Da sempre nella sinistra dei diritti sociali e civili. Ritiene la politica non una professione ma un impegno totale, faticoso, che richiede anche professionalità, ma dal quale si deve poter uscire in completa libertà in ogni momento.
Di Foligno consegue il Diploma di Assistente Sociale e la Laurea in Pedagogia all’Università’ di Perugia. Interessata alla mediazione familiare frequenta un corso in una scuola di pensiero romana . Il suo ingresso nelle istituzioni arriva 1976 quando eletta consigliere regionale dell’Umbria per due legislature nelle liste del PCI, in cui ricoprì la carica di vicepresidente del Consiglio Regionale.dal PCI. Successivamente divenne consigliere comunale a Perugia dove poi fu componente del Consiglio di Amministrazione dell’ASP, l’azienda dei trasporti pubblici della provincia di Perugia, e membro del comitato di gestione dell’USL. Giunse ad essere vicepresidente della Giunta provinciale di Perugia ed assessore con delega alla programmazione faunistica, servizi sociali, istruzione, cultura, sport e tempo libero, pari opportunità, in cui ha sperimentato nel 1997 il primo progetto di telelavoro in una pubblica amministrazione.
Racconta nel suo profilo ”Facebook’ ”’l’esperienza e lo studio mi ha portato a conoscere i meccanismi delle amministrazioni locali. Ho avuto l’opportunità di percorrere tutte le tappe della vita politico-amministrativa della mia Umbria. … Il mio ingresso nelle istituzioni arriva nel ’76 e fino all’85 ho svolto il ruolo di consigliere regionale nelle liste del PCI, il mio partito nel quale ho militato fino a quando me lo hanno scippato! In regione mi hanno nominato Vice Presidente del Consiglio Regionale Dell’Umbria, ruolo ricoperto dal 83 a l’85. Bella l’esperienza nel 1979 il coordinamento del comitato della regione Umbria per le celebrazioni dell’Anno internazionale del bambino. Così come il coordinamento nell’81 del comitato Umbro per le celebrazione dell’anno internazionale delle persone portatrici di Handicap promosso dall’ONU.
Sono stata anche la Presidente della Consulta della Regione Umbria per le Pari Opportunità fra uomo e donna dal 1977al 1987
Oltre ad aver ricoperto l’incarico di consigliere comunale nel capoluogo umbro, ho approfondito le mie conoscenze come membro del Consiglio di Amministrazione dell’Asp spa, l’azienda dei trasporti pubblici della provincia di Perugia, e membro del comitato di gestione della Usl n. 1. Importante l’esperienza acquisita come vicepresidente della Giunta provinciale di Perugia ed assessore con delega alla Programmazione faunistica, Servizi sociali, Istruzione, Cultura, Sport e Tempo libero, Pari opportunità. Con me la provincia di Perugia fu il primo Ente a sperimentare il lavoro a domicilio. E poi l’esperienza più forte, quella che ha messo alla prova ogni mia emozione e la predisposizione a conciliare il mio impegno e pubblico con quello privato, non è stata facile, anzi durissima, devo ringraziare le mie due figlie che sono state veramente brave nonostante la loro giovanissima età! Ho partecipato ai due Governi D’Alema (1998-2000) dal Ministro per gli Affari Regionali e nel Governo Amato (2000-2001) da Ministro delle Pari Opportunità.
Poi nel 2001 sono stata eletta alla Camera dei Deputati dove sono rimasta fino al 2008 anno. Proprio in quest’anno decido di uscire dalla politica attiva e di ritornare alla vita “normale”. Come solitamente fanno i pugili intelligenti quando si rendono conto che la partita è persa che decidono di scendere dal ring con le loro gambe. Oggi guardo attraverso la finestra di fb un mondo che non mi appartiene e che spero un giorno possa cambiare attraverso la riscoperta dell’umanità
Dalla pedagogia alla politica. Come è possibile coniugarle?
Direi la politica come pedagogia, dunque nessuna difficoltà a coniugare ciò che per me è prassi!
Nel centrosinistra da sempre dal PC a Rifondazione alla Sinistra Arcobaleno. Qualche critica o consiglio alla parabola discendente del PD?
