Da molti anni studio come la mente possa influenzare la realtà in cui viviamo. Ne ho scritto nei miei libri, ne ho parlato, lo insegno nei miei seminari e questo sarà il tema del prossimo, esperienziale e residenziale a Calice Ligure nel mio B&B Joie de Vivre, dal 22 al 24 giugno, intitolato “Cambia-mente con il Sistema-Guida”.
Fondamentale, però, è capire di quale mente stiamo parlando. Troppe indicazioni sbrigative si leggono e si ascoltano ovunque su questo argomento, rischiando di discreditare qualcosa che dovrebbe essere una filosofia di vita che ha profonde origini culturali e che invece spesso si scambia per una moda new age.
Chiederci come la mente possa influire sulla nostra vita è domandarci prima di tutto chi siamo. Abbiamo un corpo ma non siamo solo questo nostro corpo, perché in noi si agitano emozioni e si affollano pensieri. Non siamo però nemmeno le nostre emozioni, le abbiamo, ce ne facciamo travolgere oppure le teniamo lontane ma non siano solo le nostre emozioni. E lo stesso vale per i pensieri, perché abbiamo dei pensieri ma non siamo solo quelli. Siamo un centro di energia consapevole ed è da questo centro che dobbiamo partire, come da una centrale di comandi, per utilizzare al meglio la nostra mente.
Pensieri, emozioni e corpo, quale di questi nostri tre aspetti tende a fare da padrone? A questa domanda i più rispondono pensieri oppure emozioni, invece si tratta del corpo e per comprendere questa mia risposta forse un po’ spiazzante è fondamentale la differenza tra come impara la mente e come impara il corpo. La prima apprende concettualmente, il secondo impara attraverso l’esperienza e la ripetizione. Se io, dopo trenta anni di dipendenza dalla sigaretta decido di smettere di fumare e la mia mente proclama il suo “Voglio smettere di fumare” , il mio corpo che per trenta anni dopo ogni caffè si è abituato ad assumere nicotina, risponde alla mente “ Ma chi me lo fa fare? Non posso farne a meno”. La continua ripetizione dello “stimolo-caffè” (“stimolo-stanchezza”, “stimolo-rabbia”, “stimolo-piacere”, “stimolo-sesso” eccetera) lo ha condizionato a stare bene fumando, poiché sa reagire sempre con la stessa risposta, “mi accendo una sigaretta”.
Inoltre ogni pensiero genera nel cervello una reazione biochimica che fa sentire il corpo esattamente nel modo in cui stiamo pensando. Se ci siamo finalmente concessi una mezza giornata sulla spiaggia, al sole, con un buon libro e siamo sereni ma ci passa accanto una persona che ha lo stesso profilo di quel nostro collega che ci sta facendo penare perché ostacola un progetto cui teniamo molto, cosa succede? La nostra serenità va a pallino, perché quella somiglianza porta con sé il pensiero di quel progetto e quindi della nostra difficoltà contingente e tutto questo genera rabbia. La rabbia scarica adrenalina nel nostro cervello che viene quindi inondato da questa sostanza chimica, uno dei neurotrasmettitori legati alle nostre emozioni. Il corpo quindi sarà istantaneamente attraversato dalla rabbia e si sentirà esattamente nello stesso modo in cui stavamo pensando. Pensieri di rabbia portano “il sentire” la rabbia che, a sua volt,a genera altri pensieri di rabbia che aumentano il “sentire” la rabbia e così via, in un circolo vizioso. Ripetendo più volte questo circolo vizioso non soltanto siamo in uno stato di rabbia-che può essere contingente-ma diventiamo persone arrabbiate, trasformando la rabbia nel nostro modo d’essere, in una delle sfumature predominante della nostra personalità.
Possiamo cambiare lavoro, compagno, compagna, città e creare nel presente condizioni di vita serene e soddisfacenti ma, se la rabbia è diventata un nostro modo di reagire alla vita anche quando non ce ne sarebbe motivo , il corpo crede di più alla sua chimica interna che non alle condizioni esterne. Ci ritroviamo quindi a vivere un presente ancora modellato sul passato, perché ci siamo abituati a reagire agli stimoli con la stessa risposta, in questo caso di rabbia. Quindi la nostra vita diventa una continua ripetizione del passato, se non cambiamo il nostro modo di pensare. In queste condizioni non potremmo mai cambiare perché il nostro corpo procede nella vita con il pilota automatico e un kit di reazioni preconfezionate. Ma la nostra vita non dovrebbe essere preconfezionata!
La fisica quantistica ci ha messi di fronte a sconvolgimenti rivelazioni, tra cui la consapevolezza che siamo immersi in un universo olografico in ogni più piccola parte del quale è contenuto l’intero. Da qui è un passo dedurre che nel tessuto cellulare del nostro cervello è totalmente immersa la nostra realtà interiore ma anche che quello che vediamo intorno a noi è dentro di noi.
Un altro punto fondamentale che ci arriva sempre dalle scoperte scientifiche e non da un pour parler di moda è che la realtà dipende dall’osservatore e che tutti noi siamo osservatori, o meglio ancora, siamo partecipatori. Pertanto noi siamo quello che guardiamo e, ovunque si posi la nostra attenzione, abbiamo qualcosa da percepire per noi. Tutte le infinite possibilità aspettano quindi di essere osservate e prese in considerazione per trasformarsi in realtà. Perché, allora, continuare a vivere nel solco tracciato spesso dalla nostra personalità a insaputa del nostro Sé, della nostra parte interiore profonda che, invece, continua a mandarci segnali per farci vivere più in contatto con la sua voce? Perché continuare ad ignorare i nostri talenti o le nostre aspirazioni, perché tradire la nostra vera natura non dandole nemmeno udienza?
Ma il punto di osservazione, attenzione, deve essere la nostra coscienza, quel centro di energia consapevole di cui parlavo. Se c’è un’ intelligenza che collega tutti e tutto profondamente, non esiste separazione tra noi e il resto del mondo ma anche tra noi e i nostri sé paralleli pronti ad uscire allo scoperto. Quello che cambia è sempre solo il punto di vista e spesso basta cambiare il nostro punto di vista per accorgerci come sia semplice scivolare in una diverse delle infinite possibilità che noi siamo.
Nel mio seminario residenziale a Calice Ligure insegno a riorganizzare la nostra architettura neurologica cerebrale per intervenire sul nostro corpo e sulla nostra vita attraverso i nostri pensieri. Ma, come da decenni faccio con la Psicodinamica Mentale e con altri sistemi di intervento sulla realtà, il punto di partenza è quel centro di energia consapevole, unica sala di controllo da cui è possibile agire in modo efficace, collegati con quel campo quantico in cui esistono tutte le possibilità come energia. Impariamo a fare in modo che il nostro cervello cambi prima di vivere l’esperienza che vogliamo modificare o affrontare per la prima volta, partendo dalla consapevolezza che la nostra mente, ai sui livelli interiori profondi, non coglie la differenza tra una esperienza realmente vissuta e una profondamente immaginata. Cambiando il nostro campo elettromagnetico possiamo quindi sintonizzarci con la nuova versione di noi ed entrarci a capofitto, trasformandola in realtà, lasciando andare la vecchia identità ancora connessa con il passato.
Vi aspetto..