Fondatrice , nel 2000, di Clown One Italia Onlus Ambasciatori del Sorriso , Ginevra ha dato vita, insieme a Italo Bertolasi che ne è il presidente, a questa associazione di aiuto umanitario in Italia e nel mondo.
Ho conosciuto Ginevra Sanguigno tanti anni fa, esattamente nel 2000 quando sono stata chiamata a coordinare e presentare un convegno di Alpha Dimensione Vita, giornale pioniere di crescita interiore fondato e diretto da Daniela Amadesi, nella cui redazione sono poi entrata per qualche tempo. A quel Convegno Ginevra era presente insieme al suo compagno Italo Bertolasi che allora faceva anche splendide foto per la rivista. L’una e l’altro mi sono subito piaciuti molto perché vedevo in loro originalità e professionalità, entusiasmo e profondità, gioia e sensibilità. Entrambi attori e clown sempre molto attenti ai problemi di chi si trova in difficoltà e alle esigenze delle minoranze, dei più piccoli, dei più fragili. Non si sono mai fermati allo spettacolo per esaltare se stessi e le proprie capacità, lo spettacolo è diventato per loro un servizio per diffondere amore. Insieme hanno condotto molte missioni di pace in Argentina, Afghanistan, Palestina, Cambogia e Nepal.
Fondatrice ,nel 2000, di Clown One Italia Onlus Ambasciatori del Sorriso , Ginevra ha dato vita, insieme a Italo che ne è il presidente, a questa associazione di aiuto umanitario in Italia e nel mondo.
Ha collaborato a lungo con Patch Adams portando ovunque accudimento, accoglienza, sostegno e gioia di vivere. Istruttrice clown nel team Educatori del Gesundheit ! Institute è membro del World Parlament of Clowns di Dresda.
Ginevra Sanguigno è una sorpresa che pare uscita da quelle scatole di legno o di latta che di colpo si aprono lasciando schizzare fuori il pupazzo che sorprende e diverte, è un jack in the box dal cuore d’oro, l’abbraccio morbido e il sorriso intenso. Il corpo è per lei la risorsa spesso trascurata o sviluppata in direzioni che non ne rispettando la natura e che invece racchiude in sé quella energia che, liberata in modo giusto e canalizzata dove c’è bisogno, può farsi portatrice di cura e di trasformazione, per sé e per gli altri. Suo è il libro “ Il Corpo che Ride”, edito da Xenia.
In un panorama dove nel frattempo si sono moltiplicati guaritori, formatori, maestri di ogni tipo e genere, Ginevra Sanguigno e Italo Bertolasi sono due punti fermi di cui parlo molto volentieri perché, pionieri nelle loro rispettive competenze e capaci di cogliere la crescita della persona a trecentosessanta gradi, non hanno mai mercificato la loro professionalità, il loro talento e il loro cuore. Quella cura che Ginevra dedica a chi ne ha bisogno è una vera e propria medicina dell’amore che le permette di portare alla luce e condividere gli aspetti della sua Energia Femminile, tra cui compassione, attenzione, fiducia, humour, giocosità, coraggio, spontaneità, umiltà, onestà.
*Nelle tue scelte di vita sei stata influenzato dal fatto che tuo padre fosse un pediatra un po’ particolare?
Mio padre era un bravo medico e una brava persona. E la prima qualità è preziosa come la seconda e viceversa. Un bravo medico è una brava persona. Chi sceglie di fare il medico, e mio padre me l’ha insegnato con il suo esempio, e lo fa per passione e perché crede nella propria missione, si prende veramente cura degli altri. Mio padre era napoletano trapiantato a Milano per lavoro, ma non ha mai perso niente della sua napoletanità: buon umore, ironia, allegria e tristezza. Tutto questo lo facevano essere un medico e una persona che ascoltava, senza curarsi troppo del tempo e del guadagno mancato. Perché piaceva a lui, questo era una parte importante della professione, ascoltare i pazienti, prendersi cura di loro come della propria famiglia. Interessarsi all’esistenza degli altri. E poi curare con le medicine se necessario. Questo è quello che faccio anch’io come clown, mi prendo cura degli altri, cerco di ascoltare e questo mi piace, mi fa stare bene e ricevo tantissima gratitudine e amore.
