Com’è cambiata la gestione dei flussi migratori in questi anni – cosa sta accadendo. Un banco di prova storico, per l’ establishment europeo, miseramente fallito poichè rifiutato a priori.
Istituita nel 2004 con il decreto del Consiglio Europeo n. 2007 per rafforzare e ottimizzare la cooperazione tra le autorità nazionali di frontiera, Frontex, dispone di diverse aree operative che sono definite dal regolamento istitutivo e di un budget stabile di 240 ŕmilioni di euro annui, or ora triplicati dalla commissione Europea dell’ Area Shengen per sostenere l’ Italia.
Tra i compiti pricncipali di Frontex troviamo:
a) coordinare la cooperazione operativa tra gli Stati membri nella gestione delle frontiere esterne;
b) assistere gli Stati membri in materia di formazione del corpo nazionale delle guardie di confine, anche per quanto riguarda la definizione di standard comuni di formazione;
c) effettuare analisi dei rischi;
d) seguire gli sviluppi della ricerca pertinenti al controllo e alla sorveglianza delle frontiere esterne;
e) offrire agli Stati membri il supporto necessario per l’organizzazione di operazioni di rimpatrio congiunte.
L’ accordo Themis prevede che la linea di galleggiamento delle navi Frontex venga stabilita a 24 miglia di distanza dalle coste libiche, come era stato suggerito dal procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, secondo cui la maggiore vicinanza alla Libia consentirebbe di effettuare controlli migliori. Ma i libici sembrano essere molto lenti a riguardo. Gioverà ricordare, per non ingenerare confusioni, che di fatto non esiste più una sola Libia, ma almeno due, delle quali una rientra nell’ accordo Themis e l’altra non proprio, a causa di una sostanziale assenza di governo centrale ed una presenza di singoli rais e capi tribù che ogni volta che cambia governo in Italia, richiedono nuovi accordi, e nel frattempo chiudono un occhio e pure due sulle partenze dalle loro coste. Inmaginate cosa sia rifare gli accordi singoli, referente per referente. E per ora è così.
MA C’ È DUBLINO …
Il nodo centrale della riforma, su cui non si è trovato un compromesso tra gli stati europei, è l’introduzione delle quote di ripartizione dei richiedenti asilo all’interno dello spazio europeo, un principio inserito dall’Agenda europea sull’immigrazione nel 2015 e che mette in discussione il cuore del regolamento di Dublino III, cioè il principio secondo cui il paese di primo ingresso in Europa è responsabile della domanda di asilo del migrante.
Qui il crossing over tra Themis e Dublino diventa evidente e imbarazzante o almeno ambiguo.
Nel contratto di governo tra Lega e Movimento 5 stelle, si chiede che il regolamento sia cambiato con questa motivazione: “Il rispetto del principio di equa ripartizione delle responsabilità sancito dal Trattato sul funzionamento dell’Unione europea deve essere garantito attraverso il ricollocamento obbligatorio e automatico dei richiedenti asilo tra gli stati membri dell’Unione europea, in base a parametri oggettivi e quantificabili”. Oggettivamente apprezzabile perchè salvaguarda ogni stato aderente a Themis dal rischio di trattenere presso di sè tutti i migranti fatti sbarcare presso uno dei suoi porti. Cioè: l’ accoglienza nel porto non diventa un’ automatica assimilazione di tutti i migranti sbarcati: la ridistribuzione tra i Paesi membri dell’ UE è un principio di equità nel ricarico dell’ accoglienza. Invece la Bulgaria ha proposto una modifica che consente ai Paesi Ue che non vogliono rispettare questa equità di quote di ridustribuzione, di pagare ai paesi che se la accollino totalmente, una quota pro capite, per migrante.Questa proposta è eticamente poco rispettosa dello sforzo delle altre nazioni e il nostro governo ha disertato l’incontro, trovando questa modifica inaccettabile, supportato da molti paesi UE ma non da tutti.
Le quote di ripartizione sono sempre state osteggiate, in particolare dai paesi dell’Europa orientale, il cosiddetto gruppo di Visegrád (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria). A tre anni dalla cosiddetta crisi dei rifugiati, i paesi europei non hanno ancora trovato un accordo per evitare che l’Italia e la Grecia siano lasciate di fatto sole a occuparsi dell’accoglienza dei migranti, alla faccia di Dublino.
