INTERVISTA ALL’ ARTISTA BARESE ROSEMARIE SANSONETTI – 30 ANNI TRA LE MOSTRE E LA SUA GALLERIA, LE SUE OPERE, LA SUA BARI.
Difficile scegliere di cosa parlare: dell’ artista o della gallerista? Dei suoi lavori o degli obiettivi culturali? Bari e la sua storia, le gallerie d’arte presenti circa trent’ anni fa, alla fine degli anni ’80: rinomate, famose: Marilena Bonomo, che portò a Bari l’ arte contemporanea, con l’ avanguardia e il concettuale di tanti artisti newyorkesi ospiti nella sua galleria, e poi Zelig, Forma 4, Ninnì Esposito, e tanti altri, anche minori.. una lista. Agli inizi degli anni ’90 si aggiunge una giovane artista che ha qualcosa da dire con la sua galleria Museo Nuova Era. È Rosemarie Sansonetti.
Rosemarie Sansonetti nasce a Bari nel 1965 , consegue il diploma di maestro d’arte presso l’istituto Statale D’Arte di Bari. Scenografa di un gruppo di teatro sperimentale a Roma,approfondisce poi gli studi artistici presso l’ISIA di Firenze e si diploma in scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Bari , nel ’90. In seguito, ai primi del ’90, fonda la galleria Museo Nuova Era, che dirige organizzando mostre d’arte contemporanea ed eventi culturali. Nel 2000 l’abilitazione in Educazione Artistica per le scuole medie, e l’abilitazione in Disegno e Storia dell’Arte per i Licei Scientifici. Nel 2006 consegue l’abilitazione in Discipline Plastiche presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce. Nel 2007 insegna Discipline Plastiche presso l’Istituto D’Arte di Monopoli. Nel 2008 insegna Discipline Plastiche presso l’Istituto d’Arte di Corato. Nel 2009 acquisisce il ruolo in Educazione Artistica presso la Scuola Media “Padre Pio” di Cerignola. Attualmente insegna Educazione Artistica presso la Scuola Media “Manzoni” di Rutigliano.
” Allora, Rosemarie, certo è un obiettivo molto ambizioso Il tuo, perché cercare di ottenere questo effetto di consapevolezza raggiunta, perciò di consapevolezza aggiunta, attraverso le opere degli artisti che tu inviti nella tua Galleria non è semplice, un percorso concettuale sviluppato nel tempo, una immensa mostra costituita da ogni mostra da te ospitata e scelta in base ai tuoi criteri. Questa è a sua propria volta una ricerca: possiamo dunque dire che è la tua ricerca primaria oppure è qualcosa che tu hai incontrato, tra virgolette, strada facendo ?
Rosemarie mi risponde con un sorriso a mezzo: ” No, sicuramente è anche la mia ricerca primaria , cioè quella di mandare un messaggio alla Città.Cerco, ho sempre cercato, di riempire un ambito che mi sembrava vuoto , tenuto ai margini, quindi riuscire ad offrire un panorama di situazioni culturali sfaccettate che permettessero al pubblico di raggiungere una maggiore capacità di lettura dell’ opera e del Linguaggio Artistico”
Per cui, le chiedo, si può dire che il tuo lavoro è stato quello di portare la cultura e l’ arte a portata di mano di chi se ne volesse appropriare e avvicinarsi senza sofismi ovvero senza pannelli divisori o filtri che allontanassero? .
“Certo! In modo da evitare questo ritardo; ho sempre cercato di offrire la massima fruibilità delle cose, la massima apertura e disponibilità anche verso quelli che erano poi i linguaggi degli artisti del luogo, dei giovani che ho proposto. Dei giovani che lavoravano in città come artisti, che ho proposto e ho lanciato molto spesso nelle loro prime personali, che poi hanno avuto sviluppo a livello nazionale, e ho avuta la possibiltà di rilanciare il lavoro anche degli artisti cittadini già consolidati. Questo ho cercato di farlo con una certa attenzione , cioè una attenzione mirata e specifica per gli autori che lavoravano sul territorio ”
Domando: Il tuo lavoro con le artiste del territorio e non, cosa ha fatto affiorare, e quali sono le tematiche che tu hai incontrato tra le più interessanti nelle artiste stesse?
