Se esiste un sogno ricorrente per le donne che vogliono una società rinnovata, paritaria e rispettosa dei diritti di tutti i generi, è sempre stato quello di avere una donna Premier.
Qualcuno che le comprendesse, che si mettesse nei loro panni, che avesse a memoria le esperienze dell’essere donna e indicasse le soluzioni, non per favorirle ma per sostenerle.
Lo hanno sognato, forse, da tempi immemorabili. Da quando le donne avevano come massima aspirazione d’emancipazione quella di sposarsi per uscire dal guscio familiare, e cadere in quello matrimoniale, quando subivano discriminazioni sui luoghi di lavoro, di carriera e di salario nonché abusi e molestie.
Da quando hanno iniziato a protestare, denunciare, farsi sentire contro l’incomprensione da parte di un genere rispetto al loro.
Considerate piuttosto oggetti di desiderio, oggetti di consumo, oggetti da sfruttare. Donne angeli del focolare, necessarie al sistema famiglia e al sistema servizi (mancanti). Operaie sfruttate e sottopagate. Fino alle più moderne vittime di violenze, tratta e femminicido.
Come capire la complessa dinamica che affronta una donna come lavoratrice, moglie, madre, curante, infermiera e badante?
Come comprendere la difficoltà di sottrarsi a ricatti basati sul bisogno e sul sesso? Ma cosa vogliono queste donne?
Giustizia, certamente, ma anche una presenza fortemente legata alle loro esperienze, alla loro cultura, alla loro storia che le possa rappresentare.
Di donne capaci ce ne sono tante e brave. Quelle che sbagliano risponderanno degli errori o dei compromessi alla pari di altri, perché il governare non è né facile né semplice.
Che esista la necessità o l’ opportunità che questo sogno si tramuti in realtà viene supportata, si ringrazia, da un uomo illuminato.
Maurizio Molinari, direttore del giornale La Stampa, in una recente trasmissione televisiva si è espresso a favore di questa ipotesi:
“Ciò che davvero manca in un Paese come l’Italia, che ha davvero tanto bisogno di rinnovamento, è dare piene potenzialità alle donne. Un premier donna che ci rappresenti darebbe una scossa salutare a tutte le forze politiche. In una democrazia i diritti si sommano, perciò quelli delle donne appartengono a tutti, anche agli uomini”.
Noi ne siamo convinte da sempre.