Il segreto è imparare a far funzionare la mente in modo costruttivo e a sviluppare le potenzialità latenti, anche grazie al “pensiero femminile” in cui gran spazio viene dato alla intuizione, alla immaginazione e al senso del sacro. In lei è molto evidente la sua naturale capacità di sentirsi parte del Tutto e di cogliere i collegamenti tra i diversi piani.
Ci siamo conosciute all’Ispa (Istituto Sperimentale di Psicodinamica Applicata)dove per anni abbiamo entrambe insegnato la Psicodinamica Mentale, un sistema di contatto con le nostre dimensioni profonde che, attraverso la meditazione e la visualizzazione ci permette di riportare in equilibrio l’immagine che abbiamo di noi stessi e di compiere quelle trasformazioni che siamo pronti ad affrontare in ogni momento della nostra vita.
In particolare, inoltre, Gabriella Campioni, ex insegnante e counselor con diplomi e specializzazioni varie, indaga sul simbolo e sul mito, applicandone la lettura a svariate tematiche, la salute, la pace, lo sviluppo delle Energie del Femminile, la Dea Madre, la Maddalena, la saga di Artù, il rapporto con l’ambiente. Interessante una sua riflessione sull’errore, pubblicata qualche anno fa sulla rivista Psicodinamica, in cui tra l’atro scrive: “un errore sta a noi come una foglia sta all’albero o il cavallo al cavaliere. Se passo dal dire “ho sbagliato” al dire “sono sbagliata, stupida” o quant’altro, mi tolgo la forza per rialzarmi e riprovarci e riprovarci ancora, come invece fa un bimbo quando impara a camminare e cade più e più volte sul sederino, instancabilmente. Senza “errare” non possiamo crescere. Senza fare l’esperienza dell’ombra non possiamo diventare guerrieri della Luce”
Come potrebbe non essere tra le altre Donne così ricche di Energia del Femminile ? Molto amorevole e naturalmente portata ad accogliere nel suo grande cuore persone e situazioni, sa osservare la vita sempre da un punto di vista nuovo, convinta che tutto possa essere affrontato e risolto senza vittimismo né dipendenza. Il segreto è imparare a far funzionare la mente in modo costruttivo e a sviluppare le potenzialità latenti, anche grazie al “pensiero femminile” in cui gran spazio viene dato alla intuizione, alla immaginazione e al senso del sacro. In lei è molto evidente la sua naturale capacità di sentirsi parte del Tutto e di cogliere i collegamenti tra i diversi piani.
Stare accanto a Gabriella riscalda l’anima perché in lei accoglienza e affettività sono il suo respiro, il suo sguardo sul mondo, il suo naturale approccio alla vita e alle persone. Tutta la sua ricerca e anche la sua vita é l’esempio di come sia possibile transitare da una civiltà basata sul Potere, quella nella quale stiamo ancora vivendo, ad una basata sull’Amore, quella cui stiamo approdando.
Ha pubblicato “Il tuo medico interiore” , “Visualizzazioni di guarigione” (Ed. Xenia), ” Il manuale della Dea Guerriera” (Ed. Fabbri) e “Reiki”, una via che ha però da qualche tempo ha abbandonato. Inoltre ha curato “Meditare con Maria di Magdala, Donna di luce”, (Ed. Gabrielli), insieme al teologo Luciano Mazzoni Benoni e alla ricercatrice Silvia De Todaro. Con gli stessi autori ha anche partecipato alla stesura de “Il corpo liberato” (Ed. Gabrielli), ipotizzando il superamento di una cultura che vede il corpo come “peccaminoso”, “idolo” o “merce”, riqualificandone la sua sacralità. La Dea Guerriera rappresenta l’unione di immaginazione (qualità “femminile”) e azione (qualità “maschile”), ed è quella capacità di “prendersi amorevolmente cura”; di impegnarsi in prima persona sempre “pro” qualcosa anziché lottare “contro”. Ed è inoltre la capacità di rialzarsi dopo ogni caduta.
