Se una cosa e’ certa di questo momento storico , è il fatto che noi donne per migliorare la qualita’ della nostra, di vita , dobbiamo ancora una volta vedercela da sole.
Vedercela da sole nel senso che sperare oggi in un societa’ che possa finalmente attuare in pieno la seconda parte dello stupendo art 3 della nostra Costituzione , diventa sempre piu’ una futuribile chimera.
“E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana …”
La “persona umana”!E’ palese ,infatti, che “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale “che ,nel caso di noi donne, impediscono il pieno sviluppo della nostra persona non sembra proprio essere una priorita’oggi .
Ne’ delle Istituzioni ne’, tantomeno,della odierna politica.
Restringendosi cosi la possibilita’ di far ascoltare la nostra voce e ,a meno di non essere particolarmente testate da anni e anni di caparbia battaglia contro la prevaricazione , e diventando una lotta improba.
Indi per cui care ragazze, e’ il momento di rimboccarci di nuovo le maniche e pensare che ,parafrasando Gandhi,il cambiamento che vogliamo nel mondo davvero non possiamo essere che noi,soprattutto trovando noi le risorse per crearlo.
Questo ,purtroppo,nonostante l’empowerment femminile dovrebbe essere l’ area di azione in cui a livello pubblico sarebbe assolutamente necessario un intervento .
Intervento a livello sia sociale che individuale nei riguardi delle promozione della crescita personale e della consapevolezza delle donne. Perche’ ,se parliamo di conquiste raggiunte a fronte di battaglie culturali importanti dei decenni passati,e’ chiaro che tutto non e’ piu’ cosi certamente acquisito cosi come tutto non e’ piu’ cosi certamente scontato.
Allora ,se Power significa potere e To empower significa dare potere, capiamo bene che per “donna empowered” si intenderebbe una donna con potere sulle proprie scelte di vita e di salute , impegnata a costruire per sè un progetto autonomo , disponibile ai cambiamenti, fedele ai propri bisogni ,a sè stessa e al proprio modo di essere .
Pensate che meraviglia se davvero si creasse una tale opportunità!
Ma questo,nonostante quello che si pensi , a causa di copioni ancora imposti da usi,tradizioni e convenzioni sociali non e’ ancora possibile e ,badiamo bene, nonostante in apparenza ,la crescita sociale ed individuale delle donne italiane abbia fatto notevoli passi avanti.
La congruenza ,infatti, fra quello che appare o ci vogliono far pensare e le reali risorse “interne “effettive di ognuna di noi vede ancora l’esistenza di un enorme divario da colmare se pensiamo alle sfide poste da una societa’ non a nostra misura e non a misura di tutti gli infiniti ruoli che ci sono quotidianamente richiesti.
Scriveva poco tempo fa Chiara Volpato a proposito del maschilismo della nostra societa’:“ .. nel mondo occidentale il quadro non è omogeneo: in nessun luogo è stata raggiunta la piena parità; alcune nazioni del Nord Europa vivono una situazione avanzata, mentre altre, tra cui l’Italia, indugiano in una particolare arretratezza. Ho usato il termine particolare perché si tratta di una situazione in cui le donne non soffrono di carenze nelle condizioni di vita, istruzione, cure sanitarie, ma di carenze di opportunità, e quindi di fiducia. Le bambine che nascono in Italia non hanno le stesse probabilità dei fratelli di esprimere le potenzialità di pensiero e azione; le loro opportunità di governare le proprie vite e la vita complessiva del paese sono minori di quanto sarebbe giusto e di quanto sarebbe necessario per lo sviluppo complessivo della comunità”. Ecco,e si capisce cosi come mai leggendo
l’ultimo Global Gender Gap Report del World Economic Forum ,vediamo con sconcerto che l’Italia e’ precipitata nel giro di un anno di decine di posizioni rispetto finanche al 2017 (quest’anno all’82 esimo posto su 144 !)
Pensate che addirittura nel campo dello sviluppo delle donne in Italia circa l’ accesso ai diritti alla cultura,all’istruzione e al benessere (necessari strumenti per un empowerment femminile efficace) siamo piombati dal ventisettesimo posto del 2006 al sessantesimo,nel campo della sola Istruzione.
Insomma, ci sono più bambine che bambini che non vanno a scuola , e anche nell’uso di Internet si riporta una notevole diversita’ a vantaggio del mondo maschile.
Allora,semplicemente mi chiedo,cercando di riflettere insieme a voi che leggete.Considerando che ,come evidenziato,pare chiaro ci si debba organizzare da sole per migliorare la qualita’ della nostra vita e il nostro ambiente
cosa potrebbe servirci per renderci conto e per capire di cosa abbiamo bisogno ?
Cosa per arrivare a riuscire ad esprimere pienamente quello che vogliamo,riuscendo a trasmetterlo agli altri nel giusto modo e con la giusta sicurezza?Crescendo in consapevolezza e anche forza personale ,ma rimanendo noi stesse?
Io credo fermamente che un primo strumento importantissimo da acquisire ci sarebbe e lo vedo nel concetto di Assertivita’.Fondamentale per noi donne,fondamentale da conoscere e fare “nostro”.
Imparare ,cioe’,ad essere assertive.
Imparando a comunicare davvero cio’ che vogliamo,desideriamo e pensiamo.
Senza remore e senza sensi di colpa,soprattutto.
In un interessante testo di Edoardo Giusti , dedicato proprio alla assertivita’,si legge:“Molte persone non riescono a dire NO a causa di una eccessiva compiacenza verso gli altri. Fanno delle cose per gli altri senza porsi limiti,mettono gli altri al proprio posto e non si curano delle proprie necessità“
Arrivando a definire poi il raggiungimento dello stile assertivo di comunicazione come quello che comporta il raggiungimento di una serie di caratteristiche specifiche fra le quali ”…esprimere i propri bisogni e le proprie esigenze, assumersi le responsabilità delle proprie azioni e le conseguenze che ne derivano, accettare il punto di vista e le critiche costruttive degli altri, fornire critiche costruttive, non giudicare, essere in grado,insomma,di grado di comunicare le proprie emozioni senza permettere agli altri di manipolarci”.
Beh..mica poco e ,soprattutto,quanto tutto questo tocca il nostro mondo interiore come donne!
Quanto sarebbe importante riuscire ad esprimere cio’ di cui abbiamo bisogno e vogliamo nel giusto modo e nella giusta misura ,liberandoci dalla sindrome di eterne crocerossine del mondo che tanto ci pesa !
Prima che la fatica di non sentirsi capite faccia diventare tutto piu’ difficile,bloccandoci,fermandoci o,peggio ancora,demotivandoci prendendoci per stanchezza!
Insomma,se i tempi sembrano cupi mostrandoci la neanche troppo nascosta volonta’ di farci tornare indietro a volte (ma anche solo di lasciarci ferme al palo) pensiamoci da sole .
Pensiamo a strumenti per stare meglio,comunicare meglio,vivere meglio.
E facciamo rete.
Puo’ essere una strategia,e per qualunque eta’ si abbia.
Diceva Eleanor Roosvelt : “Nessun può obbligarti a sentirti inferiore senza il tuo consenso”.
Non diamolo a nessuno questo consenso.Mai.
E,soprattutto, impariamo a farlo.