“Archeologia del coraggio “ opera acquatica, rito poetico dedicato alla nostra cura e alle anime del cielo e del mare. Di Elena Guerrini.
”…IN ACQUA E IN CIELO NON C’E’ DIFFERENZA, SIAMO TUTTI UGUALI , NON CI SONO CONFINI , NESSUNO E’ STRANIERO, TUTTI SI RACCONTANO E SI ASCOLTANO…”
“..NON CHIUDERE , APRI ALL’UNO . SI NASCE OGNI GIORNO NUOVI A SE STESSI E ALL’ALTRO. NUOVI IN PENSIERI , RIGENERATI , PURI , IN MONDI DI ATTENZIONE E CURA. VOGLIO VEDERE OGNI VOLTA LE PERSONE COME SE FOSSE LA PRIMA VOLTA, SENZA GIUDICARE , POI TENERLE NELL’ASCOLTO E NEL MIRACOLO DELLA VISIONE COME SE OGNI VOLTA FOSSE L’ULTIMA.
“Archeologia del coraggio “ opera acquatica, rito poetico dedicato alla nostra cura e alle anime del cielo e del mare per pubblico e attrice in acqua. Progetto di e con Elena Guerrini anteprima nazionale . Mercoledì 5 Dicembre ore 21 Verona.
Festival “ Non c’è differenza”. Rito poetico per 30 spettatori in piscina con acqua calda .
Hotel Saccani. www.teatroscientifico.com
Incontro Elena Guerrini durante una prova del suo ultimo lavoro teatrale, una prosa poetica. L’appuntamento è in una piscina di acqua calda. Non ci sono fari e luci , solo il suo corpo, e la sua voce , senza microfoni in acqua. Elena Guerrini , attrice tra le più versatili del cinema e del teatro , sempre in prima linea quando c’è da sperimentare, mi parla di questo suo monologo acquatico, unico al mondo nel panorama artistico . Per la prima volta sento parlare di uno spettacolo in acqua per attrice e pubblico a bagno , e sono curiosa di fare un tuffo con Elena e molte domande
Come ti è venuto in mente …. ?
“Archeologia del coraggio “ non è un monologo , anche se sono sola a raccontare con la voce, neanche solo una lettura , anche se leggo il testo su fogli plastificati galleggianti . “ ARCHEOLOGIA DEL CORAGGIO “ è una azione , è un rito di rinascita attraverso l’elemento liquido. Un tuffo , appunto un tuffo insieme al pubblico, un rischio vocale e fisico ,UN RECITAR NUOTANDO , una ricerca di quello che significa stare e agire insieme ad altre persone con corpo e voce in uno spazio acquatico.
Amo l’acqua e la parola, e sull’onda di questa passione ho fatto una scelta di pancia , un desiderio di regressione al ventre materno. Quando provavo e scrivevo in acqua, ho trovato nella meditazione profonda una forma di contatto con i nostri trapassati , le anime del cielo, poi ho pensato anche alle anime del mare , dai palombari , ai marinai ,ai migranti , che in mare han terminato il loro viaggio. Ecco sono tutte qui .
C’è quindi qualche riferimento all’ attualità ?
Questa opera acquatica è un esperimento di teatro immersivo ,per me e per il pubblico. Il testo è immerso nella realtà attuale come ogni mio scritto, da Orti Insorti a Bella Tutta, ad Alluvioni a Vie delle donne . L’estate scorsa al mare ho pensato che nella stessa acqua in cui io nuotavo con mio figlio Dario, stavano morendo persone come noi ,solo poche miglia più in là . E noi non potevamo fare nulla. La sera ho visto al tg della tv spagnola l’ intervista a una donna fuggita dalla sua terra in guerra , che raccontava di aver comprato 6
fischietti rossi per la sua famiglia , e nel caso si fossero persi in mare avrebbero dovuto fischiare per far sapere che erano vivi .
Quale è il rapporto con il pubblico in acqua?
Il pubblico in acqua è libero e interagisce con me , nuota , si immerge , galleggia con gli occhi chiusi dedicandosi all’ ascolto profondo. Io racconto, leggo e osservo . In acqua siamo tutti uguali, in acqua non c’è differenza.
In acqua noi e la parola siamo spogliati , il pubblico è compagno di un rito, di un intimo viaggio , una danza collettiva dinamica, aggraziata e drammatica alla ricerca della leggerezza.
Siamo tutti nello stesso mare di sudore e di lacrime. Le lacrime e l’acqua non hanno colore.
Stiamo a galla insieme nel mare della vita.
