Un giallo datato ma fresco e molto celebrale adatto a chi cerca moventi e soluzioni inaudite.
Consiglio questo libro a tutti gli amanti del giallo fine anni ’80.
Autrice assolutamente superba e con poca concorrenza nel genere qui ci porta nel mondo della moda scoperchiandone segreti e robuste ipocrisie neanche tanto ignote.
La scrittrice Ethel Lambston è morta. Chi l’ha uccisa e perché?
Nelle prime 100 pagine l’angolazione è assolutamente lontana dalla vittima che fa la sua apparizione nel bagagliaio dell’assassino sin da subito per poi sparire.
La narrazione ha il suo focus, infatti, e per una buona metà del libro, sul personaggio del nipote della vittima, su una delle pochissime amiche della scomoda e superintelligente scrittrice, Neeve, e sul padre di quest’ultima, un ex poliziotto.
Sarà Neeve a scoprire una verità difficilissima anche ai più allenati risolutori.
La ragazza è molto più coinvolta di ciò che immagina e l’autrice la pilota in un gioco discreto di intelligenza che ingalluzzisce il lettore.
Tante vite confluiscono su uno stesso cammino.
Se pensate che il rancore non conosca tregua questo è il vostro romanzo!
Punto dolente? Quel piglio anticlericale della Clark che puntualmente compare con sincera amarezza in tutti i suoi romanzi. Si tratta forse di una sua personale sfiducia che, comunque, è stemperata così bene da non infastidire chi non ha attitudine alla polemica.
Un giallo datato ma fresco e molto celebrale adatto a chi cerca moventi e soluzioni inaudite.
Voto 7emezzo su 10.