Cristina Pacciarini lavorava in banca e si dedicava nel tempo libero alle sue creazioni. Ora ne ha fatta tanta di strada, la sua vita è cambiata radicalmente.
Ho conosciuto Cristina Pacciarini, Maestra d’arte, tanti anni fa equando ho avuto il compito e l’onore di presentare una sua mostra a Milano, mettendo in scena una delle nostre improvvisazioni teatrali . “Marmi silenzi attese colore, ritmo gesto argilla poesia, musica vetro note di carta, canzone parola pennelli follia, madreperle coralli ebano ed ambra, essenza purezza espressione bellezza..”
Questi già allora per me gli ingredienti della sua arte, quando ancora Cristina lavorava in banca e si dedicava nel tempo libero alle sue creazioni. Ora ne ha fatta tanta di strada, la sua vita è cambiata radicalmente: da Milano si è trasferita ad Assisi nel centro Ananda di Paramahansa Yogananda e lì intreccia la sua ricerca spirituale con quella artistica, nobilitando ancora di più il senso della sua esistenza. Nella sua ricerca sui materiali poveri, ha messo a punto un impasto che ha chiamato “carta-pietra”, formato da carta riciclata, polvere di marmo e gesso alabastro. Un materiale povero che magicamente si trasforma in bassorilievi artistici, cornici, oggetti, porte e complementi d’arredamento, intarsiati con vetri colorati e rame sbalzato e tinti con pigmenti e polveri di bronzo, oro e rame. In ogni sua opera è evidente la danza dello spirito che si innalza gioioso a dare vita alla materia.
Le sue opere spesso si ispirano alle culture etniche e sono molto colorate, perché per lei il colore è importantissimo. Cristina sa che attraverso la materia noi plasmiamo la nostra anima e il viaggio nel colore è per lei ricerca di armonia. Già allora, il suo colore mi aveva ispirato questi versi: “E la luce nascosta in una macchia di colore, messaggera del cielo e del sole, cantava l’eterno là dentro, colore nascosto nel cuore del tempo, colore cantato da un bardo lontano, colore ascoltato, rubato, rapito, colore d’un tratto rinato, da mano di donna donato alla luce, materia plasmata, scoppiata da magico suono si posa, carezza placata, a svelare le vette e gli abissi”
Le sue opere non sono soltanto da guardare ma anche da usare e donano bellezza e fantasia alla vita di tutti i giorni.
Cristina Pacciarini, già ospite di trasmissioni televisive e promotrice di laboratori per l’insegnamento delle sue tecniche, crea anche opere sulla base di un eventuale progetto o disegno, personalizzandole secondo la necessità dell’arredamento.
Un viaggio nelle sfumature del nostro mondo interiore, ricco di luce e solidamente centrato nella nostra verità. Forme, colori e simboli si rincorrono creando armonie, alludendo a percorsi tracciati nel cammino della nostra esistenza: il linguaggio dell’anima che informa di sé la materia, compenetrandola di luce e rendendola viva. Mandala, volti aztechi, angeli, spirali, forme geometriche in movimento possono diventare profonde esperienze meditative per chi si pone davanti a queste opere lasciando respirare l’anima. Sono forme in movimento, linee curve che spesso rimangono aperte o arrotolate su se stesse tra la materia che vorrebbe stare, ferma, immobile. E siamo di fronte ad una danza, quella danza che talvolta è sofferenza, quando l’attrito tra la spinta ad andare avanti ed il peso della staticità sono troppo forti. Scrivevo anni fa, commentando le sue opere: “a contatto con le nostre Ombre, di fronte ai nostri draghi interiori, nel buio della materia indifferenziata, l’ascolto della nostra voce interiore ci regala un suono. E quella nota, la nostra nota diventa colore ed ogni fragilità, nella consapevolezza, si trasforma in luce. Intarsi di verto, rame sbalzato, pigmenti colorati, polvere dorata e spirali di luce, echi di antiche voci di saggezza: quella via d’uscita che ci permette di crescere e di trasformarci nel cammino della nostra esistenza è tutta qui, nelle opere di Cristina Pacciarini, una Maestra d’ Arte che da anni sta percorrendo un suo cammino spirituale e artistico che è per se stessa e per tutti noi un dono prezioso.”
