Il prossimo 25 Marzo dirigerà il Requiem di Mozart per iniziativa l’Associazione musicale SiciliArte e il 22 Aprile sarà al Teatro Politeama di Palermo con la Women Orchestra in un progetto che coinvolge le professioniste dell’Orchestra Sinfonica e del Teatro Massimo, per un grande evento inter artes tutto al femminile.
In giornate come l’8 marzo si appunta l’attenzione ai problemi delle donne nella nostra società, ma anche alla riscoperta del contributo femminile alla cultura e alle arti. Ma purtroppo le donne sono ancora una presenza minoritaria in molti campi formativi e professionali. Noi, che l’abbiamo molto a cuore, riteniamo che la questione non sia sufficientemente affrontata nei conservatori italiani, che preparano ancora oggi poche donne alla direzione d’orchestra, carriera che Alessandra Pipitone, pianista e pianista collaboratrice interessata all’Opera e al repertorio lirico in genere, ha da qualche mese intrapreso sotto la guida di Michele De Luca, suo mentore e principale artefice della sua carriera artistica e professionale. Abbiamo posto a Pipitone, fondatrice di un’orchestra di sole donne, alcune domande sulla sua esperienza.
- Raccontaci com’è iniziato il tuo rapporto con la musica.
Ho iniziato a studiare musica all’età di 7 anni. Forse studiare è un termine un po’ esagerato, direi più a conoscere il mondo della musica. Ero una furbetta che voleva compiacere il suo papà ma senza professare uno spiccato interesse: non mancavano episodi grotteschi in cui veniva il Maestro a casa e io non sapevo neppure dov’erano i libri! Ricordo ancora che allora veniva interpellata tutta la famiglia, compresa la nonna per cominciare una “caccia al tesoro”… veramente improponibile! Mio padre era stufo e più volte ha minacciato di farmi terminare gli studi ma io – non so perché! – appena si temeva il peggio scoppiavo in lacrime e, come una devota, pregavo di continuare. Sentivo che dovevo continuare a studiare a tutti i costi, e finalmente all’età di 14 anni, quando il mio primo Maestro, Rocco D’Antoni, mi portò da quello che poi diventò il mio Maestro di Conservatorio, Salvatore Spanò, iniziai a fare sul serio. Sarà stata la maturità acquisita, sarà stato il programma affrontato che mi gratificava enormemente, da quel momento cominciarono tutti i miei studi responsabili: Conservatorio, Università, Bienni di Specializzazione.
- E la passione per la direzione d’orchestra?
La direzione d’orchestra mi ha sempre affascinato, specie da quando iniziai al lavorare per Enti teatrali del territorio in cui io stessa mi trovai a suonare in orchestra e a “subire” il gesto del direttore. All’inizio è stato traumatico come percorso in quanto nei conservatori di musica il pianista che viene formato è un solista e quindi non riceve alcuna disciplina in merito. Ma ho tenuto duro cercando d’imparare il più possibile. Proprio il M° Michele De Luca è stato il primo a introdurmi in questo mondo di gesti e complicità e dopo anni di collaborazioni mi ha chiesto se volevo buttarmi nel fantastico mondo della direzione. La cosa mi piaceva parecchio ma si è finalmente concretizzata questo scorso 24 Novembre, in occasione della giornata contro la violenza sulle donne in cui De Luca mi ha chiesto di mettere su un’orchestra tutta al femminile per dare voce per dare un contributo di solidarietà e di forza attraverso l’arte. Da allora a oggi continuo a studiare con grande amore.
- Perché un’orchestra solo femminile?
Le orchestre miste esistono da sempre, anche se il numero di musiciste è spesso molto inferiore rispetto a quello degli uomini: basta vedere i numeri delle orchestre dei Teatri maggiori. L’idea dell’orchestra femminile è un modo per dare voce alle donne, alla nostra forza, al nostro modo di fare arte con la sensibilità che ci contraddistingue. L’orchestra femminile è un modo per darci importanza e testimoniare che abbiamo tanto da dire attraverso la nostra arte.
- Cosa pensi dell’attuale sperequazione nel numero di donne e di uomini che si dedicano alla direzione d’orchestra? A quali cause lo attribuisci?
Ancora oggi ci sono delle discriminazioni, non prendiamoci in giro con la storiella della parità dei sessi. La donna continua a subire pregiudizi e scarsa sensibilità, in tutti i campi. Ci sono donne preparatissime in diversi settori eppure vengono spesso offuscate dalla figura maschile. È un retaggio che ci portiamo da sempre. Nel caso specifico della direzione, ho sentito più volte dire da esperti del settore: “il direttore deve essere uomo”. Sono stata lì a chiedere spiegazioni ma la risposta non esiste, in realtà. Io la chiamerei “abitudine”. Cioè… quando qualcosa entra nell’immaginario collettivo, avendo potuto solamente avere un’idea su una determinata cosa, difficilmente si riesce ad essere aperti ad altro. Lo facciamo pure nella vita quotidiana: se siamo abituati a un buon caffè, difficilmente vorremmo assaggiarne di nuovi, solamente per il piacere di scoprirne di altri. Così succede nella società odierna: la figura dell’uomo affidata alla direzione funziona, è bella da vedere, è autoritaria. Perché aprirsi a nuove realtà sconosciute? Inoltre, quello della direzione, è un mestiere che da poco sta cominciando a ramificarsi, grazie soprattutto ai corsi specifici che si organizzano nei conservatori. A maggior ragione c’è un lavoro di apertura mentale che necessita dei suoi tempi. Ma io sono fiduciosa.
- Quali i rimedi?
Più che di rimedi parlerei di volontà. Le donne devono continuare ad avere fiducia in se stesse e continuare i propri percorsi artistici a testa alta. Sono sempre dell’idea che ciò che semini bene, prima o poi fiorisce. Mai perdersi d’animo e con grande tenacia andare sempre avanti per la propria strada.
- Quali i tuoi progetti futuri?
Il prossimo 25 Marzo dirigerò il Requiem di Mozart per iniziativa dell’Associazione culturale musicale “SiciliArte” e il prossimo 22 Aprile sarò al Teatro Politeama con la W*Orchestra con un altro progetto promosso da De Luca e il Sovrintendente Pace, in cui prenderanno parte anche le professoresse dell’Orchestra Sinfonica e del Teatro Massimo per un grande evento femminile nel quale dialogheranno diverse arti a confronto, ma non posso dire altro se non… siateci!
Speriamo che l’esempio della determinazione e professionalità di questa giovane artista ispiri molte donne a perseguire la strada di questa prestigiosa professione. Auguriamo a lei e all’orchestra da lei fondata un grande e meritato successo.