggetti d’arte, le sue famose Sedie-Scultura.
Pittrice incoraggiata fin da bambina da Giorgio De Chirico e, più avanti da Renato Guttuso e da altri artisti che hanno apprezzato e stimolato la sua professionalità, ha orientato la sua arte verso la pittura, l’incisione, la scultura, la ceramica. Sue le xilografie per la Sainte Jeunesse di Charles Baudelaire, le incisioni che ripercorrono la vita di Casanova, gli acquarelli dedicati al Petrarca, le incisioni per la Divina Commedia, le acqueforti dedicate a Paul Verlaine, le tempere ispirate a Borges. E tante tante altre sculture e opere d’arte esposte in gallerie di ogni parte del mondo. E, per non farsi mancare niente, ha recentemente firmato le scene della Turandot per il 63º Festival Pucciniano di Torre del Lago, regia affidata ad Alfonso Signorini.
Ma prima, in un certo momento particolare della sua vita, anche per un motivo di cui ci parla in questa intervista, motivo cui solo una donna, anzi una Donna, avrebbe dato retta, ha iniziato a giocare con la sua creatività in modo nuovo, osando guardare ancora una volta il mondo con gli occhi di un’artista. Occhi che sanno vedere al di là dell’usuale e sanno onorare quello che hanno visto, rendendo sacro ogni loro atto creativo e sanno immaginare. Immaginare è In Me Mag Agere, portare dentro di me il Mago, quell’archetipo che desidera e sa trasformare ciò che vede in qualcosa di nuovo, in nuove opportunità.
E così Carla Tolomeo ha dato vita ad un’arte magica basata sulla mutazione-trasformazione da oggetto qualunque a oggetto d’arte. E sono nate le sue Sedie, create grazie al suo sguardo che sa spingersi senza paura al di là dell’usuale e alla sua capacità di trasformare ogni intuizione in azione. Passamanerie, gommapiuma, stoffe raffinate, broccati, moire sono diventate le alleate della sua arte che ha trovato alimento nello spessore culturale e umano di questa artista che non è un’Artigiana che si è inventata dal nulla un modo originale di rivestire le sedie ma è un’Artista che ne ha alchemicamente e per sempre trasformato la natura. In opera d’arte.
Queste interviste sulla Eccellenza del Femminile (le potete trovare tutte qui) mi stanno regalando una consapevolezza per me molto preziosa, l’intuizione che eccellere voglia dire scoprirsi al di là dello Spazio e del Tempo e trasformare la propria vita in una occasione per tuffarsi dentro a quell’infinito che noi siamo. Ognuno dal proprio punto di vista.
E Carla ha scelto, tra le sue infinite possibilità, il punto di vista dell’Arte Totale che, radicata in questo presente (e cosa c’è di più statico e contingente di una sedia, ben piantata a terra?) sono espressione del recupero della memoria ma anche anticipazione del futuro.
Le componenti energetiche del suo Femminile sono la Creatività, l’Accoglienza (non basta avere un’intuizione, bisogna anche accoglierla e farsene nido), l’Intuizione, l’Empatia, la Sensibilità e certamente quel Pensiero Circolare che le permette di percorrere, come in una Caccia al Tesoro, quelle Tappe che un Pensiero Lineare non vedrebbe nemmeno, perdendosi il Tesoro.
*Ricordo che anni fa mi avevi parlato di tua madre come Musa ispiratrice all’inizio del tempo delle sedie. Racconta
Ma si, proprio grazie a mia madre. Avevo dovuto rinunciare a un contratto a Londra, mi si chiedeva di trasferirmi lì per la durata dell’impegno, era un rapporto importantisimo… ma ho dovuto rinunciare. Mamma soffriva di depressione, non potevo lasciarla , e non potevo lasciare mio marito, cosi’ ho capito d’aver perso la grande occasione come pittore. Mi sono sentita indegna di considerarmi artista . L’artista non ha mamma né marito, dunque ero un niente ! Ho smesso di dipingere, non potevo entrare in studio dopo aver tradito la mia vocazione , sono rimasta a casa e passavo il tempo con la mamma , la spronavo a reagire , le dicevo ”tocca a noi modificare la realta’ renderla come ci piace , farla piu’ bella.. cambiarla!!!>> Mi guarda e mi dice<< prova un po’ a cambiare… una sedia! ” A sera avevo abbozzato la prima delle mie CHAIRS!!
