Andare in vacanza in Toscana è sempre una piacevole impresa. Una terra ricca di cultura e di paesaggi, organizzata, solidale, dove si mangia e beve bene, con costiere marine da ammirare ed una grande storia e natura dietro di sè.
Quest’anno mi sono fermata alla ”Bulichella”, agriturismo vicino Suvereto, antico piccolo borgo toscano a due passi da Bolgheri e da Castagneto Carducci.
Avevo già sentito parlare della Bulichella che esiste da un po’ di anni ma ero stata soprattutto attratta, oltre che dall’azienda agrituristica, dall’interessante storia che circondava il fondatore dell’ azienda, Hideyuki Miyakawa. Il proprietario è un giapponese che venuto in Italia negli anni ’60, se ne era innamorato ed alla fine ne aveva fatto la sua dimora.
Si era trovato in coincidenza con il Salone dell’Auto e trovando opportunità lavorative e l’amore, si era fermato a Torino, dove conobbe successo economico mise su famiglia : ben sette figli (non tutti naturali) e naturalmente ha acquisito il gusto per la cucina italiana soprattutto per i risotti (in Giappone il riso viene utilizzato rigorosamente bianco) .
Dal Giappone nel 1960 all’età di 22 anni parte dalla sua città natale Maebashi, per un giro intorno al mondo in motocicletta Yamaguchi 125, insieme ad un amico e, dopo alcune tappe sulla strada (India, Pakistan e Roma per le Olimpiadi), arrivò a Torino nel 1960. Corrispondente per il giornale giapponese “Car Graphic” conobbe la donna che divenne sua moglie, e Giorgetto Giugiaro e divenne ponte con il Giappone per l’evoluzione del car design di case come Suzuki e Isuzu, lavorando a stretto contatto con i maggiori industriali italiani del settore.
Parla oggi fluentemente italiano ed i suoi figli che vivono a Torino, parlano e scrivono giapponese, ma anche se cerca di mantenere la giapponesità, questa un po’ si sta perdendo con i nipoti. E’ ancora presidente e della Compact, la ditta di comunicazione e sport management gestita dai figli.
Ma l’inverno torinese è freddo e quindi migrava spesso a ll’Azienda Agricola Bulichella che era nata dal desiderio di quattro famiglie originarie del nord, centro e sud Italia di vivere insieme come una famiglia allargata, prendendo le distanze dal modello tradizionale della famiglia nucleare. Uno dei principali desideri era quello di vivere insieme, condividere una serie di esperienze e avviare la produzione agricola nel rispetto della natura e dell’ambiente per il consumo interno dei prodotti e il loro divertimento all’estero.
Ciò dette origine così all’agricoltura biologica che tuttora l’azienda persegue. Inoltre desideravano far crescere i bambini insieme ed essere essere socialmente utili aprendo le porte della fattoria e i suoi spazi alle persone con problemi che avevano bisogno di recuperare. Dal 1993 al 1998, hanno cercato di raggiungere questi obiettivi il più possibile, variando anche le persone all’interno del gruppo e raggiungendo in gran parte molti di questi obiettivi. Nel 1999 la famiglia Miyakawa – Hideyuki e la moglie Marisa insieme ai loro figli – divennero proprietari dell’azienda e decisero di intraprendere nuovi progetti partendo dall’esperienza che avevano già.
Oggi si possono contemplare filari di viti ed ulivi della Bulichella (14 ettari di vigneti, 10 ettari di uliveti) un laghetto , un orto e frutteto ed una ricca cantina di vini di loro produzione. Una parte è dedicata all’agriturismo (quella in cui ho alloggiato io) ed è presente una piccola porzione di bosco.
Il punto di svolta verso un’agricoltura biologica di alta qualità e caratteristica ha avuto luogo negli anni ’90, quando il signor Miyakawa e sua moglie Marisa hanno deciso di investire nella produzione.L’anno 1997 ha visto l’aggiunta di una nuova cantina, che si è evoluta nel corso degli anni e ora vanta tecnologie all’avanguardia. Ma la vera rivoluzione è avvenuta nella vigna. Sono stati piantati nuovi vigneti e, dopo alcuni anni di prove, sono state scelte le varietà di uva che caratterizzano oggi la nostra produzione.
Piccole quantità e uve selezionate per valorizzare e concentrare la qualità dei vigneti, duro lavoro in vigna per interpretare, anno dopo anno, le esigenze e le particolarità che caratterizzeranno la nostra porzione di produzione.
Abbiamo alloggiato all’ agrituirismo per due settimane, alternando i piaceri della collina toscana con il vicino mar Tirreno ( tra Massa Marittima ed il golfo di Baratti) poco profondo all’inizio e che si alza pian piano guidato dal moto ondoso. Abbiamo partecipato dell vita agrituristica e biologica della località ma non avevamo avuto ma il piacere di incontrare personalmente Hideyuki Miyakawa.
L’ultima sera poi però veniamo invitati a cenare con lui e parte della sua numerosa famiglia cui si erano aggiunti ospiti importanti dal Giappone. Tra italiano ed inglese abbiamo partecipato al gentile invito con cena in terrazza. Ne sono uscita conquistata e affascinata con la convinzione che una parte del Giappone in Italia non poteva che essere lì, tra il caldo tepore collinare e l’odore delle viti e dell’uva E che forse avrei dovuto imparare un po’ di giapponese.