OMAR GALLIANI – LA BELLEZZA, IL FEMMINILE, L’ ARMONIA : LE RICONQUISTE NECESSARIE DELLO SPIRITO NELL’ ARTE.
Ho avuto modo di conoscere OMAR GALLIANI in occasione della sua mostra “ Blu Oltremare” tenuta nella sede della Fondazione Valente a Molfetta, una città costiera pugliese, nel nord barese, vocata da sempre alla cultura. Omar Galliani è un artista riconosciuto a livello nazionale ed internazionale. Eppure mi ha colpita per la sua dolcezza e sensibilità accompagnate da una qualità artistica veramente eccellente e senza tempo. Una mostra in cui protagonista è il disegno, alla maniera antica, sfumati leonardeschi, lineamenti delicati, tra Leonardo stesso e Raffaello, volti serafici, donne sideree nella levatura spirituale che trasudano. Dove gli occhi sono chiusi, si intravede una sorta di buddità, di meditazione profonda che tuttavia non isola, non respinge ma attrae, invita ad una silenziosa condivisione, una bellezza dello spirito immanente, possibile, ammirabile. Un manifesto della sua ricerca.
Emiliano, insegnante all’ Accademia di Belle Arti di Brera, ha un background artistico veramente notevole: ha partecipato a tre biennali di Venezia, numerose quadriennali di Roma,a biennali di Parigi, Tokio, San Paolo del Brasile,Pechino, ed ha tenuto mostre a Mosca( Museo Storico Statale), a Pechino, a Londra, giusto per dirne alcune, sue opere fanno parte delle collezioni delle Gallerie degli Uffizi, dei Musei Vaticani, Poldi Pozzoli di Milano, Kafa Museum di Pechino, Pinacoteca di Bologna, Gam di Torino, e tanti altri.Insignito dal Presidente della Repubblica dell’ onorificenza di Cavaliere delle Arti e della Cultura. Ce n’ è davanzo. Tuttavia la sua vasta cultura e il profondo spessore umano, lo mettono al riparo da ottusi personalismi e miopi individualismi. Persegue infatti l’ideale di un risveglio della coscienza degli artisti, una riacquisizione dei concetti di armonia e bellezza. Si auspica una levata di scudi, una forma di compattezza e comunità di intento tra gli artisti, per contrastare la disarmonia che da più di un secolo viene prodotta, ormai più simile a spazzatura che al vero fine dell’ Arte. Questo in realtà è un concetto che trasversalmente sta attraversando le odierne coscienze e trovo molto positivo il risveglio artistico da lui propugnato. Ma non c’ è progresso senza un approfondito studio delle radici.
Nella mostra terminata a fine Marzo, ”L’ultimo Caravaggio” eredi e nuovi maestri”, Gallerie d’ Italia ha voluto un focus proprio su di lui, sulla lezione dei grandi maestri. Lezione dei grandi maestri che per Galliani “non opprime ma diventa una via maestra dalla quale poter avviarsi in direzioni nuove ma sempre alla luce della bellezza come ideale spirituale” . Galliani ricompone quindi in modo personalissimo la frattura degli ultimi cento anni fra le tradizioni consolidate, grazie alle antiche tecniche da lui utilizzate, e le istanze contemporanee, operando una sutura e assurgendo ad una continuità che ben interpreta la sua volontà a riguardo.
Ecco, questo è dunque un percorso artistico veramente completo, che fa di lui quasi una gloria nazionale, il cui rispetto per l’ Arte dei maestri antichi, per il disegno e ” Le declinazioni del disegno”, tema su cui ha tenuto una Lectio Magistralis all’Ateneo di Bari, nel corso di questa sua mostra , ci dona una mano sapiente ed un ritrattista delicato, introspettivo, che segue e persegue un ideale di armonia quasi suprema.
