“Il problema delle donne e’ che per quanto ce ne siano state valorose , come eredita’ di narrazione che passa di generazione in generazione, troppo spesso la loro storia se nessuno la racconta finisce con loro”.
Con queste parole Michela Murgia introduce l’ incontro con Serena Dandini al Festival della Mente di Sarzana, incontro motivato dalla presentazione dell’ultimo libro della Dandini il “Catalogo delle donne valorose” . Incontro davanti a centinaia di persone trasformatosi, in realta’, in una piece dove entrambe hanno discusso facendo sorridere e molto pensare a quello che sta accadendo intorno a noi e,soprattutto,a quello che ancora non accade nel mondo delle donne.
“Gli uomini vivono nell’epica che si scrivono da soli e che si sono sempre scritta.Le donne,finche non hanno iniziato a farlo,si accendono e si spengono come fiammelle e la loro luce non passa a nessun altra”continua Murgia.Storie spesso che si estinguono con la fine della loro vita. Il tentativo doveroso e’,quindi, riprendere a narrare la traccia della storia di certe donne , raccontandole,tramandandole. Da qui,pero’,la riflessione sul patrimoni,sulla eredita’ lasciata dalla storia di tante donne “valorose” e sul fatto che per noi donne sorga sempre la necessita’ di essere “migliori” ,di doverlo dimostrare. “Prede “come sottolinea Serena Dandini” della ben nota sindrome di Ginger Rogers. Quella per cui “per mostrare il proprio valore”una donna deve fare benissimo tutto quello che fa Fred Astaire ma sui tacchi e poi anche all’indietro!”
Insomma la considerazione per cui prima di diventare tutte consapevoli che dobbiamo essere , semplicemente, uguali ci e ‘ stato fatto capire che dovevamo essere sempre anche necessariamente “migliori”. Con la certezza che , finanche da vittime di casi pesantissimi, l’unica solidarieta’ possibile ci sia dovuta solo se “brave ragazze”. Il tutto raccontato nella bellezza di una sala strapiena e ad un’ora apparentemente improbabile perche’ alle ventitrè di una sera di fine estate ,in un luogo come Sarzana dove da quindici anni arrivano per questo Festival migliaia di persone che in tre giorni discutono di idee ,pensiero e creativita’. Tradizione che , speriamo sinceramente, cosi continui nonostante le ombre che si addensano inquietanti su certo libero pensiero. Questo ,oggi, a dimostrare la bellezza di una Italia che c’e’ ,che risponde a sollecitazioni intelligenti,all’arguzia e alla volontà di esercitare proprio quella” mente” che sembra imbambolata nella descrizione di quello che ci sta accadendo intorno. Storie di donne “valorose” stasera ,quindi,raccontate da Serena Dandini. Come quella di Emma Goldman ,russa ed esule .Una che faceva battaglie per l’aborto ai primi del ‘900.Una che,rientrata in Russia dopo la Rivoluzione scoprira’ poi amaramente che quest’ultima lo era stata per tutte meno che per le donne e gli anarchici ed inizierà a discutere criticamente proprio dell’ideale in cui credeva per difenderlo,con una onesta’ intellettuale rara ancora oggi. La considerazione ,quindi, anche attraverso un evento come questo con due donne brillanti ed una sala strapiena, che siamo davvero migliori di come tutti oggi ci vogliono descrivere e ,a questo proposito,consola anche l’applauso sentito alla sollecitazione sulla questione “Asia Argento ” sollevata dalla Murgia.
La riflessione sul fatto che che non si debba essere per forza “buone” per denunciare. Che la vera uguaglianza e le vere pari opportunità si avranno solo quando anche una, socialmente e oggettivamente scomoda a tantissimi per modi, abitudini e maniere come Asia , potrà farlo senza essere poi massacrata a seguire. La condizione per cui la vera uguaglianza si raggiungerà solo quando non servirà ossequiare la tranquilla iconografia borghese per cui “anche per essere difese una deve essere brava”. Bello,bellissimo anche il racconto della vita di Grazia Deledda. La vecchietta della foto dei nostri libri di scuola che , invece, ha ancora una incredibile misconosciuta storia pur avendo vinto un Premio Nobel in tempi in cui poche donne sapevano anche solo scrivere. Una che ripeteè la quarta elementare per la gioia di stare un anno di piu’ in mezzo ai libri dato che solo fino a quel punto era concesso alle bambine della sua epoca frequentare la scuola. Prezzi alti quelli pagati comunque e sempre dalle donne per stravolgere i propri schemi quotidiani,anche i piu’ semplici e normali. Prezzi alti. La “sindrome di X Factor” la descrivono Serena Dandini e Michela Murgia facendoci riflettere con la grazie del farci,nel contempo,e come sempre anche sorridere. La condizione per cui le donne per essere straordinarie debbano sempre pagare prezzi alti e l’importanza ,nello stesso tempo, del raccontare alle nostre bambine che anche la loro storia normale,quotidiana e’ straordinaria e’ importante. Che va comunque e sempre raccontata.Che questo e’ il valore più importante.
L’importanza di esserci oggi e di poter “fare”, consapevolmente gia’ come valore in sè . Ricordando a loro, ma anche in primis a noi stesse,dato che ancora c’e’ tanto da fare e,soprattutto, tanto da impedire che non venga “disfatto” che ,come ascoltato stasera,”oggi esistono solo i diritti che siamo in grado di difendere” . E’ quello che rimane nell’ombra ,invece,da proteggere e per cui combattere . Quello che, oggi, non ha la possibilità e la forza di uscire alla luce del sole. Noi donne dovremmo saperlo da sempre ,molto bene, cosa vuol dire. Questo ci rende oggi,nel nostro fare, “normalmente” valorose.