* Incominciamo a parlare della carta-pietra: come è nata e come la hai sviluppata?
Sono sempre stata molto curiosa riguardo a tutte le tecniche artistiche, in più le trenta puntate a Bim Bum Bam mi hanno dato l’opportunità di studiare anche più tecniche diverse. Sentivo un richiamo verso la materia da modellare ma non mi decidevo mai e non sapevo con quale mezzo iniziare. Poi è arrivata l’intuizione della carta-pietra che è una evoluzione sofisticata e molto più stabile della cartapesta. Non so bene come sia successo, ma un giorno ho iniziato a sperimentare, uscendo completamente dalle cose che sapevo fare. Per questo dico sempre che è stato un suggerimento degli angeli. Certo, conoscendo tante tecniche diverse mi sono creata una buona conoscenza dei materiali e questo mi ha permesso di mettere insieme polveri e altri materiali che hanno dato vita alla carta-pietra.
*Come nascono le tue lampade e i tuoi oggetti dalle simbologie e dalle forme etniche?
A volte nasce il desiderio di realizzare qualche bassorilievo che mi riporta ad una etnia specifica che mi fa star bene. A volte quando sono nel dormiveglia, oppure in momenti meditativi, mi arrivano delle visioni e poi devo solo arrivare a quello che ho visto nella mia vista interiore. Poi c’è un terzo modo che penso a cosa potrei fare e quasi sempre questo è il risultato meno bello perché, con il tempo, ho capito che è un processo razionale e non intuitivo, così quello che realizzo mi soddisfa un poco al momento ma nel tempo non mi piace più
*C’è molta ricerca nella tua arte o la tua è pura creatività?
Non ho una ricerca nell’arte, anche se ultimamente sono molto più interessata. Penso di poter confermare che è pura creatività, oppure un’espressione di cui mi faccio canale.
Mi sono chiesta a lungo cosa voglia dire arte e ispirazione…. Cosa ispira gli artisti? Per darmi delle risposte ho iniziato ad ascoltare altri artisti, o a leggere di artisti di altre epoche. Al momento credo di aver capito che il significato di arte, per me, è un manifestazione della mia ricerca di Dio. In fondo colore e luce sono delle manifestazioni di Dio; e quello che ricerco nella mia vita: armonia, Luce e colore lo ricerco soprattutto nel mio percorso artistico e in ciò che faccio.
*Ti ritieni eclettica, quindi capace di esprimerti su più piani, oppure sei espressione di un’arte totale che non distingue nemmeno più i media che utilizza ma li fonde armonicamente l’uno nell’altro?
Per quello che riguarda il mio lavoro artistico adoro utilizzare materiali diversi e fonderli insieme, ognuno di essi è una espressione della propria qualità e, intuitivamente trovo una connessione tra di essi. Usando materiali diversi trovo che ci sia una ricchezza maggiore. Per esempio rame e vetro risplendono insieme. Nel caso del vetro e del legno, il vetro dona una luce al legno. In questo senso, quindi, distinguo sempre i diversi materiali, anche perché li scelgo, e li fondo insieme in modo che ognuno concorra a dove sento di voler arrivare. Ma la mia creatività non si ferma al mio lavoro artistico, ma si esprime in diversi campi, come la musica, la moda, l’arredamento, la decorazione e qui, probabilmente, sento di essere eclettica. E’ sempre una ricerca di armonia.
*Cosa significa per te, dal punto di vista simbolico, combinare i vari materiali?
