Molte giovani donne hanno difficoltà a iniziare e portare a compimento una gravidanza e le cause di questo problema possono essere molteplici, in questo caso una pelle grassa tendenzialmente acneica e un ciclo mestruale più lungo rispetto allo standard possono far pensare ad un generico “problema ormonale”.
Questo è il caso di una giovane donna dal fisico robusto che giunge al mio studio subito dopo la festività natalizia. Dichiara di avere compiuto da poco il suo trentaseiesimo compleanno e di essere sposata da quattro anni senza figli. Ha adottato metodi contraccettivi fino all’anno precedente quando ha deciso di intraprendere una gravidanza, ad oggi senza successo.
Da giovane ha sofferto di acne, regredita dopo una cura ormonale, anche se è residuata una pelle definita “grassa” dalla stessa paziente. Da qualche mese ha notato il ripresentarsi di pustole di tipo acneico specialmente sul mento e collo, imputate ad uno stato di stress e ad una alimentazione disordinata.
Dopo il parziale successo di una terapia prescrittale da uno specialista dermatologo, Claudia decide di affrontare il suo problema di pelle curando la alimentazione da tempo trascurata.
Prima di iniziare una analisi delle sue abitudini alimentari, chiedo alla paziente se soffre di malattie croniche, se è anemica, se si stanca facilmente, come sono le sue funzioni corporali e se le mestruazioni sono regolari.
Apparentemente Claudia gode di buona salute, anche se riferisce di stancarsi facilmente, non pratica alcuno sport e preferisce usare la moto per spostarsi, quindi cammina poco. E’ tendenzialmente stitica e ha un ciclo mestruale che definisce “regolare” anche se ha una frequenza ci circa 38 giorni, quindi più dilatata rispetto allo standard.
L’alimentazione di Claudia è un piccolo disastro: mangia in modo irregolare, spesso salta il pasto di mezzogiorno, cenando in modo abbondante in tarda serata dopo le 21. Essendo titolare di un esercizio commerciale (ahimè una pasticceria), frequentemente le capita di assaggiare i prodotti da forno e i dolci. La sua alimentazione è prevalentemente costituita da carboidrati, non ama la carne e il pesce, frutta e verdura sono spesso dimenticate, come è dimenticata l’acqua, la mia paziente beve poco perché “non ha mai sete”.
All’esame obiettivo Claudia ha effettivamente una pelle del viso punteggiata di pustoline rosse soprattutto attorno alla bocca e sul mento, un viso rotondo e guance paffute, una lingua con una lieve patina biancastra. Noto anche una discreta peluria soprattutto sulle gambe, cosce e zona pelvica.
I parametri della superficie corporea ci dicono che il suo Body Mass Index (BMI) è di 32, quindi nella fascia di obesità (un BMI normo peso ha valori inferiori a 25). La sua massa grassa è elevata, attestandosi ad un 38% (nella donna non dovrebbe superare il 24% del peso corporeo); il tessuto adiposo è prevalente attorno alla vita e a livello del torace.
Cosa è il BMI? E’ un indice della massa corporea , dato biometrico espresso come rapporto tra peso e quadrato della altezza. Non tiene conto del sesso e delle caratteristiche fisiche del soggetto, né della massa magra o grassa, ma è utilizzato come parametro grossolano dello stato di peso forma.
E’ considerato regolare quando compreso tra 18, 5 e 25. Oltre questo valore si è in sovrappeso (25-30), e in stato di obesità (maggiore di 30, obesità gravissima maggiore di 40). Al di sotto dei parametri di normalità si parla di sottopeso (15, 5-18) e grave sottopeso (inferiore a 15)
Indubbiamente Claudia necessita di una regolarizzazione delle sue abitudini alimentari e una riduzione della massa grassa, ma alcune informazioni relative alla sua storia clinica pregressa e attuale mi pongono qualche domanda.
Molte giovani donne hanno difficoltà a iniziare e portare a compimento una gravidanza e le cause di questo problema possono essere molteplici, in questo caso una pelle grassa tendenzialmente acneica e un ciclo mestruale più lungo rispetto allo standard possono far pensare ad un generico “problema ormonale”.
Chiedo quindi a Claudia di eseguire degli accertamenti di laboratorio volti a indagare oltre ai parametri metabolici classici, come ad esempio la glicemia, anche la funzionalità della tiroide, dell’ipofisi e delle ovaie, tutte ghiandole il cui malfunzionamento potrebbe essere corresponsabile dell’incremento ponderale e dello stato cutaneo della mia paziente, inoltre le suggerisco di rivolgersi allo specialista ginecologo per eseguire una visita accurata e una ecografia pelvica.