Gabriella ha affrontato il dolore più volte nella sua vita, da quando si è ritrovata ad allevare da sola i suoi figli non ancora adolescenti dopo un divorzio e ora sta vivendo un grande dolore, ancora recentissimo. La ringrazio di avere accettato questa intervista, nonostante sia in questo periodo così difficile e so che per lei non é stato facile ricominciare a vedere la vita attraverso la sua profonda ferita e a parlarne trasmettendo il suo entusiasmo e il suo amore.
Non è possibile non volere bene a Gabriella e non sentirla vicina, in ogni istante, anche senza vedersi e neppure sentirsi magari per anni, come è capitato a noi. L’Energia del Femminile è così evidente in lei, nella sua empatia, nel non giudizio, nel pensiero circolare e nell’inclusività. Parlando di sé dice che fatica con la espressione dell’emozionalità, in quanto ha imparato molto presto a sopprimere le emozioni. In realtà standole vicina questo non si direbbe, forse non se ne accorge ma talvolta trabocca di emozioni.. Chissà cosa succederebbe se le lasciasse uscire tutte!
*Dall’adolescenza dei tuoi figli sei stata una mamma single: cosa ha significato per te far crescere i tuoi figli da sola?
In realtà da quando avevano 10 e 8 anni. Non è stato facile conciliare il guidarli e il lasciarli liberi di fare le loro esperienze e di tirar fuori i loro talenti. Ha funzionato? Con uno alla grande, con l’altro… Perdonami, preferirei parlarne tra un po’, la pena è ancora troppo fresca.
*In una vecchia intervista mi hai parlato del momento in cui tuo marito se n’è andato come anno zero della tua vita. A distanza di anni diresti ancora oggi la stessa cosa?
Sì, è stato un anno zero non solo per quello, stavano cambiando molte cose. A distanza di tempo devo dire che, senza quell’evento, non avrei fatto tutte le cose che ho fatto e sto facendo a partire dalla Psicodinamica, è stato un calcio per molti versi salutare e sono contenta di essere riuscita a lasciar andare qualunque rimpianto o rancore, sono del tutto pacificata al riguardo. Adesso però ho un altro anno zero, ben più grosso, da elaborare…
*Quale dei tuoi libri rappresenta di più quello che sei ora e quale consiglieresti a te stessa di leggere in questo momento della tua vita e perché?
In effetti sto rileggendo il Manuale della Dea Guerriera, ho bisogno di quell’energia. Sto anche rivedendo in cuor mio “Meditare con Maria di Magdala, Donna di Luce” che ho scritto insieme a un teologo e a un’altra ricercatrice. Mi sento molto rappresentata da questa donna così bistrattata e ho sempre più la sensazione che nemmeno le “riabilitazioni” più recenti le rendano davvero giustizia. Sento che il nostro stesso libro è un punto di partenza per altre comprensioni.
*Cosa” è la Dea dentro di noi?
La Dea Guerriera in fondo è la personalizzazione di una forza che, come dicevo, appartiene a tutti noi essendo precisamente la Forza-Vita: siamo vivi, quindi c’è, è inevitabile. In un mito greco, all’inizio di tutto c’era solo “Lei”, Gea, che dal suo stesso seno estrasse, per parto virginale, quello che sarà suo figlio e sposo: Urano, il cui nome significa “cielo stellato”. Questo implica che il Principio Maschile era già dentro di Lei, ovvero che in Lei c’è tutto. Analogamente, in noi c’è tutto, siamo anche noi quel pancione dell’inizio dei tempi, in cui nulla era stato ancora scritto e tutto era possibile. I greci lo rappresentavano con l’Uroboro, il serpente che si morde la coda anche per segnalare che in realtà non c’è inizio né fine. Oggi trovo somiglianze con il campo quantico in cui tutto “è” presente eppure in divenire, in cui abbiamo la possibilità (sapendovi accedere!) di scegliere diversi futuri e persino diversi passati.
In alcune versioni del mito, insieme a Gea c’era Eros, che, ben lungi dal puttino alato che scocca frecce, è un dio potentissimo e difficile: è il dio che “dei due, fa uno”, implicando che nell’unione l’individuo muore in quanto tale, a se stante. Continuando con Gea, ogni notte Urano si corica su di lei ingravidandola… Non è un’immagine bellissima della Vita sul nostro pianeta?
