Il GammaForum è un evento di networking e ispirazione imprenditoriale, che sforna numerosi progetti di innovazione per la salute.
Anche quest’anno ho partecipato all’attesissimo appuntamento con il GammaForum. Un’occasione di networking ed ispirazione aperta a tutti coloro che sostengono, con diverse modalità, l’imprenditoria giovanile e femminile.
GAMMAFORUM: 6 STORIE DI IMPRESA
Come accaduto nelle scorse edizioni, le sei finaliste selezionate per il Premio GammaDonna, hanno proposto innovazione per il miglioramento della vita quotidiana. Sei progetti imprenditoriali, le loro storie, dirette alla soluzione dei piccoli, grandi problemi di tutti i giorni. La prevenzione, la possibilità di diagnosticare le malattie in tempo per accedere a cure efficaci, l’ottimizzazione del tempo a disposizione (che per noi donne è sempre troppo poco), la tutela dell’ambiente.
GAMMAFORUM: LE BIOTECNOLOGIE PROTAGONISTE
Forte la presenza delle biotecnologie nella maggior parte delle iniziative presentate a questa kermesse organizzata da GammaDonna, associazione no profit volta a promuovere le potenzialità in talento delle risorse femminili e giovanili nel mondo del lavoro. Del resto, come non aspettarselo, quando tutto il mondo si sta orientando nella direzione dello sfruttamento dei sistemi tecnologici che si basano sull’aspetto più avanzato ed innovativo delle scienze biologiche applicate.
Fra tutte, una mi ha colpita per le sue interessanti applicazioni nella salute, in particolare nella diagnosi delle malattie autoimmuni. Queste sono patologie che impediscono al sistema immunitario di funzionare correttamente. Lo confondono, inducendolo a confondere molecole appartenenti al corpo con pericolosi nemici provenienti dall’esterno.
DIAGNOSTICARE LE MALATTIE AUTOIMMUNI
Il lupus, l’artrite reumatoide, la sclerosi multipla, la psoriasi, la sclerodermia, sono patologie autoimmuni. Malattie che, nel loro complesso, colpiscono soprattutto le donne, con un 80% di prevalenza rispetto agli uomini. Il motivo di questo sbilanciamento non è al momento noto, ma si suppone sia da ricercare nelle diverse modalità con cui noi donne esprimiamo i geni.
A causa del meccanismo d’azione con cui le malattie autoimmuni si manifestano,la diagnosi precoce è fondamentale. Più tempo passa, maggiori sono i danni che il sistema immunitario impazzito compie. Conseguenze irreparabili, irreversibili, che quasi sempre si concretizzano nella perdita di funzionalità dei tessuti colpiti.
LA DIAGNOSI PRECOCE NELLA MALATTIE AUTOIMMUNI
Prendiamo il caso della sclerosi multipla: la struttura che viene attaccata è la mielina, la guaina che riveste i nervi e li protegge, consentendo la corretta conduzione del segnale nervoso. In seguito ad una banale infezione virale, è possibile che, negli individui predisposti, il sistema immunitario cominci a produrre anticorpi diretti non contro il virus (come sarebbe nelle intenzioni del nostro apparato di difesa), ma contro la mielina. A testimonianza di questa ipotesi, la somiglianza fra le strutture molecolari di una porzione del virus rispetto ad una sequenza proteica della mielina.
Distruggendo la mielina, viene meno la fisiologica conduzione del segnale. E subentrano conseguenze quali la progressiva disabilità e il dolore. Ad oggi esiste un considerevole numero di farmaci per il trattamento delle malattie autoimmuni, anche se nessuno di questi è purtroppo ancora in grado di portare il paziente alla guarigione. Ma è chiaro che, prima si interviene istituendo la terapia opportuna, minore è l’entità dei danni che la malattia genera. E minore è la spesa sociale che ne deriva.