Nel caso di Claudia è indubbio che lo stato nutrizionale debba essere corretto da una dieta opportuna ma è anche importante escludere situazioni patologiche concomitanti che possono ostacolare questo processo di rieducazione alimentare.
Alla visita successiva Claudia mi porta i risultati degli accertamenti richiesti.
Gli ormoni tiroidei sono nella norma e ciò esclude un ipotiroidismo, che sarebbe stato compatibile con l’aumento del peso, la facile stancabilità e il ciclo mestruale con un intervallo più dilatato. Anche il cortisolo è nella norma e questo permette di eliminare il sospetto di una compromissione della ipofisi come avviene per la sindrome di Cushing, che sarebbe stata compatibile con l’aspetto “arrotondato” specialmente del viso, la peluria e i valori del metabolismo alterati.
Come temuto la glicemia è di poco al di sopra dei valori massimi di normalità, l’emoglobina e i globuli rossi invece ai limiti inferiori. La presenza di testosterone (ormone sessuale maschile) aumentato, un alterato rapporto degli ormoni sessuali femminili e soprattutto una ecografia che rivela la presenza di piccole cisti nelle ovaie indirizzano la diagnosi verso la sindrome dell’ovaio policistico.
Questa sindrome è uno dei più comuni disordini ormonali della donna e può essere caratterizzata da diversi aspetti, come l’irregolarità mestruale, l’infertilità, l’aumento della peluria e la presenza di acne, il sovrappeso e, successivamente, una sindrome metabolica che può esitare in diabete e aterosclerosi.
Oltre ad un approccio farmacologico, l’unica misura terapeutica proponibile in questa tipologia di paziente , che può avere effetti positivi perché agisce proprio sul meccanismo della sindrome stessa, è la riduzione del peso corporeo con una dieta mirata e un programma di esercizio fisico aerobico. Sia l’alimentazione che il movimento hanno in genere un impatto significativo non solo sul quadro metabolico ma anche sul ripristino della fertilità compromessa.
A Claudia viene prescritto di fare pasti regolari, quindi non saltare l’appuntamento di mezzogiorno, evitando di spilluzzicare tra i pasti. Il cibo viene distribuito nel corso della giornata, inserendo 3 spuntini principalmente a base di frutta fresca e secca come mandorle e noci.
La giornata tipo di Claudia inizia al mattino con una colazione a base di pane o fette biscottate integrali e cereali integrali o in alternativa il muesli. Bandite le torte e i biscotti troppo ricchi in burro e grassi. Dopo uno spuntino a base di frutta fresca, il pranzo contiene una porzione di proteine a alto valore biologico come carne bianca (pollo, tacchino, coniglio) e uova o legumi, anche utili supplementi di ferro, accompagnate da verdura cruda, olio di oliva extravergine e una modica porzione di pane integrale.
Privilegiati gli alimenti ricchi in omega 3 come i semi di lino, cavolfiore, spinaci, cavoletti di Bruxelles, pesci soprattutto salmone, pesce spada, tonno e sardine. Nel pomeriggio due spuntini a base di frutta fresca e secca per chiudere con il pasto serale più leggero rispetto a quello diurno in cui alternare minestre di legumi e cereali a riso integrale, sempre accompagnati da una abbondante porzione di verdure crude o cotte.
In questa fase vengono sospesi i formaggi, il latte di origine animale e i salumi, gli alcolici e superalcolici, la frutta disidratata e candita, mentre con moderazione sono ammessi yogurt a basso contenuto di zucchero e grassi, yogurt di soia e latte vegetale. E’ anche importante una corretta idratazione nel corso della giornata con acqua a basso residuo minerale.
Il percorso integrato dieta-esercizio fisico ha avuto inizialmente l’obiettivo di ridurre di almeno del 5% il grasso viscerale e di normalizzare la situazione dermatologica.
Questo obiettivo è stato raggiunto nei primi mesi di trattamento e attualmente la sinergia terapia farmacologica, dieta e attività fisica sta gradualmente facendo rientrare tutti i parametri biochimici e ponderali nonché lo stato cutaneo verso la normalità, in vista del progetto più ambizioso, una gravidanza a termine e senza rischi.