Susanna Parigi, cantautrice, compositrice, musicista, chansonnière definita l’iniziatrice del pop-letterario per la sua scrittura colta, ispirata spesso da letteratura raffinata, espressa in una poliedricità artistica, da Arte Totale alla quale si accede attraverso più livelli di lettura.
Queste interviste sulla Eccellenza del Femminile mi stanno mandando fuori di testa, nel senso che sono sempre più “dentro di cuore”. Sono incontri che ogni volta mi accompagnano al mistero di un’umanità che, nonostante tutto, è grandiosa. Troverei altrettante bellezze se intervistassi, uno dietro l’altro, così tanti uomini?
Ogni volta, ad ogni intervista, c’è un universo ad accogliermi. Come con Susanna Parigi, cantautrice, compositrice, musicista, chansonnière definita l’iniziatrice del pop-letterario per la sua scrittura colta, ispirata spesso da letteratura raffinata, espressa in una poliedricità artistica, da Arte Totale alla quale si accede attraverso più livelli di lettura. Un po’ come leggere “Il Piccolo Principe” o “Alice nel Paese delle Meraviglie”, ascoltare in più riprese le sue canzoni é aprirsi a innumerevoli sorprese che donano consapevolezza.
Pianista di Baglioni, Cocciante, Mannoia, insegna jazz – orientamento pop al Conservatorio di Parma, canto, pianoforte e arrangiamento pop al Massive e Playsound di Milano . Suona il pianoforte, la fisarmonica, compone e arrangia le sue canzoni, ne scrive il testo e..le canta , spesso anche le recita. Affiancata da artisti come il fotografo Sebastião Salgado e il filosofo Umberto Galimberti, la sua ricerca si incentra su due temi per me sacri, la Parola e l’universo femminile.
Nei suoi numerosissimi versi in musica canta la vita attraverso gli occhi di una donna che scrive da donna, senza cadere nella tentazione di imitare gli uomini, di mettersi dal loro punto di vista, come spesso succede. Mi sono imbattuta in una sua canzone di “Donne esoteriche” del 2014 che dice così “Dare il potere agli uomini è stato catastrofico urge un ritorno all’universo vulvico gli uomini da sempre forgiano le armi . Gravide le donne sempre ad aspettarli”. Non c’è rabbia in questa canzone né lotta femminista ma Susanna Parigi si chiede cosa succederebbe se si ripensasse tutto il nostro sistema non più sul pensiero maschile ma su quello femminile. E se lo chiede come può chiederselo una donna, senza imporre né disprezzare ma suggerendo, provocando per far ragionare, usando il dubbio per stimolare risposte. Il suo non è un grido scomposto di potere ma la certezza della potenza che alberga nella donna, quella potenza che sa andare al di là del semplice potere e che fino ad ora ha usato per difendersi. Ma che potrebbe diventare la sostanza di un mondo nuovo.
Susanna Parigi si chiede quale possa essere davvero il punto di vista femminile e intitola un intero album “La lingua segreta delle donne”, traendo ispirazione dal Nu shu, un’antica scrittura “criptata”, utilizzata solo dalle donne cinesi del popolo Yao della Provincia dello Hunan. Nel suo libro “ Il suono e l’invisibile” scrive “ Ho sempre avuto attenzione al linguaggio del femminile proprio perché credo non esista ancora e forse non sia mai esistita una vera lingua delle donne…viviamo in un mondo creato dagli uomini a misura di uomo e non di donna; quindi a patto di non riportare l’origine della parola ad una ipotetica primordiale società matriarcale, il nostro linguaggio si sviluppa con procedere maschile”. Un mondo maschile che sempre di più non esita a prevaricare la donna anche dentro alle mura familiari, non solo sottomettendola ma anche violentandola, che si tratti di moglie, di figlia, di giovane creatura affidatagli . In una sua canzone “Crudo”, vanta tra l’altro “Crudo era/l’improvviso cambiare del suo volto/ secco il colpo e poi il suo pentimento/ il suo totale sdoppiamento “
La Parigi appartiene ad una generazione che ha visto tutto trasformarsi con una rapidità incredibile e che per questo ben si rappresenta nei versi (ne parlo come parlerei di una poesia) di “Liquida ”, “Se allargo a croce le mie braccia io vado avanti e indietro nello spazio e sono fui e sarò”, a toccare il passato e il futuro, ben radicata nel presente. In questa immagine traspare anche quel senso di ancestrale identificazione tra le donne delle varie generazioni che, pur differenti, si passano la fiaccola attraverso il tempo.
