Una raccolta di intenti e di immagini che testimoniano la volontà di cambiare, la consapevolezza del bisogno di partecipazione diretta, di assumere una posizione significativa contro il fenomeno dilagante dei femminicidi e di tutte le forme di violenza perpetrate contro le donne.
Gli ultimi fatti hanno fatto rabbrividire, smosso le coscienze, emozionato gli animi, sollecitato prese di posizioni e incalzato la politica.
Eppure non sarebbe stato necessario che avvenissero questi ultimi efferati delitti per intervenire. Lo hanno capito molto bene gli Stati Generali delle donne che hanno sviluppato e portato avanti un progetto indirizzato a porre una panchina rossa in ogni comune in memoria delle tante vittime.
Da questo progetto, dalla risposta ad esso, dalle numerose panchine poste in tutto il territorio nazionale, è partita l’idea di farne una raccolta e metterla a disposizione di tutti.
Il senso di questo progetto (in itinere) lo si evince leggendo i vari interventi che lo introducono.
I protagonisti, oltre le Istituzioni territoriali, sono stati gli Enti, le associazioni, le scuole, i cittadini e gli studenti che hanno concorso ad installare sul proprio territorio o nella propria sede una #panchinarossa come simbolo contro la violenza di genere.
La #panchinarossa è diventata l’emblema dell’attività di comunicazione e di sensibilizzazione lanciata dagli SGD volta a dare voce alle azioni di contrasto intraprese contro la violenza sulle donne ed in favore di una cultura di parità.
Nella sua presentazione, Vincenzo Spadafora, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, sottolinea la necessità di realizzare “un avanzamento culturale” e ricorda che “i lividi che una donna si porta addosso, riguardano tutte e tutti, senza alcuna esclusione”.
Nel plaudire all’iniziativa e al sostegno ad essa di tanti comuni italiani del Nord e del Sud mette in rilievo come la stessa sensibilità debba “necessariamente avere lo Stato che, oltre all’attività di repressione condotta dagli organi di polizia e dalla magistratura, non può rimanere inerte sul piano preventivo e culturale. Ciò che abbiamo il dovere di fare, come esseri umani, prima ancora che come autorità pubbliche, è combattere il silenzio, un silenzio colpevole e omertoso di chi troppe volte gira la faccia dall’altra parte, fingendo di non vedere il problema. È questo il nostro compito, quello di riuscire ad animare la straordinaria sensibilità del nostro Paese di sentirsi comunità. Perché, siamo tutti complici se fingiamo di non vedere”.
“La violenza – scrive Ludovica Agrò, già Direttore Generale dell’Agenzia per la Coesione Territoriale – in realtà è solo uno degli aspetti con cui si manifesta la discriminazione nei confronti delle donne, ma è la più estrema, scandalosa ed atroce. Una panchina è lungo di sosta e di riposo di riflessione e di condivisione degli spazi. Il fatto che le #panchinerosse siano promosse dai Comuni e realizzate da scuole, associazioni, cittadini, fa si che esse siano simbolo di una coscienza che si fa spazio e si impone in modo permanente a chi passa, dando voce a chi non ne ha più”.
Il Sindaco Enrico Vignati, della Presidenza dell’ANPCI, che ha promosso l’installazione della panchina rossa in tantissimi piccoli comuni, ritiene che “Pubblicare un libro che raccolga le immagini delle Panchine Rosse posate in questi due anni sia anzitutto un ottimo promemoria per tutti noi ed un modo per raggiungere direttamente tutte le famiglie, le Scuole, le Istituzioni e le Associazioni che questo percorso non l’hanno ancora intrapreso. Questo è quanto dobbiamo in memoria di chi non ce l’ha fatta”.
Tina Magenta, Ambassador delle panchine rosse e promotrice della prima di esse nel comune di Lomello, testimonia l’importanza assunta da questa iniziativa.
Isa Maggi, Cordinatrice degli SGD, spiega e sintetizza la Convenzione di Istanbul – Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, rendendo un utilissimo supporto al dibattito e all’informazione.
Al progetto ha aderito Pon-Città Metropolitane , che ha offerto il proprio contributo “ ad un progetto di sensibilizzazione lanciato dagli Stati Generali delle Donne, al quale anche il PON Metro ha aderito anche in analogia ai temi trattati nel Programma, relativi all’inclusione sociale delle frange di popolazione svantaggiata, alla conseguente marginalità, e alle azioni previste a supporto del disagio psichico, giuridico e sanitario. Il progetto ha previsto un’azione informativa tesa a coinvolgere le cittadinanze sul tema, richiedendo l’installazione di una panchina verniciata di rosso, in una location significativa, lasciando spazio alla creatività di ciascuno”.
La cura, la ricerca delle testimonianze e dell’ l’obiettività, l’omogeneizzazione dei materiali ricevuti, la volontà di andare oltre la simbologia delle panchine hanno portato a seguire una metodologia semplice e di facile lettura. Certamente quello della prevenzione ed eliminazione di questa forma di violenza deve essere un obiettivo e con questo spirito si è orientata la stesura di questo testo. “Un lavoro che purtroppo non sembrava mai ritenersi esaustivo a causa del ripetersi pressoché quotidiano di episodi di efferata crudeltà. Ad ogni notizia un nome da aggiungere e da ricordare. Documentare, attraverso le immagini, la tragicità degli eventi denunciati insieme ai volti sorridenti di chi si ribella ad essi rende il contrasto inevitabile. La pubblicazione di questo libro vuole concorrere non solo ad assolvere al dovere di non girare le spalle, non dimenticare, non accettare la consuetudine della notizia ma fornire anche uno strumento d’informazione utile alla riflessione collettiva.”, (ndc)
#panchinerosse, a cura di Marta Ajò per la collana Donneierioggiedomani, Ed.KKIEN Int.Pub.
Gli store dove trovare l’ebook:
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Bookrepublic, https://www.bookrepublic.it/book/9788833260372-panchinerosse/
Kobo, https://www.kobo.com/it/it/ebook/panchinerosse
Hoepli, https://www.hoepli.it/ebook/panchine-rosse/978883326037E.html
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