Francesca D’amico da architetta alla consulenza aziendale, passando per il lavoro sostenibile.
Tragitto non facile ma che è arrivato quasi per caso: dopo anni in azienda ha pensato di fare il passo verso l’autonomia, occupandosi delle piccole e medie imprese, dal processo produttivo in ottica di efficientamento sino a tutto quello che può servire ad un’azienda medio-piccola per un progetto di crescita. Sin dagli inizi si è rivolta alle realtà imprenditoriali della sua zona e soprattutto a quelle femminili; le PMI, spesso a carattere famigliare sono una risorsa, ma proprio per questo motivo possono avere difficoltà di varia natura, ostacolo ad una sana crescita economica.
Francesca lavora principalmente nella provincia di Frosinone, una sorta di terra di mezzo tra Roma e Napoli, un’area divisa tra provincialismo e progresso, dove si vive ancora molto bene ma che, in determinati ambiti, presenta ancora retaggi e condizionamenti che ostacolano i percorsi di crescita e di sviluppo. Fortunatamente il territorio offre persone, competenze e tante piccole aziende da supportare e consolidare attraverso collaborazioni che “guardano sempre più avanti”
Perché ”lavoro sostenibile” ?
E’ il nome dell’azienda per cui lavoro adesso che ha preso il nome dalla startup nata nel 2013 che si occupava di Ergonomia ossia di rendere sostenibile il lavoro specie per quelle risorse non più giovani e che lavorando nell’industria meccanica, medio-pesante fanno più fatica nelle movimentazioni ripetute, spesso causa di disagio e problematiche in ambito salutare.
Quali sono le difficoltà che hai incontrato?
I retaggi culturali. Le persone continuano a fare quello che si è sempre fatto, ”tanto funziona bene anche così” E’ un vero peccato, non considerare come proprio il concetto di “migliorabile” perché è un territorio veramente ricco, ma in alcuni casi è assente una idonea cultura per la crescita, soprattutto in aziende non strutturate. Confrontandomi oggi giorno con tali interlocutori, mi trovo ad esaminare aziende che si bloccano di fronte ad un problema magari anche semplice e di facile risoluzione, ma è proprio questa la sfida!
Ci racconti di te? Come hai iniziato la tua attività consulenziale?
La mia figura professionale inizia come “Visual Merchandiser”; dopo una prima formazione nel campo artistico-architettonico (ho tutt’ora una certa passione per la storia dell’arte e dell’architettura, soprattutto contemporanea) riesco a far parte del gruppo di Comunicazione ed Arredamento di IKEA S.r.l. Le diverse attività sostenute all’interno della multinazionale, mi permettono di occuparmi a vari livelli di tutta una serie di lavori, dalla progettazione alla realizzazione di intere Business Area. Il modello di lavoro di Ikea infatti consente un approccio fortemente specialistico ai suoi co-worker favorendo una formazione integrata, efficace e veramente completa.
Nel corso di 10 anni di impiego, ho potuto progettare dal corner stagionale sino al Reparto merceologico, considerando tutte le attività ed i parametri presenti, dalla comunicazione alla logistica, passando per il puro merchandising, che poi si traduce nella realizzazione di tutta la struttura espositiva dello store.
Ho partecipato ai re-buiding degli store di Milano-Corsico, Milano Carugate, Firenze sino all’apertura dell’ultimo store di Pisa; attività di questo tipo permettono innanzitutto di venire a contratto con free-lance di tutta Europa e non solo, e di conseguenza sono ampiamente favoriti contatti e confronti per una crescita personale, inoltre il lavoro in cantiere consente di verificare quanto la progettazione possa tradursi in implementazione.
Quindi lavorare per un grosso gruppo multinazionale ti è stato utile?
A livello di formazione interna, i concetti e le policy aziendali di una multinazionale nord europea, non sono stati solo efficaci e veramente utili, ma restano ancora oggi dei valori trasversali che, almeno in parte, altre aziende hanno ancora difficoltà a tradurre nel piano reale. Abbiamo parlato di:
comunicazione, brand, immagine, stile, lifestyle, vision e mission arredamento, luci, colori, punti focali, punti secondari, vetrinistica e merchandising
come progettare un ambiente, come progettare un reparto ed un compatto ma ci sarebbe tanto e tantissimo altro da dire per finire con le attività di tutoraggio, quindi come trasferire questi concetti al nuovo personale.
E poi?
In seguito mi sono dedicata alla progettazione pura, nello specifico Interior design, per aziende, piccole Imprese e privati sino alla svolta di un progetto più ampio in cui mi si chiedeva di progettare il primo Store di una azienda specializzata in Abbigliamento Professionale e Tecnico, per un programma di Ampliamento focalizzato sulla Sartoria Maschile di Alta Gamma ma anche di rivedere il brand, sovrintendere alla comunicazione e partecipare al Piano marketing.
E’ stato questo il punto di svolta, in quanto la richiesta dell’azienda cliente mi ha permesso un primo contatto dall’interno, su tutti i processi di produzione e di distribuzione del prodotto, passando dalla scelta dei tessuti, alle lavorazioni attraverso sistema Cad-Cam, sino alla comunicazione finale destinata alla ricerca di nuovi spazi sul mercato.
La presenza inoltre di un Body Scanner all’interno dello store, posizionato a Roma, ha indotto anche ulteriori considerazioni nel campo dell’innovazione e della tecnologia virtuale, fornendomi ulteriori possibilità di apprendimento e di conoscenze.
Il passaggio successivo dalla Sartoria Maschile di alta gamma, alle PMI è stato la logica conseguenza; nel corso di un anno mi sono ritrovata “effettivamente” all’interno di numerose piccole aziende operanti soprattutto nel campo meccanico-ingegneristico per aiutarle nell’organizzazione di processo e nei suoi miglioramenti, fino ad abbracciare numerosi altri campi di supporto e gestione aziendale.
Hai svolto molte attività ma come sei arrivata a quella attuale?
Come ho già detto, quasi per caso o forse no, certamente il mondo delle PMI, è stata una meravigliosa scoperta: ideare, progettare e produrre un qualcosa è un processo affascinante.
Tra le attività collaterali subordinate al tempo residuo, partecipo a diverse iniziative presso Istituzioni ed Enti sul territorio, come Camere di Commercio e BIC Lazio, adesso INNOVA, spazi attivi della provincia di Frosinone e Roma e non solo. La rete infatti permette un ampliamento di contatti ed informazioni assolutamente da non sottovalutare anzi ma da favorire.
Faccio riferimento sia ad incontri formativi per la crescita personale, sia alla organizzazione degli stessi o parte di essi, in funzione di specifiche esigenze o richieste contingenti.
Tali incontri permettono di conoscere numerose imprenditrici ed imprenditori a livello nazionale, che offrono prodotti e servizi di comprovata qualità ed eccellenza. L’approfondimento dei contatti e le visite ripetute nelle sedi aziendali, oltre la presenza ad incontri sistematici presso tali enti, hanno consentito la nascita di un piccolo progetto di rete imprenditoriale, basato proprio sulla valorizzazione e diffusione dei prodotti individuati ma anche delle loro ideatrici e di tutto ciò che possa stare “dietro” ad un prodotto di eccellenza, con finalità di diffusione e conoscenza.