Le Stars ( cinque ragazze toscane), uno dei rarissimi gruppi musicali allora in Italia composto di sole donne, erano state catapultate in Vietnam da un contratto un pò “poco chiaro”. Invece le cinque ragazze toscane arrivarono a Saigon e lì rimasero tre mesi!
Esattamente cinquanta anni fa accadeva una storia talmente incredibile da, come si dice in questi casi, dimostrarci ancora una volta che la realtà possa superare ogni possibile fantasia .
Accadeva, infatti, che cinque ragazze toscane neanche ventenni, sbarcassero dopo un atterraggio spaventoso ed in picchiata in un aeroporto militare in piena guerra. Le ragazze erano una band, il gruppo toscano de “Le Stars” , l’atterraggio spaventoso ed in picchiata era per sfuggire ad una contraerea e l’aeroporto militare era quello di Saigon, sì Saigon e nel momento piu’ duro della guerra in Vietnam.
Incredibile, è vero. Le Stars, fra l’altro uno dei rarissimi gruppi musicali allora in Italia composto di sole donne, erano state catapultate in Vietnam da un contratto diciamo con un eufemismo un pò “poco chiaro” .
Contratto che loro, ma soprattutto i loro genitori che avevano dato procura all’impresario , credevano prevedesse un tour in Oriente solo in zone decisamente tranquille, come le Filippine per esempio.
Invece le cinque ragazze toscane arrivarono a Saigon e lì rimasero tre mesi!
Tre mesi, fra l’altro, in cui avrebbero dovuto cantare nelle basi Usa piu’ sicure (anche se di sicuro potete capire bene lì ci fosse pochino) mentre , invece , furono spedite in quelle più lontane e pericolose del Vietnam del Sud, quelle dove gli ufficiali bianchi allora inviavano i soldati “neri”…quelli evidentemente sacrificabili per primi .
Nel Vietnam del Sud perche’ Rossella , Viviana, Daniela , Franca e Manuela , Le Stars, non cantavano niente del repertorio classico italiano che , evidentemente, si aspettavano gli ufficiali bianchi ma facevano blues, ritm & blues ,e questa non era allora considerata musica da “bianchi “!
Fu cosi che iniziò una avventura incredibile.
Tre mesi ancora difficilmente raccontabili, talmente difficili che solo tre delle cinque ragazze hanno accettato oggi di parlarne pubblicamente. Tre mesi raccontati in un documentario ,che arriva in questi giorni molte sale cinematografiche, dal titolo “Arrivederci Saigon” e presentato all’ultima Biennale del Cinema di Venezia dove ha raccolto ben quindici minuti di applausi.
Storia che possiamo oggi conoscere grazie alla curiosita’ dello scrittore Giampaolo Simi che ha voluto raccontarla con l’aiuto della regista Wilma Labate , racconto di cui aveva preparato all’inizio la sceneggiatura per farne un film ma al quale non credeva nessuno tanto sembrava inverosimile la storia
Motivo per cui la scelta di farne prima un documentario. Lavoro in cui,tre delle protagoniste raccontano e si raccontano durante quei giorni e qui lunghi incredibili mesi divisi fra musica ,blues , vita , pericoli , morte e guerra.
“Mi sono ritrovata al centro del mondo “ racconta Rossella Canaccini , la cantante .
” Avevo solo sedici anni. Sedici e mi sono accorta subito che cosa fosse la guerra lì, in Vietnam. Che lì si uccideva solo per non essere uccisi e che è piu’ facile uccidere qualcuno se ti è stato insegnato che il tuo nemico non è un essere umano.