Mi piace perché per lei la musica è quell’espressione dell’anima che invade e trasforma la vita, rimanda all’Invisibile, a ciò che gli altri non vedono. L’Intenzione di chi suona, di chi canta, di chi ascolta e di chi ha composto, quando è univoca, crea capolavori che possono essere salvifici facendo tacere il rumore di fondo e i pensieri spazzatura, rialzando energie collassate in un mondo dove la parola sovrabbondante, disattenta e lapidaria inquina, dove tutti sono in corsa perenne, dove sbarazzarsi della sovrabbondanza è più importante che conquistare l’essenziale, dove è sempre più difficile ritrovare se stesso sotto il peso di “Tutte le cose (che) si attaccano addosso”. Ma la musica aiuta a ritrovare il proprio ritmo, a riconoscere la melodia della Bellezza e a ritrovarla in noi.
Le componenti energetiche del Femminile sono presenti in toto in questa notevole Artista, notevole Donna. Stupendo chiacchierare con lei.
* In alcune tue canzoni parli di solitudine di questi nostri giorni. Cosa significa per te?
Da venti anni circa certa televisione indica un modello di egocentrismo tale da far credere alle persone di essere il centro del mondo. Il litigio continuo non è comunicazione, non è confronto. Abituare nei cosiddetti “confessionali” a parlare solo di sé, porta a un isolamento dal mondo, a non vedere l’“altro” che ti sta davanti. Così per farti un esempio se vai in treno trovi sempre qualcuno che urla al cellulare senza preoccuparsi minimamente di chi ha accanto. Trovi ragazzi, io ne so qualcosa perché insegno, che non riescono a guardare fuori dalla finestra, che parlano solo di se stessi, non leggono un giornale e non si interessano né di società, né di politica. Sicuramente non tutti sono così, ma una parte considerevole sì. Anche la tecnologia ipnotizza in questa direzione. Tutti connessi con tutti ma senza un contatto fisico. Quindi la mancanza di un dialogo vero e profondo e l’effettivo allontanamento del contatto fisico, ha come conseguenza un aumento della sensazione di solitudine.
*C’è una tua canzone che si intitola “Filtro elettronico” in cui la tua accusa è molto decisa. Ascolto affermazioni come “non vivo ma condivido”, “parlo continuamente ma davanti a me non c’è niente”, “con il terzo occhio dell’era digitale”, “registrare il momento ma perderne il senso). Ma tu sei molto presente sul web. Come riesci a conciliare questa tua posizione con il tuo personale amore per il web?
Hai ragione uso la rete e uso la tecnologia anche per il mio lavoro di musicista. E ringrazio tutti i giorni questa opportunità perché ancora oggi, e non so per quanto ancora, dà la possibilità a tutti di esprimersi molto più liberamente di prima. Detto questo, quello che diventa ridicolo è l’eccesso.
*Proponi delle soluzioni?
Sono argomenti che tratto nei miei concerti e adesso anche nelle case delle persone.
*In che senso nelle case delle persone?
Ho deciso di tornare a fare musica come si faceva nell’700 e nell’800, cioè nei salotti. Andare incontro alle persone che per una sera spengono il televisore, invitano gli amici e ascoltano un concerto nel salotto di casa. E dopo il concerto ci fermiamo tutti insieme per confrontarci. Questo forse è l’unico antidoto alla solitudine.
