La condizione delle donne in Italia oggi
Oggi le donne sono 31 milioni, il 51% della popolazione italiana. E hanno un’aspettativa di vita di 85 anni verso gli 81 degli uomini. Sono inoltre più istruite degli uomini. Le donne che abbandonano gli studi sono meno numerose degli uomini e negli ultimi anni, il numero delle laureate ha superato quello dei laureati: le donne infatti rappresentano attualmente il 56% del totale dei laureati in Italia. E questa è una peculiarità italiana; eppure le italiane laureate hanno maggiore difficoltà degli uomini a trovare lavoro: siamo penultimi in Europa per il tasso di occupazione femminile; inoltre, si registra un forte «gender gap» nell’accesso al mercato dellavoro. Come se non bastasse, aumenta anche il gap retributivo: tra i dirigenti il differenziale tra uomini e donne arriva al 39%.
Perché permettiamo ancora questo?
Cosa possiamo o dobbiamo fare per invertire il gap?
Forse alcune di noi dovrebbero smettere di fare le prime donne?
Forse sarebbe meglio imporsi insieme alle altre, un po’ come fanno gli uomini?
Noi donne parliamo e ci lamentiamo, ma non facciamo gruppo e nemmeno squadra per riuscire a ribaltare questi dati che ci inseriscono al secondo posto sempre.
Oggi le parole-chiavi innovazione, sostenibilità, competitività, sviluppo, devono essere una sintesi perfetta alla base di una squadra composta da sole donne. La storia dell’emancipazione
femminile è ricca di esempi di donne che hanno vinto grandi sfide attraverso l’affermazione di sé in tutti i campi, ma il percorso non è ancora concluso perché la sfida vera del presente riguarda
la qualità nei ruoli, nelle occupazioni, negli incarichi. Bisogna puntare ad una reale conquista del potere decisionale, dei ruoli di gestione, degli ambiti strategici che abbia nella meritocrazia la
sua leva come unico criterio di scelta fra maschio e femmina.
Io come donna e poi come Architetto sono pronta a fare squadra e voi?