Proprio ultimamente ho capito che la ricerca di materiali diversi è sempre rivolta a cose che portano luce: metalli, vetri, perle, iridescenze, foglia d’oro, tutto ciò che ritrae o riflette la luce (la mia ricerca) ma anche legni consunti che mostrano la loro vita, le loro esperienze (nel caso di quelli che sono stati lavorati dall’acqua per esempio); ma anche legni nuovi che con i loro nodi formano dei disegni sempre diversi e affascinanti. Ultimamente insieme a Peter, con cui condivido la creatività, lavoriamo dei legni e incastonando dei vetri colorati, quasi a scoprire e trovare il punto luminoso anche in una semplice fetta di legno… e diventa interessante!
*Hai approfondito e studiato la teoria dei colori, applicandola alla moda, all’arredamento e alla spiritualità.
Si parla di teoria ma per me è semplicemente una pratica, una mia necessità e della mia anima a vivere e ricercare sempre l’armonia e la luce, base fondamentale dei colori
*Hai pubblicato un libro intitolato “La magica leggenda dei colori”. Come la vibrazione dei colori può influire sulla singola persona?
Il libro dà degli strumenti sia a bimbi che ad adulti. Ho cercato di passare il mio amore per i colori come compagni di vita e di stimolare uno spazio tra genitori e bimbi per fare una attività insieme, per arricchire sia il bagaglio personale che il rapporto adulto/bambino.
La vibrazione del colore aiuta sempre ad esprimere e a trasformare stati d’animo, difficoltà, e altro; ecco perché ci tengo che i bambini crescano portandosi questi amici nella loro vita.
*Suoni e colori, cosa hanno in comune?
Ambedue hanno il potere e la rapidità di bypassare la mente e di contattare il proprio sé più profondo e le tue emozioni.
Il suono è un potentissimo e rapido modo per metterti in contatto con il tuo sé più profondo. Gli armonici sprigionati dalle campane tibetane, ad esempio, hanno potere curativo, il gong ti ripulisce l’aura etc… non mi dilungo sul suono perché, anche se fa parte di me è più un aiuto a Peter. I colori mi sono necessari per vivere. Nelle giornate uggiose milanesi avevo bisogno di portarmi dei colori appresso per poterli vedere a necessità. Mi vesto colorata perché il colore che scelgo per il vestito è il riflesso di quello che sento in quella giornata, oppure applico un atto di volontà se voglio cambiare energie… per esempio se mi sentivo un pochino giù mi costringevo a vestirmi in arancione per godere della sua vibrazione di allegria. (questo quando vivevo a Milano)
*Cosa significa il tuo nome Aanadi?
È un nome spirituale e significa “sempre felice”. La sua valenza risiede nel ricordarmi costantemente che la felicità è una scelta di vita.
*Ad una ad una le componenti energetiche del Femminile. Cosa mi dici di ciascuna? Incominciamo dalla Affettività
Pian piano negli ultimi 18 anni ho imparato ad aprire il cuore cominciando a scoprire l’Amore
*Intuizione.
Attraverso il percorso spirituale sto lasciando sempre di più la razionalità per entrare nello spazio dell’intuizione a me assolutamente sconosciuto prima
*Empatia
Ho imparato a fidarmi delle mie sensazioni, anche questo attraverso un lavoro su di me e questo mi aiuta ad avere più empatia.
*Emozionalità
Se è inteso come emozione, mi sono resa conto che meditando molto di più sto trasformando
le emozioni in sentimenti, che sono molto più profondi e stabili
*Ascolto
Ci sto lavorando molto perché fino a qualche anno fa ascoltavo poco, ora mi sono resa conto dell’importanza dell’ascolto, mi è di grande aiuto il lavoro con il suono che faccio con Peter.
*Accoglienza
E’ una qualità che ritengo di aver imparato nel corso degli anni
*Sintesi
Non ho molto questa qualità, forse la sto considerando negli ultimi tempi, da quando ho iniziato a scrivere.
*Pensiero circolare –
Non so bene cosa intendi per pensiero circolare, credo però che sia quando vado nella supercoscienza, cioè metto a tacere la mente razionale e mi apro e poi le cose arrivano
*Non giudizio
Sono cresciuta tra gente giudicante, questa è una bella sfida che mi impegna non poco
*Accudimento
L’accudire Diana, mia figlia, mi ha insegnato molto e ora mi viene veramente molto spontaneo con le persone
*Inclusività
Intendi includere persone? Se è questo lo faccio sempre, mi dispererebbe lasciare in disparte qualcuno
* La tua vita “da bancaria” quali parti di te ha alimentato?