In termini generali, possiamo ritenere questo schema di massima applicabile anche a tutte le altre malattie di questa categoria, ognuna con le sue specificità.
LA DIAGNOSI PRECOCE DI DIAMANTE TECH
Per queste patologie, individuare sistemi di diagnosi affidabili è fondamentale. Per questo aziende biotech come Diamante (DIAgnosi Malattie Autoimmuni mediante NanoTEcnologie) hanno risvolti positivi sulla Persona, ma anche sulla società. La loro innovazione rivoluzionaria origina dallo sfruttamento delle piante come bireattori naturali per la produzione sostenibile di organismi da utilizzare nella diagnostica. I nanomateriali necessari per realizzare i sistemi diagnostici vengono prodotti attraverso un processo produttivo veloce, economico e a basso impatto sociale: questo è il loro valore aggiunto. L’innovazione che fa bene, che non implica costi proibitivi (che non vanno verso la direzione dell’inclusione, ma ne limitano l’accesso) e che è sostenibile per l’ambiente.
Molto interessante il loro prodotto di punta, un kit per diagnosticare la Sindrome di Sjoegren, una malattia dell’occhio fino ad ora non individuabile se non in tempi molto lunghi.
GAMMAFORUM: VALENTINA GARONZI E LA SUA DIAMANTE TECH
In occasione del GammaForum, che si è tenuto il 15 novembre a Milano, nella sede del Sole 24 Ore, Valentina Garonzi, amministratore delegato di Diamante Tech, ha parlato della mission di impresa. Con una laurea in ambito economico, lei si occupa delle strategie di marketing, business e dell’area finanziaria. La affiancano, per la gestione delle questioni più strettamente scientifiche, tre scienziate.
Roberta Zampieri, il Presidente di Diamante Tech, è laureata in biotecnologie agrarie, è responsabile della produzione dei nano materiali e collabora nel business management. Linda Avesani è docente associato di Biotecnologie all’Università di verona ed è responsabile dello sviluppo di prodotti innovativi. Supervisiona l’area legata alla ricerca scientifica. Elisa Gecchele è ricercatrice in Biotecnologie nella stessa università ed è responsabile del controllo qualità.
Quindi ricerca ad alto tasso di innovazione, quella di Diamante Tech, che abbiamo potuto conoscere attraverso le parole emozionate di Valentina, molto attiva nel settore dell’imprenditoria giovanile.
GAMMAFORUM: IL PROGETTO DI IMPRESA DI GABRIELLA COLUCCI
Diverse le applicazioni del proficuo lavoro di Gabriella Colucci, imprenditrice nel settore biotech e relatrice al GammaForum. Pur essendosi occupata, in passato, di biotecnologie per la produzione di sistemi in grado di proteggere le cellule staminali dagli effetti collaterali della chemioterapia, Gabriella ora produce cosmetici, con la sua Arterra Bioscience.
Dopo avere trascorso 10 anni a San Diego (California), è rientrata a Napoli (che lei molto suggestivamente definisce “la San Diego europea”) per fondare la sua società, portandosi collaboratori conosciuti oltreoceano. Il suo spirito innovativo ha portato Arterra a brevettare diversi principi attivi in grado di agire sulla pelle con spiccato effetto antirughe.
L’intervento della Colucci, vincitrice del Premio Europeo per le Donne Innovatrici nel 2018, racconta di meritocrazia e parità dei sessi, in un mondo nel quale è più che in altri necessario superare gli stereotipi per realizzare sinergie vincenti che portino risultati utili. Un ambito che, oggi frammentato e vittima di correnti pseudoscientifiche, ha bisogno di unità e spirito di collaborazione.
Essere ricercatore è come essere un artista, è un mestiere guidato dalla passione, ma questo non significa non essere contenti e soddisfatti della propria vita personale
sostiene Gabriella Colucci, che sottolinea la necessità di dare una forma estesa a cultura ed interessi, non trascurando le letture umanistiche.