Vedevo ragazzi di diciotto anni feriti che piangevano o che rientravano nelle bare la sera. Io non ho mai dimenticato il Vietnam. Quanto ho imparato in tre mesi! ”
“Anche come donna e come musicista ho imparato tantissimo” continua Rossella .” Quando la gente parla di soul o ritm & blues sono parole! Io l’ho vissuto sulla mia pelle cosa vogliano dire davvero. Io ho visto ragazzi di colore che non cantavano il blues perchè è bello e gli piaceva tanto farlo, ma perchè gli scorreva nelle vene per il dolore che subivano , per la sofferenza provata ”
“Stavamo sveglie tutte le notte per il rumore degli aerei…se si sta qui ci ammazzano” ricorda si dicevano fra loro Daniela , la chitarrista del gruppo.
Rientreranno in Italia, infatti, solo nel gennaio del 1969 le ragazze delle Stars.
Rientreranno per subire, poi , dopo la vicenda gia’ pesantissima della esperienza in Vietnam , anche una sorta di processo vero e proprio, di linciaggio politico dell’allora potentissimo Pci toscano. Loro, figlie delle province allora piu’ rosse, operaie ed impegnate d’Italia, province come Livorno, Piombino, Pontedera , accusate di aver dato aiuto e sostegno morale con la loro musica alle truppe Usa.
Nessuna pieta’ ci fu allora, nessuna comprensione per una storia che le aveva fatte trovare da ragazzine in pericolo e , loro malgrado, all’oscuro e loro stesse vittime. Anni vissuti come estranee da un contesto sociale amato che era il loro territorio, per loro stesse e le loro famiglie.
Ci sono voluti cinquant’anni per liberarsi di questo senso di colpa ingiustificato.
Cinquant’anni per far decidere e capire a queste ragazze di aver vissuto una esperienza straordinaria nella quale non avevano nessuna colpa , salvo il desiderio continuo di riuscire ad uscirne vive.
Qualcosa che ha segnato profondamente la loro conoscenza della vita, della morte e del senso profondo dell’orrore della guerra che , vista da vicino, vede solo la devastazione dell’animo umano , della paura di non farcela, soprattutto se hai neanche vent’anni..e non sai neanche perche’ sei arrivato li’ a farla.
Dobbiamo a Daniela Santerini , l’organista di queste straordinarie ragazzacce toscane, l’inizio del racconto di questa vicenda grazie al suo libro pubblicato tempo fa dal titolo “Choi-oi” ,edito da Youcanprint.
“Ho combattuto quaranta anni ” mi racconta Daniela ” per far conoscere questa storia! “.
Libro in cui si e’ imbattuto assolutamente per caso lo sceneggiatore e scrittore Giampaolo Simi che, per primo, ha intuito la bellezza e la potenza umana e storica e ha deciso di portarla sugli schermi con il cinema.
Storia di Rossella ,Viviana, Daniela , Franca e Manuela protagoniste oggi di “Arrivederci Saigon” in cui ,pero’, non sono tutte presenti perchè ,ancora, non tutte hanno voglia di raccontare.
Uscirne , dimenticando tutto , alla fine è stato , infatti, possibile solo per alcune delle protagoniste.
Oggi tutti noi non possiamo che ringraziarle dato che ci hanno regalato uno spaccato straordinario di vita e anche di storia italiana. Donne che sono riuscite a rielaborare umanamente una vicenda che le ha catapultate, giovanissime e all’improvviso, nell’ombelico della storia del mondo piu pesante e lontana da ogni possibile immaginazione ma di cui hanno trovato la forza e la gioia di raccontarla a noi oggi.
Con la speranza , come ha detto l’autore Giampaolo Simi durante la presentazione “..che prima o poi, con il clamore anche di questo documentario venga fuori da qualche sperduta cantina dell’Ohio o di chissa’ dove ,un pezzo di pellicola che le ritragga a cantare blues a Saigon “.
Le Stars , la loro band e “Arrivederci Saigon “. Storia di donne , di artiste, di cuore, di guerra , di morte e di grande , enorme , fortissima ed indimenticabile esperienza di vita e , mentre ascolto Rossella e Daniela che la raccontano davanti ad una platea emozionata penso che non poteva esserci che il blues in sottofondo a tutto questo…
Il loro blues.