Per rispondere alla sua domanda devo prima fare una precisazione, da sempre comunista, però ho sempre avuto chiara la differenza fra le idee e la politica, dunque sono prima di tutto una marxista, comunista marxista, che ha sempre militato in un partito comunista. Fino ad un certo periodo per tutti quelli che avevano la mia stessa ideologia non era difficile fare politica, avevamo la nostra casa, il Partito Comunista Italiano, un grande partito di massa e pedagogico, nel senso che i suoi militanti non solo abbracciavano l’ideologia marxista, ma s’impegnavano a spiegarla a quella parte di popolo sfruttato per insegnargli la necessità dell’unità e della lotta per sconfiggere l’altra piccola parte di popolo che li sfruttava. A mano a mano che sotto la spinta del capitalismo finanziario si sgretolavano le idee socialiste e il pensiero unico avvolgeva il mondo con la sua egemonia, il partito comunista, non senza dure e terribili lotte e travagli interni, si trasformò nei primi anni 90 in un vago partito di sinistra, vagamente ancorato alla tradizione socialdemocratica. Pur di mantenere una forza organizzata dei comunisti in Italia, aderii da subito al movimento della rifondazione comunista! Successivamente sempre per una valutazione politica rispetto ai rapporti di forza nella società e allo scivolare a destra dell’asse politico italiano, in disaccordo con la maggioranza di RC, per sostenere il governo di centro-sinistra, aderii al Partito dei Comunisti italiani. La resistenza fu veramente durissima, attaccati dentro e fuori, lo stesso PDS di D’Alema subì un assalto interno, guidato da Veltroni, per sua ammissione non comunista, che portò alla nascita del Partito Democratico. Potrei dimostrare che le sigle sono sostanza, ma mi allontanerei troppo dalla sua domanda e anche dalla sua pazienza. Dunque a ottobre del 2007 nasce il PD, come partito unico che superata l’idea di centro sinistra dell’Ulivo. I primi di febbraio del 2008 cade il governo Amato e il Parlamento si scioglie anticipatamente, a metà aprile sia andò al voto, il Pd ovviamente si presentò da solo, unica eccezione l’Italia dei valori, mentre rifondazione comunista, il partito dei comunisti italiani e i verdi dettero vita al movimento che chiamarono Arcobaleno. Assistetti inerme alla nascita del PD e alla fine in Italia della possibilità per qualunque partito, non dico comunista, ma anche semplicemente socialdemocratico, di avere una propria presenza organizzata, intuivo che la nascita del PD era la spallata finale all’idea della rappresentanza politica ed istituzionale delineata nella Costituzione del 1948! L’esperimento Arcobaleno fu l’ultimo drammatico tentativo di mantenere una magmatica sinistra così detta radicale, ma la legge elettorale allora vigente, soprannominata dal suo stesso ideatore porcellum non offriva alcun margine. Fu in quella occasione che decisi di scendere dal ring della politica, declinai gentilmente la candidatura che mi veniva offerta, sapevo che per i comunisti non c’erano più margini, nemmeno per definire alleanze, il PD non era il PDS, sapevo che avevamo perso, una sconfitta pesante, il mondo era cambiato e io non mi ci riconoscevo. Il PD e tutto ciò che è successo nella politica italiana dalla sua nascita ad oggi è stata una sciagura, la mia opinione è chiara da sempre, non doveva nascere ed ora deve solo scomparire!
Qual è il ruolo o la posizione che si è sentita di incarnare meglio?
Ho incarnato al meglio ogni ruolo o posizione che rafforzava il mio modo di essere me stessa! Mi sono impegnata ad essere coerente con la mia idea della vita e del rapporto fra le persone e tale predisposizione ha preteso un impegno totale nel privato e nel pubblico! Ogni incarico, ogni responsabilità, dentro e fuori le Istituzioni, dal più impegnativo al più semplice, ho cercato di svolgerlo con determinata leggerezza, mai serva ma sempre al servizio del grande progetto per l’emancipazione e la liberazione di ogni persona e dell’umanità! Soprattutto, e questo è importante per comprendere come ho ricoperto ruoli e posizioni, sempre con la valigia pronta!
I diritti civili?
Diritti sociali e civili da sempre, non riesco a vederli separati, perché al centro c’è la persona, la sua dignità e la vita! Sono convinta che ogni nato debba vivere la propria vita senza sofferenze, ma soprattutto che nessuno sia discriminato, perseguitato perché donna, o per l’orientamento sessuale o per il colore della pelle o per la propria condizione fisica! Sono decisamente in guerra contro chi infligge sofferenze ad un altro simile non solo perché sfrutta il suo lavoro per il proprio tornaconto ma anche contro chi pretende di decidere come gli altri debbano vivere la propria vita, impedendole addirittura di viverla.
Lei è a favore della fecondazione assistita. Ma lo è anche per l’utero in affitto?