*E così è nata la “signora delle sedie” ..in breve tempo l’intuizione di tua madre è diventata un must! Anche Marta Marzotto aveva in casa le tue sedie..
Marta mi ha incoraggiata, ma le Sedie esistevano già. I veri scopritori sono stati i giornalisti, i direttori delle riviste che hanno accettato e pubblicati gli articoli con molte immagini. Dopo una pagina su Elle la galleria che in quel momento ospitava le Sedie ha venduto tutto, dopo un articolo su una rivista di Hong Kong mi è stata richiesta una mostra a Seoul, nell’Asia Museum. Un articolo di AD sulle mie ceramiche ha fatto vendere un pezzo bellissimo a New York , affidato a Panzironi è arrivato integro a destinazione. L’hotel Le Meurice mi ha contattato dopo una pagina su é, ho passato un inverno lavorando a Parigi. Il rapporto con Marta è stato di grande amicizia , la sua amicizia nel tempo mi ha resa più forte. Le sarò sempre riconoscente e mi manca ogni giorno perché ogni giorno ci vedevamo, ci raccontavamo; le devo l’essere tornata alla galleria Contini. In questo senso è stata ed è Madrina delle mie sedie.
*Ma come avviene la trasformazione della sedia da oggetto qualunque a opera d’arte. Attraverso quali passaggi?
Quando ho costruito le prime Sedie non avevo assolutamente la pretesa fare “objet d’art”, mi divertivo e basta. E’ stato il pubblico, sono stati i media a decretare e assegnare dignità artistica alle mie costruzioni. Devo tutto ai giornalisti , alla loro generosità. Sei pagine su Arte, otto pagine su AD e in Francia, Inghilterra , America è esploso il caso”SEDIA”. Pensavo a un fenomeno transitorio, sei mesi e poi si stancano, invece mi invita Neiman Marcus a New York e Dallas, segue Hermès con le sue favolose vetrine da decorare con le mie sedie, che poi finiranno nel suo museo e quest’anno sono state esposte a MOSCA, insomma un crescendo e le Sedie sono nelle vetrine , nelle gallerie , nei musei. Se è arte è stato del tutto involontaria.
*Dove sono esposte ora le tue opere?
Nel mondo , e in particolare ovunque decida la Galleria Contini con la quale ho un contratto in esclusiva. Ho avuto una straordinaria Mostra a San Pietroburgo nel Museo Sheremet’ev, sono esposta in permanenza a Venezia, a Londra, a Cortina d’Ampezzo. In marzo sarò in Argentina al Museo di Salta e poi all’Ayat di Buenos Aires.
* E chi ha ora in casa le tue sedie?
A Venezia passa il mondo così le mie opere, e non soltanto sedie , ma marmi, ceramiche e anche dipinti (ho ripreso a dipingere of course) sono viste e volute da collezionisti di ogni parte del mondo. Da Pekino a San Francisco, passando per Atene. Stefano Contini sta progettando un libro con le mie opere fotografate nelle case dei collezionisti. Sarà un modo per rivederle ma anche per documentare quanta strada abbiano fatto e quanti , nel mondo, le abbiano volute
*Dai quadri alle sedie c’è stata una evoluzione parallela anche a un tuo cambiamento interiore?
Sono passata dai dipinti alle Sedie in seguito a una grande delusione che avrebbe potuto segnarmi per sempre: ma dalle Sedie ho imparato il gioco e l’ottimismo e, come dice un proverbio portoghese, è proprio vero che Die scrive diritto su righe storte. Cambiamento interiore? Credo che sia un’evoluzione continua, altrimenti non ha senso crescere anzi, invecchiare. Ogni esperienza di lavoro mi lascia qualcosa, soprattutto mi mette in un continuo confronto con me, con il mio essere e con il “dover” essere.
*Perché spesso lune, pesci e tartarughe, quale per te, come Carla oltre come artista, il significato e il senso di questi tre temi?