La situazione di rilassamento e libertà nell’ascoltare e le parole ci riportano a una regressione nel liquido amniotico dell’utero materno da cui tutti veniamo conducendo a un cambio di umore e a un processo di rinascita, condivisione, empatia e autostima. Tutti siamo fatti di acqua . In ogni lacrima e in ogni sorriso dell’altro ci sono i nostri dolori e le nostre gioie, ma soprattutto in acqua siamo coinvolti in ogni cellula nella vita dell’altro , in acqua non ci sono confini, siamo tutti gocce che formano un mare .
A ogni persona del pubblico dono un fischietto creato con una conchiglia, e forse ci sarà un momento di suono e canto collettivo.
Il testo come lo hai scritto, stai ancora sperimentando ?
E’ una continua ricerca. Il testo l’ho scritto in un anno circa, in acqua , prendendo appunti o registrando le parole che mi arrivano da movimenti e improvvisazioni acquatiche e meditazioni . “Archeologia del coraggio “ è una prosa poetica , uno scavo tra i materiali del nostro contemporaneo , come una archeologa ho scavato nella mia scrittura connettendomi con l’oggi , con quello che succede in questo momento , in strada e sul web , sui social , dove chiunque si permette di fare commenti razzisti e di incitare all’odio verso l’altro , verso il non conosciuto. Siamo trascinati da questa onda e spesso ci manca il coraggio di reagire e restiamo in silenzio . A Giugno sono andata in un negozio di frutta e verdura in periferia a Milano per comprare un paio di pesche , avevo un look con treccine africane e abito etnico , la proprietaria del negozio dopo avermi fatto pagare senza darmi lo scontrino , pensando che io fossi già uscita , ha commentato la mia pettinatura e l’abito offendendo me e la popolazione africana da cui prendevo l’esempio , inscenando un monologo razzista davanti alle sue clienti . Io che non ero ancora uscita , ho avuto il coraggio di tornare indietro e di rispondere con parole gentili e convincenti , l’alternativa tra il silenzio e l’urlo rabbioso, parole buone per combattere l’odio e l’ignoranza . Il testo si compone di piccole narrazioni e parole, pronunciate o cantate appoggiando la bocca sulla superficie dell’acqua o sotto l’acqua , immersa. Il testo scritto su fogli di plastica galleggianti nuota con me.
Grazie all’acqua il mio lavoro sulla parola è diventato ancora più essenziale , l’acqua è una meditazione, è un miracolo senza fine.
Avvolti da questa liquidezza abbiamo tutti pose plastiche come i performers dei video di Bill Viola .
Mi interessa oltre al testo la relazione che si crea con il pubblico in acqua. Io sono nuot- attrice tra nuot-attori. L’acqua è mutevole e adattabile , è sempre uguale e diversa , in un recipiente quadrato è quadrata, in uno tondo è tonda, così il mio nuovo testo , adesso non so dire di più, se non che è mutevole e circolare , e mette a confronto la nostra parte sommersa e la nostra parte emersa, la luce è l’ombra che tutti abbiamo , il testo è una ricerca e una lotta tra la nostra parte oscura e la nostra parte illuminata. Molte parole e movimenti le sto ancora sperimentando in vista della prima , il debutto, il grande tuffo , che sarà in un festival estivo, forse in mare .
Cosa ti aspetti da questa anteprima veronese?
L’acqua non nasconde nulla , questa è la prima tappa di un viaggio .Sono molto felice di fare questa anteprima in un festival che amo e che ha come tema portante l’accettazione delle diversità e l’abbattimento delle barriere fisiche e mentali per una cultura del rispetto. Lo scorso anno rappresentai nel festival “Bella Tutta I miei grassi giorni felici” , quest’anno con grande gioia ho accolto la proposta della direttrice artistica Isabella Caserta di portare “ Archeologia del coraggio “ , una intima anteprima per soli 30 spettatori nella piscina calda dell’Hotel Saccani , che diventerà teatro
di questa opera acquatica. In particolare questa edizione del festival è dedicata alla memoria di Nicoletta Ferrari, fondatrice del progetto Dismappa e instancabile sostenitrice dell’accessibilità che ho conosciuto proprio lo scorso anno al festival , la ricordo fotografa degli spettacoli , seduta sulla sua sedia a rotelle e in giro per Verona. Nicoletta quest’anno è tra le anime del cielo.
Vieni dai anche tu e tutte voi lettrici , portare costume , accappatoio ciabatte e prenotatevi al teatro scientifico al numero 045 8031321 oppure 346 631928 . info@teatroscientifico.com Prenotazioni: teatroscientificoteatrolab@gmail.com.
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