Il maestro Galliani ha parlato del suo concetto di bellezza che prende le radici dalle splendide opere del passato da Raffaello a Michelangelo a Leonardo visibile nei suoi visi femminili ottenuti con tecniche antiche di disegno dove la manualità, la sensibilità e la bellezza si compenetrano in un risultato di squisita dolcezza tra il gusto moderno e la perfezione antica. Ie opere esposte a Molfetta sono perciò intime relazioni fra il moderno e l’ antico, qualsiasi colore indossino, sia in blu, sia in rosso, sia in carboncino.
Gli chiedo: Omar Galliani ha sperimentato svariate tecniche, dalla pittura, fino alle installazioni, ma le sue ricerche si concentrano sul disegno a matita e carboncino. Si può dire che il suo interesse per i maestri antichi ( alcuni dei suoi disegni ricordano gli sfumati delicati di Leonardo da Vinci ) è il punto di sutura fra una tradizione della bellezza e la ricerca della bellezza oggi?
Mi risponde in modo molto franco”:
La bellezza è una parola facile da pronunciare ma difficile da rivelare. In un tempo come il nostro intriso di orrori e vacuità è difficile ricostruire la morfologia della parola “Bellezza” nata da un desiderio estetico e culturale di armonia. Oggi la bellezza viene erroneamente interpetrata attraverso l’uso compulsivo della cosmesi o peggio ancora con la chirurgia estetica falsando la vera natura della bellezza che ha nel concetto di “tempo” la sua vera natura”.
Dunque la delicatezza dei suoi volti femminili è ben più polemica di quanto non sembri: dietro quella composta dolcezza, dietro quel silenzio, vi è una trincea, una resistenza al vuoto dello strombazzante mercatino che rutila ovunque. Parto quindi dai volti femminili presentati nella mostra molfettese.
Volti femminili, sempre la stessa donna, modella euroasiatica, mi precisa il Maestro. Angolature ed espressioni mutevoli ce la restituiscono sempre diversa, immersa in una bellezza spirituale e senza tempo, sempre unica. Il maestro ha dato un omaggio all’ arte e alla bellezza femmimile con una personale interpretazione, classica e contemporanea insieme, attraverso il viso femminile che è sempre stato investigato dai pittori del passato, il segno della bellezza come eternità, valore eternamente valido. Concetto utopistico eppure tangibile della bellezza spirituale, cui il maestro Galliani si rifà in ogni sua opera: una bellezza che da ritratto a ritratto, si declina in molteplici espressioni, forze tonali, profondità sensibili le cui variazioni il colore traduce, modula, consegna. In blu, in rosso, col carboncino nel più classico dei chiaroscuri, la donna, dai tanti volti, si offre, si chiude , interroga, sfida, sogna, ama. Al fianco fiori, draghi, chicchi, accompagnano come caratteri di un alfabeto segreto ma non imperscrutabile, i volti misterici, epifanie di un femminile sacro, cercato, contemplato. Questi visi femminili affermano una natura mantrica, simbolica, compaiono come visioni in dissolvenza nel dualismo tra luce e tenebre. La poesia dei tratti, la trattazione dolce della matita sul foglio di grana antica e preziosa, sottrae in apparenza materializza al colore per poi raggrumarsi nei chiaroscuri: richiama i grandi maestri antichi, svincolando altresì l’ anima dal contingente.
Gli chiedo dove nasce questo desiderio di scrutare nel femminile. La sua risposta è rilevante. Complessa.” Blu Oltremare “, in blu o in b/n , dolci o interrogativi, con gli occhi chiusi , che riportano ad espressioni classiche, belli eppure quasi ultraterreni, spirituali, chiedo a Galliani se questo modello richiama una sua specifica ricerca. È un ideale di femminile nel passato o nel futuro?
La sua risposta va logicamente nella direzione indicata dalle sue opere “Le immagini femminili o maschili” mi dice” che oggi invadono i nostri schermi, televisivi o videofonici, urlano, sorridono, fingono sempre, perchè distributori di offerte pubblicitarie . I miei volti ambiscono al silenzio e alla riflessione; ecco perchè spesso gli occhi nei miei disegni , restano chiusi , sublimati dal desiderio del silenzio”.