La disperazione, la mancanza di stima di me stessa, l’abbassare la testa e obbedire. Io sentivo che avevo del potenziale ma non ero abbastanza forte in me per fare il passo nel nulla. Ma forse è stato un passaggio necessario per la mia crescita. Credo di aver imparato, con fatica, ad accettare anche se non sono d’accordo.
* Come è avvenuto il tuo cambio di vita?
Il desiderio e il cambio di vita è stata una condizione ovvia del percorso spirituale.
Certamente ho sempre avuto un fuoco interiore, ero certa che avrei potuto fare altre cose invece che rimanere in banca, ma non avevo la maturità e la forza nonché l’autostima per fare delle scelte, in più non avevo il sostegno da chi mi viveva intorno e non l’avevo neanche dentro di me. L’inizio è stato l’incontro con amiche che mi hanno aiutata ad dare il via ad un lavoro su di me. Questo lavoro mi ha portato alla prima grande scelta che è stata quella di chiedere il part time. Una mattina in cui stavo attraversando la galleria di Milano per recarmi al lavoro, distrutta da un periodo difficile al lavoro ho avuto un brevissimo squarcio di consapevolezza e per un attimo la sua luce mi ha fatto vedere chiaramente come stavo vivendo la mia vita. Ho avuto un moto di ribellione e mi sono detta “no”, questa non è la mia vita. In questa disperazione ho trovato una grande forza e sicurezza interiore che mi ha fatto decidere e immediatamente nel giro di mezz’ora ho chiesto il part time, tenendo allo scuro chiunque, di questa scelta, perché non volevo che mi facessero recedere dalla decisione con le solite ragioni razionali. Poi ho fatto un sommario delle cose che sapevo fare per inventarmi un lavoro parallelo alla banca che mi permettesse di far fronte alle necessità mie e di mia figlia. È così che è nato il mio percorso artistico. Fuori dai miei impegni di madre lavoravo tantissimo, mattino in banca, pomeriggio, sera, sabati e domeniche a produrre cose da vendere, ero stanca ma felice.
*Una scelta o una fuga?
Questa è stata la prima scelta consapevole, per me molto importante perché, anche se era una conseguenza ad una situazione di disperazione, ho proprio deciso autonomamente di cambiare, per dare una direzione diversa alla mia vita. Avevo trovato la forza dentro di me.
*La tua vita preAnanda e quella ad Ananda: quali sono i punti di contatto e quali le differenze?
Purtroppo la mia vita pre Ananda era caratterizzata dal lavoro in banca che ho vissuto come una prigione dell’anima del corpo e della creatività. Anche se dopo 20 anni fortunatamente sono stata riuscita a scegliere il part time per non soccombere. E questa scelta, come ho detto prima ha fatto sbocciare il mio lavoro artistico, infatti non avevo sufficienti soldi per tenere in gioco i vari impegni finanziari (scuola figlia, mutuo, etc) in seguito sono anche arrivate delle opportunità come le trasmissioni su Bim Bum Bam, l’essere andata al centro tennis di fai della Paganella a tenere corsi di creatività ai bambini e così via. Tutto questo ha sviluppato la professionalità di cui beneficio adesso. Certo che ho lavorato veramente giorno e notte. Quando dovevo preparare le registrazioni delle puntate di giorno lavoravo in banca, il pomeriggio/sera mi dedicavo a mia figlia e ai vari impegni quotidiani, poi alle 20 mettevo a letto mia figlia e iniziavo a preparare tutto il materiale per le registrazioni a volte fino alle 5 del mattino…. Dormivo 1 ora o 2 e riprendevo dall’alzare mia figlia prepararla per la scuola, la banca etc. Per anni non ho conosciuto sabato e domenica liberi.
