Sappiamo che le donne nell’antica Grecia non potevano recitare e forse non sempre potevano assistere alle rappresentazioni. Ma da allora di acqua sotto i ponti ne è passata.
In età romana potevano recitare, cantare e ballare nei “Mimi”, spettacoli senza trama che rappresentavano la vita quotidiana negli aspetti più grotteschi. Ma le donne erano mal tollerate ed Ovidio scriveva che affollavano i teatri per “vedere e farsi vedere” e imbastire tresche amorose.
Ne Le satire di Giovenale leggiamo che le giovani donne andavano in estasi per mimi e danzatori e quando i teatri non avevano spettatori, s’improvvisavano attrici.
Nell’Impero Romano d’Oriente troviamo alcune donne dedite alla recitazione, come l’imperatrice Teodora che era un’attrice prima di sposare Giustiniano, ma tranne qualche rara eccezione, le attrici erano considerate “donne di facili costumi”.
Nel Medioevo la chiesa bandì le rappresentazioni teatrali non a carattere religioso e i ruoli femminili erano interpretati da uomini. È di quest’epoca la prima drammaturga: la badessa Rosvita (935-973 d.C.) che scrisse sei opere traendo ispirazione da Terenzio, dalle agiografie e dai vangeli apocrifi. Nei suoi drammi “le donne rivestivano un ruolo centrale e positivo e la fragilità femminile veniva rappresentata nell’atto di vincere la forza maschile grazie alla fede”. La critica le riconosce il merito di avere inventato “il dramma sacro”.
Nel XIV secolo le donne potevano interpretare i personaggi di balie, nutrici e far parte del coro.
Con la Commedia dell’Arte alcune poterono calcare i palcoscenici e addirittura scrivere canovacci e diventare capocomiche di professione.
La prima attrice che recitò in Inghilterra nel 1660 si chiamava Margaret Hughes
Nell’Ottocento abbiamo notizia di varie attrici, tra le italiane Anna Fiorella Pelandi, Carlotta Marchionni e Adelaide Ristori.
Lucrezia di Siena fu la prima donna ad esibirsi in una compagnia teatrale. Da un documento notarile del 1564 si evince che venne ingaggiata per una commedia durante il periodo di carnevale.
Aurelia Pincherle Rosselli fu, nel 1898, la prima italiana che scrisse per il teatro, Misty Copeland, nel 2015, la prima étoile nera dell’American Ballet Theatre di New York e Muriel Mayette, nel 2006, la prima donna a dirigere la Comédie Française. Muriel nel 2015 conquista un altro primato, questa volta in suolo italiano: è la prima donna direttrice dell’Accademia di Francia a Roma.
Edith Craig è la prima regista di teatro britannica. Era nata nel 1869 da Ellen Terry, una delle attrici più amate dell’Inghilterra vittoriana. Fu definita “pasionaria femminista delle scene”, essendo spesso coreografa delle feste e dei cortei suffragisti. È morta nel 1947.
Nel cinema italiano, tra le attrici, Anna Magnani è stata la prima ad aver vinto un Oscar per l’interpretazione di un film americano recitato in inglese. Le fu conferito nel 1956 per La rosa tatuata. Sophia Loren è stata la prima a ricevere un Oscar come migliore attrice, nel 1962, per il film La ciociara ed è l’unica italiana ad aver ottenuto due Oscar. Claudia Cardinale è stata la prima italiana a ricevere il “Leone alla Carriera” al Mostra del Cinema di Venezia nel 1993.
L’attrice Eleonora Duse fu la prima donna ad apparire sulla copertina del Times.
Milena Canonero, nata a Torino nel 1946, è stata la prima costumista italiana a cui hanno attribuito per ben quattro volte l’Oscar.
Pina Menichelli è stata la prima attrice siciliana ad esordire nel cinema muto, mentre Elvira Coda Notari è stata la prima regista italiana. Elvira tra il 1906 e il 1930 diresse centinaia di documentari, dei quali purtroppo non è rimasto nulla e più di 60 film girati prevalentemente nei quartieri popolari o della media borghesia di Napoli. Utilizzava spesso attori non professionisti e a causa dei contenuti realistici e a tratti scabrosi non fu mai apprezzata dai critici di allora e spesso sui suoi lavori si abbattè la scure della censura. Fu fortemente osteggiata durante gli anni del fascismo.