Sono a favore di ogni scoperta scientifica solo se utilizzata per aiutare le persone a vivere meglio, dunque ben venga la fecondazione assistita, anche eterologa, se due persone adulte desiderano diventare genitori! Non sono contraria alla forma dell’utero in affitto, c’è chi pur di non far abortire una donna consiglia e sollecita l’adozione, non capisco perché si dovrebbe essere contrari ad un pre accordo fra chi è disposta a donare il proprio ventre e chi desidera avere una famiglia!
È convinta che si possa anche protestare contro le direttive del partito di cui si fa parte?
Forse per tutto ciò che ho dichiarato finora si può comprendere che per me il partito è uno strumento dove persone con lo stesso ideale si organizzano per raggiungere obbiettivi condivisi, per definire i quali si deve discutere in un confronto, anche serrato, negli organismi preposti. Se ci si rende conto che quel partito sta andando fuori dai binari, non solo è giusto protestare, votare contro ma anche lottare per riportarlo sui giusti binari… se non ci si riesce, non mi sono fatta scrupolo di abbandonare lo strumento diventato ormai stonato!
Donne nei partiti. Perché crede che la sinistra abbia così poche donne di punta ”visibili”? Maschilismo o fame di poltrone?
Quello che semplicisticamente e in modo sferzante viene evocato con il termine “poltrone” in verità significa spendersi per il potere! Le donne della sinistra non hanno maturato l’idea che valga la pena rappresentarsi come leader per occupare il potere! Non c’è solo un perché, la questione è complessa, né si può chiudere con una risposta che risulterebbe comunque incompleta! Però qualcosa lo accenno, più che maschilismo, in questa sinistra politicamente corretta c’è tanta misoginia e ad esserne più colpite da questa sono proprio le donne!
Il ministero per le pari opportunità ha senso di esistere ancora e se non c’è cosa si può fare?
Ormai mi pare chiaro che il ministero delle PO non c’è più, e non c’è più nemmeno l’obiettivo per il quale era stato voluto, cioè contribuire anche da dentro al consiglio dei ministri, ad eliminare le discriminazioni contro le donne e cancellare le condizioni di disuguaglianza! Tra l’altro è stato declassato in sottosegretariato proprio dal centro sinistra, se non sbaglio. Oggi alla dicitura “Pari Opportunità” hanno aggiunto “giovani”, il che mi sembra alquanto bizzarro, come se pari opportunità non sia già sufficientemente chiaro per specificare il compito che dovrebbe svolgere, basterebbe dare alle PO un campo più ampio d’intervento, come del resto feci io quando per 8 mesi ne sono stata ministro, introdussi attività d’intervento anche per le persone di diverso orientamento sessuale, insomma per tutte le persone LGBT! Mi chiede se possa avere senso rianimarlo, sinceramente per le esperienze, da quando è stato creato nel 1996 ad oggi, non mi pare che abbia brillato per azioni particolarmente eclatanti a favore della emancipazione e liberazione delle donne! Se servirebbe? Rispondo: certamente sì, ma stante le condizioni in cui ci troviamo a vivere e con le maggioranze che ormai rappresentano questo Paese, penso che ciò che serva veramente sia la nascita di un movimento di donne, che uscendo dal vicolo cieco in cui il neo femminismo s’è imbucato, ricostruisca un fronte per l’emancipazione e la liberazione per cancellare le differenze sociali e culturali, che stanno riportando le donne dentro al ghetto da dove pensavamo di essere uscite!
Si sente una donna in politica o una politica donna?
Mi sento una donna che vive la politica come impegno ideale e morale!
Cosa consiglia alle giovani donne che accedono a questa professione?
Prima di tutto dico alle donne che la politica non è una professione, è un impegno totale, faticoso, che richiede anche professionalità, ma dal quale si deve poter uscire in completa libertà in ogni momento. Fare politica è un’esperienza grandiosa, completa, che fa crescere, ma bisogna saper mantenere intatta la propria autonomia. Quindi prima di tutto studiate, fatevi una professione vostra, trovatevi un lavoro e nello stesso tempo partecipate attivamente, da protagoniste, alla vita sociale, civile e culturale della vostra città, dentro un partito, in un movimento, o in una associazione, ma sempre con passione, spirito di sacrifico e voglia di fare, per aiutare le persone a vivere meglio. Dopodiché si può fare di più, ricoprire incarichi organici e dunque pagati dall’organizzazione o anche cimentarsi con il governo nelle istituzioni locali, regionali, nazionali o europee, ma come ho già detto, sempre con il cuore, il cervello e la valigia pronta per girare i tacchi!