E come non essere d’accordo. Ha messo il dito nella piaga dei nostri tempi: l’ apparenza assurta a realtà. Se in antico l’ apparire era una forma di essenza, oggi il travisamento mercificante sottopone l’ immagine alla schiavitù del mercato, del vendibile. Nessuna immagine rimanda idealmente a qualcosa. Può solo suggerire un acquisto, perciò una svendita, un disvalore. La tragedia è che questo ” pensiero mercificante colpisce soprattutto la donna e il suo corpo, sempre utilizzati al fianco di qualsiasi cosa da vendere, quando non sia direttamente lei, ridotta ad una ammiccante stupidina la cui oggettivazione è paradigma di una subcultura da combattere senza ulteriori tentennamenti.
Domando al maestro qual’ è il rapporto di Omar Galliani col femminile nell’ arte e nella sua arte?
Una domanda pleonastica la mia, mi è già chiaro il suo profondo sentire . Galliani risponde, con la coerenza dell’ artista che ha già intrapreso e ben conosce la sua strada e la sua ricerca, che la donna per lui ” rappresenta la cosmicità della nascita, quindi la continuità dell’ esistente. L’origine, l’ omphalos (n.d.r. ombellico) della vita”. E tutto il resto è conseguenza: la donna, il femminile, è omphalos della esistenza che è omphalos dell’ Armonia. La Vita è Armonia, la Bellezza ne scaturisce come aspetto proncipalmente spirituale. L’ Arte può cogliere tutto questo Universo e restituirlo in una forma di sintesi, originale quanto ciò che sintetizza, armonica e bella, nel respiro di una spititualità strutturante.
In effetti, durante la presentazione del concept della mostra, presso la Sala Finocchiaro in San Domenico, chiostro seicentesco molfettese dall’ austera e concreta bellezza, Galliani ha argomentato in modo articolato ed esaustivo la sua poetica e le sue scelte. Ha parlato della Madonna del Cardellino, talmente perfetta da nascondere qualcosa. Secondo lui quel qualcosa è orrendo, come i lati terribili che albergano nell’ animo umano. Ma tutta l’ armonia dell’ arte nasce per contrasto da qualcosa di opposto, qualcosa che si vuole raddrizzare, mondare, guarire. Una operazione di alchimia spirituale, quindi, di cui l’artista per ancestrale e antico istinto si è storicamente occupato. Una risistemazione della realtà, un riaggiustamento che provvede, come fosse una taumaturgia plasmativa, a proiettare verso l’ esterno una bellezza che in effetti ne diverrà parte. Una missione spirituale e cocreativa, in definitiva, quella dell’artista, per riportare l’ armonia anche dove fosse stata spezzata. Un compito storicamente fondamentale per le società sempre più complesse degli ultimi millenni. Un compito disatteso nell’ ultimo secolo, considera amaramente Galliani durante la sua “conversatio” sul tema ” Riscoprire la bellezza” tenuto alla Fabbrica di San Domenico, Galliani, affermando la necessità di una nuova base di confronto e convergenza su un differente modo di porsi degli artisti contemporanei davanti al vero senso della bellezza, soprattutto spirituale, necessario ai nostri tempi vuoti e materialisti, e sulla tremenda responsabilità di cui gli artisti debbono tener conto riguardo al compito di “testimoni” di una , citando lo scrittore e filosofo Feodor Dostoewskij. Attraverso un percorso lungo i secoli e i luoghi della bellezza presenti in tutta Italia, toccando Urbino, la città ideale, e Firenze ,Venezia, le vestigia di Roma na anche il barocco di Lecce, il Salento come il romanico pugliese, Galliani ha misurato la necessità del riscoprire la bellezza a lungo obnubilata e invece tutta a portata di mano e d’ occhi, cioè a portata d’ anima per contrapposizione a quello smarrito senso della bellezza che ormai imperversa nelle menti e nell’ urbanistica moderna , tranne rare eccezioni.