*Nelle tue canzoni parli del’insulto delle parole. In che modo le parole male usate modificano il nostro modo di pensare?
Viviamo dentro l’insulto quotidiano. Io scrivo spesso di questo perché a me fa male. La “parola” è sacra. Noi ci affidiamo alle parole per comunicare e se non possiamo più credere alle parole, come facciamo a comunicare? E’ difficile spiegare in due righe quello che sento. Ti porto un esempio: se si usano parole come “straordinario”, “meraviglioso”, “eccezionale” per qualcosa che non lo è, queste parole non significano più niente. Quando si cambia nome alle cose per non far capire esattamente cosa sono, questo è grave, le persone non ci capiscono più niente. Si chiamano escort le mignotte, si chiama Tg un rotocalco rosa. In questo senso le parole sono insultate.
*Quando una parola insulta ed è insultata?”
Le parole insultano quotidianamente. Basti pensare al linguaggio dei politici che non fa altro che offendere l’avversario. A me non interessa quello che fa o non fa il tuo avversario politico, io voglio sapere con esattezza cosa mi proponi tu.
*E’ molto forte la tua canzone “Tutte le cose si attaccano addosso”.. L’abitudine a viverci dal di fuori e a non lasciar parlare davvero la voce del nostro Sé ci attacca addosso l’ossessione di possedere, di ricercare un successo falsamente risanatore , ma non la consapevolezza che la nostra vita sia in ogni istante nostra responsabilità. Perché è così difficile raggiungere livelli di consapevolezza e dare spazio alla nostra coscienza?
Perché tutto intorno a noi è predisposto accuratamente perché questo non accada. La ricerca interiore fa davvero paura. Fare silenzio intorno, prendere coscienza, significa iniziare a ragionare, a giudicare, a capire le priorità, a capire cosa davvero ti fa stare bene, che non è l’illusione del benessere. Questo fa paura perché una persona così non è più un “compratore”. Una persona così non è più plagiabile.
* La consapevolezza dell’offesa e la paura quanto peso hanno nel tuo modo di vedere la vita?
La consapevolezza è fondamentale. La paura gioca però un ruolo molto importante. Molte persone hanno paura di parlare. E’ umano. Lo dimostrano gli scandali che stanno venendo alla luce solo ora degli abusi alle donne dello star sistem. Lo sapevamo tutti da anni. Eppure nessuno parlava. Molti non parlano per esempio della signora De Filippi perché lei rappresenta un potere grosso e se te la metti contro non lavori più. La mafia gioca sulla paura delle persone. Capisco chi ha paura, ma se tutti avessero avuto paura, oggi non avremmo i salari, i giorni di festa, la possibilità delle donne di vestirsi come vogliono, di uscire la sera, di studiare, di andare a lavorare, non avremmo la possibilità di votare. Tutto questo è costato sangue e dobbiamo ringraziare le persone che non hanno avuto paura e lo hanno permesso.
*A proposito di paura, nella tua canzone “ Tre passi indietro” cosa significa “nascere donna…una lacrima del mondo”?
Questa canzone “Tre passi indietro” la scrissi dopo aver letto un articolo sulle donne giapponesi che in passato dovevano camminare tre passi indietro all’uomo. Mi è sembrato comunque rappresentativo di un sistema che ancora oggi penalizza la donna in tutti i sensi. Si erano fatti notevoli passi avanti negli anni ’60 e ’70, ma la storia insegna che se non sei vigile e attento, si fa presto a tornare indietro. Si fa in un attimo. E oggi in maniera lampante lo dimostrano le violenze continue alle donne.
*Perché il rispetto della donna è tornato indietro negli ultimi decenni e, ancora di più, in questi ultimi anni?
