Il mio lavoro e’ meglio della tua vacanza”, così diceva Antonio Megalizzi
Scorrono le immagini del funerale di Antonio Megalizzi, scorrono su ragazzi avvolti nella bandiera europea, scorrono sul Presidente Mattarella, sui volti di giovani in lacrime. Scorrono sulla foto di questo ragazzo sorridente, sulla voce commossa di un amico che racconta del suo motto: “il mio lavoro e’ meglio della tua vacanza”. Scorrono sul ricordo di altri volti di giovani stupendi come quello di Valeria Solesin e dei tanti ragazzi in gamba, ricchi di umanita’ , competenze e valore che abbiamo perso in giro per l’Europa e, purtroppo , scoperto che esistevano solo troppo tardi.
Va, allora, il pensiero a quelli che conosciamo, a quelli di loro che restano. A quelli che ci guardano sconcertati senza capire le nostre meschine italiche diatribe mentre loro sono impegnati a costruire , lontano da noi , un mondo decisamente piu’ grande e migliore di quello che noi cosiddetti adulti gli abbiamo preparato. Anzi che non gli abbiamo ancora consegnato e che non abbiamo avuto finora avuto nessuna intenzione di consegnargli , annullando una generazione dopo di noi e costringendo quella ancora dopo , loro la cosiddetta “generazione Erasmus” come ci piace chiamarli, ad andarselo a prendere e a cercare un mondo “migliore” ,lontano da questo . Sono belli questi ragazzi,bellissimi ed esistono. I ragazzi come Antonio esistono, e dovremmo conoscerli “prima” , non solo piangerli .
Dovremmo valorizzarli, gratificarne i progetti, sostenerli, farli sentire importanti perche’ lo sono importanti.
Non mortificarli con una politica da troppo tempo in eterna campagna elettorale di piccola bottega all’incasso immediato , senza progettualita’, senza futuro, con un sistema del lavoro che li umilia ogni giorno e ne rinnega preparazione e competenza. Perche’ accade che questi ragazzi , come decidono di varcare questo nostro piccolo confine si confrontano e ,confrontandosi, scoprono altre culture, altro pensiero e finiscono davvero per accorgersi quanto siamo piccoli. Scoprendo che quello che qui e’ un problema puo’ essere una risorsa altrove , che certe differenze non esistono , che prepararsi ed essere competenti premia, che altrove diventa una possibilita’ reale. Scoprendo che sapere, per esempio, una lingua da parlare con tanti altri apre un mondo, che e’ un passaporto ormai ineludibile per la conoscenza .
Ragazzi che non sono dipinti come a noi piace pensare siano i giovani in toto oggi. Che fanno doppi lavori per mantenersi e studiare e che ,pero’, questi lavori non li umiliano e lo studiare li premia. Ragazzi per cui l’Europa non e’ in discussione, perche’ ormai naturale bene comune di tutti e che non lo sarebbe “un problema” se “noi” l’avessimo gestita in maniera onesta e davvero con intenti comuni come doveva essere. Ragazzi che non e’ vero stiano attaccati ai social senza pensare ma che discutono e si informano davvero. Che vedi leggersi un libro mentre sono nella metro o in un bar , che vedi frequentare concerti, musei e anche la politica..ma quella ampia,di respiro grande ed universale.
Ragazzi con strade e pensiero lungo,largo e condiviso .
Guardiamoci sinceramente allo specchio e siamo onesti per una volta noi boriosi adulti, compresi quelli di noi che si ritengono intellettualmente aperti e politicamente impegnati.
Noi, che li rimproveriamo facendo la morale su cose che per primi facciamo e che loro hanno spesso gia’ superato ,doppiandoci alla grande mentre neanche ce ne siamo accorti. Noi che non stacchiamo lo sguardo dal cellulare neanche se siamo a cena con chi amiamo, che ci facciamo i selfie come bimbi minchia , che abbiamo ridotto la politica che di “loro” doveva occuparsi a parcellizzazioni di ego sempre delle solite nostre facce riciclate che non cedono il passo mai, neanche dopo batoste micidiali e sonore lapidarie politiche trombate . Noi del ” si io non sono cosi ..pero’..”
Loro sono meglio di noi. Molto meglio.
Stanno cercando di sopravvivere come possono nonostante il disastro che gli abbiamo lasciato, nonostante gli sforzi anche onesti che abbiamo cercato di fare , quelli di noi in buona fede, senza riuscire a cambiare davvero finora questo Paese anzi peggiorandolo parecchio ultimamente. Diventando gretti,provinciali e cattivi nel senso peggiore della parola mentre i nostri ragazzi ci osservano. Quelli più intraprendenti che hanno capito come puo’ andare il mondo andando altrove , lontano dalle nostre piccole Peyton Place , guardandoci con amarezza e senza concederci speranze. Gli altri, quelli che intraprendenti non lo sono o non hanno ancora capito che possono e devono esserlo, riservandoci la loro rabbia..ed e’ molto peggio perche’ la rabbia non ragiona e alla fine esplode. Restano, allora, quelle immagini che scorrono.
Resta la bara di Antonio avvolta dalla bandiera europea che sta uscendo dalla chiesa, restano la consapevolezza della bellezza di chi abbiamo perso, di domande che non trovano risposte a certe morti. Restano questi ragazzi ,rassegnati a qualcosa che non vogliono neanche piu’ capire perche’ va solo superata per andare avanti e far si che non vinca. Resta, per esempio,q uel Bataclan dove si e’ ripreso a fare musica ed a suonare esattamente con questo spirito .
Resta al nostro piccolo Paese di oggi una figura di giovane grande e intensa come Antonio Megalizzi che abbiamo avuto, e restano quelli che , come lui fino a pochi giorni fa, abbiamo oggi e il cui valore neanche conosciamo . Restano quelle bandiere azzurre con le stelle avvolte sulle loro spalle e quei confini che loro non hanno.
Ragazzi meravigliosi per cui , che sia per una birra o per scambiarsi conoscenza, ovunque ci si incontri nel mondo con questo stesso spirito e’ Patria .