Di solito, le autorità decretano che le donne non sono abbastanza autorevoli. Che non sono abbastanza. Il Comune di Milano ha fatto eccezione, si costituirà parte civile dopo ogni femminicidio.
di Daniela Tuscano
Non c’ero, oggi, a darti l’ultimo saluto. Non potevo, materialmente non potevo. Meglio così, si dice in questi casi. Per me non è una semplice frase di circostanza. Non avrei mantenuto la compostezza che la cerimonia richiedeva né conservato il riserbo davanti alle reazioni scomposte.
Di solito, le autorità decretano che le donne non sono abbastanza autorevoli. Che non sono abbastanza. Il Comune di Milano ha fatto eccezione, si costituirà parte civile dopo ogni femminicidio; ed è un primo, importante passo. Pur se, in generale, il potere politico e religioso, saldamente in mano maschile, si assenta. Non ci pensa. Non vuole. Milano è stata, secondo il solito, generosa, anzi, riconoscente. Ma altrove?
In verità fuggono, Jessica. Tu hai ribaltato la situazione. Il tuo corpo è diventato sacro e intangibile; ed essi, impuri. Da questo momento in poi, ogni uomo dovrebbe inginocchiarsi davanti a una donna per la sua libidine sciagurata, per il suo sesso inadeguato, mancante e furibondo; tu li hai resi minuscoli, fallaci e incompleti.
Così sei rimasta con le tue quattro necrofore, con tante compagne che avresti dovuto conoscere prima, con un sacerdote ad arrovellarsi, poveretto, sull’insensatezza del tuo assassinio: il quale, nella sua assurdità, insensato non è.
Ha il senso della superbia e dell’orgoglio, dell’egoismo e del razzismo. Sì, il femminicidio è la scaturigine d’ogni frode. È il male della conoscenza, della sostituzione dell’uomo a Dio. È assurdo, è folle, ma insensato no.
È toccato a te palesarlo, ancora una volta nel modo più crudo. Ma, forse, definitivo. Da oggi in poi si potrà parlare d’un “prima Jessica” e un “dopo Jessica“. La tua resurrezione sarà un’eco e avrà gli occhi d’ognuna di noi. E sarà terrena, perché per le donne non esiste l’artificiale barriera fra anima e corpo. Risorgerai ogni volta che ci opporremo alla violenza; ma pure, e specialmente, quando creeremo un nuovo lessico, quando la vita sarà declinata al femminile, e fonderemo una nuova antropologia, costruiremo altre città, saremo uniche ed eterne in un cielo stupefatto.