Soltanto negli ultimi decenni alcune donne hanno sfondato il cosiddetto “soffitto di cristallo” per raggiungere posizioni apicali in seno ad aziende, organismi ed enti internazionali, sindacati e associazioni professionali.
Un’accelerazione di questo progresso si è avuta proprio negli ultimi anni.
In Italia, nel 1900, Argentina Bonetti Altobelli è stata la prima donna a ricoprire la carica di segretaria nazionale della Federterra, mentre nel 1912 è stata la prima donna, insieme a Carlotta Clerici, a far parte del Consiglio Superiore del Lavoro. Argentina era nata ad Imola nel 1866. Fondò insieme ad altri la Federazione nazionale dei lavoratori della terra e la Cassa Nazionale Infortuni. Da ragazza non le fu permesso di studiare regolarmente ma lei, da sola e con determinazione, raggiunse comunque un elevato livello culturale. Amava moltissimo leggere e sapeva rinunciare a qualsiasi cosa pur di riuscire a comprare i libri. I suoi zii si lasciarono influenzare da una vicina di casa, instancabile nel ripetere che i libri potevano esercitare un’influenza deleteria sul carattere e sull’animo di una ragazza, e bruciarono purtroppo tutti i suoi volumi.
Così scriveva Argentina: “Sia dunque proposito delle donne socialiste […] spronare gli uomini a quest’opera di redenzione famigliare che deve trasformare la massaia nella donna, la femmina nella compagna, la schiava nella cittadina che saprà meglio comprendere ed amare l’uomo, meglio educare i figli per la società nuova che noi socialisti andiamo preparando ogni giorno”. E ancora: “[…] il proletariato femminile non dava segni di risveglio. Ciò mi faceva pensare che le donne fossero ancora schiave del pregiudizio e della falsa morale che vorrebbe farne dei ninnoli di lusso nelle alte classi sociali e delle serve nella classe operaia”.
Con l’avvento del fascismo, Argentina fu costretta a rifugiarsi a Roma dalla figlia e ad accettare umili lavori per sopravvivere, rifiutando sdegnosamente la proposta di Mussolini di diventare sottosegretaria all’Agricoltura. Morì a Roma nel 1942.
Marisa Bellisario è stata la prima donna italiana alla dirigenza di una grande azienda, la Italtel, ed è stata sicuramente una delle figure più rappresentative della storia del nostro Paese. Nata nel 1935 a Ceva, in provincia di Cuneo, nel 1959 conseguì la laurea in Economia e commercio all’Università di Torino. Il suo primo lavoro fu alla divisione elettronica della Olivetti: da quel momento ebbe inizio la sua carriera, in un crescendo di responsabilità fino alla vetta della Italtel nel 1981.
Fece anche parte, nel 1984, della Commissione Nazionale per la Realizzazione della parità tra uomo e donna. È morta prematuramente nel 1988. Oltre alla fondazione che porta il suo nome, viene ricordata con il “Premio Bellisario”, assegnato ogni anno alle donne distintesi nel mondo dell’imprenditoria.
Anna Maria Acone, alla fine degli anni Ottanta, è stata la prima segretaria confederale della UIL.
Franca Alacevich, prima donna a far parte del Consiglio Superiore della Banca d’Italia nel 2012, è stata anche preside della Facoltà di Scienze Politiche a Firenze.
A Elisabetta Belloni è stato conferito nel 2008 l’incarico di guidare, prima donna in Italia, la direzione generale per la cooperazione allo Sviluppo al ministero degli Affari Esteri; è stata anche la prima donna a dirigere, dal 2004 al 2008, l’Unità di crisi della Farnesina.
Nadia Bouzekri, nata e cresciuta a Sesto San Giovanni da una famiglia originaria di Marrakech, è la prima donna presidente dei “Giovani musulmani d’Italia”.
Maria Concetta Brescia Morra è la prima vicepresidente dell’ABoR (Administrative Board of Review), l’organismo istituito dalla BCE nell’ambito della Single Supervisory Mechanism sulle principali banche europee. Con questo incarico, conferito nel 2015, ha conquistato tre primati: prima donna, prima italiana e unica al di sotto dei 65 anni di età. È docente di Diritto dell’Economia e vanta un’esperienza lavorativa in Banca d’Italia di quindici anni.
