Le donne di dol’s si presentano. Antonella Fierli, insegnante di tedesco ma soprattutto cantante jazz che ha sfondato in un mondo maschile.
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Il 15 Dicembre 2017 finalmente partorisce la sua seconda creatura.” Antonella Fierli sings Kurt Weill” che ha avuto una lunga gestazione. Si tratta del suo secondo album discografico, voluto, desiderato, curato ed infine nato!
Ci racconti di te?
Sono un insegnante di lingua tedesca presso un liceo di Bari che da sempre coltiva la passione per la musica ed in particolar modo del jazz. Inizio a studiare canto tardi, verso i 30 anni. Non vi nascondo che il mio amore giovanile era il teatro ma gli incontri sbagliati non mi hanno permesso di diventare l’attrice di teatro che desideravo essere.
Ma è in teatro che scopro la mia voce: calda, profonda a volte sofferta che mi caratterizza. Allora per anni vado a lezione di canto in una nota scuola di jazz barese limitandomi a fare il saggio a fine anno e costantemente partecipando alle Jam Session che si svolgono regolarmente in città. La svolta arriva nel 2004 quando un noto trombonista barese, Muzio Petrella ,mi invita ad un ospitata nell’ambito di una formazione nota all’epoca : la Dixienitaly. Muzio è il padre del nostro genio del trombone Gianluca Petrella noto in tutto il mondo. Era il lontano 2004. Da allora oltre a diplomarmi al Conservatorio Niccolò Piccinni in canto jazz con una tesi su Thelonious Monk inizio la mia vera attività artistica collaborando con noto musicisti baresi quali Vito di Modugno,Vito Liturri, Bruno Montrone ,Gianluca Scagliarini,Michele Carrabba, Felice Mezzina ,Giuseppe D’oronzo , Muarizio Patarino, Ignazio Cascarano e tanti altri. La mia carriera però non decolla con naturalezza: mille difficoltà , problemi con l’organizzazione degli eventi live, la pressapochezza dei direttori artistici dei locali della città, c’è chi si aspetta un ritorno economico, c’è chi si aspetta altro…ma quanto voglio apertamente denunciare con questo articolo che gentilmente Caterina Della Torre mi ha invitato a scrivere è l’isolamento ed il “razzismo” cui una donna “sola” non legata ad alcun musicista della scena locale deve subire. “Tutti amici-Tutti nemici!” Come mio fratello Mc Fierli, rapper sbarcato nella capitale, dice in un suo brano. Porte chiuse in faccia, svalutazioni, mancanza di apprezzamento non perché la tua voce è “sporca” con quel tocco di blues che la rende particolare ma perché tu “Antonella Fierli” non fai il nostro mestiere…Ecco le “famiglie”: quelle che fanno bossanova, quelle che fanno mainstream, quelle che fanno soul: famiglie chiuse in cui si entra protette da qualcuno: tuo marito, il tuo fidanzato o il tuo mentore per non dire protettore!
So che è difficile fare questo mestiere a tutti i livelli, ma ho avuto occasione di incontrare nei miei studi grandi personaggi della scena mondiale con la giusta umiltà da cui mi sono sentita accolta ed incoraggiata come Shiela Jordan,Sarah Jane Morris,John Taylor,Gianluigi Trovesi,Dado Moroni ed ho capito che l’umiltà è la cifra del genio e della grandezza.
Ma comunque ce l’hai fatta!
In mezzo a mille difficoltà , dopo” Angeli e altre storie” pubblicato nel 2013 grazie al contributo di Felice Mezzina, che ancora viene ascoltato in tutto il mondo grazie alla rete adesso esce “Antonella Fierli sings Kurt Weill” un omaggio ad un compositore tedesco noto in tutto il mondo dove alle mie doti vocali unisco la conoscenza della lingua tedesca, inglese e francese. Ho voluto interpretare Kurt Weill nel rispetto della tradizione della musica da teatro unendo alla lettura dei brani l’improvvisazione che caratterizza il jazz che ho frequentato per oltre 20 anni. A parte il mio dolore, la perseveranza mi ha aiutato tanto. Aprire porte sbattute in faccia,volta e gabbana dei tuoi stessi musicisti, invidie ,sottovalutazioni e però a volte ottimi apprezzamenti. Vi invito ad ascoltare il progetto on line su tutte le piattaforme a partire dal 15 dicembre prossimo .Affianca l’album un video che sarà pubblicato contemporaneamente sul mio canale Youtube dove una coppia di ballerini interpreta un tango del compositore tedesco scritto durante il suo esilio a Parigi: Youkali Tango. Chi conosce il francese potrà capire il senso del testo: Youkali è l’isola che non c’è , quella dell’amore , dell’utopia , della promessa ,del rispetto, della pace. E’ con questo messaggio che viene da lontano che l’utopia dell’amore condiviso con tutti possa spingere l’umanità a realizzare quel sogno che non c’è ma potrebbe sempre realizzarsi.
Ed ai detrattori come ai sostenitori questo è un augurio fatto da me :
Youkali Youkali
C’est le pays de nos desirs (Is the land of our desires)è il paese dei nostri desideri
Youkali Youkali
C’est le bonheur, c’est le plaisir (Is happiness, pleasure)è la felicità, è il piacere
C’est le pays ou on oublie
tous les soucis (Is the land where we forget all our worries)è la terra dove si abbandonano i dispiaceri
C’est, dans notre nuit, comme une èclaircie
C’est la terre où l’on quitte (It is in our night, like a bright rift)nella notte è come un lampo
L’ètoile qu’on suit (The star we follow)la stella che segue
C’est Youkali (It is Youkali)questa è youkali !
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