La luna è una forma pura che mi permette costruzioni oniriche e armoniose, nei Tarocchi la luna è la Madre ma io non vado oltre al puro significato estetico. La luna è la luna. Gli animali hanno sempre fatto parte del mio mondo, credo che il primo libro avuto in regalo fosse lo Scortecci dove la mia curiosità si è abbeverata e mai placata. Sono cresciuta con i cavalli in una casa dove svolazzavano liberi i canarini, appena ho potuto ho avuto un cane, ma anche una volpe, un picchio rosso maggiore, tanti merli e qualsiasi pennuto caduto dal nido e desideroso di essere nutrito. Mi pare di capirli , di intavolare una sorta di comunicazione , naturalmente li disegno e , dopo l’incontro con Borges e il suo Manual di Zoologia fantastica ho trovato la mia fonte permanente da cui discendono anche le Sedie, vere costruzioni semi-zoologiche e floreali assolutamente fantastiche.
*Le tue ceramiche sono ispirate al bestiario di Borges. Che spazio occupano in te, come Carla oltre che come artista, l’onirico e il fantastico?
Da Borges mi è venuto il coraggio di esprimere il” fantastico” giacente in me. Ho sempre navigato in un universo parallelo dove ogni cosa era diversa da come appariva, il difficile per me non è l’evadere , ma il restare con i piedi per terra. Abbiamo fatto un viaggio in Marocco con Borges, in occasione di un convegno internazionale di Poesia. Sembrava vedere al di là delle cose, è stato allora che mi ha parlato del “mostri” immaginifici che fanno parte dell’invenzione di ogni popolo in tempi remoti quando il “mostro” giustificava tutto cio’ che era incomprensibile e inspiegabile . Adesso tutto è spiegato, ci hanno privati del mistero, vaghiamo consapevoli ma assolutamente infelici. Io torno ai miei mostri!
*Molta metamorfosi nelle tue opere …
Tutto cambia in continuazione, tutto diventa, la vera metamorfosi è il mattino , ogni mattino e le sue promesse .
*Come si è sviluppata la tua creatività, quando e come ti sei scoperta una persona creativa?
Credo di aver imparato a usare la matita prima di parlare, l’arte serpeggiava in famiglia, mamma suonava il pianoforte come una concertista ma aveva lasciato la carriera per i figli, scriveva benissimo, ci insegnava a “vedere” le cose. Papà era un ufficiale di cavalleria, da qui i cavalli della mia infanzia, disegnava benissimo ma non aveva dato seguito al suo estro per ovvi motivi. Credo d’aver raccolto il loro patrimonio spirituale, per me disegnare, creare era come respirare. Ho trovato due versi che ho scritto credo in quinta elementare e mi hanno colpita. : “Le mie mani sanno creare, posso dire al mondo d’aver capito!”
*Ancora oggi sei anche scrittrice…
Bontà tua! Col passare degli anni ho sfrondato tutto quel che poteva appesanbtire la mia vita, così ho molto tempo a disposizione. Quando torno a casa dallo studio mi metto al computer e scrivo, da questo a essere una scrittrice c’è molta differenza
* Quali sono stati I tuoi “maestri” da ogni punto di vista?
Libri d’arte straordinari trovati in casa che mi hanno educata alla pittura classica, poi, a Roma, De Chirico che ha avuto la pazienza e, forse, il divertimento di insegnarmi a disegnare veramente, poi a dipingere. Mio Marito al quale devo tantissimo e non c’è giorno che non mi ritrovi in un suo consiglio , in una sua frase. Poi la vita con le sue sorprese, gli incontri , le opportunità che ho saputo cogliere e seguire.
*Chi sono i tuoi modelli?
Forse l’idea di un mondo in cui ciascun oggetto sia arte, proprio per sfuggire all’eccesso di “design” che connota i nostri giorni, mi è nata sfogliando un meraviglioso catalogo su Gaudi’, dono di mio marito . A New York ho potuto approfondire l’intuizione e trasformarla in conoscenza ammirando l’invenzione e la bellezza degli arredi, c’è una sezione del MOMA dedicata a Gaudì. Lì ho capito la strada da seguire: l’immaginazione!