Ho un’idea precisa a proposito di questo. E qui mi metteranno davvero tutti al rogo, ma nessuno si rende conto della gravità, del danno immenso che ha fatto una donna come la De Filippi al nostro Paese. E’ un danno immenso che non basteranno 30 anni di lavoro intenso per poter risanare. Ha veicolato quotidianamente su tutte le reti televisive un modello culturale drammatico. Ha sdoganato l’ignoranza, l’analfabetismo, la menzogna, il litigio, la chiacchiera da parrucchiera e bar tabacchi. Dove la cultura scende, sale la violenza. Non sono io a dirlo ma storici, letterati, filosofi, ce lo insegna la storia.
* Le donne che lasciano la loro terra (“Venivamo tutte dal mare”) forti abbastanza per non morire…per ribaltare l’equilibrio occidentale..” cosa rispecchiano della Donna, quali aspetti del femminile mettono in luce? Cosa può significare per ogni donna, di qualunque terra sia, ribaltare l’equilibrio di chi/cosa le è complementare?
Queste donne migranti rappresentano la forza delle donne. Quello che erano anche le nostre madri, delle donne fiere, coraggiose, su cui si poteva contare. Le donne migranti ribaltano l’equilibrio occidentale perché riportano davanti ai nostri occhi le priorità della vita, ciò per cui davvero vale la pena lottare. Tutto questo noi lo abbiamo perso. Questa forza prorompente noi non l’abbiamo più. Per questo sono più forti di noi. E i loro figli saranno molto più forti dei nostri. Avranno quella motivazione e quella rabbia che in occidente sono dimenticate.
*Come vedi noi donne d’occidente?
Non dobbiamo rischiare neanche di fare delle donne un santino perché non è così. Ci sono donne che non hanno mai preso posizione per mantenere i propri privilegi, ci sono le maestre negli asili, come abbiamo visto purtroppo ultimamente, che non si dovrebbero neanche definire donne, ci sono infermiere che maltrattano i malati anziani. Ci sono mamme che preferiscono il cellulare all’ascolto dei propri figli. Per esempio il fenomeno del fanatismo è tutto femminile. E’ difficile che vedi un ragazzo che si strappa i capelli a un concerto o bivacca davanti all’albergo del suo idolo. Insomma anche noi avremmo da lavorare un bel po’.
* Mi hanno colpito tre tue immagini: le streghe al rogo , le passerelle anoressiche e i ciarlatani mediatici..
Le streghe al rogo che cito in una canzone sono le donne come me che parlano apertamente. Le passerelle anoressiche dovrebbero essere punibili penalmente perché danno un’immagine della donna che la uccide. I ciarlatani mediatici rappresentano la televisione di cui ti parlavo.
*Come sono le “donne esoteriche” che tu descrivi? E quelle che si tramandano il sapere e il modo di vedere la vita da una generazione all’altra (Liquida)?
“Esoterico” è un termine molto abusato. Sarebbe lungo qui da spiegare. Intendo donne che comprendono oltre le parole, hanno confidenza con il silenzio e con la loro parte più intima. Come “le donne della mia famiglia”di cui parlo in “Liquida”.
* Cosa è per te la Bellezza?
La domanda ovviamente è troppo difficile. Rispondo quindi nella maniera più semplice: per me la Bellezza è tutto quello che rende questo mondo migliore. Dalle opere d’arte, al sorriso di riconoscenza, dalla gentilezza, al comportamento etico.
* Le tue canzoni hanno spesso riferimenti letterari. Qual è il tuo rapporto con la lettura e con il sapere?
Sì per la prima volta è stata usata da un giornalista la definizione “pop letterario” per collocare la mia musica. Questo per dire che in quasi tutte le mie canzoni ci sono dei fortissimi riferimenti letterari. Questo non significa che siano difficili. Questo non significa che ci sia meno di me dentro. Se scelgo un argomento per una canzone è perché lo sento in maniera prepotente. Un libro, o più libri che ne parlano, mi aiutano solo a focalizzare meglio quello che voglio dire. Questo avviene in maniera naturale perché ho la passione per la lettura, per i libri. Li amo come amo la musica. In fondo nasco musicista perché sono diplomata in pianoforte. Ecco perché in tutta la mia produzione, ho sempre cercato di dare eguale importanza sia al testo che alla musica.