FIN QUI L’ ANALISI POLITICA. VENIAMO PERÒ A CONSIDERAZIONI PIÙ UMANE..
Questi ” migranti pagano per partire. Lo si legge ovunque. È vero? Si.
Una cifra che oscilla tra i 3000 e i 6/7000 euro a persona.
Dietro le oNG ci sono tristissimi accordi con mafiosi locali – se tutto va bene. È possibile? Purtroppo pare di si. Sono enti privati al soldo di qualcuno, persino di nazioni nord europee che pagano l’ intervento delle navi oNG con denaro di Frontex, cosa di per sè non direttamente possibile ma non escludibile. Forse paesi non concordi con la ridistribuzione dei migranti , secondo alcune gole profonde.Bisogna guardare ai fatti e rendersi conto di come l’ accoglienza sia stata strumentalizzata da delinquenti che hanno impiantato un giro d’ affari miliardario – e questo dovrebbe sollevare molte domande ad esempio sulle connivenze ad alto livello politico europeo, tremende da immaginare ma evidenti negli effetti – tutto sulla pelle di gente che viene sonoramente illusa, convinta a svenarsi, a fare debiti, pur di venire in Europa. Sono poveri? No, almeno non secondo i parametri africani. Sono ricchi? No. Vengono da zone di guerra? No. Con i barconi arrivano solo e unicamente i paganti.Siamo davanti ai Migranti economici. Nella stragrande maggioranza. I rifugiati, gli esuli, si spostano su altre rotte e arrivano quasi tutti in Turchia e Grecia.
Nessuno può essere così sprovveduto ormai da pensare che ci si trovi davanti a rifugiati politici o vessati da crisi alimentari. Le rotte dei migranti a ritroso portano tutte a nazioni ormai pacificate e/ o in via di sviluppo.
Anna Bono è una africanista esperta come pochi, basta leggere i suoi rapporti per avere una informazione più realistica ed approfondita di cosa sia e stia diventando realmente l’ Africa, il più ricco continente del mondo, e ne consiglierei caldamente la lettura. È un passo semplice che squarcia veli sulle realtà delle società africane odierne, che lottano per diventare autonome, per fiorire, per affrancarsi dalle guerre tribali e tuffarsi nello sviluppo mondiale.
Perchè donne con bambini di pochi mesi o persino incinte, poichè NON provengono da teatri di guerra, compiono questi lunghi e massacranti viaggi? Per capirle meglio e per avere una visione diretta delle cose, sono andata giù in Sicilia e ho parlato, tramite operatore culturale, con alcune di queste donne, non sono molte infatti le donne che tentano questa roulette russa, per fortuna: la maggioranza ha risposto che a sapere cosa la aspettava, il lungo viaggio e il mare ( molte non avevano mai visto il mare) non sarebbero partite. Molte non hanno risposto (qualcuno mi ha sussurrato che potevano aver subito violenza ) qualcuna ha detto che avrebbe raggiunto il marito, già partito e ormai allocato in paesi extra italiani, qualcuna il marito lo aveva a fianco… Il ceto da cui provengono queste persone non è ricco perchè i ricchi non si muovono e stanno diventando più ricchi. I poveri non si muovono perchè non possono pagare, qualcuno lo fa ma indebita sè stesso e diventa sostanzialmente un futuro schiavo in Italia, e questo la dice lunga su chi li fa spostare; chi si sposta in larga maggioranza sono persone del ceto medio, che sta subendo una fortissima pressione sociale ed economica e cerca di reagire per non cadere nella povertà, e scommette tutto sui giovani. Che partono. Si fanno prestare denaro anche dai parenti per pagarsi il viaggio.
É una odissea talmente complessa e per certi versi assurda che ce la possiamo spiegare solo dandoci tutte le colpe per i falsi miti che abbiamo seminato in mezzo mondo.
