Un nuova collana di manuali, edita da Iacobellieditore, si propone, a cominciare dal nome, di diventare un punto di riferimento per ogni donna che intenda essere più consapevole, più fiduciosa e più autonoma.
Giocando sul termine inglese stronger, “più forte”, la serie Strong-Her – curata da Valeria Arnaldi – vuole dimostrare alle lettrici che a volte, per non sentirsi più sole, basta un libro che mostri come difendersi dagli stereotipi e dalle ‘gabbie’. Abbiamo chiesto di parlarcene alle donne che sono ‘dietro’ questo progetto.
L’editore Iacobelli è da tempo impegnato sul versante femminista, sia attraverso l’attenzione alle scrittrici e alle ‘personagge’ della letteratura, sia offrendo largo spazio alle autrici contemporanee e alle tematiche ‘al femminile’, come avviene nella collana “I Leggendari”. Stefania Baldazzi, responsabile ufficio stampa: come e perché nasce, oggi, Strong-Her?
In realtà la Iacobellieditore si rivolge con uno sguardo attento al mondo delle donne. E questo non solo con la collana I Leggendari, ma anche con le collane Workshop – volumi di saggistica di taglio multiculturale e multidisciplinare che hanno un’attenzione alla produzione femminile – e La cura – libri per imparare a prendersi cura di sé. Fino ad oggi però abbiamo pubblicato libri a carattere letterario, mentre la collana Strong-Her annovera al suo interno manuali che indicano gli strumenti pratici per affrontare e superare gli ostacoli, più o meno gravi, della vita femminile.
Strong-Her si presenta come una serie di “agevoli e approfonditi manuali di self-help per aiutare ogni lettrice a superare problemi, disagi, sfide della vita”. Valeria Arnaldi, curatrice della collana: in che cosa si differenziano questi libri dagli altri manuali di auto-aiuto in commercio?
Questi libri nascono con l’intento di aiutare sia chi vive problemi o disagi ad affrontarli, sia le persone che sono accanto a chi è in difficoltà per facilitare loro il compito di comprendere il momento che l’amica, parente o conoscente sta vivendo. I testi analizzano sempre la questione da più punti di vista, prendendo in esame anche storia, società e cultura per inquadrare le ragioni più ampie di quelle personali che possono aver influito sulla costruzione di una situazione o sulla sua percezione. Accade, ad esempio, in Non chiamatemi mamma, ma anche in Donne bersaglio, in cui analizzeremo pure gli aspetti ‘mobbizzanti’ della società. Sono manuali che offrono un aiuto concreto a chi ha un problema, pure grazie alle interviste a psicologi ed esperti, e al contempo invitano i lettori che non vivono il disagio a riflettere sul tema e su eventuali comportamenti errati messi in atto.
Valeria Arnaldi è autrice, per Strong-Her, di Non chiamatemi mamma. Sottotitolo: “senza figli e senza sensi di colpa”. È ancora molto forte, oggi, il pregiudizio (“se non ha figli è perché non può averne”) verso le donne che non sono madri, nonostante le numerose voci dal mondo childfree? Come affronti nel tuo volume l’argomento?
Non voler avere figli in questo Paese non è semplice, siamo nati e cresciuti nella tradizione di una società familiare fondata sulla filosofia della maternità come “completezza femminile”, che in una donna senza figli vede un soggetto a metà, incompleto appunto. In tale contesto il desiderio di una donna di non avere figli viene spesso e facilmente condannato come egoismo e non di rado la condanna non è esplicitata a parole ma fatta pesare con comportamenti. Le statistiche ci parlano di un numero sempre crescente di donne che non vogliono diventare mamme. Una realtà spesso chiamata di fatto a ‘giustificarsi’ socialmente. Il volume ricostruisce le radici culturali, educative, sociali, storiche della questione, affronta il tema del cosiddetto orologio biologico e soprattutto della ‘colpevolizzazione’ di cui possono essere vittima le donne senza figli. Ciò vuol dire indagare gli effetti psicologici, aiutare a ‘rispondere’ e rispondersi, raccontare chi sono le childfree, analizzare il fenomeno delle mamme pentite, delle gravidanze non volute, delle discriminazioni messe in atto contro le non-mamme talvolta perfino dalle mamme. L’intento è fare chiarezza sul diritto di scegliere se diventare madre o meno che, apparentemente riconosciuto a tutte, viene spesso di fatto ‘negato’ da famiglia, compagni, società.
Marcella Russano, autrice di In attesa, una delle due prime uscite della collana. Una gravidanza può essere desiderata o “inattesa”, come titola il tuo libro con un altro gioco di parole. Come aiuti, nel tuo volume, le donne che aspettano un bambino a vivere l’attesa nel miglior modo possibile?
In realtà, quando ho scelto il titolo del libro ho pensato all’opera di Beckett Aspettando Godot. Il tempo di una gravidanza è proprio così, “en attendant” qualcosa di impensabile e inimmaginabile finché il nuovo nato non arriva a sconvolgere la tua vita con una forma di amore mai vissuta prima, direi ‘estrema’ in tutti i sensi. Molto spesso la portata di questo evento viene sottovalutata poiché la società tende a ‘proteggere’ la futura mamma da pensieri negativi o preoccupazioni e ci si trova spiazzate di fronte a eventualità che non si aveva nemmeno idea di dover affrontare. A mio parere la consapevolezza è l’unica arma che le donne hanno a propria disposizione per poter affrontare questo sconvolgimento senza lasciarsene soverchiare. Quello che ho cercato di fare nel mio libro è quindi, partendo dalla mia personale esperienza, di aiutare le future mamme a farsi le domande giuste fornendo loro spunti di riflessione e un piccolo corredo di leggi, luoghi e indirizzi utili per chiarirsi le idee mentre sono “en attendant”, in attesa appunto. Essere consapevoli è il punto di partenza per essere “strong”!
Stefania Baldazzi, se puoi darci qualche anticipazione, come proseguirà la collana? Quali altri argomenti ‘forti’ avete intensione di affrontare?
Le prossime due uscite del 2018 affronteranno argomenti di grande attualità: NO, perché dirlo e Donne bersaglio: mobbing e stalking, mentre abbiamo in programma per il 2019 due titoli molto “stuzzicanti”: Suocere e nuore e Mai abbastanza, vittime della perfezione.
I primi manuali Strong-Her:
Valeria Arnaldi, Non chiamatemi mamma. Senza figli e senza sensi di colpa, “Strong-Her”, Iacobellieditore, pag. 128, 12 euro. A metà marzo in libreria.
Marcella Russano, In attesa. Come affrontare la gravidanza, “Strong-Her”, Iacobellieditore, pag. 128, 12 euro. A metà marzo in libreria.