*Ti prendi cura degli altri e questo ti viene comunque spontaneo.. ma in che modo l’intervento di un clown è terapeutico?
Il medico, clinicamente obiettivo, si mette accanto al letto del suo paziente e lavora sul di lui. Il clown si siede sul letto del paziente e gioca con lui, lo ascolta e gli porta allegria. Mi ritrovo a fare scelte apparentemente inappropriate perché comunque da un clown ci si aspetta che giri a sinistra quando gli altri girano a destra, che guardi in alto mentre gli altri guardano in basso. Sedersi a giocare sul letto di una malata grave sarebbe un errore nella maggior parte delle situazioni, nel caso del clown può essere di aiuto. Noi clown siamo inappropriati, siamo un’anomalia, un disturbo ma proprio così riusciamo a fare leva su qualcosa che altrimenti rimarrebbe bloccato..
*Su cosa fa leva l’efficacia della vostra presenza?
Aiutiamo il mondo a riscoprire amicizia e amore in ospedale, nelle prigioni, negli orfanotrofi, nei centri di riabilitazione, nelle strade, nei campi di rifugiati.
*In cosa ti senti cambiata ogni volta che hai incontrato gli altri nei panni del tuo clown?
Ogni persona diventa una medicina per me, mi sento rinforzata, amata e in umiltà di fronte a ogni persona che incontro. Siamo la medicina dell’amore. Siamo risata e gioia in un mare di tristezza e terrore.
*Quali sono le qualità del clown cura-anima?
La più importante è la capacità di amare non solo ciò che è facile, ma anche ciò che difficile, quel tipo di difficoltà di cui si fa esperienza al capezzale di una persona che soffre. E poi compassione, attenzione, fiducia, humour, giocosità, coraggio, spontaneità, umiltà, onestà. Tutte derivano da una capacità di esprimere e ricevere amore.
*Il tuo obiettivo non è mai fare spettacolo…
No, certo, questo tipo di clown non fa uno spettacolo ma rende un servizio. All’essenza del clown, il gesto compiuto verso il sofferente che produce un gioco spontaneo e creativo può aprirsi in un grande mistero, in un tempo e luogo in cui colui che soffre si distacca dalla sofferenza, una specie di guarigione che ha luogo in quel momento.
*Tu sei un’attrice e hai ricevuto una formazione, tra l’altro, all’Arsenale di Milano con Marina Spreafico e poi alla Civica Scuola d’Arte Drammatica con Marise Flach.
La formazione artistica è stata importante, ho una vera passione per il teatro e molto per la danza e l’espressione creativa del corpo. A venti anni, quando ho iniziato, ho scoperto di avere un corpo straordinario, vitale e pieno di energia. E questa energia la volevo esprimere in tutti i modi e così ho sperimentato la danza il teatro e molto altro. La formazione teatrale e di danza mi ha dato una base importante che il mio copro non dimentica e che ancora adesso mi aiuta a dare energia e forza al mio modo di fare il clown. La formazione teatrale mi ha incoraggiato e dato fiducia in me stessa e nelle mie capacità.
*Teatro Teatro- danza in Kerala, Teatro No in Giappone e la danza, nuda, per le strade di Tokio: cosa ti hanno dato queste esperienza e cosa ha cambiato in te questa formazione?
La formazione classica ricevuta a Milano con la Civica Scuola di Arte Drammatica e il Teatro Arsenale, gli ottimi maestri, mi hanno fatto intuire le potenzialità dell’energia del corpo in azione. Le esperienze di danza e teatro in India, in Giappone, Indonesia, sono state un volo verso linguaggi teatrali sconosciuti e affascinanti. Dove ancora sperimentavo imparavo linguaggi nuovi e meravigliosi. In paesi che ho imparato ad amare nella loro complessità e interezza: i cibi, i nuovi amici, culture diverse. Ho scoperto un nuovo corpo e nuove percezioni .