Simonetta Di Pippo è la prima italiana, dal 2014, a dirigere l’Ufficio per gli Affari dello Spazio Extra-Atmosferico delle Nazioni Unite, che ha lo scopo di promuovere la cooperazione internazionale attraverso l’uso pacifico dello spazio, con una particolare attenzione ai Paesi in via di sviluppo. Simonetta è romana ed è laureata in Astrofisica: in un’intervista ha raccontato che subito dopo la laurea era andata dal suo professore a chiedergli una borsa di studio per recarsi negli Stati Uniti a fare ricerca. Ma il professore le rispose che siccome era femmina, sicuramente si sarebbe sposata ed avrebbe avuto dei figli e quindi per lui sarebbe stato un cattivo investimento. Simonetta ha fondato nel 2009 “Women in Aerospace”, un’associazione europea sul modello di una americana e con analoghe in Africa e in Canada che ha l’obiettivo di promuovere il lavoro delle donne in questo settore.
È un prestigioso primato internazionale quello raggiunto da Fabiola Gianotti, prima donna nominata alla direzione generale del CERN (Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare) nel 2014.
Patrizia Lotti, invece, è la prima donna eletta alla Presidenza dell’OICE (Associazione delle Organizzazioni di Ingegneria e di Consulenza Tecnica ed Economica) il 19 luglio 2013.
Emma Marcegaglia è stata la prima presidente dei Giovani Industriali dal 1996 al 2000, e nel 2008 la prima presidente di Confindustria.
Licia Mattioli nel 2012 è diventata la prima donna al vertice degli industriali orafi dopo ben centosei anni di dirigenza al maschile, e Barbara Morgante la prima a essere nominata amministratrice delegata di Trenitalia nel 2015.
La prima donna a essere eletta nella segreteria della FLM (Federazione Lavoratori Metalmeccanici) di Milano è stata Luisa Morgantini. Nata a Villadossola il 5 novembre del 1940, parlamentare europea dal 1999, nel gennaio 2007 è stata nominata vicepresidente del Parlamento Europeo con l’incarico per le Politiche europee per l’Africa e i Diritti umani. Ha inoltre fatto parte della Commissione per i Diritti delle donne e l’uguaglianza di genere. È tra le fondatrici della rete internazionale “Donne in nero contro la guerra e la violenza”, un movimento pacifista che ha saputo organizzare un vasto sistema nel campo della solidarietà e della diplomazia in opposizione alla violenza e al militarismo, alla ricerca di una pace costruita attraverso l’accordo, il sostegno e la comprensione di tutti i popoli. Per questo suo impegno è stata candidata al premio Nobel per la pace.
Elisabetta Strikland, nel 2007, è la prima donna ad essere nominata vice presidente dell’Istituto Nazionale di Alta Matematica; docente ordinaria di Algebra presso l’Università di Roma “Tor Vergata”, Elisabetta è anche scrittrice.
Anna Maria Tosto è la prima donna nominata, nel maggio 2015, procuratrice generale di Bari e a Lucia Votano, nel 2009, va il merito di essere la prima donna a dirigere i laboratori di Fisica Nucleare del Gran Sasso.
Tra le straniere ricordiamo:
Muna Abusulayman che è la prima donna saudita nominata, nel 2007, Goodwill Ambassador dell’ONU.
Diezani Alison-Madueke, invece, è la prima donna a giungere ai vertici dell’Opec (Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio), dopo l’elezione avvenuta il 27 novembre 2014. Laureata in architettura, dal 2010 è ministra del Petrolio del suo Paese, prima donna con questo ruolo in Nigeria.
Irina Bokovo, bulgara, è stata nel 2009 la prima donna a essere eletta direttrice generale dell’UNESCO. Nata a Sofia nel 1952, ha ricoperto anche la carica di ministra degli Esteri in Bulgaria.