” Mah… le tematiche più Interessanti sono quasi tutte sulla identità, fondamentalmente, sviluppate in vario modo, chi con la scrittura, chi con la poesia, chi con la ricerca grafica, chi con la ricerca pittorica o fotografica, ognuna con il proprio medium, quelle riflessioni che vengono fatte grazie alle proprie capacità per riflettere sulla propria condizione.
Invece gli artisti ( maschi) ?
” Gli artisti sono già più scevri da determinate problematiche E affrontano in modo diverso anche contenuti apparentemente simili oppure ne affrontano dei più vari…..Comunque c’è una ricerca identitaria nella donna maggiore che nell’ uomo”.
Mi viene naturale accostare questa considerazione al pensiero di Milena Bentivoglio.
La città di Bari come ha risposto a queste tue proposte nel corso del tempo, cioè in circa trent’ anni ?
“Diciamolo, le istituzioni non hanno risposto come io avrei voluto , purtroppo. Ci sono state resistenze al contribuire in qualche forma e modo alla mia attività, anche tutte le volte che mi sono fatta portavoce di queste istanze di arte e cultura per la mia Città, quindi mi sono dovuta sempre muovere in grande autonomia. Tra le iniziative che ho realizzato per la Città di Bari, mi torna in mente quella di Piazzale Murat.Per i 25 anni dell’attività della galleria, ho organizzato delle proiezioni di video sulle vetrate della Sala Murat ,c’ era quindi una visibilità all’ esterno della piazza, goduta e fruita liberamente da tutta la Città, tuttavia mi sono accollata tutti gli oneri della cosa, ma ho visto che ne è stato poi fatto un uso strumentale, senza però aver contribuito in alcun modo.Resto molto rattristata da questi atteggiamenti …. Questo è un problema generale di mancanza di rispetto verso la libertà di espressione, a fronte di una sostanziale indifferenza per i sacrifici che si fanno per dare al pubblico quella espressione artistica”.
Ci si trova troppo spesso a dover gestire questa “complessa libertà”, un rapporto non così coerente come si avrebbe diritto di aspettarsi, visto che si opera per la Città.Dunque, Rosemarie, 25 anni sono molti, un quarto di secolo, …come è nata, nella tua mente, nel tuo cuore, nel tuo animo, l’ idea di avere una galleria? Quando è nata?
” L’idea è nata nel 91, col mio compagno di allora: si pensava di organizzare uno spazio che fosse una sorta di fucìna dove avvenissero degli scambi, dove si organizzasse una rete di relazioni tale da favorire appunto una rete di contatti, di rapporti che sconfinasse oltre i limiti della provincia di Bari, della Città e della provincia, a livello nazionale e anche internazionale, e quindi questo è stato possibile , creando una serie di rapporti con spazi e gallerie che avessero la stessa concezione, che però si trovassero in altri punti d’Italia e anche all’ estero. Allora è stato possibile così”.
In quel momento, Rosemarie, la situazione delle gallerie dell’ arte e delle spinte per l’ arte a Bari sembrava essere abbastanza vivace; c’erano delle idee poi così chiare?
“Senti … Vivace era un po’ più vivace di quanto lo sia adesso probabilmente, però mancava, quello che è sempre mancato alle gallerie di Bari, una sorta di intercomunicazione , una sorta di scambio, che sarebbe stato utile a tutti, invece, ognuno si è trincerato dietro le cose più lo interessavano, s’ è coltivato il suo proprio orticello e non è riuscito ad andare al di fuori di questo limite per cercare di abbracciare eventualmente anche il rapporto con l’ altro,non c’ è stata apertura nei confronti dell’ altro …. ”
Beh, il concetto di rete forse tutto sommato era ancora “in mente Dei”e per lo più ancora oggi credo che non sia penetrato fino in fondo: fare rete vuol dire fare sistema, qualcosa che in America le gallerie fanno abbondantemente da qualche decennio… –
“Certo! Ma anche in Europa lo fanno . Qui dipende dal fatto di avere una mentalità un pò provinciale e si teme, sbagliando, di poter perdere qualcosa del proprio, nel donare, senza comprendere che invece è un arricchimento e non soltanto: è anche una facilitazione, per le Gallerie, anche economica, perchè non girano solo le idee: girano gli artisti, girano le opere, si lavora con altri artisti. Faccio però anche un esempio di contraltare. Abbiamo avuto una collaborazione molto affettuosa con Bluorg, storica galleria barese ormai chiusa , abbiamo fatto molte cose…È stata l’unica galleria con la quale è stato possibile organizzare qualcosa; quando c’ era Giuseppe Bellini che era una persona molto aperta su questi discorsi…”.
