Al PAN | Palazzo delle Arti Napoli, in contemporanea con la mostra Io Dalì, l’esposizione tematica Le città sull’acqua (promossa dall’Assessorato Cultura e Turismo del Comune di Napoli e curata da Enzo Battarra) presenta per la prima volta al pubblico, dal 24 marzo al 15 aprile, una selezione di opere inedite della pittrice Sara Giusti. Che, dopo aver attraversato il Novecento e sperimentato tutti i generi artistici, con tempere ‘miste’ e ‘sinorami’ ci dimostra oggi, ancora una volta, la sua capacità di trasformare la materia in Arte attraverso la ricerca e l’innovazione, per giungere sempre e comunque all’armonia.
“Architetture liquide”, le ha definite il critico d’arte Enzo Battarra: perché le opere di Sara Giusti esposte nella mostra da lui curata al museo PAN di Napoli «hanno luci irreali, si specchiano nell’acqua e nei sogni. Sono città stratificate, metropoli futuribili, agglomerati urbani che si inerpicano su su fino a coprire colline, fino a sfidare il cielo. Sono città invisibili, forse invivibili, immaginarie e, perché no, inventate. Sono ricordi liquidi addensati in forme urbane, sono quartieri mentali fluidi, fluttuanti. Galleggiano sull’acqua.»
È intitolata infatti alla ricerca che Sara Giusti aveva rivolto alla ‘forma’ architettonica in tutte le sue declinazioni più fantastiche e sognanti (non a caso “onirica” ha definito la sua arte la scrittrice Giovanna Mozzillo) la mostra Le città sull’acqua, che racchiude solo una minima parte dell’immensa produzione artistica della pittrice siciliana, nata nel 1906 e scomparsa a Napoli nel 2004 dopo quasi un sessantennio di attività artistica e di vita partenopea. Una parte, però, molto significativa, perché la mostra al PAN riunisce due generi pittorici profondamente innovati da Sara Giusti: la “tempera mista”, che l’artista personalizza sin dagli anni Settanta facendo scorrere il colore, quasi senza servirsi del pennello, su fondi di carta scuri e cerati, ottenendo insoliti effetti cromatici e (in)formali attraverso le colature; e i “sinorami” − nome attribuito alle sue creazioni dalla pittrice stessa, dal greco antico σύν, “insieme”, e ὅραμα, “vista” − della sua età matura, “visioni di insieme” in cui ogni idea di rappresentazione figurativa definitivamente scompare e il tratto del pennarello, lasciato libero di correre nella mano dell’artista, disegna ciò che detta la fantasia, senza alcun limite se non quello dello spazio bianco del foglio.
Invenzione e tradizione coesistono insieme in questa mostra, che sorprende per il percorso ‘all’inverso’ compiuto dall’artista: partita da generi classici come olii e acquerelli, attraverso gli studi sulle possibilità offerte dal supporto cartaceo (i fondi neri cerati delle tempere, la carta per incisioni delle litografie e serigrafie, le pagine delle riviste per gli effetti tridimensionali dei collage, gli sfondi candidi su cui far risaltare i colori dei sinorami e persino i foglietti da riciclare per rapidi schizzi e disegni, tra i suoi capolavori), Sara Giusti giunge nell’età matura alla dissoluzione della figura in favore del segno che – nelle sue evoluzioni e circonvoluzioni – si fa significato, perché ognuno può vedervi ciò che la fantasia, o la psiche, gli detta. Così, ambigue come macchie di Rorschach, le colature e le sfumature delle tempere esposte al PAN possono suggerirci nidi di uccelli tra i rami intricati del bosco, cattedrali gotiche, paesaggi su laghi brumosi, grattacieli notturni, fiori e frutti, ma anche tutto ciò che in quel momento desideriamo vedere. La mostra espone anche una piccola scelta di opere figurative, un paladino e gruppi di donne; anche in questi casi, però, la fluidità del (di)segno spinge alla riflessione, non solo sull’opera, ma sulla condizione dell’umanità tutta: a ben guardare, il guerriero in armatura, apparentemente valoroso cavaliere, è sorretto da fili, quelli della siciliana opera dei Pupi.
Artista difficilmente inquadrabile in un genere, perché li aveva sperimentati tutti, anticonvenzionale, perché non aveva mai frequentato accademie, personalità irrequieta e multiforme in ogni aspetto della sua vita, Sara Giusti ci lascia in eredità, attraverso questa mostra, il suo ‘credo’: non fermarsi mai alle apparenze, trarre il meglio da ogni cosa, anche da quelle più semplici, e, soprattutto, rimanere sempre giovani dentro.
Per visitare la mostra “Le città sull’acqua”
PAN | Palazzo delle Arti Napoli | Sala Loft
via dei Mille 60, 80121 Napoli
La mostra, gratuita, è aperta dal 24 marzo al 15 aprile, dalle 9:30 alle 18:30 lun-dom; è chiusa il martedì.
http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/35032
Per informazioni sull’artista Sara Giusti:
https://www.saatchiart.com/saragiusti