Un maschietto alle Pari Opportunità, niente di strano se il Presidente del Consiglio, o almeno uno dei due vice presidenti fossero femminucce, invece niente di tutto ciò, anzi se andiamo a controllare, la presenza delle femminucce è scarsa, non solo nella squadra dell’attuale governo, ma pure fra vice ministri e sottosegretari.
di Katia Belillo
Per essere stato strombazzato come “il cambiamento”, questo compromesso giallo-verde mi sembra fin troppo “ancien regime”. Tra l’altro è stato cancellato il ministero per le Pari Opportunità, infatti il maschietto è un sottosegretario alle PO e ai giovani, insomma un tutto fare alle prese con due questioni che insieme sono un programma di governo!
Vale la pena ricordare che il ministero, anche se senza portafoglio, nasce nel 1996, nel primo governo di centro sinistra a guida ulivista. Rappresentò, in quella fase, una precisa scelta politica per sottolineare la volontà, in modo anche palpabile, per superare disuguaglianze e discriminazioni esistenti ancora fra maschi e femmine.
Si può anche affermare che in questi 12 anni non è che questo ministero abbia poi fatto chissà che, del resto sono anni in cui le tendenze dell’economia, la sua crisi e la sua egemonia, non hanno certo facilitato il compito della politica ad intervenire per eliminare gli ostacoli che si frappongono ai pari diritti fra tutti i cittadini. Se aggiungiamo che per lo più i nostri governanti quando è andata bene, hanno scelto di assecondare le leggi del mercato piuttosto che trattenerle, si comprende anche la difficoltà di intervenire per attuare i principi della Costituzione.
Però ritorno al tema, un declassamento delle PO e la sua assegnazione ad un uomo. Poiché il cognome Spadafora non mi diceva niente, sono andata a leggermi la sua biografia, un aitante campano, poco più che quarantenne, senza laurea e senza patente di guida, che sognava di diventare come Pippo Baudo. Come inizio niente male, poi scopro l’iter che lo ha portato a diventare uomo di fiducia dell’astro nascente nel variegato M5 Stelle Luigi Di Maio. Il suo cammino fra strade e stradette della politica ha inizio giusto 20 anni fa e comincia nientepopodimeno che con Clemente Mastella e il suo Udeur, poi un saltino tra i verdi di Alfonso Pecoraro Scanio, per spostarsi nella margherita di Francesco Rutelli che lo incaricò di costituire il movimento giovanile, non mi è dato sapere i risultati ottenuti in questo compito, so che quando Rutelli divenne ministro lo volle capo segreteria ai Beni culturali, con lo sfiorire della margherita il nostro prode salta nell’Italia futura di Montezemolo. Forse questo ultimo fulmineo passaggio fu il viatico finale per diventare il più giovane presidente Unicef del mondo, e in questo ruolo fece simpatia alla allora ministra delle pari opportunità, Mara Carfagna, tanto che il prode Spadafora venne nominato dal centrodestra Garante della neo Authority per l’infanzia. Insomma non c’è che dire, uno che di cambiamento se ne intende e anche di opportunità!