Il femminile è per lui una forma di meditazione sul senso autentico della bellezza, quella vera, che è prima di tutto spirituale. La donna è una sublime espressione della esistenza, di quella bellezza che è espressa in tutto l’esistere e in tutto il creato, che è armonia in tutto l’ Universo, che guida la struttura di un fiore o di un albero gigantesco; un’ armonia che è riscontrabile in ogni aspetto dell’ Universo. L’ Arte ha cercato di mutuare questa armonia sin dalle sue origini. Armonia compositiva tanto evidente in un tempio greco, nella ricerca stilistica della scultura di una statua, nella pianta di una antica città.
La mappa mentale dell’ artista Omar Galliani si dipana tra il tempo e i luoghi: dall’ alba delle espressioni artistiche fino all’ urbanistica delle città rinascimentali, per lui è chiaro:gli artisti hanno concentrato i loro sforzi per aderire all’ armonia che viene dalla natura, per non interrompere questa armonia, in un flusso senza soluzione di continuità, che si traduceva in bellezza. L’ applicazione della sezione aurea nei più grandi e strepitosi monumenti, templi, chiese, Castel del Monte, parlando di esempi del territorio pugliese, ha dato testimonianza di bellezze architettoniche dall’ evidente afflato spirituale eppure di una immanenza miracolosamente in armonia con il territorio circostante, con la natura dei luoghi. Questa bellezza è ancora quanto oggi noi dichiariamo apprezzabile nelle città d’ arte, è quanto rapisce chiunque la osservi, perchè è intrisa di ideali classici, e ha come fine l’ armonia da vivere. Non vi è nessuna oppressione in queste “declinazioni” della bellezza.
Il dovere attuale degli artisti è quello di essere consapevoli di quanto la bellezza sia importante nel mondo. Soprattutto la bellezza spirituale. Queste sue parole, come possono trovare una adeguata applicazione nel mondo tecnologico e asservito alle logiche del mercato, anche d’ arte?Della mercificazione dell’ arte a causa del mercato, ha parlato alla Fabbrica di san Domenico come una piaga che è concausa dell’ arte spazzatura. Ora aggiunge:
” Non so cosa sia la bellezza ” la frase è del grande artista tedesco del quattrocento Albrecht Dürer . ” La bellezza salverà il mondo ” , altra bellissima frase scritta da uno dei più grandi e introversi scrittori russi dell’ottocento Fedor Dostoevskij. Spesso invochiamo queste massime per cercare una via di fuga o di resistenza all’ìncombere devastante di una decadenza umana annunciata da tempo ed oggi sotto ai nostri occhi. Cosa possono fare gli artisti? Se rileggiamo la frase di Dürer e guardiamo le sue opere ci accorgiamo che la sua inquietudine nel dare un nome alla bellezza si risolve splendidamente nelle sue opere che ancora oggi ammiriamo. Per Dostoevskij è un “urlo” lancinante di speranza lanciato dalla steppa gelida dell’esistenza. Tutti e due hanno in comune una parola ” desiderio ” che mutuata dal latino ” de sidus ” vuol dire ” dalle stelle “. Siamo quindi ” desiderosi” di bellezza, la bellezza si eternizza nelle opere dell’uomo, senza queste certezze l’uomo è perduto. Il compito dell’artista è quello di riportare l’opera fra gli uomini. Serve più coesione, un progetto unitario. Una didattica della bellezza che parta dall’istruzione infantile per arrivare a quella universitaria”.
