A te, una canzone di grande successo cantata da Jovanotti mostra quanto l’amore sia generativo, capace di mettere al mondo nuove parti di noi.
Il cinema, la musica leggera, la pubblicità hanno rappresentato e rappresentano le nostre storie d’amore: come le abbiamo vissute, come si trasformano e come le ripensiamo alla luce delle nostre esperienze. Da anni analizzo film vecchi e nuovi, ma ascolto anche le canzoni, soprattutto italiane, con l’intento di scoprire nuovi linguaggi per esprimere l’amore. Recentemente mi sono soffermata ad ascoltare A te, una canzone di grande successo cantata da Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti che lui interpreta con un particolare trasporto capace di emozionare.
È la storia di un uomo disilluso e senza speranze, ma con lei, la donna di cui si è innamorato, tutto si è ribaltato e la canzone che le dedica narra una nuova visione del mondo. La sua innamorata è il tutto, è una roccia, è capace di superare ogni ostacolo, lo ha fatto rinascere e in questa strofa lo dichiara:
A te che sei il mio grande amore/Ed il mio amore grande/A te che hai preso la mia vita/E ne hai fatto molto di più!
Tutto il testo sottolinea quanto lei sia l’unica che si possa desiderare, chi è innamorato pensa in questo modo, ma mostra anche quanto l’amore sia generativo, capace di mettere al mondo nuove parti di noi. È Eros, il putto alato, ad aver fatto il miracolo. A te che sei/Semplicemente sei/Compagna dei giorni miei/Sostanza dei sogni miei… Se certe canzoni, come questa, hanno grande successo è anche perché sanno parlare ai nostri desideri più profondi e al contempo alle realtà già consolidate. Perché sanno andare oltre il tempo, non si fermano all’ovvio ma sono capaci di indicarci un nuovo cammino.
La filosofia, mia compagna di vita, sa farmi pensare a qualcosa che va oltre, durante l’ascolto, alla prima interpretazione. A te non parla solo di una coppia bensì, ad una lettura profonda, ad una seconda e terza lettura filosofica, ci dice che “la sostanza dei giorni miei” può essere la musica per un musicista, la scrittura per uno scrittore, la scoperta per lo scienziato o il figlio per chi è madre. L’amore è una forza universale che se all’inizio ci coglie di sorpresa poi, quando si insedia nella nostra vita, va ad esaltare ogni aspetto rendendo sublime ogni azione creativa. Ecco perché al nostro oggetto d’amore possiamo dire: “A te che sei/Semplicemente sei/Compagna dei giorni miei/Sostanza dei sogni miei”. Qualunque esso sia. Definire sostanza l’amore significa, in ultima analisi, è ricordarsi della sua vera natura, quella di essere una sub-stanzia quindi di stare sotto come le fondamenta: imprescindibili esistenze ed al contempo emanazioni che danno origine a ciò che siamo.
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