Non succede spesso di incontrare Donne arrivate a posizioni di gestione aziendale molto ambite, quindi ho accolto al volo l’invito alla serata UCID di Monza dove l’ospite era Silvia Candiani, AD di Microsoft Italia.Semplice e determinata, con un sorriso sincero, si è presentata per quello che è: una Donna che ha conquistato una posizione invidiabile, passo dopo passo, esattamente come tutti i dirigenti di aziende meritocratiche.
Su questo termine potremmo scrivere mari di parole, ma non è l’attuale tema: Microsoft è un’azienda ad impronta americana, non soffre delle intemperanze imprenditoriali di cui le Donne italiane lavoratrici, lamentano. Chi vale e si impegna va avanti e fa carriera, senza distinzione di genere.
Tema cardine dell’incontro l’intelligenza artificiale e le possibili applicazioni, argomento molto dibattuto negli ultimi tempi. Ovviamente la presentazione della D.ssa Candiani è stata tutta al positivo, e non poteva essere diversamente. lndubbiamente la tecnologia ci ha sollevato da molte fatiche, ha permesso la velocizzazione di lavori e processi che fino a pochi anni fa erano piu’ lenti e gravosi, ma che prezzo stiamo pagando per tutto questo progresso?
Questo il tema della maggior parte delle domande a cui la D.ssa Candiani ha dovuto rispondere.
Un pubblico attento, ha ascoltato la posizione di Microsoft sul cloud, il trattamento dei dati sensibili delle aziende clienti, compreso il patto di segretezza e di non commercializzazione dei dati che stringe con le imprese che si affidano ai loro sistemi. Il paragone schiacciante sull’operato di Google ed altri provider, che ben sappiamo gestire in modo commerciale i big data raccolti dalla rete costantemente, non ha fugato tutti i dubbi. L’azienda sottoscrive un accordo di segretezza, ma noi, poveri ed inconsapevoli mortali, mai sapremo in che modo questo accordo viene rispettato.
Questo è il punto: dietro al sistema che noi vediamo sui nostri computer, dietro ai gestionali usati dalle grandi aziende cosa succede? Mai come in questo periodo, il tema della della privacy, del trattamento dei dati, è presente, ed il pubblico di imprenditori era molto interessato a saperne di piu’.
Le domande sono state incalzanti, piu’ morbide quelle del pubblico piu’ giovane, maggiormente specifiche quelle di chi ha accumulato esperienza e magari qualche problema etico dovuto alla gestione della rete aziendale.
Silvia Candiani ha risposto a tutti con calma esponendo chiaramente i processi assolutamente sicuri di Microsoft, senza mai nominare eventuali concorrenti: complimenti per la professionalità. D’altronde, quando si lavora per un’azienda leader, si ha poco da dimostrare.
Molto interessante, invece, il portale sviluppato per le Donne che offre la possibilità di un costante aggiornamento delle proprie competenze, strutturato con il Politecnico di Milano
L’ospite della serata, in copertina su Forbes, tra le 100 Donne piu’ influenti d’Italia, non è solo una competente e preparata dirigente, è anche un’attenta osservatrice del mondo del lavoro femminile, fondatrice di Fattore D, dove D sta per Donna.
Mi è sembrato doveroso porre una domanda anche in questo senso: la tecnologia ha aiutato molte Donne a lavorare da casa, facilitando le mamme nell’accudire i figli, la casa e la famiglia, e permettendo a chi vive in zone non troppo servite dai mezzi pubblici, di avere comunque un lavoro dignitoso. In questo momento dove la politica ed il mondo del lavoro dimostrano una poco vivace partecipazione delle Donne, cosa ne facciamo delle quote rosa, sono ancora utili, caso mai lo siano mai state? La risposta è stata un fendente, sinceramente non troppo inaspettato.
La percentuale di Donne laureate in Italia, risponde Silvia Candiani, è superiore a quella degli uomini, quindi supera il 50 % dei laureandi, mentre la percentuale di Donne dirigenti ed impegnate socialmente e politicamente in posti di rilievo rasenta il 20%. Mi chiedo – asserisce – cosa facciano le Donne nel lasso degli anni dopo la laurea, si addormentano? Le quote rosa non sono necessarie. Noi non le abbiamo mai adottate, ma deteniamo una policy aziendale in tal senso. Quando si ravvisa la necessità di nuove risorse, richiedo che le candidature rispettino la suddivisione del 50% tra uomini e Donne. La posizione lavorativa va al piu’ idoneo, senza questioni di genere.
Chi si impegna e dimostra di valere ottiene risultati, ed è l’unica strada.
Quindi, parliamo di impegno e competitività: competitivi sempre, senza eccessi, consapevoli che per ogni progetto bisogna avere un piano B ed anche uno C, e che si puo’ fallire e riprovare, sempre.
Su questa frase reale e semplice, che vale piu’ di mille motivazioni, chiudiamo un’interessante incontro.
Buon lavoro Silvia, da tutte noi