*E come mai sei arrivata ad Ananda?
Il venire ad Ananda ha coinciso con l’indipendenza economica e lavorativa di mia figlia la tanto aspettata pensione, e il matrimonio con Peter, che essendo svizzero era abituato a luoghi migliori di Milano. Poi è stato invitato da swami Kriyananda (il fondatore di Ananda) a venire ad abitare ad Ananda per prendersi cura dell’aspetto della musica e del coro. Ora la mia vita è all’insegna della libertà. Ho uno studio e scelgo giornalmente come vivere la giornata, a parte gli impegni fissi che abbiamo ad Ananda.
Già meditavo da diversi anni ma in modo irregolare e senza delle vere tecniche. Invece attraverso gli insegnamenti di Paramhansa Yogananda ho iniziato a scoprire la gioia interiore, addirittura ho iniziato a sentire il mio cuore che si apriva. Che scoperta….! Più meditavo più mi arrivavano cose belle come l’incontro con Peter. Gli ultimi anni di banca avevo scoperto che se ogni giorno meditavo il tempo giusto anche la mattinata in banca passava serena, invece se mi attardavo a letto non riuscivo poi ad avere quella centratura che mi aiutava a sopportare le difficoltà che trovavo. Ormai il mio tempo in banca volgeva finalmente al termine, ma comunque, ancora prima che terminasse, io e Peter avevamo deciso di trasferirci ad Ananda in Umbria e mi stavo muovendo per cercare un trasferimento quando è arrivata la meravigliosa notizia che mi avrebbero esodato fino alla pensione.
Ho sperimentato di persona che quando fai delle scelte che senti nel cuore, la vita si colora dei colori che scegli tu e non quelli che ti impongono o che devi subire. Ora posso confermare che la frase “cerca il regno di Dio e tutto il resto viene di seguito” è vera.
*Prima eri molto diversa?
La mia vita era incentrata completamente nella razionalità. Non sentivo, non intuivo, non percepivo etc. Però probabilmente le cose che mi sono successe e gli incontri che ho fatto mi hanno aiutato, credo, a scoprire che un mio dharma (quello che devi sviluppare in questa vita) è quello di passare dalla razionalità alla intuitività. Infatti proprio in questi ultimi anni la mia mente razionale ha rallentato di molto il suo ritmo, quando ho bisogno di decidere, creare, organizzare, sentire, percepire etc vado nella supercoscienza e qui mi si apre un sipario di cose e intuizioni che la mente razionale non vedrebbe.
* La vita in comunità ti obbliga ad impegni, orari, responsabilità diverse rispetto alla vita in famiglia?
Il fulcro del vivere in comunità sono le pratiche spirituali, la più importante è la meditazione Quindi ci alziamo verso le 6 per espletarle.
Io e Peter abbiamo scelto di vivere nella comunità ma non nello staff. Alla nostra età abbiamo bisogno di sentirci liberi di scegliere. Scegliamo noi i progetti a cui partecipare. Ovvio che abbiamo impegni fissi come il coro, le prove del coro e gli impegni musicali di cui siamo parte attiva.
Quasi ogni lunedì c’è un l
Al martedì sera c’è il laboratorio sonoro per gli abitanti della comunità e anche qui studiamo musica e impariamo canti
Al giovedì ci sono Le prove del coro dalle 17.30 alle 19.30 e alla sera il concerto. Una volta ogni mese e mezzo facciamo un ritiro dalle 16 alle 19.30
Al venerdì sera cantiamo per il benvenuto agli ospiti
Al sabato spesso suoniamo per un kirtan, che sono canti devozionali, per gli ospiti
Alla domenica mattina cantiamo alla cerimonia della luce con il coro e io suono la chitarra alla cerimonia per accompagnare la comunità nei canti per gli ospiti.. e ogni 15 giorni ci ritroviamo con la comunità per un the e per ascoltare storie ispiranti.