Per comprendere questo enorme movimento di genti bisogna utilizzare tutti i punti di osservazione ,non un punto di vista differente ma molti e complementari. Siamo tutti esseri umani, non faremo certo l’ errore di schierarci gli uni contro gli altri. Sarebbe inutile e una perdita di energie e della visione dell’ obbiettivo finale.Bisogna aiutare ed è evidente, ma il problema è serissimo e non può essere il mare a risolverlo richiudendosi su migliaia di poveri sventurati. I nostri militari, i nostri volontari, i nostri giovani, hanno raccolto in questo decennio centinaia e centinaia di cadaveri dal mare, e sono morti un po’ anche loro, recuperare il corpo di un coetaneo o di un bambino è lasciare andare in mare la propria età per abbracciare una pena che non andrà più via.Non è più ammissibile tanto strazio e neppure i lager libici sono ammissibili.
È necessario costringere i delinquenti che lucrano orribilmente sulle paure e sulla pelle dei migranti, a non farlo più. È un impegno nell’ impegno ma per onorare tutte quelle migliaia di povere vittime che il mare ha accolto nelle sue profondità,noi abbiamo il dovere di aiutarli, di non abbandonarli. Non possiamo stare mani in mano. È da folli.
Tutte le misure sono colme e l’ Europa deve smetterla di fare a seconda del caso, lo struzzo o il connivente. Gli stati- Europei e Africani – debbono parlare e trovare soluzioni reali. I viaggi della certezza dello sfruttamento non lo sono di certo. Questa rischia di diventare una disfatta umana, peggiore di quanto già non sia; nessuno può permetterselo.
A volte situazioni estreme riescono a far smuovere anche gli elefanti. Mi chiedo però se questa non sia che una avvisaglia di qualcosa di ancora più estremo. Non so, questo penoso girotondo in mare, da Erode a Pilato, di nave Aquarius, tristissimo. L’ Europa si dovrebbe vergognare e dovrebbe portare gli stati africani di provenienza di questi migranti ad un tavolo di concertazione come si fa tra tutte le nazioni del mondo che si vedono dipôli di flussi migratori. Invece solo polemiche e girotondi sui giornali: se le mandano a dire tra leader a mezzo stampa, ma che politica è questa? E nei fatti poi le assenze dell’ Europa, e l’ Italia a grattarsi una rogna epocale. Mi chiedo anche un’ altra cosa: ce l’ abbiamo davvero “più Europa” ? Non è una pretesa il pretenderla, è un diritto. Una necessità. Ma se l’ Europa non c’ è o ce n’ è troppo poca, mi viene il dubbio che non ce ne sia di più. Altrimenti l’ avremmo già vista, o mi sbaglio? E allora noi con chi stiamo parlando? Domande, a fronte di un mondo che corre e che non aspetterà l’ Europa malata di indecisione.
Un modo più ragionato e più ordinato, di operare accoglienze e scambi, si può realizzare, senza i viaggi dello sfruttamento ma nell’ ambito di accordi programmatici e lavorativi con gli stati di provenienza, cosa che sarebbe normale, perchè si fa così in tutto il mondo, e che eviterebbe tragedie di vario genere. Resta che l’ Europa sta fallendo un ruolo storico e l’ Italia ne sta uscendo in ogni caso da gigante, perchè , in bene o in male, si è caricata di un peso infinitamente più grande di lei. Anche prima di Frontex.
L’ Europa ha dato la brutta sensazione di voler realizzare una macchina “pro Italia” : lo ha fatto con l’ intenzione di scaricare a qualcuno un problema che non sa o non vuole risolvere. Sia per motivi politici sia per motivi di miopia .
Un banco di prova storico, per l’ establishment europeo, miseramente fallito poichè rifiutato a priori.
L’ Italia in tal senso offre un incredibile esempio : accordi bilaterali con la Costa d’ Avorio, hanno portato lì ditte e tecnici italiani e qui tecnici e studenti ivoriani, per una concertazione di servizi richiesti dallo stato africano e da noi offerti, scambi di competenze e formazione, commesse e contratti, quindi in reciproco vantaggio, per ottenere bioplastiche dagli scarti vegetali – ingenti a causa delle piantagioni di cacao presenti a perdita d’ occhio nella Costa d’ Avorio – e riciclare la plastica che a migliaia di quintali deturpa in modo terrificante le coste di questa nazione africana. Il progetto prevede la riqualificazione di tutte le spiagge e dei territori adiacenti, per trasformare la fascia costiera in un luogo turistico d’ eccellenza, con infrastrutture all’ avanguardia e soluzioni tecnologicamente supportanti; con impatti ambientali attorno allo zero, nel totale e assoluto rispetto dell’ ambiente e con una previsione di impiego da gridare al miracolo.