Lina Wertmüller è stata la prima donna in assoluto candidata ad un Oscar come regista, con il film Pasqualino settebellezze.
Cecilia Mangini è stata la prima donna che, nell’Italia del dopoguerra, ha raccontato quella realtà con la cinepresa. Nata a Mola di Bari nel 1927, oltre che regista è anche fotografa, saggista e sceneggiatrice. E’ stata definita una femminista ante litteram e dovette fronteggiare grandi difficoltà per superare i ruoli marginali in cui venivano relegate le donne in quel periodo. Ha dichiarato in un’intervista :”Essere donna era una specie di condanna agli arresti domiciliari, e il domicilio era il nostro sesso, erano la vagina, l’ovulazione, il corpo ,l’utero”. Il suo può definirsi un cinema di impegno politico e sociale.
Alice Rohrwacher, nata a Fiesole da padre tedesco, è la prima regista italiana a vincere il Grand Prix al Festival di Cannes del 2014 con il film Le meraviglie.
Jane Campion è stata invece la prima regista ad aver ottenuto la Palma d’Oro al Festival di Cannes nel 1993, per il film Lezioni di piano. È nata a Wellington nel 1954, ed è stata anche la prima regista donna a presiedere la giuria del festival di Cannes. Prima di dedicarsi al cinema ha studiato antropologia e pittura.
Kathryn Ann Bigelow è stata la prima donna a vincere il premio Oscar come migliore regia nel 2010 con il film The Hurt Locker, mentre Hattie McDaniel è la prima afroamericana a vincerlo, nel 1939, come migliore attrice non protagonista di Via col vento.
La prima attrice a vincere due Oscar consecutivi è Luise Rainer, nel 1937 con Il paradiso delle fanciulle e nel 1938 con La buona terra; entrambi per la migliore interpretazione.
Katharine Hepburn è stata la prima ed unica donna ad aver vinto ben quattro premi Oscar. Era nata ad Hartford, la capitale del Connecticut, il 12 maggio del 1907 ed è morta il 29 giugno del 2003 a novantasei anni, dopo aver deliziato il suo pubblico per più di sessant’anni con una carriera strepitosa, riuscendo sempre ad imporre la propria personalità e a far rispettare la propria dignità di donna e di artista.
Tra le registe straniere:
Ava DuVernay è statala la prima afroamericana a vincere il premio per la miglior regia al Sundance Film Festival nel 2012.
Alice Guy-Blanchè è stata la prima donna regista e produttrice nella storia del cinema. Era nata in Francia nel luglio del 1873 ed è morta nel New Jersey nel 1978.
Jennifer Lee, nata nel 1971, è stata la prima regista di un film d’animazione Disney.
Agnes Varda è la prima a ricevere la Palma d’Onore a Cannes. Nata in Belgio nel 1928 viene definita la prima regista femminista poiché ha sempre messo al centro delle sue opere l’analisi della complessità dell’animo femminile.
Haifaa Al Mansour è la prima regista donna dell’Arabia Saudita. È nata nel 1974. Nel suo film La bicicletta verde racconta la storia di Wadyda, una ragazzina ribelle della periferia di Riyad. Wadyda dissacra regole e tradizioni e si fa beffa della teoria della supremazia dei maschi imperante nel suo Paese. In sella alla sua bicicletta proibita, Wadyda esalta il desiderio di libertà e di autodeterminazione delle donne saudite, rappresenta la corsa verso l’uguaglianza di genere delle arabe. Una corsa ad ostacoli certo, ma necessaria a dare forza e speranza a tutte le ragazzine, future donne dell’Arabia saudita, e di tutti quei territori dove viene loro negata la libertà. Ovviamente il film è risultato sgradito ai governanti.
Da “Le Mille :i primati delle donne”dell’Associazione Toponomastica femminile a cura di Ester Rizzo