*Per parlare dell’amore partiamo dalla tua canzone che si intitola “Se amare è impossibile”. Tu canti “lì si nasconde chi come me è amata e non può amare” e poi “se amare è impossibile si muore nell’anima” Qual è il tuo personale rapporto con l’amore ?
Beh credo si deduca da questa e altre canzoni che ho scritto. Non ho mai parlato molto di amore nelle mie canzoni, intendo amore limitato a due persone. Come scrivevo prima credo che pochi abbiano il privilegio di un amore davvero completo e profondo. Oggi è ancora più difficile. Un amore detto, esibito, non ha rispetto per se stesso. Dove non c’è confronto vero, non può esserci amore. Dove c’è estetica e non etica non può esserci amore. Però ci sono tante persone che si vogliono bene. Di questo sono sicura, c’è più bene intorno di quanto siamo capaci di vedere.
* In “L’attenzione” canti “Menti se proprio devi, ma falle credere che è tutto vero, che è bello infinito immenso e che durerà”. Cosa intendi?
Intendo che un amore come descrivo nell’”Attenzione” è quasi impossibile. Ma c’è la possibilità in un rapporto di passione e amore profondo, che una parola, all’inizio non del tutto sincera, possa modellare il futuro. La volontà di fare del bene al proprio compagno o alla propria compagna supera persino le incertezze, le insicurezze, ed è capace di diventare realtà.
*Quali sono i tuoi maestri in ambito letterario e musicale? E spirituale?
Leggo tanto per cui per me è difficile rispondere. Dovessi proprio fare dei nomi per la poesia citerei Montale. Invece per quanto mi ha insegnato della dedizione a un progetto, all’amore per il dettaglio, Marguerite Yourcenar. Non ho maestri spirituali anche se percorro questa strada da molto tempo. Ritengo solo che il messaggio del Cristo, se veramente ascoltato, ancora oggi socialmente e politicamente avrebbe una potenza esplosiva
*A proposito di Cristo, in “L’uomo che cammina” e dice Amatevi, non dice amatemi ma non specifichi di chi si tratta. Forse di un politico finalmente Nuovo? E se fosse Cristo e se Cristo oggi avesse il potere cosa farebbe?
Morirebbe in croce oggi come 2000 anni fa
*Tu hai molta cura della musica e del testo. Come nasce una tua canzone?
Può nascere da un’idea melodica, può nascere da un’idea di testo, o può nascere da entrambi insieme, che è un momento davvero magico.
*Da una canzone all’altra la tua voce sembra cambiare e la tua intensità vocale é straordinaria. Che rapporto c’è tra la tua voce e i contenuti delle tue canzoni?
-Non credo nella tecnica fine a se stessa, ma in una voce che si presta alla narrazione, alla storia che deve raccontare. Non ho paura di perdere la mia personalità perché sono sicura di averne una molto precisa
*In “Così è se vi pare “ sono la donna che avete amato a vostra maniera ma per me stessa non sono nessuno.. Io sono colei che mi si crede, quello che ognuno di voi vuole” prevale la denuncia e il rammarico di non essere capita o l’affermazione della propria unicità? O l’uno e l’altro?
Prevale il rammarico di essere visti solo come un monolite. Come dicevo nella risposta precedente, la mia voce, per esempio, rappresenta tante “me”, perché io non sono quella che vedono gli altri, sono “Scomposta” come racconto in un’altra canzone che ha dato proprio il titolo al mio secondo Cd.
Grazie Susanna..nella tua “scomposizione”, però, ti si vede l’Anima! Sarà il nome? A presto!
1 commento
bella intervista, ma usare il termine autismo a quel modo può ferire persone Asperger, o che hanno autistici gravi in famiglia