Il panorama internazionale è pieno di collaborazioni. Spero che qualcuno lo comprenda…ora una domanda quasi storica: la tua scelta per l’ arte è stata una cosa che è nata con te, da quando eri piccola?
” Da piccola, in effetti. Ho avuta una maestra elementare che mi ha fortemente Indirizzata nello sviluppare delle materie a carattere creativo, ho continuato in seguito fino alle scuole artistiche. Anche perchè mia madre è stata una persona fortemente sensibilizzata verso questo tipo di espressioni e di linguaggi e mi ha trasmesso questa cosa. E infatti è con lei che collaboro ancora oggi in galleria con me da sempre in questa cosa…. È con lei che condivido gran parte dell’ impegno quotidiano nell’aprire e chiudere la galleria…. Condivido con lei questa scelta ..un fatto femminile, che va di madre in figlia ”
Dal tuo punto di vista; con tutta la tua esperienza decennale alle spalle, come vedi l’ arte in questo momento? Insomma::”que se pasa”?
” …. Mah…sono stata ultimamente al MiArt di Milano..Vedo una forte frantumazione dei linguaggi, fortissima ….una forte sfaccettatura ,non ci sono temi prevalenti,non ci sono mode che riescano ad emergere più di altre, c’è un panorama molto aperto e sfaccettato di linguaggi , direi una babele di linguaggi…siamo in un periodo di questo tipo, secondo me.E ciò che emerge, sempre secondo me, sono in realtà i maestri degli anni ’60, dell’ arte povera, sono ancora quelli che hanno segnato il mondo, diciamo così, con dei movimenti importanti, con dei movimenti storicizzati che hanno segnato gli anni ’60- ’70. Quello che c’è stato dopo non ha avuto la forza nè la capacità di emergere a quei livelli”.
Quindi diciamo anche quei gruppi di avanguardia di sfondamento che c’erano negli anni ’60 -’70 anche a Milano…
” …’60 -’70 , certo: c’ è tutto un revival al femminile di quegli anni: Ketty la Rocca, la stessa moglie di Filiberto Menna, Tommaso Binga, insomma una serie di artiste che hanno lavorato in quegli anni e che adesso stanno avendo tutte un recupero; la stessa mostra che è stata fatta su Giosetta Fioroni al Museo del Novecento è il recupero di una figura femminile molto importante di quel periodo …”
Quindi curiosamente c’è un ritorno del femminile ma il femminile preso dal passato.
” Si, preso dal passato, di quell’ epoca. Quello che mi è piaciuto di più tra le artiste donne che ho visto al Miart è stata un’ opera di Rebecca Horn che essendo una grandissima artista ha avuto il suo boom in quegli anni , e rimane una star dell’ arte di quegli anni: ha avuto la sua storia, la sua crescita e la sua sperimentazione principale in quegli anni, che poi si è andata consolidando nel periodo, però la sua valenza e il suo linguaggio sono legati a quel momento storico.
L’ ultima cosa che volevo chiederti era riepilogativa ma in senso personale:
Idee tue ?che cosa ti piacerebbe portare all’ attenzione del pubblico ?Sogni nel cassetto. Il futuro. Qualcosa che vorresti fare…
“…Sogni nel cassetto.. beh, mi piacerebe una cosa super : fare una Fondazione..un obiettivo che, chissà.. Mi piacerebbe molto fare un Piccolo Museo Stabile,una raccolta stabile, che possa offrire alla città un panorama, anche se piccolo, di tutto quello che ho raccolto e che è passato in galleria, avere un pò un punto di riferimento che possa passare ai posteri, al di là di quella che è l’attività continua e costante che si sviluppa di mostra in mostra,…. . Poi, da realizzare di nuovo per il prossimo anno:autori baresi, quasi inediti, e artisti extra urbani , lontani, e altre cose interessanti da vedere, sicuramente….
E come gallerista qual è l’ arte possibile, quello che tu vorresti vedere e che non hai ancora visto?
Qui Rosemarie Sansonetti si illumina in un sorriso grande, gli occhi chiari come l’ acqua. Una sua risata gioiosa conclude il nostro scambio. “L’ Arte possibile che ancora non ho vista e che vorrei vedere? Ma è quella multisensoriale, quella che io sogno, che coinvolga tutti i sensi…. Che sia un’ arte onnicomprensiva , si, la più coinvolgente che ci possa essere…”
Credo che la troverà.