*Cosa ti ha affascinato della figura del clown quando hai scelto di diventarlo?
Quando ho iniziato a frequentare le scuole di Teatro non pensavo di scegliere la figura del clown. Poi ho scoperto che fare ridere gli altri mi dava un grande piacere. Mi faceva stare proprio bene. Mi confermava che la comicità aiutava a fare stare bene le persone, a farmi stare bene, a fare amicizia, ad azzerare barriere. Non c’era cosa più bella che entrare in scena e fare ridere un pubblico, fossero in cinque o in cento, facendo quasi niente, semplicemente essendo se stessi nel modo più buffo e naturale possibile.
*Tra gli altri, due incontri molto importanti nella tua vita. Il primo con Italo Bertolasi, il tuo compagno..
L’incontro con Italo è stato l’incontro con la famiglia. Italo è compagno, maestro, amico, casa, luce, ombra, bellezza e poesia. Italo mi ha molte volte consigliato e indicato gentilmente un percorso. Durante questo lungo cammino insieme, Italo mi ha sostenuto sempre senza mai giudicare e forzare nulla. L’esperienza fondamentali fatte insieme sono l’opera d’arte della nostra vita, essendo se stessi nel modo più buffo e naturale possibile.
*E poi l’incontro con Patch Adams ..
E’ stato l’incontro con un vecchio amico. Non ci conoscevamo, quando l’ho incontrato la prima volta in Russia nel 1997. Eppure l’ho riconosciuto. I percorsi da hippy, i viaggi, quante cose in comune! E come con un vecchio amico ci siamo subito intesi. E subito iniziato a lavorare insieme con il gruppo Gesundheit! Institute e fondato la nostra onlus italiana Clown One Italia nel 2000.
*Com’è nata la vostra collaborazione?
Italo lo aveva incontrato durante una conferenza dedicata alla medicina olistica, facendo subito amicizia. Patch gli regala uno dei suoi libri (“Salute” Ed. Urrà/Feltrinelli) e Italo tornando a casa mi consiglia di leggere il libro e dopo qualche giorno, scrivo a Patch dichiarandomi pronta a seguirlo insieme ai clowns del Gesundheit! Institute in una missione di pace. Patch mi scrive parlandomi della Russia e di come da anni lui torna con gli Ambasciatori del Sorriso a portare amore, solidarietà amicizia e pace in delle pese, per gli Stati Uniti, e non solo, ritenuto dei cattivi nemici!
https://www.youtube.com/watch?v=tnkwBxoxwLA
*E subito il progetto Clown One.
E’ stato un’idea di Patch. La formazione di diversi gruppi di amici, in giro per il mondo, che potessero sostenere e aiutare le missioni clown nei vari paesi. Il nome è stato ispirato al nome dell’aereo presidenziale Air Force One. Ma il nostro aereo avrebbe trasportato clown sociali, clown umanitari in tutti il mondo.
Al ritorno dal primo viaggio umanitario la mia vita è cambiata in modo radicale. Patch nel 1999 propone a diversi suoi amici sparsi per il pianeta di diventare gruppi di riferimento per future missioni clown. In quel periodo l’unica missione umanitaria con clowns volontari da tutto il mondo, organizzata annualmente dal Gesundheit! Institute, l’istituto fondato da Patch Adams e i suoi amici, era in Russia. Patch ci propone di diventare una sorta di Pronto Intervento dei Diplomatici del Naso / Ambasciatori del Sorriso. Il progetto si chiamerà “ Clown One International “, a parafrasi del nome dell’aereo presidenziale Air Force One. E così inizia l’avventura di Clown One Italia che è un’onlus e che opera sia all’estero nelle missioni umanitarie, nell’organizzazione e coordinamento e sia in Italia con i progetti per le scuole. E con le Gite Umanitarie, dedicate e con studenti di scuole superiori, dove si visitano le realtà sane del paese, che lavorano nel contrasto alla criminalità organizzata, con i centri disabili, centri di recupero e molto altro.