Infatti, riferendosi alla famosa frase di Dostoevskij, Galliani si chiede giustamente quando in effetti l’ artista ha capito e ha compreso la sua missione di salvare il mondo. Il suo richiamo è dunque volto a una ripresa di coscienza dell’ artista nei confronti del suo medesimo dovere: il dovere che è quello di testimoniare la bellezza, salvare il mondo attraverso un’Opera responsabile, sempre e comunque volta ad un concetto di ordine di bellezza universale. La bellezza è visibile nell’ universo in qualsiasi cosa la natura produca e crei, Fiori, uccelli; animali. Un tramonto. l’ universo. In ogni creatura, in ogni luogo, Il creato riflette e trasuda bellezza. Persino laddove l’ Universo produce un apparente caos, in realtà vi è bellezza. Recenti e interessanti i tentativi di unire i concetti di arte e astrofisica, benchè sìano la riscoperta di concetti plurimillenari. Secondo Galliani questa bellezza, anche spirituale, non può non essere sempre onorata e sempre trasmessa dall’ artista. l’ artista ha questo dovere e soprattutto deve trasmetterla, perché la bellezza dell’ arte può contribuire a salvare il mondo mediante un atto volontario cosciente e consapevole di Arte Operata per il bello. Ma questa bellezza è sempre una bellezza prima di tutto spirituale.Molto grande dunque il fardello sulle spalle degli artisti contemporanei, soprattutto dei giovani. Quali consigli dunque , Maestro Galliani, può dare ai giovani artisti? E alle donne artiste? Ci sono differenze espressive da limare o da sottolineare?Il Maestro sposta l’asticella più in alto ” No, Non faccio differenze tra maschile o femminile. Il messaggio è senza “genere” di riferimento, uguale per tutti gli artisti. il consiglio è di non guardare troppo internet e svincolarsi dall’omologazione delle tendenze dominanti cercando quel ” se stessi ” non sempre facile da ritrovare”.Più che un consiglio è una regola aurea, questa donata dal Maestro Galliani, una perla preziosa da tesaurizzare in un mondo e in tempi di appiattente omologazione come questi. Uno splendido incontro, questo con il maestro Omar Galliani.
Per me illuminante per molti versi. Accade infatti che l’ Universo parli, attraverdo un evento, una persona, una situazione. Ritrovare i propri pensieri in uno specchio ha il sapore della risonanza. Nel 2011 tenevo a Molfetta la mia personale “ La bellezza di dentro – Porte sui mondi – Dimensione donna” in un universo di ritratti tutti femminili, coadiuvando la mostra con un mio piccolo scritto in cui affermavo la necessità di tornare alla bellezza di dentro, quella dell’ anima e dello spirito, per tornare a guardare il mondo con uno sguardo nuovo, con occhi nuovi. Auspicavo una totale rifondazione dell’ arte, completamente al servizio dell’ umanità per migliorarne la vita e rieducare le anime all’ armonia.
Mi valse una intervista della emittente regionale Telenorba e diversi articoli su una testate locali, e tracce di questa mostra dovrebbero esserci ancora su internet. Furono girate all’ interno della mostra alcune scene del cortometraggio ” Volti” di Antonio De Palo, che raccolse numerosi premi in tutta Europa. Se l’ Universo e la sua armonia si auspica divengano l’ oggetto di un ritrovato interesse da parte degli artisti, gli eventi mi suggeriscono che l’ Universo stesso a riguardo e con lo stesso fine, invia impulsi raccolti da chi è a lui connesso: gli artisti. L’ Armonia è una vibrazione che pervade il cosmo, forse quella materia di cui non si conosce il volto, astrofisicamente definita” materia oscura” , ma agli artisti poco importa il nome. Come la rosa shakespeariana, con questo o un altro nome , la bellezza sarebbe sempre quella e così il suo profumo spirituale, e a noi artisti, non importa in quale luogo o tempo si sia, questo profumo arriva forte e chiaro.
L’ Arte risponde ad un evidente principio di cocreazione, dunque non resta che guardarci attorno e cogliere l’ immensa e profonda bellezza spirituale presente attorno a noi e dentro di noi. Entrando a gamba tesa in un ” Rinascimento Armonico” che non possiamo più negarci. Ne và della sopravvivenza dell’ anima ma anche della intelligenza naturale, due aspetti dell’ umanità connessa all’ Armonia. Pensiamoci seriamente. Cambiamo radicalmente.
Webliografia:
Omar.Galliani – mostra Blu Oltremare- http://www.laltramolfetta.it/content_/news_zoom.asp?id_news=563