* A questo punto, allora, mi viene da chiederti quanto siamo Terra, qual è l’analogia tra l’essere umano e la Terra… E quanto siamo Cielo?
Per me, se intendiamo la Terra come Materia e il Cielo come Spirito, siamo un mix di entrambi per quanto, al momento, instabile nel senso che, con la morte fisica, la componente Materia si dissolve. O meglio cambia: aumentando la nostra consapevolezza, la Materia si alleggerisce (si “illumina”) e lo Spirito si concretizza. Arriverà un momento in cui saranno fusi indissolubilmente e con ciò “risorgeremo” e “ascenderemo”, non saremo più soggetti alla legge di gravità e alla morte: è scritto in quello che ritengo il vero simbolismo della croce e comunque sta aumentando la tensione verso questo obiettivo. Fino a quel momento, a mio avviso la Materia che sembra dissolversi con la morte fisica viene immagazzinata in forma di programma nel nostro “cristallo akashico”, perciò entreremo nell’incarnazione successiva più leggeri, “spiritualizzati”, consapevoli.
*Ritorniamo a quel tuo libro che si intitola “Il Manuale della Dea Guerriera” che hai ricominciato a leggere: di cosa parla e quanto ti assomiglia?
L’immagine della Dea Guerriera l’ho derivata da Vandana Shiva, la stupenda donna indiana che da anni si batte per la salvaguardia dei semi naturali a fronte degli OGM. Una Dea Guerriera non porta frecce né fucili, le sue armi sono l’intelligenza attenta a tutto, la capacità di sentirsi appartenente, la determinazione a portare avanti il Progetto della Vita, il sentire ogni creatura come “sua figlia” e la resilienza, ossia la capacità di rialzarsi da ogni “disastro” armonizzandosi creativamente con le nuove circostanze, proprio come fa la Natura. In questo senso siamo tutte Dee Guerriere, no?
Il Manuale, in pratica, propone tre serie di situazioni “comuni” in cui può essere utile accedere a questa forza, che è insita in ognuno di noi, donne e uomini, per elaborarle e nel contempo crescere.
*Come possiamo prendere contatto con la Dea Guerriera?
Puoi raffigurarla come vuoi, puoi prendere un’immagine da Internet, magari una Madonna Nera… Come sempre, quello che conta è l’intenzione che quell’immagine rappresenti la TUA Dea Guerriera. Poi puoi chiacchierare con lei, metterla sul sedile accanto al tuo quando guidi, scriverle, dedicarle riti… Personalmente preferisco, mettendomi in stato meditativo, allargare la percezione dal mio corpo a un intorno sempre più ampio e, in quell’intorno, percepire quel quid impalpabile e indefinibile che tiene insieme tutto, che genera l’incessante divenire della Natura e della Vita… Che altro è, se non… Amore?
*Quanto, invece, la Dea Guerriera è distante da quello che tu sei ? A quale Dea senti di assomigliare ora?
Oggi sono chiamata ad approfondire il mio essere Dea Guerriera per via di una lunga, difficile esperienza con un mio figlio, culminata con la sua morte fisica. In qualche modo, rifacendomi alla mitologia (di cui peraltro non si parla nel manuale), sto vivendo la Dea Ecate (o Cerere) la cui figlia Persefone (o Proserpina) è stata rapita dal dio degli inferi. Confesso di essere ancora nella fase della ricerca… è un cammino decisamente impegnativo anche per il corpo.
*Cosa significa per te la parola “crisi” ?