*Dallo spettacolo agli ospedali, ai centri di accoglienza. Le tappe di una tua trasformazione..
Quando nel 1997, sono partita per la prima missione umanitaria in Russia con il Gesundheit!institute i clowns e Patch Adams, ho scoperto un mondo e una dimensione artistica e teatrale che stavo cercando da tempo. Avevo sempre lavorato in teatri, e prima del viaggio in Russia, intrapreso il lavoro di artista di strada, da diversi anni. L’incontro con le persone per strada a che non pagavano alcun biglietto per vedere il clown, la semplicità nell’approccio e la bellezza degli incontri, anche quando ti disprezzano semplicemente perché lavori instrada, mi ha aperto veramente nuovamente gli occhi sul mondo. L’incontro con Patch e i clowns umanitari era esattamente quello che stavo cercando: è stato subito amore a prima vista.
* Siete stati in Nepal.
Nel 2006, in piena rivoluzione nepalese, (la rivoluzione maoista e il passaggio dalla monarchia all’attuale repubblica) parte il nostro progetto. Il Nepal è un paese molto difficile; grande corruzione, la maggioranza della popolazione vive in condizioni di estrema povertà, le donne vivono spesso in condizioni miserabili, e sono spesso vittime di violenza. Italo conosce molto bene questo paese, ci ha vissuto negli anni ’70 e il legame è forte. Nel 2006 grazie a una donazione, riusciamo a formulare e realizzare un progetto di sostegno. Decidiamo di aiutare dieci bimbe provenienti dalla casta più bassa: i dalit. L’associazione partner, Apeiron onlus, che ci aiuta a tenere il progetto monitorato e si occupa di violenza alle donne trafficate da molti anni, individua con noi e dopo molte ricerche, le bimbe. Così nel 2006 parte il progetto “ Kumari “.
*Da dove questo nome?
Kumari in Nepal è il nome della dea vivente; è una bimba che viene scelta per precise caratteristiche, viene tenuta isolata, in un bellissimo piccolo palazzo al centro di Kathamandu. Non potrà mai uscire se non all’arrivo della prima mestruazione, le persone potranno vederla ogni tanto quando Kumari si affaccia dalla piccola finestra del piccolo palazzo dove vive, ma non potrà parlare con nessuno. Ancora oggi sopravvive la tradizione, anche se ormai messa fuorilegge. La bimba Kumari una volta ritornata nella famiglia avrà una vita difficile per diversi motivi, e la sua vita segnata per sempre. Le dieci bimbe del progetto Kumari hanno seguito, fino ad oggi, il percorso scolastico di base che dura dieci anni. In questo momento, insieme ad Apeiron onlus, stiamo cercando di avviarle a corsi professionali perché possano lavorare. Il nome del progetto è dedicato alla riscossa e resilienza di piccole donne che stanno costruendo la loro vita. La vita di queste bimbe è profondamente cambiata e anche, speriamo tanto, il loro futuro.
*E poi In Cambogia tra i malati di AIDS..