Ogni tanto ci sono dei work day e tutte le persone che possono si incontrano per lavorare insieme a progetti vari (manutenzione, giardino, pulizie varie etc) In pratica il mercoledì è l’unico giorno in cui non abbiamo impegni con Ananda e cerchiamo di tenercelo per noi.
*Fai parte del coro di Ananda: cosa significa per te cantare?
I canti di questo coro hanno lo scopo di innalzare l’energia delle persone che ci ascoltano, ma anche la nostra. Cantare per me è l’apertura del cuore, e con questi canti sento una grande espansione, mi piace cantare e l’ho sempre fatto, probabilmente intuitivamente sentivo quanto il suono fa bene a noi stessi ma ora, dopo che ho conosciuto Ananda e Peter è più profondo ed elevante comunque canto anche nel fare le pulizie, in giardino. Insomma è bellissimo.
* La tua evoluzione spirituale, se c’è stata, come è avvenuta? Come era e come è ora?
Proprio ultimamente ho realizzato che tutte le cose più belle della mia vita (soprattutto il matrimonio con Peter) mi sono arrivate quando mi sono data anima e corpo al sentiero spirituale, che posso datare con l’incontro con Ananda (a parte mia figlia che era nata prima e che è la gioia della mia vita). Ora posso dire che questo è il periodo più bello, più felice e più sereno della mia vita. E posso confermare, almeno nel mio caso, che se cerchi il regno di Dio tutto il resto arriva.
*Come è il tuo rapporto con le persone della comunità?
Quando siamo arrivati ad Ananda abbiamo un passato un periodo difficile, nella nostra ingenuità pensavamo di venire ad abitare tra amici che condividono gli stessi ideali. Questo è vero, ma non avevamo preso in considerazione che anche qui esiste l’ego e ci sono le stesse dinamiche relazionali che trovi nel mondo. Poi ci ha aiutato il capire che qui ci vieni per cercare Dio questa è la vera motivazione e che tutto quello che succede serve per la tua crescita. Non puoi certo fare come nel mondo che se non vai d’accordo con una persona semplicemente la cassi dalla tua vita, qui ci devi lavorare e questo è faticoso. Però tutti lasciamo decantare le eventuali emotività negative e cerchiamo sempre di parlarci a cuore aperto; è così che si formano dei rapporti profondi, nati dal rivelare la propria intimità condividendo le nostre debolezze e difficoltà. Poi ci sono le persone con cui vibri sulla stessa frequenza con cui ami stare o fare delle cose. In più io e Peter stiamo cercando di creare delle basi di amicizie normali, organizziamo camminate in montagna, oppure vado al mare con delle amiche. Ora è senz’altro bello.
*Cosa significa per te il tempo che passa? Ha cambiato il suo senso passando a vivere ad Ananda?
E’ vero che il tempo passa ma non ne sono veramente consapevole. Mi sento sempre ragazza (so che non è così, ma è quello che sento) Capisco sempre meglio che quello che è passato è veramente andato ed è solo un ricordo, anche se ogni tanto mi piace proprio tanto vedermi con amicizie di vecchia data e ricordare. Cerco, quando mi ricordo, di vivere il momento presente, è solo quello che abbiamo. Anche qui, comunque il tempo vola.
*Come affronti i tuoi momenti di difficoltà e come li affrontavi prima della tua scelta spirituale?
Gli insegnamenti di Yogananda sono fantastici e preziosissimi. Ho compreso profondamente che se mantieni l’energia alta sei nella positività in ogni cosa (pensieri azioni, situazioni etc) se l’energia cala entri nel mondo della paura. Qui entrano in gioco gli insegnamenti di Yogananda, gli esercizi di ricarica energetica e la meditazione ti mantengono nell’equilibrio. Infatti negli ultimi anni in cui lavoravo in banca avevo capito che se non meditavo al mattino la mia giornata era pessima, così mi alzavo sempre alle 6 (anche quando ero stravolta), meditavo fino alle 7.30 e poi davo il via alla giornata. Ci sono i momenti difficili, ma se prima duravano giorni o mesi ora durano qualche ora o pochi minuti… un bel risultato no?