Nel 2012 Nkosazana Dlamini Zuma è diventata la prima eletta a capo dell’Unione Africana, un’organizzazione internazionale che, dall’anno di fondazione, il 1963, non ha mai avuto una donna a ricoprire il più alto ruolo. Da sempre appassionata alla politica, è stata ministra durante la presidenza di Nelson Mandela.
Rosalyn Higgins, nel 1995, è diventata la prima donna eletta alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, mentre a Ashraf Jehan spetta il primato di prima giudice suprema in Pakistan, carica ottenuta nel gennaio 2014.
Christine Lagarde, politica francese che ha ricoperto dal 2007 al 2011 l’incarico di ministra dell’Economia, dell’Industria e dell’Impiego nel suo Paese, è diventata la prima donna a dirigere il Fondo Monetario Internazionale. In un’intervista al mensile economico Forbes ha dichiarato: “In base alla mia esperienza, le donne tendono a essere più aperte al dialogo e a preoccuparsi di più degli altri”.
Grace Larsen, nel 2015, è stata la prima presidente del “Tiger Inn Club” dell’Università di Princeton, fondato nel 1859, uno dei più prestigiosi circoli universitari americani che, fino al 1991, non ammetteva le donne.
Frances Morris, nel 2016, è diventata la prima direttrice del Tate Modern di Londra.
Una donna dai molti primati Navanethem Pillay: nel 1967 è stata la prima avvocata ad aprire uno studio legale nella provincia del Natal (Sudafrica), difendendo numerosi oppositori al regime dell’apartheid, ed è stata anche la prima donna di colore a sedere alla Corte Suprema del suo Paese.
Rabiatou Serah Diallo è la prima donna a capo di un sindacato in Africa, in Guinea. In un’intervista, alla domanda “Le donne africane saprebbero governare meglio degli uomini?” ha risposto: “Certamente, se affidassero i ministeri della Difesa, delle Finanze e degli Esteri alle donne, avremmo meno guerre, più sviluppo e parità e più cooperazione con altri Paesi. Ci sarebbero altri problemi, ma sicuramente meno danni e meno violenza”.
Nel mondo finanziario, Muriel Sierbert è la prima donna, a Wall Street, ad acquistare nel 1967 un desk al New York Stock Exchange e la prima a guidare una società di investimento. Muriel, nata a Cleveland nel 1928, frequentò la Western Reserve University per due anni, dovendo poi abbandonare gli studi per dare assistenza al padre malato.
Quando si trasferì a New York, nel 1954, fu assunta come tirocinante nella società di investimenti “Bache & Company”, percependo un salario di sessantacinque dollari a settimana.
Dopo aver lavorato per diverse società di intermediazione finanziaria, denunciò che i colleghi maschi guadagnavano di più, a parità di mansioni svolte, e le fu consigliato che per ottenere un salario paritario avrebbe dovuto “comprarsi” un posto al New York Stock Exchange.
Così fece, diventando la prima donna a Wall Street ad acquistare un desk, unica donna fra 1.365 uomini. Nel 1969 diventò inoltre la prima donna a guidare una società di investimento, la “Muriel Siebert & Company”, stabilendo che metà dei profitti della sua società dovessero essere donati in beneficenza ad altre donne per aiutarle ad iniziare la loro attività in finanza.
Negli anni Settanta lottò contro le “abitudini sessiste” dell’ambiente finanziario di Manhattan: una volta, addirittura, non le era stato permesso di usare l’ascensore proprio perché donna.
Dal 1977 al 1982 fu sovrintendente del sistema bancario dello Stato di New York. Nel 1987 per ottenere un bagno femminile al settimo piano del New York Stock Exchange, minacciò di installare una toilette portatile. Per tutta la vita condannò pubblicamente le politiche discriminatorie degli ambienti di lavoro legati alla finanza. Ha ricevuto diciassette lauree ad honorem. Nel 2007, a quarant’anni dalla conquista del suo desk, suonò la campanella a Wall Street alla fine delle contrattazioni.
Ammalatasi di cancro, è morta nel 2013.
È stata giustamente definita una pioniera della finanza a stelle e strisce.
da ”Le mille i primati delle donne” dell’Associazione Toponomastica femminile a cura di Ester Rizzo