Credo sia stato Spencer che ha definito la crisi come una decisione, “un colpo di spada che trancia di netto il tempo in un prima e un dopo”. A mo’ di battuta ti dirò che capisco il concetto di crisi ogni volta che faccio il cambio armadi e mi rendo conto degli abiti nei quali non entro più o quando mi si rompe irrimediabilmente un paio di scarpe in cui camminavo benissimo. Entro in crisi io, sì, ma anche quegli oggetti, nel senso che non ce la fanno più. Ma preferisco lasciare la parola a un futurologo che si chiama John L. Petersen e tra le altre cose pubblica notiziari con il titolo di “Future Editions”. Il tema è la crisi globale, il già citato tutto che sta cambiando lasciandoci in uno stato di incertezza. “Questa – esattamente qui e ora – è una straordinaria opportunità per evolverci. È la tua chance per diventare un umano nuovo. Con ogni probabilità questo è il solo modo per trascendere il cambiamento in arrivo mantenendo il tuo sé fisico e psicologico ampiamente intatto. È anche il modo per diventare uno dei “designer” del nuovo mondo che emergerà da questa massiccia trasformazione. A te, e solo a te, decidere come affrontare tutta questa incertezza. Se la vedi come un’opportunità senza precedenti per lo sviluppo personale – un’occasione da prendere al volo – allora l’intenzione comincerà rapidamente a fornirti soluzioni su misura per la tua situazione. Se hai fiducia nel processo, darà i suoi frutti. Alternativamente, se la sola opzione che ti sembra possibile è la paura, allora lo stesso identico processo di intenzione-manifestazione si metterà all’opera per assicurare che tu ottenga il mondo che pensi stia arrivando. È buffo, come funziona: noi decidiamo – e l’universo risponde.”
* Cosa ti ha aiutato ad affrontare i momenti più difficili della tua vita?
Che cosa mi ha aiutato nei momenti di crisi? Adesso dico la Dea Guerriera, in passato una certa capacità di accettare con semplicità le cose e andare avanti comunque. Ogni volta è stato come un puzzle che si sconvolgeva per dar luogo a un nuovo paesaggio.
* Ma tu sai chiedere aiuto?
Confesso che non mi è facile chiedere aiuto, anzi, direi che quasi mai mi viene in mente di farlo. L’arrivo di una sorella disabile al 100%, quando avevo sette anni, mi ha abituata ad arrangiarmi da sola, mi sono persino proibita i capricci infantili.
* E sai dare aiuto?
Do volentieri aiuto, ma non consigli di comportamento. Anche da prima di lavorare come counselor (ho mollato anche quello), preferisco dare consigli su modi in cui trovare da sé le proprie risposte. Sono abbastanza reattiva a frasi come: “fai questo per il tuo bene”, o peggio ancora: “te l’avevo detto!”, che trovo distruttiva per l’autostima, e rispetto al massimo il libero arbitrio delle persone anche quando mi capita di doverne pagare le conseguenze di tasca mia.
*Sei stata insegnante di scuola, hai anche diretto un coro di bimbi, e poi per una vita hai continuato ad insegnare agli adulti ad entrare in contatto con se stessi. Cosa significa per te “insegnare” nell’uno e nell’altro caso?
Cerco di ricordare sempre che “insegnare” significa “imprimere un segno dentro” e, conseguentemente, di muovermi in punta di piedi. Mi fa molto piacere quando incontro qualcuno dei miei scolari di allora e mi parlano delle cose che abbiamo fatto insieme, e sono state tante, tra le quali un palio in costume rinascimentale che, partito dalla scuola, ha coinvolto il paese quasi intero per molti anni. Trovo che fare e divertirsi insieme sia più efficace dell’insegnare comunemente inteso.
*E con gli adulti?
Oggi tengo un corso all’Università delle 3 età della Fondazione Humaniter. L’ho intitolato “Pensiero PRO-positivo e visualizzazione”. PRO-positivo è diverso da positivo, pur contenendolo: l’intento è vedere il problema da tutti i punti di vista per trovarne un’interpretazione in chiave evolutiva e orientarsi decisamente verso una soluzione, anche senza sapere quale può essere. Sono sempre presenti almeno 30-40 persone e ci disponiamo in cerchio in modo che ognuno possa parlare. Non ho un vero e proprio programma, in definitiva gli incontri diventano grandi chiacchierate quasi a ruota libera. Mi piace molto l’atmosfera che si crea, in particolare l’amicizia che si costruisce tra loro, mentre all’inizio, qualche anno fa, si sedevano in silenzio senza neppure guardarsi in faccia. Il primo passo è stato eliminare la cattedra!
*Tu dai molto spazio alla Immaginazione. Come la definiresti ?
