Le battaglie civili non sono una partita di pallone, ma un diritto e un dovere per uno stato democratico.
di Maria Giovanna Farina
Prendo spunto dalle ultime polemiche per dire basta con le sterili discussioni, le coppie gay e lesbo non devono essere oggetto di speculazione né di destra né di sinistra.
Ogni volta che si parla delle famiglie arcobaleno entrano in gioco gli schieramenti quasi si fosse su un campo di battaglia stereotipato e preorganizzato, le battaglie civili non sono una partita di pallone, ma un diritto e un dovere per uno stato democratico. Ciò che è davvero intollerabile è l’etichetta che subito ti appiccicano quando apri bocca: se sei contro le unioni gay sei di destra, ultraconservatore e bigotto, viceversa se sei pro allora sei di sinistra, progressista e aperto alla diversità. Dove mi collocate se affermo di essere per la libertà di amarsi a prescindere dal sesso e dall’orientamento? Ma se poi vi aggiungessi che le adozioni per le famiglie dello stesso sesso sono auspicabili solo se ci sono due mamme e non due papà? E se poi dicessi di essere favorevole alla scelta di abortire nonostante ritengo l’aborto un trauma, una mancata vita, un dolore per la donna che lo deve agire? E se infine affermassi di essere contro l’utero in affitto perché è crudele verso la donna che deve privarsi del bambino che ha tenuto in grembo quando, oltretutto, ci sono tanti orfani da collocare?
Cerchiamo di rendere più facile l’adozione e smettiamola di strumentalizzare la famiglia per scopi diversi. Affermando tutto questo, voi etichettatori seriali in quale casella mi mettereste? Difficile vero? Considerare le situazioni cum grano salis è diventato un esercizio fuori moda!