“Tempo liquido“, installazione, 2016
Collana dei desideri, installazione,1988
Questo il suo iter formativo, di tutto rispetto e molto strutturato, che tuttavia non rende giustizia a questa donna piena di garbo ed educata ironia, ribelle agli status quo e rivoluzionaria contro le prospettive falsamente rassicuranti; una investigatrice del vero senso della materia, lo spirito, ricercato anche nei corner più imprevisti o più quotidiani. Le sue opere sono finestre sulla ricerca della metafisica che si cela dietro il consueto e il quotidiano, ma anche il lontano, culturale o temporale, la affascinano e si pongono nella sua sfera di interesse, per i medesimi motivi. Penso alla sua ” Tempo liquido” una clessidra in vetro con acqua invece che sabbia, su un cuscino di velluto, del 2016, ma penso anche alla “Collana dei desideri” ,del 1988, la cui struttura descrittiva di una collana di conchiglie di mare posta a pendere su una struttura in ferro battuto ornato in modo tribale, che trattiene una veste lunga e primitiva, in lunga lana grezza, rieccheggia quasi una vestizione cerimoniale matriarcal -pelasgica. Singolari oscillazioni temporali, in questo flusso di ricerca , assolutamente coerenti. Capaci di sfociare in opere fotografiche, stampe digitali di incredibile impatto emotivo – quali fotogrammi di un corto, lungo esattamente quei fotogrammi, o una intera vita, come ” Il tempo è nelle cose ” del 2010 o il magico “Reliquie astrali” del 2008 ,installazioni che il laser ha scolpito nel cristallo, liberando forme di materia e di luce ,espressioni digitali in 3D, anch’ esse così prossime ad una sequenza, eppure anelli di congiunzione tra la cristallizzazione di un concetto e la sua forma pensiero imbrigliata dalla luce, matrice eterna dell’ esistente, in un cristallo.
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‘ Il tempo è nelle cose“, foto digitale, 2010
“ Reliquie astrali“, installazioni, 2008
Parimenti oscillano le sue espressioni, tra artista e curatrice nella galleria che apre, il ” Museo Nuova Era”, una avventura quasi trentennale al servizio della Città di Bari e di chi voglia fare arte, avendo qualcosa di profondo da dire, qualcosa che arricchisca realmente lo Spirito e l’ Anima, aiutandoli nel loro lungo cammino verso una conoscenza sottilmente sapienziale, dell’ universo sensibile, attraverso la reale conoscenza della luce, medium indiscutibile e dissolutore, o persino liberatore, delle forme, che assumono carattere di verità quando strappate alla loro iconografia consueta e traslate in un trapasso informale – in senso artistico – e sostanziante. La sedia attorno alla quale ruota tutta la bianca installazione destrutturata sulle pareti circostanti, di cui è il centro, non è più tale ma si slancia e si allunga a raggiungerne un’ altra in alto, perdendo le sue forme consuete, in un afflato sentimentale, onirico, spirituale, come in ” Domestiche sovversioni” del 2016. Uno specchio, materiale, che occupa un altro spazio ma nello stesso tempo, quale che esso sia. E, assoluto e indiscutibile, come il passato, come il dolore, come il futuro, il bianco si fa luce che dematerializza, toglie peso. Cambiano le forme e triplicano i contenuti, le essenze, le verità. Nulla è più greve, tutto è trasformato, in una epifania del bianco che prelude ad una dimensione altra, ad un abbandono dell’ immanente, di ogni consuetudine,dolorosa o bella che si possa immaginare.
“Domestiche sovversioni” , installazione, 2016
Eppure, la Galleria, il Museo Nuova Era, non è mai fuori del suo pensiero. Anzi, col tempo e le esperienze, sempre più comprende che il suo istinto ci vede lungo, e le motivazioni sono tutt’ altro che formali. Coglie nello straniamento topico, che i giovani artisti locali, ai tempi suoi coetanei, hanno bisogno di un luogo dove esprimersi e confrontarsi, un luogo libero ma spirituale, sempre in linea e coerente con sè stesso.E decide di dare una impronta specifica, creare una sorta di centro di Ricerca,che si completa e si struttura attraverso mostre di ricerca, ospitate sempre in modo rispettoso degli artisti presenti. Oggi, a quasi trentanni dalla nascita della sua Galleria, si affaccia un nuovo desiderio, una nuova ispirazione, un traguardo che è quasi visionario – e parlando con lei capisco perchè.