L’immagin-azione è letteralmente l’azione con cui la mente fabbrica immagini. Tutto quello che leggiamo o viviamo viene tradotto in immagini mentali: è una sorta di escamotage con cui, ad esempio ricordando una vacanza felice, in un unico flash si condensano luoghi, eventi, fatti, emozioni nel loro susseguirsi; è come se l’elemento tempo scomparisse. Peraltro possiamo immaginare cose che non ci sono o non ci sono ancora, e anche in questo caso l’elemento tempo viene bypassato. Ma, come sempre, tutto dipende da come usiamo questa facoltà, dal nostro permetterle di fare il cavallo pazzo o dal metterla al nostro servizio, ad esempio per “buttare il cuore oltre l’ostacolo” o “vedere la luce in fondo al tunnel”.
*Che differenza c’é tra Immaginazione e Sapere?
Quanto al sapere, lo intendo essenzialmente in due modi. Anche qui semplificando, uno è imparare delle cose dai libri: è un sapere “razionale”, dimostrato, dimostrabile e “Maschile”. L’altro è un’intima convinzione che a volte hai dentro di te da tempo, a volte arriva come un lampo, una intuizione improvvisa per cui ti batti una mano sulla fronte ed esclami: “Aha, certo, è così e non può essere che così!” anche se non sai dimostrarlo e anche se poi questa piccola illuminazione può amplificarsi (di solito non si smentisce). È un sapere che sa pescare nel mistero, “Femminile”…
* E qual é il rapporto tra Razionalità e Immaginazione, ci può essere sinergia?
Einstein diceva che la logica (o razionalità) ti porta da A a B, mentre l’immaginazione ti porta dovunque (nell’Universo). L’immaginazione “vede” un qualcosa che al momento non esiste e la razionalità ha il know-how per realizzarlo nel concreto: la loro sinergia è la creatività. La Razionalità è “Mente Lui” e l’Immaginazione è “Mente Lei”; la Creatività è il figlio che nasce dal loro matrimonio. Credo che tutti anticipiamo immaginativamente quello che intendiamo fare o acquisire: “vediamo” la cena tra amici che vogliamo organizzare, un architetto “vede” la casa prima di stendere il progetto… Una cosa importante dell’immaginazione è che ha una qualità magnetica, ossia attrae le cose immaginate, magari inducendoci da andare in qualche luogo o a compiere certe azioni. Credo che lo si debba tenere sempre presente.
*Parli di “Mente Lui” e di “Mente Lei”..
Semplificando al massimo, direi che la “Mente Lui” è aggressività e la “Mente Lei” è accoglienza. Mi spiego meglio. Etimologicamente, aggredire vuol dire “andare verso” (dal latino ad-gredior). Quella che comunemente si intende con aggressività è la deformazione o l’esagerazione di una forza primaria che i bambini imparano senza bisogno di rinforzo, che spinge un feto a uscire dal ventre materno o una pianta a spaccare il seme e perforare la terra per proiettarsi verso il cielo, che induce una Dea Ferita a diventare Guerriera della Luce. Anche l’accoglienza ha i suoi lati ombrosi: può diventare prigione, madre troppo chioccia, possessività… La sinergia tra le due la chiamo “andare incontro a braccia aperte”. È simboleggiata dalla spada nel calice o nella roccia (ovvero nella Terra), da un anello al dito… È chiaramente una simbologia che si rifà agli organi sessuali e alla loro funzione. Esagerando un po’, senza la “Mente Lui” vivremmo ancora nelle caverne, senza la “Mente Lei” saremmo ancora nomadi.
*Qual è la tua visione del rapporto tra l’Uomo e la Natura?
Noi siamo la Natura e la Natura è noi in quanto manifestazione concreta della Forza-Vita. Vedo il tutto come le matrioske, le bamboline russe una dentro l’altra, o come i frattali. L’atomo, la cellula, l’essere umano, la Terra, il sistema solare, l’Universo, il campo quantico… li immagino come tanti pancioni gravidi uno dentro l’altro, perennemente impegnati a portare avanti il Progetto della Vita: un progetto complesso eppure semplice, il cui senso ci viene ripetuto in tutte le salse. Venendo alla Natura come ambiente attorno a noi, ritengo fondamentale la consapevolezza delle interconnessioni, o per meglio dire del fatto che tutto è “UNO”.