*Quando inizi a creare una Sedia sai già cosa diventerà?
Difficile che io parta con un progetto preciso, a meno che si tratti di una commissione. Normalmente toccando i tessuti mi vengono alla mente le forme, le variazioni per il nuovo soggetto e certo il mio stato d’animo ha molta influenza sulle decisioni. In ogni caso ,per quanto eccezionalmente mi senta depressa, il lavoro mi restituisce immediatamente allegria e positività
*Da qualche parte nelle tue opere ci sono anche pezzi che ritraggono qualche particolare aspetto di te?
Direi che tutti i pezzi in qualche modo mi raccontano, mentre lavoro, ed è lungo il lavoro intorno a una sedia, mi tornano alla mente episodi, paesaggi, oggetti , è un continuo raccontarmi pezzi della mia vita che poi rimangono dentro alla sedia . Quando la ritrovo , magari a distanza di anni , con lei tornano tutti quei ricordi, quello che ho visto e vissuto e di quel che spero di vivere,vedere, conoscere ancora E’ incredibile!
*Le tue sedie svettano nella struttura totemica verso l’alto. E’ un elevarsi spirituale che giace in te?
Mi sembra che tutto e tutti cerchino qualcosa piu’ in alto, le piante, i fiori, le case, gli aerei, le sonde spaziali, soltanto i petrolieri scavano verso il basso e distruggono poco alla volta il mondo inquinandolo…. Scherzo! Il totem è l’INFINITO di Brancusi, è cercare di staccarsi, è aspirare a qualcosa da trovare piu’ in alto.. l’infinito appunto.
*A cosa aspira il tuo spirito?
Non mi fare domande difficili ! Della vita ho una visione etica, di grande solidarietà verso il prossimo, di grande condivisione, di totale impegno sociale. Credo nel valore di ogni singola esistenza, so che la Società inizia da me . Certamente privilegio il mio spirito perché è la mia ricchezza e la mia vita, credo che si nutra autonomamente, non sono mai consapevole di fare qualcosa per “arricchirlo”. Tutto quel che viviamo , se viviamo in maniera giusta, genera ricchezza interiore, anche la passeggiata al mattino con il mio cane, le foglie a terra, il cielo che cambia colore . Tutto rimane dentro di me e si trasforma in immagini o in azioni coerenti con il mio bagaglio spirituale. Ma è un discorso difficile e puo’ sembrare pretenzioso. Ne riparleremo.
- Affettività, intuizione, empatia, emozionalità, ascolto, accoglienza, sintesi, pensiero circolare, non giudizio, accudimento, inclusività sono componenti energetiche del Femminile In quali di questi ti riconosci di più?
Domanda difficile e risposta impossibile . Mi riconosco in tutte, le ho vissute e le vivo tutte , a secondo di quanto mi impone la vita. Il nostro copione non è mai scritto a priori, ogni giorno è diverso , ogni giorno attingiamo a energie differenti e sintetizziamo, accogliamo, amiamo ascoltiamo emozioniamo ecc perchè grazie al cielo siamo vive ed è la vita che ci impone di “Viverla” in ogni sua sfumatura di femminilità.
*Ti ritieni eclettica , quindi capace di esprimerti su più piani, oppure sei espressione di un’arte totale che non distingue nemmeno più i media che utilizza ma li fonde armonicamente l’uno nell’altro?
Mah! Chi mi ha generata mi ha anche dotata di tanta energia e creatività e di felicità nel “Fare” che è la mia vera ricchezza. Quindi mi realizzo “in faciendo” e il fare è un imperativo categorico. Non so spiegarmi ma ho sempre energia residua da collocare in qualcosa: passo la giornata in studio e dipingo o costruisco sedie o sculture in ceramica, poi a casa se non disegno scrivo, se non scrivo ricamo ma non credo sia eclettismo , è una scelta di vita .
*Una scelta di vita, la tua, piena di forme e di colori!
Si tanti colori e tante forme ancora da inventare. Ho appena iniziato!!!!
1 commento
Bella intervista e sedie da sogno, sono un’esplosione di orinale creatività. Complimenti!