Dio salvi le Regine!
Anna mi sta parlando al telefono da un po’. Mi dispiace perche’ la sento davvero giu’ e per me le amiche sono importanti. Davvero un pezzo di vita e di “famiglia”. Donne spesso diverse fra loro ma tutte piene di vita , di interessi , di curiosità per il mondo. Donne capaci e desiderose di emozionarsi ancora, di saper godere di piccole come di grandi cose. Donne che hanno capito ,superata la soglia di eta’ oltre la quale in cui il principe azzurro è un piacevole miraggio da due battute davanti ad una pizza, che se non si e’ prima di tutto regine di noi stesse e per noi stesse nessun titolato in calzamaglia a cavallo potrà mai bastare per stare bene.
Insomma, sono qui al telefono con Anna e, senza parole, ascolto da lei l’ennesimo racconto di cui siamo in tante bravissime a diventare protagoniste. Quello per cui ci infiliamo in un ruolo che pensiamo di reggere perchè “tanto non ci fa male” , quello di cui riteniamo di essere lucide protagoniste finchè arriva un giorno…quel giorno che mi sta raccontando Anna, donna generalmente intelligente e consapevole , in cui ci accorgiamo che niente era cosi. Che la finzione non regge e che il tutto era esclusivamente il tenero , rinnovato tentativo di avere qualcosa per noi contando sul fatto che “l’altro” , chiunque sia, capisca la nostra generosa,amorosa e silenziosa dedizione. Dedizione che niente chiede ma ,senza rendersene conto, molto aspetta e vuole sia interpretata.
Invece no,il macigno casca sulla testa. Chi abbiamo vicino resta di stucco e ci dice che abbiamo frainteso ,che si tratti come in questo caso di relazione amorosa o qualunque altro tipo di relazione,e che “quello si capiva” dal nostro comportamento era altro.Generalmente il contrario di quello che intendevamo noi,ovviamente.
Cosi che non resta che prendere atto che il ruolo che avevamo assunto ,visto dall’esterno, non e’ quello che pensavamo di interpretare ed e’ anche ovvio che , chi ci aveva davanti ,ne abbia scelto l’interpretazione decisamente piu’ facile ,conveniente ed opportunisticamente oggettiva .
Care le mie ragazze , non so se converrete con me che è qualcosa che va cambiato e che, comunque,se anche lo si è già appreso a fronte di sonore e ripetute “musate”, c’e’ un modo che va trovato “prima”.
Quale la soluzione allora? Certo la prima doverosa riflessione da fare è che le persone, e spesso chi più amiamo , dato che quelle teniamo che ci comprendano, non hanno la lampada magica per interpretare i nostri desideri, figuriamoci i nostri bisogni, o quello che vorremmo essere,e come.
Imparare a comunicare, ovviamente dopo essercelo ben chiarite noi per prime, senza sentirsi in colpa e con tutta la dolcezza di cui siamo capaci. Facendolo diventare una abitudine ,una bella abitudine.Una sorta di palestra per impegnarci a non contare piu’ sulla speranza dell’altrui benevola interpretazione di noi stesse .
Prendiamone atto, si sogna meno certo ma si soffre anche meno.
L’intimita’ creatasi che ci faceva sognare perche’ per noi base di partenza per ogni possibile rapporto per quel lui e’ solo e semplice amicizia? L’amore coniugale e familiare dedito ,silenzioso ed indefesso e’ dato per ovvio e scontato ? La relazione clandestina che faceva battere il cuore e’ un giochino del momento dato che il Romeo in questione mai si staccherebbe dalla sua placida routine?
Si potrebbe continuare all’infinito nei ruoli in cui ci infiliamo e sui quali,ad un certo punto,casca il macigno della realta’ perche’ raccontavamo a noi stesse ,e concedevamo fosse cosi’all’esterno, dei film che non erano tali per non vedere,andare avanti .
Non chiederci niente ne’,soprattutto,chiedere niente.
Diventando cosi quei “no “ che non vogliamo dire agli altri o certi “si” che ci neghiamo.
Sì che abbiamo paura di dirci,richieste che temiamo di fare,bisogni che non ci ha abituato nessuno ad esprimere liberamente e senza sensi di colpa.
Acquisire,allora, l’abitudine mentale a saperlo fare prima.Prima di impararlo sulla nostra pelle e sulla nostra Vita.Imparando,magari con il cuore un po’ ancora a pezzi ma la mente lucida cio’ che ci fa bene,cio’ che ci fa male. Consapevoli che questo non togliera’ niente a nessuno.
Quantomeno a nessuno che davvero tenga a noi.
Togliera’,invece,sì qualcosa o tanto a chi abbiamo fatto comodo finora per la nostra eterna infinita disponibilita’ ,comunque e sempre. Togliera’ qualcosa a chi ci dira’ che “siamo cambiate”. Togliera’ qualcosa a chi ha fatto finta di non vedere come siamo davvero perche’ avrebbe significato chiedersi se tutto quel darsi con cui aveva a che fare fosse Bellezza di cui essere grati al mondo ed alla vita …ma era meglio dare per scontato e prendere.
Senza farsi troppe domande.
Insomma tutto questo come riflessione a margine di una delle telefonate che io sono convinta ognuna di voi avra’ avuto con una amica cara.In prima persona o ricevuta. Riflessione sul valore di riuscire ,finalmente,a capire quanto sia importante comunicare chiaramente a chi abbiamo vicino,chiunque sia, cosa siamo,cosa vogliamo e perche’ siamo in quella o altra situazione. E,badate bene,non mi riferisco solo a compagni,amici,amanti , datori di lavoro o colleghi che siano. Questa raggiunta assertiva capacita’ di comunicare cosa siamo e cosa desideriamo per noi io la reclamo anche davanti ai nostri figli. Li amiamo,coccoliamo,siamo con loro anche a migliaia e migliaia di klm di distanza .Sanno che in un attimo li raggiungeremmo in qualunque modo e a costo della nostra vita , se avessero bisogno . Ma siamo persone,donne,esseri umani il cui amore materno certo e’ infinito e immenso ma esattamente come immenso ed infinito deve essere il rispetto che per noi vogliamo si abbia.
Da loro come da chiunque.
Perche’ solo cosi ..solo in questa condizione chiara i rapporti crescono, evolvendosi limpidi , onesti.
Anna , intanto, ha chiuso la telefonata…alla fine ,dopo la commozione, ci siamo lasciate con un sorriso.
Il lui immaturo e un po’ manipolatore alla fin fine cosi è e cosi resta.
La conclusione e’,invece, l’evidenza di avergli permesso di vedere e capire cose diverse .Di averglielo permesso, e concesso. “Non crediamo piu al principe azzurro con cui ci hanno massacrate la mente da ragazzine Mile” mi dice Anna . “Bisogna imparare ,finalmente, che siamo delle Regine e che anche il Principe Azzurro ora sarebbe un ripiego.
Siamo delle Regine.Al massimo un Re vicino a noi.Se per caso si incontra e se poi e’ tale. Alla pari,anche lui ” .
Regine…ha ragione Anna.
Non e’ facile ne’ semplice, ma e’ Bellezza arrivarci. Accettando anche quella strana saudade, quella vaga sensazione di solitudine che avvertiamo ci prende ogni tanto perche’sappiamo ormai bene cosa ci piacerebbe per stare ancora meglio di come stiamo.
Tanto ,oggi, ci e’ chiaro.Per i bisogni da soddisfare o i vuoti da colmare a forza ci sono i Principi Azzurri .
Ma questo non ci riguarda , fortunatamente.
Good save the Queens…ragazze.
God save the Queens.