La Cambogia è stato un altro dei nostri progetti iniziato con una missione di solidarietà finanziata da Angelina Jolie. La Cambogia, dopo l’invasione dei Kmer Rossi negli anni 70, e il genocidio di circa un milione di civili, diventa un paese di super giovani. E uno dei cancri, la prostituzione minorile e conseguente la piaga dell’aids. Nel 2003 quando ci siamo stati per la prima volta con Patch, abbiamo trovato un paese di una bellezza luminosa, e anche purtroppo orfanatrofi, ragazzine per strada con anziani di tutte le nazionalità. E molti turisti. Siamo entrati negli orfanatrofi, visto le conseguenze dell’Hiv su bimbi piccoli, infettati da giovani madri e poi abbandonati. E bimbi infettati dopo essersi prostituiti per un piatto di riso. Siamo andati come clowns, Ambasciatori del Sorriso; dove entravamo, era sempre una festa per tutti e per noi che abbiamo ricevuto così tanto amore e accoglienza. Al nostro ritorno abbiamo deciso che potevamo fare qualcosa. Le conseguenze di una guerra così devastante, del genocidio, delle conseguenze di tutto questo, era una cosa che riguardava anche noi. Non siamo bravi a raccogliere fondi o a scrivere bandi di finanziamento. Ma come per tutte le cose, dopo avere visto tanta sofferenza e indifferenza, provare a fare qualcosa non è mai tempo perso, mai. Tornando a Milano, ci siamo informati delle varie possibilità e abbiamo aderito al bando di Fabbrica del Sorriso. Hanno scelto il nostro progetto. Con i soldi raccolti da fabbrica del Sorriso siamo riusciti a costruire una scuola per 200 bimbi in una zona rurale di Phnom Phen. Acquistato farmaci antiretrovirali per due orfanatrofi per circa 100 bimbi sierpositivi, per due anni. Aiutato a costruire un pozzo per l’acqua. Portato ventuno clown per un mese a visitare ospedali, orfanatrofi, ospice, scuole per bimbi che vivono in strada, villaggi delle spazzature di Pnohm Phen e molto altro .
*Cosa è il Progetto Ambasciatori del Sorriso?
Ambasciatori del Sorriso è un progetto di Amore. E uso ancora questa magica parola per descrivere l’ingrediente che Cura, il seme che fa fiorire, la condizione necessaria per aiutare me stessa e gli altri. Clown One Italia Onlus nel 2000 nasce in Italia e raccoglie attorno a sé clown “Ambasciatori del sorriso“, medici, volontari e altri animatori per offrire un “pronto intervento clownesco” nelle diverse aree geografiche di emergenza umanitaria. Abbiamo così visitato paesi in guerra: Bosnia, Afghanistan, Cambogia, Palestina, Costa d’Avorio, Nepal. Interveniamo in aree geografiche colpite di gravi catastrofi: lo tsunami a Sri Lanka, il terremoto ad Haiti e ancora nel Giappone colpito dal disastro nucleare. E in paesi con gravi urgenze umanitarie: Russia, Cuba, Brasile, Perù, Argentina.
*Quindi qual è il compito di quest’ Associazione?
La nostra associazione propone formazioni per potenziare una gioiosa creatività e una maggior consapevolezza sulle proprie risorse e strategie d’aiuto. Con attori, bodyworker e counseler attiviamo laboratori di drammatizzazione teatrale, di giocoleria, di teatro di animazione ed anche di meditazioni dinamiche e di danza.
Tutto questo per rafforzare le qualità umane e carismatiche di chi dovrà poi prendersi cura degli altri. Il caring clown, infatti, potrà aiutare l’altro solo attraverso un percorso di consapevolezza, d’amore e di verità. Potrà con umiltà aiutarlo ad aiutare sé stesso. Con allegria e buon umore.
*Quali sono secondo te i punti di contatto tra clown, sciamani e guaritori?
Durante i nostri viaggi e grazie a Italo, profondo conoscitore dello sciamanesimo, ho potuto incontrare sciamani in Nepal, in Giappone in Indonesia, vederli all’opera e vedere i risultati sulle persone che andavano a consultarli. Gli sciamani sono persone semplici. Vengono da culture contadine nella maggior parte e ricevono i talenti dai loro genitori e antenati, spesso in sogno. Sono fabbri, contadini, persone che vivono nei villaggi, a contatto con le persone e i problemi giornalieri. Dagli sciamani ho imparato la semplicità. Da gesti che spesso curano, dagli sguardi, dalle cantilene cantate per lenire una sofferenza. Il clown come lo sciamano, a un certo punto della sua vita diventa un fine conoscitore dell’animo umano, e grazie a questo ne riesce a decifrare i linguaggi e i desideri. Tutti possono diventare clown o sciamani, il percorso è impegnativo. Per la mia esperienza è importante avere sempre chiaro qual è l’intenzione, riuscire a svuotarsi e diventare come un contenitore vuoto che accoglie senza giudizio e accetta incondizionatamente. L’apprendimento è continuo. L’umiltà, l’Ascolto, l’Accettazione, fondamentali per accogliere, dare conforto e speranza.