La vera sfida del futuro sta nel proverbio cinese “se vuoi sfamare qualcuno non dargli un pesce, dagli una canna da pesca“, cioè, se aiutiamo l’ Africa a costruire sè stessa, nel rispetto della sua autonomia ma sostenendola, collaborando con un continente che è la vera risorsa del futuro, senza nessuna pretesa di sfruttamento, come invece ancora stanno facendo alcune lobby internazionali e società minerarie, avremo un fantastico partner commerciale e realistiche proiezioni di interscambi lavorativi e di investimento.
Parlando ad esempio della Francia, quanto ad atteggiamenti lobbistici e di sfruttamento, che in tutto il marasma delle migrazioni dalla Nigeria sta giocando un brutto ruolo, debbo ricordare, poichè i più non lo fanno ed è grave – visto che l’ Italia dipende in larga parte per l’ elettricità proprio da questo – che per le centrali nucleari di sua proprietà ( ne ha dismesse una dozzina) e per 58 reattori nucleari, l’ uranio di cui necessita per farle produrre energia, è estratto in Nigeria – quinto produttore mondiale (e in Niger, paese confinante, terzo produttore mondiale ) – e la società che detiene i maggiori diritti di sfruttamento é la francese Areva.
Posso aggiungere che Gheddafi era, per questo tipo di affari, una grossa spina nel fianco, invece con la sua morte e la divisione della Libia tutto è diventato lineare per i francesi. I nostri cugini d’ Oltralpe hanno tirato fuori il peggio nei nostri confronti con Sarkozy e c’ è da chiedersi se le cose potranno migliorare. A giudicare dalle incredibili amnesie di Macron relativamente alla firma di adesione della Francia solo 5 mesi fa a Themis, si direbbe di no, se c’ è da aspettarsi altre sue boutades di fantapolitica.Ci vorrebbe una Europa che ridistribuisca doveri e compiti, oneri e competenze. Ma in presenza di nazioni con pretese di egemonia costruita sullo sfruttamento di nazioni all’ interno dell’ Europa stessa, trovo vi sia bisogno di ulteriori garanzie per le nazioni più deboli.
E dunque le soluzioni globali trovano luogo, lo dico a lume di naso e senza tema di sbagliare, nelle collaborazioni globali e nel sostegno globale. Lo sfruttamento dei popoli porta solo disordini, sofferenze e minacce alla vita umana in modo globale. Scegliamolo noi il mondo che vogliamo e portiamo la politica, obblighiamola, se essa vuole ancora avere un senso, a questo storico risultato, che non è utopia ma l’ unica scelta possibile.
Webliografia
http://www.camera.it/_bicamerali/schengen/fonti/convdubl.htm
https://europa.eu/european-union/about-eu/agencies/frontex_it
http://www.interno.gov.it/it/temi/immigrazione-e-asilo/frontex
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/migranti-themis-dopo-triton-nuova-operazione-frontex-47f9f329-83f7-4861-b3f0-40dd99a1918f.html
https://www.difesa.it/OperazioniMilitari/op_intern_corso/JointOperationTriton/Pagine/default.aspx
https://www.difesa.it/OperazioniMilitari/op_intern_corso/JointOperationThemis/ Pagine/
Joint Operation Themis-Difesa.it
https: //www.difesa.it
https://www.difesa.it/OperazioniMilitari/op_intern_corso/eunavfor_med/Pagine/default.aspx
http://www.direttanews24.com/anna-bono-vi-dico-io-chi-sono-i-veri-immigrati-che-arrivano-in-italia/
L’audizione di Zuccaro al Senato: “Alcune Ong favoriscono i corridoi umanitari”” su YouTube
https://youtu.be/bhWAc_HI824
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/carmelo-zuccaro-procuratore-catania-commissione-difesa-senato-utili-intercettazioni-comunicazioni-satellitari-0768d947-62a5-43bb-9541-ec39b9e8edd5.html
http://www.nigrizia.it/notizia/niger-dune-duranio
http://m.nigrizia.it/2018/05/23/avanza-la-tecnologia-made-in-africa/23444