*Senza questa consapevolezza quali rischi possiamo correre?
Partecipando a un recente convegno sull’acqua, mi sono imbattuta nella raccomandazione, da parte dell’ONU, di evitare di risolvere un problema peggiorandone altri. Questo è ciò che abbiamo fatto per secoli basandoci troppo esclusivamente sulla razionalità. È come se stessimo dicendo: “Acqua, io ti ho danneggiata, adesso ti aggiusto dall’alto della mia scienza… ma solo perché mi sono finalmente accorto che senza di te non posso vivere, perché sei una “utility” o una “commodity” (così dicono certe relazioni!) di cui non posso fare a meno” In questo modo è facilissimo incorrere nell’errore paventato dall’ONU. Lo stesso, ovviamente, vale per l’aria, la Terra, noi stessi… Ma mi consola un po’ che cominci a parlarne l’ONU, un ente ben poco “spirituale”.
*A proposito dell’ONU, secondo te é possibile che una società riesca a mantenere la pace?
Kryon, ai cui messaggi canalizzati mi sto interessando da qualche anno, anche traducendoli , sostiene che la pace sulla Terra avverrà automaticamente quando realizzeremo la “coerenza” con la Sorgente Creatrice, ossia la capacità di sentirla continuativamente dentro di noi, grazie all’amore e alla compassione incondizionati. Ed è solo il primo passo per ben altro… Stando ai vari mass media sembra un obiettivo ben lontano, purtroppo pare che ancora abbiamo bisogno di “martiri” e tragedie per risvegliare in noi la solidarietà. Tuttavia stanno montando movimenti e iniziative anche di individui singoli che un bel mattino si svegliano e si rimboccano le maniche per fare qualcosa per l’Umanità o il pianeta, ai livelli o negli ambiti più svariati. Credo profondamente che tutta questa creatività e tutto questo amore genereranno (spero presto!) una massa critica che imprima un “salto quantico” o, come dicono alcuni, lo shift, un passaggio a un diverso livello evolutivo. Nel frattempo sto cercando di scovare esempi in tal senso, anche iscrivendomi alle più svariate mailing list, e di divulgarli tramite una pagina Facebook che ho intitolato *La Foresta Silenziosa
*Tra tutte le tue specializzazioni hai anche approfondito la Trama Alchemica®. Quali i punti di contatto con il Reiki e Psicodinamica che tu hai insegnato e praticato ?
Brevissimamente, la Trama Alchemica® è un metodo ideato dal francese Patrick Burensteinas il cui scopo è per così dire scuotere via la “polvere” accumulata con le varie esperienze non elaborate e riallinearci con l’Universo. Ma è un metodo “meccanico”, non c’è un’applicazione di energia come con reiki, né un lavoro mentale come con Psicodinamica. L’operatore mette le mani sul corpo del ricevente e semplicemente lo aiuta a “fare da sé”. Sono tutte e tre vie che mi hanno dato molto, ma sento profondamente anche in questo un cambiamento che mi sta portando non so ancora dove. È come se fossi in attesa di un “click” che non è ancora scattato. Non le pratico più, nessuna delle tre… Certo, ho motivazioni che qui sarebbe troppo lungo spiegare, ma quello che conta, per me, è proprio questo mio sentire “di pancia”.
*Cosa vuole dire per te “cambiare”?
Cambiare significa diventare diversi da prima ed è inevitabile…Il“futurologo” di cui ti ho già parlato ha detto una frase che mi si ha colpita: “Sta cambiando tutto, ma un tutto talmente tutto, che la mente non riesce ad afferrare quanto tutto sia questo tutto”. Significa che neppure la Terra sotto i nostri piedi è stabile, infatti sta cambiando persino il suo magnetismo e, insieme a lei, pare che ci stiamo portando verso una zona della galassia in cui non siamo mai stati prima, ricevendo radiazioni diverse.