Colleghe dell’ Accademia di Belle Arti di Bari di quegli anni, fúcìna di talenti, vorrei chiosare, insieme a Gregorio Sgarra, in mostra in questi giorni al Teatro Comunale di Corato con le sue “Anamorphosis”, siamo nel suo salotto, sempre a Bari, in un alto palazzo Liberty poco distante dal Teatro Margherita, dal mare, coi pavimenti e i mobili Décò, e le sue opere intorno. Mi attrae , su una parete, la sua fotoritratto realizzata da Stefano Demarco,” Vedere con la mente”, del 2016.
di S.Demarco ” Vedere con la Mente”
PRINCIPALI MOSTRE COLLETTIVE di Rosemarie Sansonetti:
1993 – “Blu night” ,Galleria Weinand,Berlino. 1998 – “Passaggi a Nord Ovest”,Casa Circondariale,Biella. 1999 – “ 15 artisti italiani”, Galleria Contaminazione, Genova. 2000 – “Art/Woman”,Castello Carlo V, Lecce. 2004 – “121 Motivi per non dimenticare”,Palazzo della Provincia,Roma. 2005 – “Blog on Rimbaud”,Castello di Rivara (To). 2006 – “ Contemporaneo Italiano”,Istituto Italiano di Cultura,Bruxelles. 2007 – “Biennale di Venezia – Eventi collaterali, Spazio Thetis,Venezia. 2009 – “ La coda dell’universo”, Istituto dei Portoghesi, Roma. 2010 – “Arte Laguna Prize”, Arsenale,Venezia. 2010 – “Premio Sinestesie”, Conservatorio, L’Aquila. 2011 – “Biennale di Venezia”, Padiglione delle esposizioni-Sala Nervi, Torino.
PRINCIPALI MOSTRE PERSONALI di Rosemarie Sansonetti:
1998 “Perhaps”, Teatro KismetOpera, Bari. 2001 “Double face” ,Studio Gennai, Pisa. 2004 “Silenzio”, Galleria Il Gabbiano, La Spezia 2005 “La luce dell’anima”, Galleria Catartica,Torino. 2007 “Vita + Tecnica = Arte”, Galleria Giovanni Testoni, Bologna. 2008 “ Doppia personale”, Galleria Scoglio di Quarto, Milano. 2008 “ La forma è vacuità”, Castello Svevo,Bari. 2009 “La forma è vacuità”,Galleria Open Space, Catanzaro. 2010 “Reliquie astrali”, Galleria Il Gabbiano, La Spezia. 2011 “Nero Bianco”, Galleria Primo Piano, Napoli. 2011 “Dummy”,Istituto di Storia e Fenomenologia delle arti-Spazio Mirionimia-Macerata. 2011 “Dummy” Studio Gennai, Pisa. 2011 “Nero Bianco”, Galleria Uso Magazzino, Pescara. 2012“Donne, percorsi,diritti”, collettiva, Palazzo Conte Sabini, Adelfia. 2012 “Overture”, collettiva a cura di R. Lacarbonara, A.Frugis, N. Zito, Museo Pino Pascali, Polignano 2013“Consolo meridionale”, collettiva, a cura del Museo Nuova Era,Atelier Spezzacatene, Bari. 2014“ Luce”, collettiva, Palazzo Mongiò dell’Elefante, Galatina 2014 “Stone”, collettiva, a cura di Lucia Anelli, Masseria Torre di Nebbia,Corato. 2014 “Artisti in Luce”collettiva, a cura di Roberto Lacarbonara, Fiera del Levante, Bari. “Progetti minimi”, collettiva, a cura di Museo Nuova Era,Ex Sepolcro Santacroce, Bisceglie. “Mare”, personale,Spazio Ishtar, Pantelleria. 2016 “Setup” Artfair fiera internazionale, Autostazione Bologna. “Iside e la wunderkammer della fertilità” collettiva, Palazzo Vernazza, Lecce. “Domestiche sovversioni” personale, Museo Nuova Era, Bari.
WEBLIOGRAFIA:
http://www.rosemariesansonetti.it/
http://arteculturaok.blogspot.com/2016/04/rosemarie-sansonetti-domestiche.html?m=1
http://www.rosemariesansonetti.it/rassegna-stampa/
Si consiglia la visione dei molti video presenti su you tube sulle opere e le mostre di Rosemarie Sansonetti
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