Tutto si rottama e tutto torna di moda. Anche i salottini della politica tornano.
Abbiamo appreso dai principali canali d’informazione, come se fosse importante quanto lo sbarco su un nuovo pianeta, che c’è stata una cena importante poco conta dove.
Invitati dall’organizzatrice e giornalista Annalisa Chirico, che probabilmente in pochi ancora conoscono ma che promette di farsi riconoscere , si sono riuniti, previo “salatissimo” biglietto d’ingresso, la meglio gioventù-creme de la creme della politica e dell’imprenditoria italiana.
Volti più vecchi che nuovi come Briatore, Malagò, Letta, Boschi, Salvini (non poteva mancare), Montezemolo, Amato, Luttwak, ma anche il giovane De Michelis (come il grande zio) e Parenzo (piccolo protagonista della trasmissione parolacciaia “La zanzara”), Tronchetti Provera (promettente e redivivo single), il ministro Fontana (in fondo gli sarà parsa una grande famiglia?), Severino, Bongiorno (mancava la Hunziker…) e poi Nordio, Gratteri…
Insomma in un bel miscuglio di genti e paesi, di appartenenze politiche abbandonate-rinnovate-in standby, di donne(poche) che non potevano adombrare l’organizzatrice (neanche la Boschi in astinenza di potere), per età e determinazione.
Una notte minimizzata dai presenti, che hanno solo speso 6000 euro a tavolo per parteciparvi, a parte alcuni con cui la Chirico avrà fatto una convenzione con sconto perché la resa d’immagine la ripagava abbondantemente.
Dobbiamo esultare per quest’evento?
Il Paese non naviga in acque tranquille, la politica appare spesso in stato confusionale, le soluzioni sciorinate per contratto e per contrasto s’ingarbugliano e suscitano ovunque malumori, la madre Europa sgrida severa, insomma era il momento di fare una riunione di famiglia. Nella quale mettere nero su bianco, fare i conti, far quadrare il bilancio, chiarirsi sul da farsi. Quale migliore occasione di farlo tra un boccone e l’altro?
L’esercizio del potere si ripete. In fondo è quello che è già avvenuto nel passato.
Quando il ritrovarsi nei salottini-salottoni-alberghi e location varie, era divenuta uoa consuetudine di molti politici-industriali-giornalisti-giovani (donne e uomini) di belle speranze.
In quei salotti di allora, ma risulta anche oggi, per alleggerire l’atmosfera, c’era l’abitudine di contornarsi di immagini piacevoli e piacenti. Soprattutto disponibili. Belle ragazze in attesa di una raccomandazione, di un facile guadagno, disponibili a vendere e vendersi in cambio di sogni e promesse.
Una consuetudine che ci richiama e ci ricorda un caso nero-giudiziario, che vide protagonisti una giovane romana, Wilma Montesi, trovata morta (non si saprà mai come) sulla spiaggia di Torvaianica l’11 aprile del 1953. Quello che fu subito certo è che aveva partecipato ad un salottino-festino con esponenti di primo piano della politica e del mondo che“conta”.
Da sempre i salotti “importanti” hanno affiancato la politica. Fossero di destra o di sinistra, patrimonialisti o intellettuali, artisti o cinematografari, amici degli amici, imbucati e ragazze; tutti appartenevano alla componente fluida di questo mondo che si divideva e partecipava in modo disinvolto a queste riunioni salottiere.
L’importanza dell’organizzazione, la metodologia e la selezione in uso ha reso molti, di entrambi i generi, famosi e potenti (il ricatto è un’arma).
Una volta consultate le agende, chiamate le segreterie, accordati sulla data e il cast di “pari grado”, il gioco è fatto.
Infine giornalisti per dare visibilità mediatica, una bella tavola curata nei dettagli e posti a sedere giusti: chi vicino a chi.
Il pezzo forte? Qualche bella signora (anche moglie) ma soprattutto giovani donne che fungessero da piacevole distrazione, rianimassero gli stanchi pensatori, disponibili, a volte o spesso, a riempire serate e letti.
Salottini dove i politici di prima nomina entravano con i calzini in vista dai pantaloni troppo corti e dopo qualche tempo esibivano tagli ineccepibili.
Donne bamboleggianti diventavano raffinate e modaiole. La ricerca di apparire.
La rincorsa ad essere presenti, la volta successiva, degli assenti.
C’è aria di finzione e opportunismo, in questo cambiamento che nulla modifica nei comportamenti, ai quali pare a tutti che sia necessario adeguarsi.
A ben vedere, oggi, non sembra che questi salotti o salottini siano stati salutari per nessuno-a. In essi sono passati in molti come meteore, stelle cadenti o pezzi di pianeti senza vita. Perché la vita si svolge altrove. Dove la gente, donne e uomini, fa i conti con l’oggi e il portafoglio, con la famiglia e il lavoro, con le speranze e le delusioni.
A chi spera e s’impegna per una cultura diversa e migliore non possono piacere i salottini né chi li alimenta o li sovvenziona.