*Tutti i modelli cui abbiamo fatto riferimento fino a ieri stanno cambiando?
Un’antica invocazione alla Dea dice tra l’altro che per la sua azione “a niente e nessuno è permesso restare com’era”. Dunque il cambiamento è “Femminile” e in quanto tale richiede immaginazione e creatività, trovare soluzioni inedite a problemi che sono inediti. Persino i report di enti sovranazionali come l’ONU o la EU parlano di situazione senza precedenti. I modelli – oggi si dice i paradigmi – di ieri non funzionano più. Non vuol dire che fossero sbagliati, semplicemente sono diventati obsoleti e inadeguati ai tempi, come la crinolina delle gonne delle nostre antenate.
*Spesso i cambiamenti fanno paura..
Certo, un cambiamento può fare paura perché implica un qualcosa di sconosciuto, ci porta fuori dalla nostra “zona di conforto.” Ma sta procedendo comunque. C’è chi lo cavalca, mettendo in atto la sua creatività, magari per inventarsi una professione inedita a fronte della crisi del lavoro. E c’è chi scalcia con tutti i mezzi, armi, sotterfugi e terrorismo inclusi, per mantenere lo status quo. Un’astrologa mi ha detto che la configurazione planetaria attuale fa venire alla luce le “pastette” e i sotterfugi nascosti. Ci conto!
*Per te i simboli sono molto importanti: come influiscono quotidianamente nella tua vita?
Tratto pochissimo i simboli “segni”. Per contro, tutto per me è simbolo: se tutto è “Uno”, ogni cosa, ogni evento, ogni situazione recano un messaggio utile per portare avanti il Progetto della Vita in senso sia individuale che collettivo, o forse per indicarci un trend che sta a noi scegliere di assecondare o no. È un mio piccolo modo, credo innato, per pensare in chiave multidimensionale. La prospettiva simbolica è presente in tutto ciò che faccio o vivo, il che a volte non è troppo agevole o può sfociare nel rimuginio mentale. Ma ho visto spesso che, lasciando girare per un po’ un certo pensiero senza giudicarlo, l’intuizione arriva. E ti devo dire che quando arriva è bellissimo. Un minuscolo esempio a livello globale. A mio personalissimo avviso, la diffusione di internet e lo stesso concetto di rete sono simboli e precursori di un tempo in cui comunicheremo mentalmente senza bisogno di macchine e realizzeremo la famosa pace… Per intanto ci stanno impegnando a usare un discernimento sia di mente che di cuore e di pancia e a utilizzarli per diffondere messaggi di luce.
* Ami molto anche i miti. Quale mito è più vicino a questo momento della tua esistenza?
Dei miti, Sallustio dice: “Queste cose non avvennero mai, ma sono sempre”. I miti costituiscono il tentativo di tradurre in parole i simboli, ovvero di dire cose che non possono essere dette perché appartengono a una zona che non riconosce le parole: l’Immaginazione e l’Intuizione, appunto. Del resto, “mito” ha la stessa radice di muto e di mistero e faceva parte delle scuole iniziatiche i cui allievi erano tenuti al segreto. A volte raccontano eventi storici o cambiamenti sociali attraverso l’intervento degli dèi, ossia di forze ultraterrene. Ne ho trovato uno che in pratica spiega come e perché è cominciata la sottomissione della donna…
Ti ringrazio per avermi chiesto quale mito mi rappresenta in questo momento, non ci avevo pensato. Direi che, a parte quello di Ecate al quale ho accennato prima, in me c’è una Arianna che ha un filo utile per arrivare al centro del labirinto. Il problema è che Teseo, che ha usufruito di quel filo, non era troppo rispettoso del Femminile… C’è ancora da lavorarci.
*Cosa significa per te il tempo che passa?
Domanda da un miliardo di dollari! I Maestri dicono che è un’illusione e lo credo, ma non riesco (ancora?) a evitare di sentirne i segni nel corpo. Il mio ex marito, che era un fisico piuttosto noto, ha perfino postulato matematicamente l’esistenza di una particella di tempo, che ha chiamato cronone…Su Internet stanno girando alcuni seminari online per il ringiovanimento, chissà…