*Formi operatori sanitari e lavori nelle scuole: cosa hanno in comune queste due realtà?
Essere ascoltati, amati, riconosciuti per quello che siamo e per i nostri talenti, credo siano nutrimenti fondamentali per la vita di un essere umano. Come bere o respirare. Nella mia esperienza un bravo operatore sanitario, un bravo insegnante, è una persona che ama il proprio lavoro. E per amare il proprio lavoro, si ha bisogno di capire la bellezza di quello che si fa. La bellezza che s’incontra ogni giorno. Riuscire a decifrarla a leggerla nelle piccole cose. Tutti noi abbiamo bisogno di strumenti per capire, cominciando da noi stessi e da un cerchio di amici che ti aiuta a capire e ad apprezzare te stesso. L’Educazione alla tolleranza alla Cura, all’Amore verso gli altri, dovrebbero essere materie fondamentali a scuola.
*E il Progetto Nasi Verdi di cosa si occupa?
Il progetto Nasi Verdi nasce da una necessità. La necessità di portare attenzione, Cura e Amore verso la natura e quindi verso sé stessi. Mi prendo cura della natura mi prendo Cura di me. Ogni anno in estate abbiamo un appuntamento con l’ecovillaggio creato da Patch Adams, in West Virginia, il Gesundheit Institute. Un polmone verde dove sorgerà una scuola per umanizzare la medicina e un ospedale gratuito per i residenti locali.
Ci dice Patch Adams: “Ogni cittadino di questo pianeta, che abbia minimamente a cuore le sue sorti, sa benissimo che la risposta ai problemi del mondo è che tutti noi ci amiamo e ci prendiamo cura l’un l’altro e della Natura”.
*E com’è nato il progetto?
Tre anni fa abbiamo creato un pronto intervento clown con il “naso verde” per porre i problemi ambientali come centrali per la crescita di una società più armonica e di una scuola moderna. Proponiamo formazione per il volontariato e la promozione di workshop meditativo esperienziali di immersione nella natura selvatica “dentro e fuori di noi” chiamati Bagni di Foresta e ancora a progetti scolastici sulla sostenibilità e sul rispetto verso la natura. Stimolando i ragazzi a un’osservazione più curiosa e più consapevole della natura con cui entrano in contatto quando sono molto piccoli e da cui poi si allontanano crescendo.
Presentiamo la figura del clown verde, il protettore non solo dei più deboli ma anche della natura con tutte le sue creature. Un elfo, gnomo, clown selvatico.
Il bosco è da sempre il regno della fantasia teatro di favole e racconti, rifugio di creature fatate, ana delle paure più ancestrali e sfondo di meravigliose avventure.
Il bosco, la natura selvatica è il luogo degli incontri dove si potrà provare la paura di perdersi o la rassicurante sensazione di essere accolti nel grembo di Madre Terra.
*Possiamo parlare di una tua formazione spirituale?
Ho sempre sentito nella vita una forza e un’energia straordinarie. E questa energia l’ho ritrovata nella danza, nell’arte, negli incontri con persone di tutto il mondo. Amici che parlano lingue diverse ma sentono, percepiscono e sognano come me. La vita stessa è la mia formazione spirituale. Le esperienze che ho fatto, le persone con le spalle al muro, sono i maestri. La natura è la mia grande ispiratrice e fonte di nutrimento prezioso. Ed è anche rifugio, luogo di meditazione, ispirazione, poesia.
Credo che, durante il mio cammino di vita, ogni incontro, ogni foglia, ogni sguardo di bimbo, ogni sorriso di madre, ogni gesto, ogni voce, ogni lacrima, mi abbia insegnato e m’insegna a come prendermi cura di me stessa e degli altri, sempre meglio. Con Amore .
Crediti fotografici: Italo Bertolasi, Trenton Branson, Attilio Rossetti.