Ha fascino, la Befana, non c’ è dubbio. Anche nel 2018.
Arriva la Befana , vegliarda bitorzoluta e misteriosa, e la sua festa , che tanto piace ai bambini, per cui viva le calze, di ogni foggia e dimensione, da appendere al camino, per chi lo ha, o alla finestra o a qualsiasi appiglio utile.Le calze moderne lasciano ben poco spazio alla fantasia… già pronte, nei supermercati, alquanto tristi, così ammassate l’ un sull’ altra, pure si colgono brillii anche negli occhi del bimbo più distratto… ha fascino, la Befana, non c’ è dubbio. Anche nel 2018.
Eppure, chi potrebbe mai essere questa figura volante nella notte? Tra semantica e tracce storiche, vediamo un po’…
ordisco una tessitura di elementi..e se per caso fosse una questione assai antica? Persino con radici nella arcaica cultura Pelasgica di cui stranamente continuano a sopravvivere, nell’ iconografia della vecchina volante, elementi sconnessi e traslati : la Vecchia era presso i Greci antichi ( cioè coloro che si fusero coi Pelasgici nel corso della primissima invasione indoeuropea), la dea più matura della trinità femminile, cioè la Graia, la Grigia, e i Graikoi ( da cui deriva il termine) i Grigi,che erano i suoi adoratori, si coprivano il capo di cenere e il viso di cenere mista a materiali vari ( gesso, polveri varianente ottenute), ne facevano una crema bianco grigiastra con la quale coprivano il viso ( forse anche il corpo ) nelle varie cerimonie lunari dedicate alle sue fasi, perciò la luna calante era il simbolo della età anziana della donna, la saggezza, la venerabilità, e dunque la vecchia che vola in cielo è la luna nella sua ultina calante fase. Che il naso ricurvo sia la stilizzazione dell’ ultimo quarto? Un dubbio legittimo, ironizzo..
La Befana, vestita di nero, come nero è il cielo mentre lo spicchio di luna brilla; e la scopa, un elemento di cui si è persa , o traslata, l’ antica funzione, dello spazzare via il male, benchè ancora nelle nostre campagne se ne conosca l’ uso e il motivo, scaramantico, contro altre magoche figure – fate e gnomi- la Befana, dico, rimane un elemento di cui si è perso il suo valore augurante , forse concominante con una particolare festività – ricorrenza calendariale rituale del passaggio. La Vecchia porta doni, come i doni dei Sidhe, le antiche case dei morti degli Irlandesi e dei celti di Britannia, come i morti a Bisceglie,terra di Dolmen – infine c’ è il gatto nero, che è nero , come la notte, anche lui, e i suoi occhi brillano, come le stelle in cielo, ed è gatto, perchè è espressione del favore della divinita, emanazione e messaggero, addirittura trainante il cocchio di Freja, nella mitologia norrena.
Un cocktail di stratificazioni e significati tali da rendere dunque questa curiosa figura allegorica e simbolica, assai ricca e intrisa di aspetti lontani nel tempo fors’ anche tra loro, ma certo magnetici e non poco magici, cosa che ogni bambino sente, nella notte che chiude le festività con una semina di dolcetti da andare a scoprire al mattino, nella calza della Befana….appenderò anche la mia….