Toponomastica femminile all’Istituto Kennedy di Monselice. Si Parla di familismo amorale e lavoro delle donne
di Carla Manfrin
Sabato 27 gennaio 2018 nell’auditorium dell’Istituto di Istruzione Superiore Kennedy di Monselice si è svolto l’incontro tra circa 500 studenti, di varie classi e indirizzo, e Toponomastica femminile che lì ha allestito la mostra ‘Donne e lavoro ’ in collaborazione con l’associazione di volontariato Il Colibrì – tutti i colori del mondo, di Monselice.
La referente regionale Nadia Cario, dopo aver presentato le caratteristiche e gli scopi di Toponomastica femminile, ha illustrato la mostra fornendo informazioni sulla sua struttura, illustrando esempi di lavori femminili e approfondendo la sezione relativa ai Nobel negati alle scienziate e quella dedicata alle Madri Costituenti, anche in considerazione del settantesimo anno della Costituzione Italiana.
Dopo aver risposto ad alcune domande delle studentesse relative alle caratteristiche del lavoro contemporaneo e alla funzione delle quote rosa, ha presentato il libro ‘Le Mille – i primati delle donne’ ad un uditorio dall’attenzione variegata: nelle zone dove erano presenti per lo più ragazze c’era molta attenzione e partecipazione, mentre nelle zone più lontane, dove la presenza dei ragazzi era maggiore, si sentiva a tratti un brusio di sottofondo. Brusio che si è attenuato quando lo psicologo della motivazione Giancarlo Mellano, altro relatore all’incontro, ha parlato degli stereotipi attivi nella nostra società nei confronti sia delle bambine/ragazze/donne sia dei bambini/ragazzi/uomini. Il suo intervento – che sollecitava ad imparare, ascoltare e incoraggiare i propri desideri e a lasciare spazio agli interessi profondi di ciascuno sia per realizzare sé stessi sia per individuare la futura chance lavorativa – invitava ad uscire da quelle situazioni che in letteratura vengono definite di familismo amorale, situazioni in cui una concezione estremizzata dei legami familiari va a danno della capacità di associarsi e dell’interesse collettivo.
In chiusura, la Dirigente Paola Passatempi ha sviluppato una riflessione sia sulla necessità di un serio riconoscimento del grande lavoro svolto dalle donne nel tempo – invitando docenti e studenti a una visione attenta della mostra – sia sulla opportunità di dare valore a ciascuna persona che è caratterizzata da un corpo sessuato, da una sensibilità e una personalità specifici verso cui è necessario sviluppare un rispetto profondo e il riconoscimento della dignità di cui deve godere ogni essere umano.
Un sentito ringraziamento a tutte le persone che hanno collaborato alla buona riuscita dell’evento dalla Dirigente e dal personale della Scuola al prof. Antico che ha dato un contributo fondamentale all’allestimento della mostra, ai volontari dell’associazione Il Colibrì – tutti i colori del mondo di Monselice che con questa iniziativa hanno offerto una significativa opportunità di riflettere sui ruoli legati al genere a un così grande numero di studenti.
CARLA MANFRIN
Ha insegnato per 36 anni in tutti gli ordini di scuola cercando di continuare l’impegno femminista. Ha riletto, insieme ai figli e agli studenti il pregiudizio più esteso, più radicato, più antico che ancora taglia a metà il cielo e la terra. Ha imparato a nominare il pensiero e il percorso delle donne nella storia per rendere più chiaro il percorso delle vite e delle relazioni umane, individuando di volta in volta le pratiche adeguate a cambiare se stessi e il mondo. Sempre in ambito scolastico ha contribuito ad organizzare corsi di aggiornamento e laboratori per insegnanti anche sul tema dell’identità e della differenza e le conseguenti possibili applicazioni didattiche. Nel 2008 a Padova è stata tra le organizzatrici di “1968 – 2008: Memoria e Desiderio delle Donne”, eventi artistici e culturali intorno ai movimenti femminili e femministi di ieri e di oggi. Attualmente, partecipa ad un progetto di cooperazione internazionale in Burkina Faso ed è attiva all’interno dell’Associazione “Il Colibrì” di Monselice e dei Comitati territoriali in difesa dei beni comuni.